L’uso delle criptovalute negli investimenti, nel trading e come mezzo di pagamento è aumentato costantemente negli ultimi anni. Ancora oggi, ci sono innumerevoli nomadi digitali, imprenditori e freelance che accettano Bitcoin e altre criptovalute come forme di pagamento nelle loro attività e persino nella loro vita quotidiana!

Abbiamo già affrontato su Fiscomania.com gli aspetti connessi alla tassazione in Italia delle valute virtuali (“Criptovalute in dichiarazione dei redditi: guida pratica“). Tuttavia, diversi paesi adottano approcci diversi alla tassazione delle criptovalute. Vi sono, infatti, paesi come l’Italia, Israele e Bulgaria che considerano le valute virtuali alla stregua di valute estere, mentre altri paesi non considerano le valute virtuali come monete, ed applicano l’IVA su tutte le transazioni effettuate.

Poiché non esiste una politica uniforme nella tassazione delle criptovalute, ciò può creare confusione tra gli investitori. Molti imprenditori ancora oggi sono riluttanti ad accettare la criptovaluta come mezzo di pagamento perché non sanno come influirà sulla loro situazione fiscale. Altri investitori, invece, desiderano conoscere quali stati sono maggiormente friendly per la tassazione dei proventi derivanti dalle valute virtuali (plusvalenze). Tuttavia, occorre sempre tenere in considerazione il fatto che per applicare regimi fiscali esteri alle valute virtuali è necessario effettuare un vero e proprio trasferimento di residenza fiscale all’estero. Detto questo, andiamo a dare uno sguardo ai principali paesi che offrono le maggiori opportunità, da un punto di vista fiscale, per gli investimenti in valute virtuali.

1) El Salvador

Quando si parla di stati Cripto-friendly sicuramente oggi il primo posto spetta ad El Salvador. Il piccolo Stato del Centro America ha adottato come valuta ufficiale (con il dollaro USA), il Bitcoin. La decisione (storica) è stata presa al fine di rendere più facile e economico per i migranti all’estero inviare denaro a casa a El Salvador. La nuova legge di El Salvador (c.d. “Bitcoin Law“) consente ai cittadini del Paese di pagare in Bitcoin beni, servizi e imposte. La norma, infatti, consente la conversione automatica ed istantanea tra Bitcoin e Dollari, in modo tale che chiunque riceva un pagamento in valuta virtuale possa scambiarlo in dollari nel proprio portafogli, e viceversa. Sotto il profilo fiscale la plusvalenza (eventuale) derivante dallo scambio di denaro non è soggetta tassazione. L’unico rischio a cui prestare attenzione è legato ai possibili forti deprezzamenti che potrebbe subire il Bitcoin.

Il governo, inoltre, sta progettando di lanciare un portafogli digitale, il Chivoche distribuirà alla popolazione con 30 dollari in criptovaluta per facilitarne l’adozione. Inoltre, il governo sta progettando la costruzione di una città attraverso le valute virtuali. Per finanziare il piano della Bitcoin City, El Salvador ha annunciato l’emissione di bond mai visti prima d’ora. Titoli di Stato decennali garantiti da un sottostante del 50% in Bitcoin, strutturati come segue:

  • Emittente: Repubblica di El Salvador;
  • Valore: un miliardo di dollari;
  • Interesse annuale: 6,5%, pagabile ogni gennaio;
  • Sottoscrizione minima: 100 dollari;
  • Cittadinanza di El Salvador in caso di investimento uguale o superiore a 100mila dollari mantenuto per almeno cinque anni.

2) Principato di Monaco

Il Principato di Monaco è uno dei luoghi preferiti dai ricchi e famosi per stabilire la propria residenza all’interno del territorio europeo quando cercano un regime fiscale meno impegnativo. Il suo sistema fiscale prevede che i residenti non paghino alcuna imposta sul reddito, una misura in vigore dal 1869.

E se Monaco era già abbastanza attraente prima, ora lo è anche per i possessori di criptovalute perché ha adattato il suo regime di esenzione fiscale all’ambiente delle criptovalute: la vendita di queste valute non è affatto tassata a Monaco. Inoltre, le banche del paese sono abbastanza informate quando si tratta di movimenti di criptovaluta.

