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Prescrizione cartelle esattoriali: come funziona?

Fisco NazionalePrescrizione cartelle esattoriali: come funziona?

La prescrizione delle cartelle esattoriali è un concetto legale che indica il periodo oltre il quale un credito non può più essere esatto dall'ente creditore. Questo meccanismo è fondamentale per garantire la certezza del diritto e proteggere i contribuenti da richieste di pagamento tardive o ingiustificate.

La prescrizione delle cartelle esattoriali è un concetto legale che indica il periodo oltre il quale un credito non può più essere esatto dall’ente creditore. Questo meccanismo è fondamentale per garantire la certezza del diritto e proteggere i contribuenti da richieste di pagamento tardive o ingiustificate. È importante distinguere tra prescrizione e decadenza: mentre la prescrizione estingue il diritto di riscuotere il credito, la decadenza riguarda i termini entro i quali devono essere compiuti determinati atti.

Le cartelle esattoriali si intendono prescritte quando scade la loro efficacia e dunque il debito nei confronti dell’Agenzia delle Entrate o di altro ente creditore non è più dovuto. Ciò implica, che la cartella perde la qualità di titolo esecutivo.

Una volta prescritta, la cartella perde quindi la sua efficacia di titolo esecutivo e non può essere portata all’incasso. Tuttavia, può accadere che essa sia comunque notificata dall’ente di riferimento, proprio per tale ragione ti invitiamo a porre l’attenzione sulla natura del debito e sulla data in cui esso è sorto.

Cosa si intende per prescrizione delle cartelle esattoriali?

La prescrizione delle cartelle esattoriali coinvolge tre parti principali: l’ente creditore (come l’Agenzia delle Entrate), l’Agenzia delle Entrate-Riscossione (ex Equitalia) e il contribuente. Una volta emessa una cartella esattoriale, se il credito non viene riscosso entro un certo periodo, il diritto di riscuotere il debito si prescrive. Tuttavia, qualsiasi atto interruttivo, come un sollecito di pagamento, può far ripartire il termine di prescrizione.

In linea generale, la prescrizione varia da un lasso tempora di 3 fino ai 10 anni. Questo a seconda della tipologia di debito. Inoltre, la prescrizione deve essere sempre riconosciuta da un tribunale per essere effettiva.

Prescrizione vs decadenza: attenzione alle differenze

Occorre prestare attenzione alle differenze esistenti tra due istituti simili come la prescrizione e la decadenza. Vediamone di seguito le differenze:

  • Prescrizione: è il termine ultimo entro il quale l’ente creditore (es. Agenzia delle Entrate) deve operare per chiedere la riscossione di una cartella di pagamento. Oltre a questo termine, qualsiasi successivo atto esecutivo è illegittimo;
  • Decadenza: è il termine ultimo entro il quale l’ente creditore (es. Agenzia delle Entrate) deve notificare la cartella di pagamento. Mentre la prescrizione comporta l’estinzione del debito la decadenza comporta soltanto l’estinzione dell’azione di notifica. Se il creditore decade dalla notifica ma il debito non è ancora prescritto può pretenderlo in via giudiziaria. In questo caso, la cartella è nulla (sono scaduti i termini per la riscossione tramite ruolo), ma il credito rimane ancora esigibile da parte del creditore.

La prescrizione può essere interrotta e sospesa, la decadenza no. La prescrizione mira a garantire la certezza del diritto nel tempo. La decadenza mira a stabilizzare rapidamente i rapporti giuridici.

L’interruzione della prescrizione da parte del creditore

L’ente chiamato alla riscossione del credito (come Agenzia delle Entrate riscossione), ha interesse ad agire per interrompere i termini di prescrizione e, di fatto, prolungare nel tempo l’efficacia del pagamento di una cartella di pagamento. L’interruzione della prescrizione è un atto giuridico che ha l’effetto di far ripartire il termine di prescrizione, prolungando il periodo durante il quale un credito può essere esatto.

L’Agenzia delle Entrate Riscossione può interrompere la prescrizione attraverso vari atti che manifestano la volontà di riscuotere il credito. Ecco alcuni dei principali atti interruttivi:

  1. Notifica della cartella esattoriale: La notifica della cartella di pagamento al contribuente è uno degli atti interruttivi più comuni. La notifica stessa fa ripartire il termine di prescrizione;
  2. Notifica di intimazione di pagamento: L’intimazione di pagamento è un atto con cui l’AER intima al debitore di saldare il debito entro un termine specifico. Anche questo atto interrompe la prescrizione;
  3. Notifica di preavviso di fermo amministrativo: La notifica del preavviso di fermo amministrativo di beni mobili registrati (come automobili) interrompe la prescrizione, segnalando l’intenzione dell’ente di adottare misure esecutive per il recupero del credito;
  4. Atti di pignoramento: L’avvio di procedure esecutive, come il pignoramento di stipendi, conti correnti o beni immobili, interrompe la prescrizione;
  5. Notifica di accertamento esecutivo: L’accertamento esecutivo, che include anche l’avviso di accertamento con la funzione di titolo esecutivo, è un altro atto interruttivo;
  6. Iscrizione di ipoteca: La notifica di iscrizione di ipoteca su beni immobili di proprietà del debitore è un atto che interrompe la prescrizione.
Atto InterruttivoDescrizione
Notifica della Cartella EsattorialeInvia al contribuente una richiesta di pagamento, ripartendo il termine di prescrizione.
Intimazione di PagamentoIntima al debitore di pagare entro un termine specifico.
Preavviso di Fermò AmministrativoSegnala l’intenzione di adottare misure esecutive sui beni mobili registrati.
Atti di PignoramentoAvvia procedure esecutive su stipendi, conti correnti o beni immobili.
Accertamento EsecutivoInclude l’avviso di accertamento come titolo esecutivo.
Iscrizione di IpotecaNotifica l’iscrizione di ipoteca su beni immobili del debitore.

