Avvisi bonari nel cassetto fiscale: le istruzioni

Con il Provvedimento n. 419815 del 19 novembre l'Agenzia...

Regime Forfettario: cosa cambia dal 2025?

Anche nel 2025, se deciderai di accedere...

Regime di tassazione degli influencer

Fisco NazionaleProfessioniRegime di tassazione degli influencer

L'attività di influencer deve essere svolta andando ad individuare uno dei regimi fiscali previsti per le partite Iva individuali, a meno che, non si voglia avviare l'attività in forma societaria.

Il modo in cui le persone si guadagnano da vivere sta cambiando in modo sempre più rapido. Sempre più persone stanno cercando un lavoro da remoto a discapito delle tradizionali opportunità lavorative in sede. Il mondo del web ha permesso negli ultimi anni una crescita esponenziale delle opportunità di lavoro: tra questi, uno dei più diffusi è quello dell’influencer.

Negli ultimi anni è cresciuto a dismisura il numero delle persone che vogliono diventare influencer e guadagnare attraverso i social media. Instagram, Youtube, Tiktok ne sono un esempio concreto. Si tratta di piattaforme di social e condivisione in grande crescita, utilizzate da molti brand per promuovere i loro prodotti tramite gli influencer. Per questo motivo può essere di aiuto andare ad individuare come deve essere regolamentata fiscalmente l’attività di chi promuove o svolge attività pubblicitaria per conto di imprese o brand famosi sfruttando i social media

Chi è e come si diventa influencer?

L’influencer è una persona in grado di influenzare scelte d’acquisto, o decisionali di altre persone, in quanto dotata di autorevolezza su un determinato argomento. La parola influencer si è diffusa molto negli ultimi anni nel web, ad oggi si parla anche di influencer marketing. Vediamo, di seguito, alcuni passaggi che possono essere di aiuto per svolgere questa attività:

  1. Scegli una nicchia: specializzati in un argomento specifico in modo da avere un pubblico target specifico e costruire una reputazione solida. Di qualunque tema si tratti è necessario tu abbia abbastanza conoscenza e interesse. Di temi su cui puoi concentrarti ce ne sono molti, Musica, libri, animali, lifestyle, cucina, fitness ecc.
  2. Crea una presenza online: costruisci un profilo sui social media (ad esempio Instagram, TikTok, YouTube, etc.) e pubblica contenuti coerenti con la tua nicchia. Diventa fondamentale a questo punto pubblicare foto di qualità e didascalieStories e Video Live e anche interagire con la propria community mediante una presenza costante sul canale;
  3. Sviluppa una voce unica: trova il tuo stile e la tua voce per differenziarti dagli altri e attirare l’attenzione del tuo pubblico. Si deve individuare uno stile narrativo ed applicarlo ad ogni scatto, ogni didascalia, chi guarda un tuo post o una storia deve riuscire subito a capire che sei tu. Lo storytelling sui social è fondamentale;
  4. Interagisci con il tuo pubblico: rispondi ai commenti e alle domande dei tuoi seguaci per creare una relazione più personale e migliorare la tua presenza sui social media;
  5. Lavora con i brand: una volta che hai costruito un pubblico significativo, puoi iniziare a lavorare con i brand per pubblicare contenuti sponsorizzati e guadagnare denaro. Uno dei metodi per riuscire a guadagnare con i social media è quello di ricevere offerte dai brand, questo è il miglior modo per monetizzare ed anche il più efficace. Tuttavia, per essere presi in considerazione dai brand per ricevere le offerte, devi migliorare i tuoi numeri da un punto di vista qualitativo e quantitativo. Occorre avere tanti follower attivi e reali, è necessario avere tanta interazione;
  6. Continua a migliorare e a espandere la tua presenza: mantieni il tuo pubblico coinvolto pubblicando regolarmente contenuti di alta qualità e cercando sempre nuove opportunità per espandere la tua presenza online.

Per diventare influencer, è preliminarmente necessario trovare un proprio tema specifico al fine di reperire una propria nicchia. Affermarsi richiede un incremento dei propri followers.

