L’Agenzia delle Entrate con la pubblicazione della Circolare n. 33 del 28 dicembre 2020 ha, di fatto, “bloccato” la concreata applicazione dell’agevolazione per i lavoratori impatriati agli sportivi professionisti. La norma in commento, art. 16 del D.Lgs. n. 147/15, ampliata nella portata dal D.L. n. 34/19 (c.d. “Decreto Crescita“), anche per gli sportivi professionisti.
Leggendo la Circolare delle Entrate appare chiaro il “blocco” delle possibilità di applicare l’agevolazione per gli sportivi professionisti, sino all’emanazione di un provvedimento. Di seguito riportiamo il testo della Circolare in commento:
Sostanzialmente, l’Agenzia delle Entrate ferma tutte le società sportive professionistiche dall’applicare l’agevolazione impatriati fino all’emanazione del DPCM previsto dalla normativa. In questo momento, quindi, tutti gli sportivi professionisti (es. calciatori, golfisti, giocatori di basket, etc) rientrati in Italia in virtù dell’agevolazione impatriati al momento vedono bloccata la propria situazione. L’agevolazione in commento, a regime, prevede che chi sposta la propria residenza in Italia dopo due anni trascorsi all’estero, e per almeno due anni, viene applicata una tassazione agevolata: per gli sportivi, la percentuale dell’imponibile è fissata al 50%, con un ulteriore 0,5% della base imponibile che deve essere destinato ai settori giovanili (con modalità da definire tramite DPCM).
Per approfondire: “Sportivi impatriati in Italia con tassazione privilegiata“.
Ad oggi, moltissime società professionistiche potrebbero trovarsi costrette a rimborsare all’Erario una copiosa parte degli stipendi erogati ai dipendenti (sportivi) già rientrati in Italia. Questo, senza contare l’impatto negativo che questa disposizione potrebbe avere in relazione a possibili nuove trattative per l’impatrio di nuovi sportivi in Italia ed al possibile nuovo espatrio degli sportivi rientrati in Italia proprio in virtù degli effetti positivi di questa agevolazione.
Da dire che, teoricamente, l’Agenzia delle Entrate ha soltanto fatto notare che di fatto il DPCM attuativo dell’agevolazione non è ancora stato emanato e che in sua assenza, di fatto, l’agevolazione non può trovare concreta applicazione. In ogni caso si auspica che tale provvedimento possa essere preso dal Governo in tempi relativamente rapidi al fine di fornire certezze ad “imprese“, come la maggior parte delle società sportive professionistiche, che si trovano ad aver già erogato stipendi “agevolati” ai propri tesserati. Una situazione, questa che, nel lungo periodo potrebbe portare queste società a dover rimborsare gli stipendi in forma ordinaria, al fine di evitare possibili future contestazioni da parte delle Entrate. Per questo motivo si auspica, a breve, una presa di posizione da parte del Ministero anche perché il Governo italiano potrebbe essere accusato di concorrenza sleale e incorrere in una sanzione a livello europeo qualora non ci dovesse essere una soluzione positiva alla vicenda. In ogni caso i tempi previsti per la risoluzione di questa vicenda non appaiono brevi. In ogni caso vi aggiorneremo sugli sviluppi di questa vicenda.
La situazione nel mondo del calcio professionistico
Inutile dire che il settore dello sport professionistico che maggiormente ha iniziato a beneficiare delle agevolazioni per i lavoratori impatriati è sicuramente il calcio professionistico. Tantissime società di serie A hanno già iniziato ad applicare l’agevolazione impatriati sul moltissimi tesserati arrivati nelle scorse sessioni di calciomercato. Calciatori che, in virtù di questa agevolazione possono vedersi tassare solo il 50% del reddito percepito.
Nel mondo del calcio, sicuramente il calciatore più famoso che sta usufruendo di questa agevolazione è sicuramente Cristiano Ronaldo, per il quale la Juventus paga annualmente circa 54 milioni di ingaggio lordo, ma gli esempi come questo sono tantissimi.