Rientro in Italia dall’estero: massimizza i tuoi vantaggi fiscali attraverso una pianificazione preventiva. Scopri come gestire in modo efficace le questioni fiscali legate al tuo ritorno, ottimizzando la tua situazione finanziaria e evitando complicazioni fiscali.

Tornare a casa dopo aver vissuto all’estero può essere un’esperienza stimolante ed emozionante. Per tutta una serie di motivi, vivere da espatriato non sempre funziona. Potresti aver deciso che è ora di fare le valigie e tornare in Italia, ma se hai messo radici nel tuo nuovo paese di residenza, il rimpatrio può essere più complesso della semplice prenotazione di un volo.

Anche se non possiamo guidarti attraverso i dettagli del trasferimento, abbiamo raccolto alcuni suggerimenti per aiutarti a rendere il ritorno nel tuo paese d’origine il più semplice e positivo possibile. Per questo motivo, di seguito puoi trovare alcuni elementi da prendere in considerazione per pianificare al meglio il rientro in Italia dopo anni vissuti all’estero. Si tratta di considerazioni di natura fiscale che richiedono una pianificazione preventiva rispetto al momento di effettivo rientro in Italia dall’estero.

Al termine dell’articolo puoi trovare il link al modulo di contatto nel caso in cui possa esserti utile una consulenza fiscale su questi argomenti.

Cancellazione dall’AIRE

La cancellazione dall’AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero) è un passaggio fondamentale per coloro che rientrano in Italia dopo un periodo di residenza all’estero. È importante comunicare ufficialmente il rientro alle autorità competenti per evitare eventuali doppie residenze e garantire una corretta tassazione in Italia. La cancellazione dall’AIRE può essere richiesta presso il Comune dove si riprenderà residenza in Italia, contattando l’ufficio anagrafe.

Il momento di cancellazione dall’AIRE è importante perché determina gli obblighi fiscali in Italia del soggetto che rimpatria. Infatti, qualora la cancellazione avvenga nella prima parte dell’anno (prima del 3 di luglio) il contribuente matura oltre la metà dell’anno di iscrizione anagrafica e quindi la residenza fiscale sarà in Italia. Nel caso opposto, ovvero in caso di iscrizione all’anagrafe nella seconda metà dell’anno (dopo il 3 di luglio), la residenza fiscale rimarrà estera. Ai sensi dell’art. 3 del TUIR i soggetti considerati fiscalmente residenti in Italia sono tenuti ad ivi dichiarare tutti i propri redditi, compresi quelli percepiti all’estero. In questo scenario potrebbero venirsi a creare situazioni di doppia imposizione del reddito che devono essere risolte andando ad analizzare quanto indicato dalla Convenzione contro le doppie imposizioni in essere con l’Italia (in caso vi sia). Abbiamo già affrontato questi temi in appositi articoli sul sito ai quali ti rimando.

Un ulteriore aspetto da tenere in considerazione è che l’acquisizione della residenza fiscale italiana comporta la possibile di iscriversi nuovamente al Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

In ultimo, l’effetto della ripresa dell’iscrizione anagrafica può avere effetti sull’IMU. Infatti, qualora il soggetto che rientra vada a prendere residenza in un immobile detenuto in Italia, su di esso non graverà l’IMU (dovuta, invece, nel periodo di iscrizione AIRE), in quanto l’immobile potrebbe essere considerato (avendone i requisiti) abitazione principale ai fini IMU. Il tema degli immobili in Italia di espatriati è stato affrontato in questo articolo: “Immobili in Italia di espatriati: tassazione“.

Pianificazione in anticipo del rientro per valutare agevolazioni fiscali

Prima di rientrare in Italia, è consigliabile pianificare attentamente il processo per sfruttare eventuali agevolazioni fiscali legate al rientro. Ad esempio, potrebbero essere previste detrazioni o esenzioni fiscali per coloro che rientrano dopo un lungo periodo di residenza all’estero. Attualmente, le agevolazioni previste per soggetti che rientrano in Italia sono le seguenti, come riportate nella tabella seguente.