Il regime di tassazione per gli influencer

A seguito della pronuncia del Tribunale di Roma (n. 2615 del 4 marzo 2024) possiamo dire che vi sono due regimi fiscali che riguardano gli influencer (ed i loro guadagni on-line). Da una parte vi sono le attività legate al meccanismo dell’affiliazione (o con il riconoscimento dei codici sconto), dove si percepisce un compenso in relazione ai prodotti venduti dall’azienda che si va a promuovere. In questo caso, l’attività secondo i giudici rientrerebbe in quella degli agenti di commercio (con iscrizione Enasarco). Mentre, l’attività legata al testimonial di un brand, che promuove il bene o servizio, con un compenso fisso, slegato alle vendite, rientrerebbe nell’attività commerciale.

In entrambi i casi, è comunque necessario operare attraverso una partita Iva. Infatti, non sempre è possibile ovviare all’apertura della partita Iva con la prestazione occasionale, difatti, i guadagni legati alle affiliazioni con i brand sponsorizzati la prestazione occasionale non è mai utilizzabile. Se non rispetti queste disposizioni potresti essere passibile di sanzioni amministrative molto pesanti in materia di Iva.

Leggi: “Guadagnare con Instagram: modelli di business ed aspetti fiscali”.

Quali sono gli adempimenti fiscali ed amministrativi?

Se hai deciso di operare come un influencer professionista devi sapere quali sono i passi da compiere per essere in regola. Proviamo a schematizzarli:

  • Effettuare l’apertura della partita Iva, per l’esercizio di attività di impresa;
  • Effettuare l’iscrizione in Camera di Commercio (costo circa 120,00 euro annue);
  • Iscrizione alla Gestione commercianti dell’Inps (contributi fissi per circa 4.000 euro annue, dovuti indipendentemente dai guadagni percepiti) e/o all’Enasarco;
  • Verificare eventuali obblighi di presentazione della SCIA al Comune ove è situata la sede dell’attività.

Proviamo ad analizzare questi adempimenti di seguito, con maggiore dettaglio.

Apertura della partita Iva

Una volta arrivato a questo punto, il passo successivo è quello di rivolgerti al tuo dottore Commercialista di fiducia. In ogni caso, sei chiamato a comunicare l’avvio di questo tipo di attività all’Agenzia delle Entrate.

L’indicazione avviene attraverso la presentazione di uno specifico modulo dedicato all’apertura della partita Iva. All’interno di esso l’aspetto di maggiore rilievo riguarda l’indicazione del codice attività. Si tratta di un codice numerico che individua ciascuna attività economica, ma molto spesso le c.d. “professioni digitali” non hanno ancora un codice dedicato. Per questo motivo, ad oggi, è opportuno utilizzare un codice attività legato alla promozione di spazi pubblicitari in internet. I codici attività da utilizzare possono essere, alternativamente, i seguenti:

CODICE ATTIVITA’DESCRIZIONE
73.11.02Conduzione di campagne di marketing e altri servizi pubblicitari
74.90.99 Altre attività professionali nca

Iscrizione in Camera di Commercio

Contestualmente all’apertura della partita Iva deve essere effettuata anche l’iscrizione dell’impresa presso il Registro delle Imprese, tenuto presso la Camera di Commercio. Il costo dell’iscrizione al Registro ammonta ad 37,00 euro per diritti e bolli. Oltre al costo del diritto annuale per circa 88,00 euro (per le ditte individuali), oppure di 200,00 euro per le imprese iscritte nella sezione ordinaria.

La gestione previdenziale

Oltre all’aspetto fiscale deve essere tenuto presente anche l’aspetto previdenziale legato all’iscrizione alla gestione commercianti INPS. Al momento dell’apertura della partita Iva, infatti, è necessaria anche l’iscrizione alla gestione previdenziale dell’INPS.

Questa gestione prevede il versamento di contributi in misura fissa, indipendentemente dal volume dei compensi percepiti, per circa 4.000 euro annui. Questi contributi coprono fino ad un reddito percepito di circa 15.000 euro, superato il quale è richiesto il versamento di ulteriori contributi.

Per l’attività che rientra tra quelle di agente di commercio vi è l’obbligo di iscrizione anche all’Enasarco, con il relativo versamento dei contributi. Sotto il profilo della giurisprudenza, da segnalare la citata sentenza n. 2615/24 del Tribunale di Roma che ha indicato come l’influencer che promuove stabilmente e con continuità in rete i prodotti di un’azienda è inquadrabile come agente di commercio.