Quando la prescrizione viene interrotta, il termine di prescrizione riparte da capo. Ad esempio, se un debito ha un termine di prescrizione di cinque anni e l’AER notifica una cartella esattoriale dopo tre anni, il termine di prescrizione ricomincia e il debito si prescriverà cinque anni dopo la notifica della cartella.

Considerazioni legali

  1. Validità degli atti interruttivi: Perché l’interruzione sia valida, gli atti notificati devono essere conformi alle normative vigenti. Ad esempio, la notifica deve essere effettuata correttamente secondo le modalità previste dalla legge;
  2. Prova dell’interruzione: È responsabilità dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione provare che l’atto interruttivo è stato notificato correttamente. I contribuenti hanno il diritto di richiedere documentazione che attesti l’avvenuta notifica;
  3. Contestazione degli atti: Se il contribuente ritiene che l’atto interruttivo sia invalido o non sia stato notificato correttamente, può presentare ricorso presso la Corte di Giustizia Tributaria.

Esempio pratico

Immaginiamo un debito per tributi locali con una prescrizione di cinque anni. Se il Comune notifica una cartella esattoriale nel terzo anno, la prescrizione viene interrotta e il termine riparte da capo. Di conseguenza, la nuova prescrizione scadrà cinque anni dopo la notifica della cartella, quindi dopo otto anni dalla nascita del debito originario.

Tempistiche di prescrizione per diverse tipologie di debito

Le tempistiche di prescrizione variano a seconda del tipo di debito:

  • Tributi erariali: I debiti relativi a IRPEF, IVA e altri tributi erariali si prescrivono in 10 anni.
  • Tributi locali: I debiti per IMU, TARI e altri tributi locali si prescrivono in 5 anni.
  • Contributi previdenziali: I contributi INPS e INAIL si prescrivono in 5 anni, salvo interruzioni.
Tipologia di DebitoTempo di Prescrizione
Tributi Erariali10 anni
Tributi Locali5 anni
Contributi Previdenziali5 anni

Quindi, ciascuna imposta in linea di principio ha un proprio termine di prescrizione. Vediamo sinteticamente il termine per le principali imposte:

  • Irpef: 10 anni
  • Iva: 10 anni
  • Ires: 10 anni
  • Irap: 10 anni
  • Imposta di bollo: 10 anni
  • Imposta di registro: 10 anni
  • Contributi Camere di Commercio: 10 anni
  • Tosap: 10 anni
  • Imu: 5 anni
  • Tasi: 5 anni
  • Tari: 5 anni
  • Contributi Inps: 5 anni
  • Contributi Inail: 5 anni
  • Contravvenzioni stradali (cosiddette multe stradali): 5 anni
  • Sanzioni amministrative: 5 anni
  • Bollo auto: 3 anni
  • Imposta catastale: 10 anni
  • Imposta sugli apparecchi audiovisivi (Canone RAI): 10 anni
  • Sentenze di condanna del giudice per impugnazioni (rigettate) contro cartelle di pagamento: 10 anni.

Quali cartelle si annullano automaticamente?

Dal 2025 sarà in vigore lo stralcio (il “discarico automatico“) per le cartelle non riscosse entro 5 anni. È previsto anche il “discarico anticipato” nei casi di chiusura del fallimento o della liquidazione giudiziale o “l’assenza di beni suscettibili di poter essere aggrediti“.

Notifica e dies a quo del termine

La prescrizione di 5 anni delle cartelle esattoriali decorre trascorsi 60 giorni dalla notifica del pagamento da effettuare. Questo, invero, è il termine concesso dalla legge per versare le somme dovute. Il termine di prescrizione può decorrere anche a seguito di impugnazione dopo che la sentenza se è passata in giudicato.

La notifica, dunque, è un elemento fondamentale, i cui vizi si ripercuotono anche sul pagamento delle imposte tributarie. Il ricorrente che lamenti l’invalida notificazione delle cartelle elencate negli estratti di ruolo o negli avvisi di addebito chiedendone l’annullamento. Può, infatti, accadere che la notifica intervenga quando il credito è già prescritto.