La disciplina legata ai lavoratori impatriati in Italia, ex art. 16 D.Lgs. n. 147/15
Sportivi impatriati in Italia con tassazione privilegiata
La disciplina legata al rientro dei cervelli, ex art. 10 D.L. n. 78/10
Il regime speciale dei c.d. “neo residenti” in Italia, ex art. 24-bis del TUIR
Agevolazioni per pensionati (con pensione estera) che impatriano al Sud in Comune sotto i 20.000 abitanti, ex art. 24-ter del TUIR

È opportuno tenere presente che ognuna di queste agevolazioni prevede requisiti diversi da analizzare preventivamente in quanto in alcuni casi (come per le agevolazioni legate ai lavoratori impatriati ed la rientro dei cervelli) l’agevolazione dipende da una autocertificazione del contribuente. I controlli dell’Amministrazione finanziaria, in grado di accertare la presenza dei requisiti, avverranno solo a distanza di tempo, comportando rischi (a volte anche importanti) a carico del contribuente istante.

Per questo motivo è di fondamentale importanza pianificare con il dovuto anticipo il proprio rientro in Italia al fine di poter analizzare preventivamente la propria situazione in ordine ai requisiti previsti e per capire se vi possono essere criticità nella propria situazione. Per gli approfondimenti su ciascuna agevolazione rimando agli articoli dedicati presenti sul sito. Il consiglio generale è quello di valutare e pianificare quando si è ancora all’estero le eventuali agevolazioni esistenti per individuare se vi è la possibilità di applicarne una e valutare rischi e benefici dell’agevolazione stessa, anche rispetto a norme interne di favore (vedi il caso del regime forfettario: “Impatriati vs regime forfettario: confronto“).

Attenzione alla tassazione dei redditi nell’anno di rientro

Durante l’anno di rientro in Italia, è necessario prestare particolare attenzione ai criteri di collegamento previsti per la tassazione dei redditi esteri. A seconda del momento di rientro in Italia, ed a seconda della tipologia di reddito percepita durante l’anno di rientro potrebbero verificarsi fattispecie di doppia imposizione del reddito. In questi casi potrebbe essere necessario dover dichiarare in Italia sia i redditi ivi prodotti sia quelli generati all’estero.

È fondamentale comprendere le regole fiscali internazionali e le eventuali convenzioni fiscali bilaterali tra l’Italia e il paese estero di provenienza per evitare la doppia imposizione e garantire una corretta dichiarazione dei redditi. Situazioni particolari, infatti, si possono creare su redditi da lavoro dipendente, proventi finanziari, redditi da locazione di fonte estera, etc.

Inoltre, è importanza analizzare situazioni in cui il soggetto che rientra in Italia lascia all’estero aziende funzionanti sia per capire le modalità di tassazione dei redditi di queste aziende sia per analizzare la fattispecie in relazione alle normative antielusive presenti in Italia (come ad esempio, la normativa CFC, la normativa sull’esterovestizione societaria e quella sulla stabile organizzazione).

Altra situazione che si presenta frequentemente nella pratica riguarda situazioni di smart working in Italia con datore di lavoro non residente. In questi casi è importante analizzare i criteri di collegamento per la tassazione del reddito (in relazione al tempo trascorso in Italia ed alla sede del datore di lavoro, ed alla presenza di eventuali stabili organizzazioni in Italia). Inoltre, è rilevante analizzare anche le opzioni a disposizione del datore di lavoro non residente per fornire al lavoratore un contratto di lavoro italiano.