I giudici, quindi, hanno accolto la tesi della Fondazione Enasarco che ha chiesto il versamento dei contributi ad alcuni influencer impiegati alla promozione dei prodotti di un’azienda, attraverso un codice associato al singolo influencer. Ogni influencer aveva pattuito con l’azienda venditrice un compenso per ogni vendita associata al proprio codice. In particolare, la presenza degli elementi di stabilità e continuità (ex art. 1742 c.c.) portano a ricondurre l’attività a quella dell’agente di commercio.

La scelta del regime fiscale

La scelta più importante da fare al momento di avvio dell’attività è quella legata alla scelta del regime fiscale da applicare, in quanto è la scelta che determina la tassazione che si avrà al termine di ciascun anno.

Di seguito proponiamo due possibilità, regimi fiscali, legati ad una partita Iva individuale. La partita Iva individuale, infatti, rappresenta la forma più semplice di avvio di una attività. Tuttavia, nel sito puoi trovare molti articoli che possono aiutarti a valutare anche altre forme come ad esempio la società di persone (vedi l’articolo “Quando è vantaggiosa la società di persone per il mio business?“) oppure la SRL (vedi l’articolo “Perché conviene costituire una SRL?“).

Contabilità semplificata

La contabilità semplificata è il regime fiscale ordinario per le imprese minori, che non hanno la possibilità di applicare regimi di vantaggio come il regime forfettario. Si tratta di un regime fiscale applicabile dalle persone fisiche (che esercitano attività di impresa o di lavoro autonomo), dalle società di persone (e assimilate) e dagli enti non commerciali. Con questo regime, il reddito deve essere determinato in base al cosiddetto criterio di cassa, il quale implica che la tassazione dei compensi deve essere effettuata nel periodo di imposta in cui gli stessi sono effettivamente percepiti (o incassati) e la deduzione delle spese in quello in cui sono state effettivamente sostenute o pagate.

compensi corrisposti da sostituti di imposta (società, enti) all’influencer dovranno essere assoggettati alla ritenuta del 20% a titolo di acconto con obbligo di rivalsa. Non si considerano compensi, quindi non concorrono a formare il reddito né andranno esposte in fattura, le spese di viaggio, vitto, alloggio direttamente sostenute dal committente, se relative all’esecuzione di un incarico conferito (art. 54, co. 5, TUIR).

Qualora non si eserciti in via abituale ma occasionalmente la sua attività ritraendone così redditi diversi derivati da obblighi di fare, non fare e permettere, anche in questo caso si avrà una tassazione al netto e per cassa dei proventi con assoggettamento a ritenuta d’acconto del 20% da parte della società committente.

Regime forfettario

Il regime forfettario, salvo alcune eccezioni, è un regime naturale applicabile ai lavoratori che percepiscono compensi di ammontare non superiore a 85mila euro (ragguagliati ad anno nell’anno di avvio). Il regime forfettario  è un regime fiscale per le imprese e i professionisti di minori dimensioni. Si tratta della c.d. “flat tax” per le partite Iva che prevede agevolazioni fiscali e contributive, a patto di rispettare i requisiti di accesso e permanenza nel regime. 

Il regime forfettario è un regime fiscale agevolato, volto ad incentivare l’apertura e la gestione di attività commerciali o professionali di dimensioni minori. Per questo motivo prevede minori adempimenti e oneri da sostenere. Resta comunque salva la facoltà di adottare i regimi fiscali ordinari con applicazione dell’Iva.

Il reddito imponibile è determinato applicando all’ammontare dei compensi percepiti un coefficiente di redditività variabile in base all’attività svolta e risultante dal codice ATECO che contraddistingue l’attività esercitata. Determinato il reddito imponibile, viene applicata un’unica imposta, nella misura del 15%, sostitutiva delle imposte sui redditi, delle addizionali regionali e comunali e dell’Irap ovvero, a talune condizioni, del 5% per le nuove iniziative.

Il regime forfettario prevede alcune semplificazioni ai fini delle imposte dirette sui redditi e dell’Iva. In particolare, è previsto l’esonero dagli obblighi di registrazione e tenuta delle scritture contabili fiscalmente rilevanti, l’esclusione dall’applicazione degli indici sintetici di affidabilità fiscale (ISA), non operatività delle ritenute alla fonte, a eccezione di quelle sui redditi di lavoro dipendente e sui redditi a essi assimilati, non sono soggetti alla ritenuta d’acconto in relazione ai ricavi o compensi percepiti.