Tuttavia, se la cartella è regolarmente notificata non può essere più impugnata la cartella. Ciò accade anche se la prescrizione si verifica dopo la notifica. Eventualmente, tuttavia, sarà possibile agire ex art. 615 c.p.c. per contestare il diritto del creditore di chiedere l’esecuzione a fronte dell’intervenuta prescrizione del credito contestato.

Come verificare se hai cartelle iscritte al ruolo?

Non sempre l’amministrazione finanziaria procede alla notifica della cartella esattoriale. Proprio per tale ragione, potresti avere l’esigenza di verificare se sussistono cartelle iscritte a tuo nome.

In tal caso puoi verificare la tua posizione presso gli uffici dell’Agenzia delle Entrate. Tuttavia, ad oggi è molto semplice procedere a predetta verifica, accedendo direttamente sul portale online su: “cittadini – controlla la tua situazione – estratto conto”. Tutti gli utenti abilitati ai servizi Fisconline possono accedere inserendo le proprie credenziali.

Se dall’estratto di ruolo dovessero risultare delle cartelle esattoriali non pagate, il contribuente può contestarle entro 60 giorni. Altrimenti. Se i termini di prescrizione sono estinti, dovrai aspettare la notifica di un atto.

Come far annullare una cartella prescritta?

La prescrizione delle cartelle esattoriali opera automaticamente. Ciò comporta che il contribuente non dovrebbe porre in essere alcuna attività o adempimento per garantire che il credito non sia più contestato dall’amministrazione finanziaria. Dunque, automaticamente l’Agenzia delle Entrate non dovrebbe procedere più alla notifica della cartella, sebbene non di rado possono capitare alcuni errori.

Potresti, allora, decidere di procedere alla cancellazione della cartella. Ma come fare?

A tal proposito potrai presentare un ricorso in autotutela che ormai è presentabile online sul sito dell’Agenzia delle Entrate, senza la necessità di un supporto per procedere in tal senso. L’istanza in autotutela va presentata sia all’ente titolare del credito che all’Agente della Riscossione. Non necessariamente avrà un riscontro formale, soprattutto se l’ente non intende accoglierla. Ricordiamo a tal proposito, che la pubblica amministrazione non è obbligata ad intervenire in autotutela, essendo un potere rimesso alla sua discrezionalità sia nel decidere di riesaminare la pratica, sia rispetto all’esito.

Non è, invece, possibile fare ricorso contro la cartella prescritta essendo ormai scaduti i termini per l’impugnazione. Quindi, laddove dovesse presentare ricorso contro la cartella prescritta, il contribuente perderebbe la causa e sarebbe costretto a pagare le spese processuali.

Processo di contestazione della prescrizione

Contestare la prescrizione di una cartella esattoriale richiede una serie di passaggi:

  1. Verifica della cartella: Controllate la data di notifica e gli eventuali atti interruttivi;
  2. Modalità di contestazione: Presentate un’istanza di autotutela all’ente creditore o un ricorso presso la Corte di Giustizia Tributaria;
  3. Documentazione: Preparate tutta la documentazione necessaria, inclusi estratti di ruolo e ricevute di pagamento.
  4. Procedura legale: Se l’istanza di autotutela non viene accolta, procedete con il ricorso legale.
FaseDescrizione
Verifica della CartellaControllo della data di notifica e degli atti interruttivi.
Modalità di ContestazionePresentazione di un’istanza di autotutela o ricorso presso la Commissione Tributaria.
DocumentazioneRaccolta di estratti di ruolo, ricevute di pagamento e altri documenti pertinenti.
Procedura LegaleAvvio del ricorso legale se l’istanza di autotutela non viene accolta.

Benefici della prescrizione per i contribuenti

La prescrizione offre numerosi benefici ai contribuenti:

  • Annullamento del debito: Il debito prescritto non è più esigibile dall’ente creditore;
  • Protezione dei diritti: La prescrizione protegge i contribuenti da richieste di pagamento tardive;
  • Riduzione dello stress finanziario: L’annullamento del debito prescritto riduce il carico finanziario sul contribuente.

Impatto della prescrizione sulla gestione delle finanze personali

Comprendere e monitorare le tempistiche di prescrizione delle cartelle esattoriali è essenziale per una gestione finanziaria efficace. Contribuisce alla pianificazione del budget, alla gestione del debito e alla prevenzione di problemi finanziari futuri. Esempi di casi di successo dimostrano come la consapevolezza della prescrizione possa migliorare significativamente la stabilità finanziaria dei contribuenti.

Conclusioni

La prescrizione delle cartelle esattoriali rappresenta una protezione legale importante per i contribuenti, offrendo un meccanismo per annullare debiti non esigibili e ridurre lo stress finanziario. Comprendere il funzionamento, le tempistiche e le modalità di contestazione è essenziale per una gestione efficace delle proprie finanze.

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    Elisa Migliorini
    Elisa Migliorinihttps://www.linkedin.com/in/elisa-migliorini-0024a4171/
    Laureata in Giurisprudenza presso l'Università di Firenze. Approfondisce i temi legati all'IVA ed alla normativa fiscale domestica oltre ad approfondire aspetti legati al diritto societario.
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