Trasferimenti di denaro dall’estero all’Italia

La presenza di un periodo di vita all’estero potrebbe aver determinato la presenza di risparmi o investimenti detenuti all’estero. In questo caso si rende necessario valutare attentamente cosa fare in relazione alla detenzione di questo patrimonio. In linea generale, senza entrare nel dettaglio, è opportuno sapere che quando un istituto bancario nazionale riceve denaro dall’estero è tenuto ad effettuare degli adempimenti legati alla normativa antiriciclaggio di denaro.

L’istituto potrebbe chiedere al correntista di documentare la provenienza del denaro, la tassazione dei redditi di provenienza, ed altra documentazione di supporto. Le segnalazioni legate all’antiriciclaggio finiscono in banche dati visibili anche dall’Agenzia delle Entrate che potrebbe utilizzarle in sede di accertamento. Per questo motivo è consigliabile consultare un consulente fiscale per comprendere le implicazioni fiscali e regolamentari legate a tali trasferimenti, come la segnalazione di operazioni sospette e la conformità alle normative antiriciclaggio del denaro. Inoltre, potrebbe essere opportuno valutare la scelta di strumenti finanziari che consentono di ottimizzare la gestione del patrimonio in modo efficiente dal punto di vista fiscale.

Normativa sul monitoraggio fiscale di attività detenute all’estero

Il soggetto che decide di rientrare in Italia è chiamato a fare delle valutazioni su attività patrimoniali e/o finanziarie che continuerà, eventualmente, a detenere all’estero. Il caso classico può riguardare beni immobili esteri, investimenti finanziari, fondi pensione, etc che vengono mantenuti all’estero per ragioni di opportunità. Allo stesso modo anche il possesso di partecipazioni societarie estere deve essere attenzionata.

In questo scenario è importante essere consapevoli delle normative fiscali relative al monitoraggio delle attività detenute all’estero, come conti bancari, investimenti o proprietà immobiliari. L’Italia ha regole specifiche per la segnalazione di tali attività attraverso la compilazione di appositi moduli, come ad esempio il modello RW. L’aspetto più importante da evidenziare è che la normativa, per alcune attività detenute all’estero prevede il pagamento di imposte patrimoniali, chiamate IVIE (per i beni immobili) ed IVAFE (per le attività finanziarie). L’attività di pianificazione fiscale connessa al rientro in Italia non può sottovalutare questi aspetti, in quanto tali imposte possono rappresentare un onere rilevante per il contribuente.

È fondamentale comprendere le obbligazioni fiscali e le scadenze per la segnalazione di queste attività per evitare sanzioni e problemi con l’Agenzia delle Entrate. Infatti, grazie agli accordi sullo scambio automatico di informazioni finanziarie ai fini fiscali può effettuare un incrocio tra i dati comunicati e quelli indicati dal contribuente in dichiarazione dei redditi. Da evidenziare che gli stati che aderiscono a questo programma di scambio di informazioni aumentano di anno in anno. È possibile approfondire in questo articolo: “Common Reporting Standard (CRS): scambio automatico di informazioni“.

Conclusioni e consulenza fiscale online

Rientrare in Italia dopo aver vissuto all’estero può comportare diverse questioni fiscali complesse. È consigliabile cercare il supporto di un consulente fiscale esperto per ottenere una consulenza personalizzata e garantire una corretta gestione delle questioni fiscali legate al rientro. Ogni situazione è unica e un consulente fiscale sarà in grado di fornire consigli specifici in base alle tue circostanze individuali.

Se stai pianificando il tuo rientro in Italia dopo un periodo di residenza all’estero, è fondamentale comprendere le implicazioni fiscali e sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla normativa italiana. Per garantire una gestione efficace delle tue questioni fiscali e massimizzare i vantaggi fiscali disponibili, siamo qui per offrirti una consulenza specializzata e su misura.

Non esitare a contattarci per fissare un appuntamento di consulenza fiscale personalizzata. Saremo lieti di rispondere alle tue domande, valutare la tua situazione e offrirti soluzioni fiscali adatte alle tue esigenze.

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