Sintetizzando, i principali vantaggi del regime forfettario sono:

  • Applicazione del regime di cassa per la determinazione del reddito;
  • Determinazione dei costi dell’attività con metodo forfettario (indipendentemente dai costi sostenuti);
  • Esclusione dall’ambito di applicazione di:
    • Imposta sul valore aggiunto (IVA);
    • Indici sintetici di affidabilità fiscale (ISA);
    • Ritenute di acconto.
  • Applicazione della fatturazione elettronica ed avere la possibilità di ridurre di un’annualità i tempi di accertamento.

Il reddito di impresa o di lavoro autonomo viene determinato esclusivamente in base al criterio di cassa. Ovvero sulla base dei ricavi o compensi percepiti nel periodo di imposta. A questo reddito è applicato un coefficiente di redditività, che tiene conto delle spese applicate in modo forfettario. Al reddito imponibile così determinato è applicata un imposta sostitutiva del 5% (per i primi cinque anni), che poi a regime passa al 15%. Il pagamento delle imposte avviene con la dichiarazione dei redditi.

Le spese sostenute per l’esercizio dell’attività non possono essere dedotte analiticamente dal reddito. Ad eccezione dei contributi previdenziali versati in ciascun periodo di imposta. Al posto della deduzione analitica dei costi è prevista una deducibilità forfettaria, con una aliquota in percentuale sul reddito che varia a seconda dell’attività esercitata.

requisiti che la Legge chiede di rispettare per l’accesso a questo regime forfettario devono essere verificati da ciascun soggetto. La verifica deve essere effettuata con riferimento all’anno di imposta precedente rispetto a quello per il quale si chiede l’accesso al regime.

Il regime forfettario è fruibile dalle persone fisiche esercenti un’attività d’impresa, di arte o professione. Possono applicare questo regime anche le imprese familiari, purché in possesso dei relativi requisiti.

I requisiti oggettivi di accesso al regime forfettario

L’accesso al regime forfettario, nonché il mantenimento dello stesso negli anni successivi, è possibile per i soggetti che possiedono determinati requisiti. Requisiti che possono essere così schematizzati.

REQUISITODESCRIZIONE
Limite di ricavi o compensiNon superiore a € 85.000 (ragguagliati ad anno)
Spese per lavoro accessorio, dipendente o collaboratoriAmmontare complessivamente non superiore a 20.000 euro lordi
Beni strumentaliNessuna condizione richiesta

Questi requisiti devono essere verificati:

  • Per coloro che sono già in attività sui dati dell’anno precedente;
  • Mentre, per chi intende iniziare una nuova attività, su dati presunti dell’anno in corso.

Per maggiori approfondimenti sui requisiti di accesso ti rimando a questo contributo: “Regime-forfetario: le condizioni di accesso“.

Limite di ricavi e compensi annuali

Possono accedere al regime forfettario i contribuenti che hanno percepito ricavi o compensi non superiori a 85.000 euro. Questo indipendentemente dal Codice ATECO applicato. Per accedere al regime agevolato i ricavi o compensi percepiti (eventualmente ragguagliati ad anno) non devono essere superiori a 85.000 euro. Il limite è unico e riguarda tutti i codici ATECO 2007 che contraddistingue l’attività esercitata.

Influencer: perché decidono di trasferirsi all’estero?

Gli influencer spesso considerano il trasferimento all’estero come una mossa strategica. Questa decisione è fortemente influenzata dalla fiscalità dei diversi paesi. Come abbiamo visto, la pressione fiscale in Italia può essere significativa. Con tasse che possono arrivare fino al 43% per i redditi più elevati, più altre imposte come le addizioni, molti cercano alternative più vantaggiose. Il regime forfettario offre un sollievo con una tassazione ridotta, ma è limitato a redditi fino a 85.000 euro annui.

Trasferirsi in un paese con una fiscalità più leggera può significare un notevole risparmio fiscale. Inoltre, alcuni paesi offrono regimi speciali per attrarre talenti e professionisti, che possono includere riduzioni fiscali, esenzioni e altri incentivi.

Destinazioni popolari per gli influencer

Il fatto che l’attività lavorativa possa essere svolta in qualsiasi luogo dotato di una connessione internet ha portato molti influencer a spostarsi, a volte anche a diventare, nomadi digitali. Questo, per andare a sfruttare regimi fiscali più favorevoli come, ad esempio, quelli indicati di seguito.