3) Portogallo

Una delle opzioni all’interno della UE che offre importanti opportunità per gli investimenti in valute virtuali è il Portogallo. Il paese, dopo aver investito molto in regimi fiscali di favore per soggetti non residenti (ne abbiamo parlato qui: “Portogallo: scheda fiscale e agevolazioni“), ha deciso di offrire importanti opportunità anche per il regime fiscale delle valute virtuali. Infatti, l’autorità fiscale portoghese ha dichiarato che il commercio e le transazioni in criptovaluta sono esentasse per le persone fisiche.

I guadagni derivanti dall’acquisto e dalla vendita di criptovalute non sono tassabili, a meno che l’investimento e il commercio di valuta virtuale non rappresenti l’attività principale di quella persona o di quell’azienda.

Nessun individuo è soggetto a tassazione in relazione alle operazioni di scambio di criptovaluta in valuta normale e non vi è alcuna imposta sul reddito o imposta sulle plusvalenze sui profitti derivanti dal trading di criptovaluta. L’IVA non è inoltre applicabile nell’acquisto e vendita e nella criptovaluta, rendendo la criptovaluta praticamente non soggetta ad alcune forma di tassazione (diretta o indiretta) per le persone fisiche.

Come detto oggi il Portogallo è un importante centro per il trasferimento di molti freelance ed imprenditori, in quanto oltre al regime fiscale di favore per i non residenti, offre interessanti possibilità di trasferimento per i cittadini UE. Tuttavia, questo sgravio è riservato alle persone fisiche e le società che accettano pagamenti in valute digitali sono soggette all’IVA e all’imposta sul reddito derivanti da queste vendite.

Per approfondire:Portogallo: tasse al 10% per i pensionati“.
Per approfondire:Trasferirsi in portogallo: vantaggi della residenza non abituale“.

4) Germania

Un altro paese UE che è sicuramente friendly con le criptovalute è la Germania, la quale non considera la criptovaluta né una valuta digitale né una merce. Secondo la legge tedesca, Bitcoin e altre criptovalute sono “denaro privato“. Non sono soggetti ad IVA sulla vendita e sull’acquisto. Sono esenti dall’imposta sulle plusvalenze a lungo termine, il che significa che se li detieni per più di 1 anno prima della vendita, i guadagni dell’investimento non saranno tassati in alcun modo, indipendentemente dall’importo.

Anche per la vendita di valute virtuali entro un anno, l’imposta sulle plusvalenze verrà applicata solo se l’importo è superiore a 600 euro. Ma tieni presente che le regole di cui sopra sono solo per gli investitori individuali residenti. Le aziende coinvolte nel commercio di criptovalute sono soggette all’imposta sul reddito delle società dall’acquisto e dalla vendita di criptovalute, proprio come qualsiasi altra merce.

Pertanto, per i soggetti che intendono investire in valute virtuali in Germania è opportuno che effettuino un trasferimento di residenza fiscale nel paese per sfruttare il trattamento fiscale favorevole rispetto ad altri paesi del mondo. Tuttavia, tieni presente che se un’azienda tedesca accetta Bitcoin come pagamento sarà soggetta all’imposta sul reddito delle società.

5) Emirati Arabi Uniti

Gli Emirati Arabi Uniti (UAE) sono riusciti ad attrarre migliaia di residenti con un patrimonio netto elevato grazie al loro sistema di tassazione zero. Anche le aziende stanno iniziando a scegliere questo paese e la vivace Dubai come domicilio fiscale, anche se a breve sarà introdotta una prima forma di tassazione societaria.

In questo paese, la vendita di criptovalute è totalmente esente da tassazione. Ma fanno un passo avanti e incoraggiano il loro utilizzo per l’acquisto di beni di alto valore come immobili e auto di lusso.

Recentemente è stata introdotta una nuova regolamentazione per facilitare il trading di criptovalute e le relative attività finanziarie nelle sue zone esentasse (note anche come Free Trade Zones ).

6) Malta

Malta è il primo paese fiscale favorevole alle criptovalute a lanciare un quadro normativo unitario per la “Distributed Ledger Technology“, guadagnandosi il titolo di “isola Blockchain“. Secondo questi regolamenti, le criptovalute sono considerate “un’unità di conto, mezzo di scambio o riserva di valore“, rendendolo il paese con la più alta accettazione di criptovalute come mezzo di transazione. Il suo Virtual Financial Assets Act (2018) è stato uno dei primi quadri normativi di criptovalute completi ad essere introdotto e da allora Malta è diventata uno dei paesi più attraenti d’Europa sulle valute virtuali.