Emirati Arabi Uniti

  • Regime Fiscale: Gli Emirati Arabi Uniti sono noti per l’assenza di imposte sul reddito personale.
  • Vantaggi: Oltre alla tassazione zero, gli Emirati offrono un ambiente d’affari dinamico e sono un hub per il marketing e la comunicazione digitale.

Per approfondire: “Emirati Arabi Uniti“.

Malta

  • Regime Fiscale: Malta offre un sistema fiscale favorevole, con una tassazione effettiva sui redditi d’impresa molto bassa.
  • Vantaggi: Malta è apprezzata per il suo clima mite, la sua posizione strategica nel Mediterraneo e la sua comunità multilingue.

Per approfondire: “Malta: scheda fiscale e agevolazioni” e “Società a Malta: vantaggi della struttura a due livelli“.

Andorra

Andorra è stato negli ultimi anni il Paese che ha attratto molti soggetti che operano online.

  • Imposta sul reddito personale: Non c’è tassazione sui redditi fino a 24.000 euro. Per i redditi tra 24.001 e 40.000 euro, la tassa è del 5%, e per i redditi superiori a 40.001 euro, la tassa è del 10%;
  • Imposta sulle società: L’aliquota massima dell’imposta sulle società è del 10%. Per le imprese con utili inferiori a 50.000 euro e un fatturato inferiore a 100.000 euro nei primi tre anni, l’aliquota fiscale è ridotta al 5%.

Questo sistema presenta un onere fiscale significativamente inferiore rispetto a molti altri paesi europei, rendendo Andorra una destinazione attraente per influencer e nomadi digitali in cerca di efficienza fiscale.

Considerazioni pratiche per il trasferimento

Prima di trasferirsi, è fondamentale consultare esperti in pianificazione fiscale e legale per comprendere appieno le implicazioni del trasferimento e assicurarsi di rispettare le normative fiscali in entrambi i paesi. Effettuare una procedura di trasferimento di residenza fiscale all’estero non è semplice, e soprattutto deve essere pianificata in anticipo.

Non sono rari infatti, casi dove le autorità fiscali dei due paesi hanno contestato il trasferimento e dove, magari, il soggetto si è trovato in una situazione di non poter dimostrare il suo effettivo trasferimento all’estero. Nel sito, su questo tema, è possibile trovare molti articoli, legati al tema trasferimento all’estero.

In secondo luogo, gli influencer devono considerare come il trasferimento influenzerà la loro base di follower e le collaborazioni con i brand. È importante valutare la compatibilità del nuovo ambiente con il proprio stile di vita e la propria attività professionale. Non tutti i brand magari saranno disponibili a lavorare con soggetti che non vivono più in Italia o che non si rivolgono più esclusivamente al mercato italiano.

Infine, oltre alla tassazione, la qualità della vita è un fattore cruciale. Aspetti come il clima, la cultura, le infrastrutture e la sicurezza giocano un ruolo importante nella scelta della destinazione. Trovarsi a scegliere un paese solo per le sue aliquote fiscali è sbagliato. Se questo paese non offre la qualità della vita attesa, potrebbe essere poi difficile dimostrare un reale radicamento nel Paese stesso.

Gli elementi da pianificare prima del trasferimento all’estero

Per un influencer che mira ad espandersi nel mercato globale, ci sono alcune considerazioni fiscali importanti da tenere in mente e pianificare prima del trasferimento di residenza all’estero. Si tratta delle seguenti:

  1. Conoscenza delle normative fiscali locali: Ogni paese ha le sue leggi fiscali. È importante comprendere come queste possano influenzare i redditi derivanti dalle attività online in ogni specifico mercato;
  2. Doppia tassazione: Bisogna considerare la possibilità di essere soggetti a tassazione sia nel paese di residenza che nel paese in cui si generano i redditi. Alcuni paesi hanno accordi per evitare la doppia imposizione, ma questo non è sempre il caso;
  3. Tassazione dei redditi esteri: Alcuni paesi tassano i cittadini sui redditi globali, indipendentemente da dove vengono generati. È cruciale capire come questo influisce sui redditi provenienti da attività internazionali;
  4. Strutture aziendali e fiscalità: Creare una struttura aziendale, come una società, in un paese con un regime fiscale favorevole può essere una strategia utile. Questo richiede una pianificazione fiscale e legale approfondita;
  5. IVA e tasse di vendita: Se si vendono prodotti o servizi, bisogna considerare l’Iva o le tasse di vendita nei diversi mercati. Questo può essere complesso, soprattutto nell’UE dove l’Iva varia tra i paesi membri.

Tassazione di modelli ed influencer non residenti: il caso

Il caso prospettato all’Agenzia nella Risposta a interpello n. 700/E/21 è quello di una società di diritto francese attiva nel settore della moda e del lusso, controllata da parte di una società di diritto italiano. Questa società per il lancio pubblicitario della nuova collezione di articoli di abbigliamento prevede di impiegare, per la realizzazione di materiale fotografico e video, “modelli” e testimonials (residenti in Francia e non), con il quali saranno siglati specifici accordi contrattuali. Alcuni di questi modelli saranno chiamati a svolgere la propria attività in una location italiana. In particolare, in Italia verrà svolta l’attività di:

  • Sessioni di photo shooting necessarie alla realizzazione del materiale fotografico e video;
  • La concessione dei relativi diritti di utilizzazione dell’immagine, che potrà avvenire secondo una delle seguenti forme:
    • Ai fini pubblicitari e/o promozionali in esclusiva, a livello mondiale e per un periodo di tempo limitato (su quotidiani, riviste, opuscoli, cartelloni pubblicitari, manifesti, brochure, cataloghi, siti internet, apparecchi di telefonia mobile, applicazioni per tablet e spartphone, servizi di posta elettronica);
    • Ai fini di archivio, editoriali, informativi, culturali e/o storici, per un periodo di tempo illimitato (es. mostre, documentali, libri, siti internet, profili sui social networks del gruppo).

I compensi saranno tenuti distinti.

Chi sono i modelli?

Per modelli si intendono (a titolo esemplificativo) coloro che esercitano per professione abituale l’attività di indossatori/indossatrici nell’ambito di sfilate di moda, prestando la propria immagine in campagne pubblicitarie e promozionali.

Chi sono i testimonials?

Per testimonials si intendono coloro che, diversamente, non esercitano, in via principale e con la dovuta professionalità e abitualità, l’attività tipica di “modello” in senso stretto, qualificandosi ad ogni modo come personaggi del mondo della moda, dello spettacolo o dell’arte, la cui fama e notorietà è riconosciuta fra il pubblico e che, in ragione di ciò, affiancano saltuariamente la propria immagine a quella di un prodotto o di un marchio.

Criteri di collegamento per la tassazione di modelli ed influencer non residenti per attività svolta in Italia

L’Agenzia delle Entrate prende il dato della residenza fiscale estera dei testimonials e dei modelli, in modo apodittico. Questo in quanto la residenza fiscale non è esperibile in sede di risposta ad interpello. Inoltre, l’Agenzia parte dal presupposto che l’azienda committente non residente non sia dotata di una stabile organizzazione in Italia.

Secondo l’ordinamento tributario, i compensi erogati a “modelli” professionisti per l’esecuzione di sessioni di photo shooting e i compensi erogati per i correlati diritti di utilizzazione dell’immagine costituiscono redditi di lavoro autonomo ex articolo 53, comma 1, del TUIR (DPR n. 917/86). Entrambe le tipologie di compensi, infatti, sono strettamente riconducibili all’attività professionale di modello, in quanto quest’ultimo, oltre a esercitare l’attività di indossatore nell’ambito di sfilate di moda, presta altresì la propria immagine in campagne pubblicitarie e promozionali. Con specifico riferimento ai soggetti non residenti, l’articolo 23comma 1lettera d), del TUIR, prevede che si considerano prodotti nel territorio dello Stato i redditi di lavoro autonomo derivanti da attività esercitate in Italia.

Tassazione dei compensi in Italia

testimonials sono celebrities del mondo artistico e dello spettacolo che effettuano sessioni di photo shooting nelle quali la loro immagine o testimonianza è associata a un marchio o a un prodotto per rafforzarne la credibilità. Pertanto, i compensi che le celebrities percepiscono per l’esecuzione delle predette sessioni di photo shooting costituiscono redditi di lavoro autonomo ex articolo 53, comma 1, del TUIR. Questo in quanto, seppure non strettamente riconducibili all’attività di cantante, attore o influencer dalle stesse svolta per professione abituale, ne sono, tuttavia, connessi, trattandosi pur sempre di compensi relativi ad attività collegate al contesto artistico nel quale si esprime l’attività principale di cantante, attore o influencer esercitata professionalmente e abitualmente dalle celebrities.