La tassazione sulle plusvalenze realizzate a fronte di investimenti in valute virtuali a lungo termine non viene applicata. Inoltre, a Malta l’IVA non viene applicata nemmeno sulla vendita e sull’acquisto di criptovalute. Quindi, l’investimento in criptovaluta sarà esentasse, sia per le imposte dirette che per le imposte indirette. Tuttavia, se sei coinvolto nel trading quotidiano di criptovalute, verrà applicata una tassazione, in modo simile al caso del trading giornaliero nel mercato azionario. In questo caso verrà applicata l’imposta sul reddito d’impresa all’aliquota del 35%.

Non bisogna dimenticare che Malta per incentivare il trasferimento di residenza di soggetti esteri prevede un importante programma di agevolazione fiscale (“Regime fiscale di tassazione a Malta per le persone fisiche“). Inoltre, Malta incentiva molto anche la costituzione di società (“Società a Malta: la struttura a due livelli“).

7) Andorra

Non esiste un’esenzione fiscale totale ad Andorra quando si vendono criptovalute, ma l’aliquota applicabile è solo del 10%, notevolmente inferiore rispetto ad altri paesi dell’UE. Inoltre, Andorra ha in fase di sviluppo una legge sulle criptovalute, che prevede di offrire esenzioni fiscali significative per coloro che vendono criptovalute ma reinvestono i proventi in altre attività all’interno del paese.

Il paese è anche posizionato come uno dei più interessanti per il mining di criptovalute poiché ha una delle tariffe elettriche più basse del continente e una connettività ad alta velocità che copre l’intero paese.

8) Bielorussia

Un altro paese che sicuramente vede in modo favorevole le valute virtuali è la Bielorussia. Infatti, secondo il decreto presidenziale sullo sviluppo dell’economia digitale del 2018, l’estrazione, l’acquisto e la vendita di criptovalute sono trattati come un investimento personale e saranno esenti da imposta fino al 2023, sia per gli individui che per le imprese.

Per promuovere l’innovazione nelle tecnologie finanziarie digitali, i parchi ad alta tecnologia vengono istituiti come una zona economica speciale in cui non saranno applicabili tasse in nessuna attività relativa alla criptovaluta, a parte un’imposta dell’1% sul fatturato.

Ottenere uno status residenziale in Bielorussia è relativamente più facile e città come Minsk stanno diventando più attraenti per i freelance ed imprenditori di tutto il mondo.

9) Slovenia

La Slovenia è un altro paese che non addebita l’imposta sulle plusvalenze per le persone fisiche nella vendita di criptovalute. Tuttavia, accettare pagamenti in criptovaluta attira l’imposta sul reddito o l’imposta sulle società per le imprese.

Le società coinvolte nell’estrazione di criptovalute sono inoltre tenute a pagare l’imposta sulle società sui profitti che ne derivano. Ulteriori chiarimenti devono essere forniti dalle autorità fiscali nel prossimo futuro.

10) Estonia

L’Estonia tratta la criptovaluta come una forma di reddito ai fini delle imposte sui redditi. La normale imposta sul reddito e le imposte sulle plusvalenze sono applicabili per la vendita e l’acquisto di criptovaluta. Tuttavia, l’acquisto e la vendita di criptovalute non sono soggetti a IVA e nemmeno l’estrazione di criptovalute.

L’Estonia, con il suo visto unico per i nomadi digitali, sta diventando il nuovo hub dei nomadi digitali, e ora che è un paese fiscale favorevole alle criptovalute. Abbiamo affrontato gli aspetti connessi alle agevolazioni presenti in Estonia in questo articolo: “E-residency in estonia: come ottenerla e attenzioni all’uso“.

11) Gibilterra

Gibilterra è famosa per la sua bassa tassazione, che non è diversa quando si parla di criptovalute. Sul trading di criptovalute è stata imposta un’aliquota fissa del 10% sull’imposta sulle società e non vi è alcuna imposta sulle plusvalenze sugli investimenti in criptovalute.

Sicuramente Gibilterra riesce ad attrarre freelance ed imprenditori da tutto il mondo in relazione al regime fiscale di vantaggio che può offrire. Inoltre, sta continuando a ratificare accordi con i vari stati proprio in questa direzione (“Regno unito spagna e gibilterra ratificano accordo sulla residenza fiscale“).