Relativamente ai compensi corrisposti a queste ultime per i correlati diritti di utilizzazione dell’immagine, in linea con quanto precisato nella risoluzione n. 255/E/2009, in relazione ad analoga fattispecie, si ritiene che gli stessi, anche se non strettamente riconducibili all’attività artistica o professionale, siano comunque riferibili a quest’ultima essendo correlati alla fama del personaggio, e costituiscano pertanto redditi di lavoro autonomo in base all’articolo 54, comma 1-quater, del TUIR.

La ritenuta alla fonte sui compensi di lavoro autonomo verso professionisti non residenti

I redditi di lavoro autonomo rientrano fra quelli soggetti a ritenuta alla fonte in base alle disposizioni di cui all’articolo 25 del DPR n. 600/73, ove corrisposti da soggetti che rivestono la qualifica di sostituti di imposta in Italia in base all’articolo 23 del medesimo DPR.

redditi di lavoro autonomo, secondo quanto previsto dal citato articolo 25, comma 2, ove corrisposti a soggetti non residenti, subiscono una ritenuta alla fonte a titolo d’imposta nella misura del 30 per cento. Le società ed enti non residenti che erogano redditi soggetti a ritenuta in Italia, seppur ricomprese, sotto il profilo soggettivo, fra i soggetti che rivestono la qualifica di sostituti d’imposta in base al comma 1 del richiamato articolo 23 del DPR n. 600 del 1973, ne sono, in linea di principio, oggettivamente escluse in ragione della delimitazione territoriale della potestà tributaria dello Stato. Tale principio, implica che il soggetto non residente che eroga somme per le quali è previsto un prelievo alla fonte, in assenza di stabile organizzazione in Italia, non è obbligato ad assumere il ruolo di sostituto d’imposta.

Consulenza fiscale online

In conclusione, diventare un influencer comporta anche preoccuparsi della propria situazione fiscale. La tassazione può essere complessa e può variare da paese a paese. Per evitare di incontrare problemi fiscali e per avere una comprensione chiara della propria situazione, è importante farsi assistere da un dottore commercialista esperto.

Per aiutarti a chiarire i propri dubbi sulla fiscalità, esiste un servizio di consulenza fiscale online dedicato. Con questo servizio, è possibile avere accesso a consulenti esperti e personalizzare il loro piano fiscale per soddisfare le loro esigenze specifiche.

Non importa se sei hai appena iniziato o un professionista di successo, questo servizio può aiutarti a chiarire la tua situazione fiscale, anche guardando a regimi fiscali di altri Paesi qualora si valuti anche l’opzione del trasferimento di residenza fiscale all’estero.

Domande frequenti

Devo pagare le tasse sui redditi generati in altri paesi?

Dipende dalla legislazione fiscale del tuo paese di residenza e dal paese in cui generi il reddito. Molti paesi hanno accordi per evitare la doppia imposizione, ma è essenziale verificare ogni caso specifico.

Come influisce la mia residenza fiscale sul mio reddito globale?

Alcuni paesi tassano i loro cittadini su tutti i redditi globali, mentre altri solo sui redditi generati internamente. La tua residenza fiscale è quindi cruciale nella determinazione delle tue obbligazioni fiscali globali.

È meglio costituire una società in un paese con un regime fiscale favorevole?

Potrebbe essere vantaggioso, ma dipende dalla tua situazione specifica. È importante valutare i costi, i benefici e le implicazioni legali di tale decisione.

Come posso gestire l’Iva per vendite in diversi paesi?

La gestione dell’Iva richiede una conoscenza approfondita delle leggi locali. Per questo è importante valutare la situazione con esperti.

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    Elisa Migliorini
    Elisa Migliorinihttps://www.linkedin.com/in/elisa-migliorini-0024a4171/
    Laureata in Giurisprudenza presso l'Università di Firenze. Approfondisce i temi legati all'IVA ed alla normativa fiscale domestica oltre ad approfondire aspetti legati al diritto societario.
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