12) Svizzera 

Anche la Svizzera è considerata un paradiso fiscale favorevole alle criptovalute, motivo per cui l’ho aggiunta alla lista. La Svizzera è nota per promuovere l’uso e le innovazioni nella tecnologia blockchain, guadagnandosi il titolo di “Crypto Valley“. È molto più favorevole per il mining e il trading di criptovalute che le sedi di varie criptovalute, come Ethereum e Libra, si trovino nella Crypto Valley (ovvero il piccolo cantone di Zugo, luogo di nascita di Etherum). L’estrazione di criptovalute è considerata lavoro autonomo ed è soggetta all’imposta sul reddito d’impresa.

La criptovaluta scambiata o detenuta come investimento non sarà soggetta all’imposta sulle plusvalenze se stai facendo trading nel tuo conto individuale e sei qualificato come trader individuale. Tuttavia, l’acquisto e la vendita tramite commercianti professionisti qualificati è considerato un reddito d’impresa ed è tassato come tale. I c.d. “nomadi digitali” con lavori a distanza devono ricordare che i salari ricevuti in criptovalute dovrebbero essere dichiarati come reddito da lavoro dipendente, anche se pagato in valuta virtuale.

13) Hong Kong

Hong Kong tassa le criptovalute in base al loro utilizzo, secondo le nuove linee guida emesse in merito alla tassazione delle criptovalute. In base a ciò, se le criptovalute vengono acquistate a scopo di investimento a lungo termine, non sono soggette all’imposta sul reddito delle persone fisiche.

Tuttavia, per le società, tutti i profitti guadagnati dal commercio di criptovalute come attività commerciale saranno tassati. Ai fini della tassazione delle società, la criptovaluta viene trattata come una merce virtuale.

14) Bermuda

In conclusione meritano una citazione anche le Bermuda, un paese senza imposta sul reddito personale. Le Bermuda, infatti, non impongono imposte dirette sull’acquisto, la vendita o la detenzione di criptovalute.

Anche l’uso della criptovaluta come forma di pagamento è legale e non è soggetta ad alcuna imposta. In effetti, il governo delle Bermuda è il primo ad accettare il pagamento di imposte in qualsiasi criptovaluta riconosciuta. 

15) Cipro

Cipro è un altro Paese che adotta una normativa favorevole per le valute virtuali. Questo è dovuto soprattutto alla mancanza di regolamentazione ed alla sua bassa aliquota di imposta sulle società (12,5%). Al momento, infatti, non è prevista tassazione sulle plusvalenze derivanti dalla cessione di valuta virtuale. Inoltre, non si deve dimenticare che Cipro offre anche incentivi fiscali per le persone che desiderano trasferire la propria ricchezza ed il proprio reddito nel Paese.

Per approfondire:Residenza a cipro per investimento: come ottenerla?“.
Per approfondire:Regimi fiscali per impatriati: i 6 paesi più attraenti“.

Conclusioni e consulenza fiscale online

Come risulta chiaro da questo articolo, la criptovaluta sta lentamente diventando sempre più accettata e regolamentata a livello globale. Tuttavia, ci sono ancora molti paesi che sono scettici sulla criptovaluta e sono ancora in fase di comprensione e definizione di regolamenti al riguardo. Da dire che, ancora oggi molti Paesi commettono l’errore di considerare la valuta virtuale alla stregua di una valuta estera, con evidenti problematiche di gestione da un punto di vista fiscale. In questi termini sarebbe sicuramente auspicabile un intervento, magari derivante dall’OCSE in grado di fungere da linea guida completa che i vari stati possono prendere a riferimento per una regolamentazione nazionale completa.

Nel prossimo futuro ci saranno molti sviluppi nel mondo delle criptovalute e le leggi fiscali cambieranno per adattarsi a questa nuova forma di valuta in crescita. Per questo motivo, il consiglio è sempre quello di informarsi bene, sulle varie regolamentazioni, ma soprattutto sulle possibilità di trasferimento di residenza fiscale in un paese estero. Senza una corretta procedura di trasferimento di residenza fiscale all’estero, alla base, sarà impossibile poter usufruire concretamente di una delle normative di favore sulle valute virtuali applicabili in uno stato estero. Consultarsi con esperti è sicuramente importante, per non trovarsi in problematiche fiscali in un momento successivo.

Se hai letto questo articolo e ti stai rendendo conto che necessiti dell’analisi della tua situazione personale, ti invito a contattarci attraverso il form di cui al link seguente. Riceverai il preventivo per una consulenza personalizzata in grado di risolvere i tuoi dubbi sull’argomento. Soltanto in questo modo, infatti, potrai essere sicuro di evitare di commettere errori, che in futuro possono esserti contestati e quindi sanzionati.

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