Conto bancario offshore: è legale?

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Se stai cercando il modo migliore per proteggere il tuo patrimonio e le tue finanze, aprire un conto offshore può essere la scelta giusta, ma devi farlo nel modo corretto, tenendo presenti le normative antiriciclaggio e antielusive del tuo Paese di residenza.

L’apertura di un conto bancario offshore è importante in tutti quei casi in cu si trasferisce la propria residenza fiscale all’estero, oppure se si incorpora un’azienda all’estero. In questi casi, principalmente, aprire un conto bancario estero può essere un valido strumento di tutela patrimoniale. Tuttavia, quando si vuole aprire questo tipo di strumento finanziario è necessario tenere presenti le problematiche che si possono presentare sia operative che di natura fiscale.

Che cos’è un conto bancario offshore?

Un conto bancario offshore è un conto che viene aperto in un giurisdizione diversa rispetto a quella di residenza fiscale del soggetto che lo apre. Cosa significa “offshore”? Semplicemente: al di fuori del proprio paese di residenza. Tecnicamente, un olandese che apre un conto in Lussemburgo sta “andando offshore” , come si dice nel gergo anglosassone.

Spesso, queste giurisdizioni, chiamate anche “paradisi fiscali” o “centri finanziari internazionali“, si distinguono per una tassazione bassa o assente, un’elevata segretezza bancaria, una regolamentazione finanziaria più flessibile e una notevole stabilità politica ed economica.

Così, ad esempio, uno spagnolo che apre un conto alle Cayman Islands o un brasiliano che apre un conto in Svizzera. Sia esso conto bancario, conto fintech, conto crypto od altro veicolo di deposito di assets.

Le motivazioni che spingono all’apertura

Le ragioni per aprire un conto offshore possono variare, dalla legittima diversificazione degli investimenti e la protezione patrimoniale in contesti più stabili, fino alla pianificazione fiscale internazionale. Tuttavia, è cruciale sottolineare che la legalità di un conto offshore dipende interamente dal rispetto delle normative fiscali e antiriciclaggio del paese di residenza del titolare. In particolare, teoricamente, la maggiore segretezza è ottenibile quando il soggetto ottiene cittadinanza in un paese a tassazione territoriale che non aderisce a sistemi internazionali di scambio di informazioni (CRS e FATCA).

Legalità dei conti bancari offshore in Italia

I soggetti residenti titolari di conti esteri sono obbligati a dichiarare l’esistenza del conto all’amministrazione finanziaria (nel quadro RW della dichiarazione dei redditi) e a pagare le imposte sui redditi, capitali o proventi generati da tali conti, in base alla normativa fiscale nazionale. Tutte le operazioni devono inoltre essere conformi alle disposizioni contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo. L’omissione di queste dichiarazioni o l’uso del conto per evasione fiscale o riciclaggio costituiscono reato e comportano severe sanzioni.

I problemi legati all’apertura di un conto bancario all’estero

L’apertura del conto da parte di soggetti espatriati o da parte di società estere può sembrare, per lo più cosa semplice. Infatti, sappiamo tutti che la costituzione di una società non è poi così difficile: la maggior parte delle volte si svolge senza problemi.

Parlando dei principali paradisi fiscali, bastano 2.000/3.000 dollari e in un paio di giorni la persona giuridica è registrata e operativa. A volte non è nemmeno necessario versare il capitale sociale. Naturalmente, è opportuno prestare attenzione al rispetto delle normative antielusive come l’esterovestizione o la stabile organizzazione occulta (per non finire in guai grossi).

Arrivati, comunque, sino a questo punto sorge un problema: bisogna aprire un conto bancario. Senza un conto non è possibile fare transazioni e gestire l’azienda. Gli exchangers di criptovalute non sono ancora pronti ed adatti al 100% per supportare attività complesse e transfrontaliere. Le transazioni P2P in beni al portatore sono spesso non convenienti sotto diversi punti di vista.

A volte, il conto bancario può essere davvero una spina nel fianco. Ecco un elenco non esaustivo di possibili problematiche:

  • Le banche impiegano molto tempo per analizzare il KYC ed inoltrarlo alla direzione;
  • Alcune banche non sono sicure e/o efficienti come ci si aspettava;
  • L’istituto bancario scelto non supporta la vostra attività;
  • Può esserci una formale richiesta di documenti che può anche portare al blocco del conto;
  • Possono esserci problemi di affidabilità per quanto riguarda la privacy; e così via.

La compliance alle normative antiriciclaggio

Negli ultimi anni, a causa di decisioni politiche in seno all’OCSE, sono aumentati i requisiti di compliance e di auditing in tutto il mondo (a proposito, la compliance è un problema importante per il business, ma vale la pena dedicare un post all’argomento). È aumentata, dunque, la burocrazia bancaria, legata al rispetto delle normative antiriciclaggio. Ci sono alcuni settori di attività specifici in cui spesso il processo di apertura del conto corrente bancario è più difficile, ad esempio:

  • Commercio di materie prime;
  • Società holding;
  • Veicoli di investimento;
  • Servizi informatici;
  • Attività inerente le criptovaluta/blockchain.

Dove il settore bancario offre maggiore privacy

Senza ombra di dubbio, esistono alcune giurisdizioni dove il banking fila decisamente più liscio e suscita molta meno ansia all’imprenditore. Ad esempio, possiamo citare alcuni esempi:

Queste giurisdizioni offrono un grado molto elevato di “asset protection”, di sicurezza (solidità delle banche, certezza del diritto, etc), ambiente favorevole agli affari, compliance più snella per le transazioni e cooperazione reciproca nel quadro dell’OCSE.

Secondo la nostra esperienza, i servizi svizzeri e del Regno Unito sono i migliori calcolando una media ponderata di tutti i fattori del banking.

Un consiglio di fondo è dunque non scegliere una giurisdizione per la facilità/convenienza economica del processo di costituzione della società. Meglio sceglierla per la disponibilità di un ambiente bancario sicuro e favorevole agli affari. Dopo aver individuato questo aspetto, si può costituire di conseguenza la società con il pieno supporto della banca.

In questo modo si evita l’annoso problema di avere una società costituita – con relativi oneri di gestione – senza poterla di fatto utilizzare, poiché nessuna banca vuole aprire il conto. Naturalmente, in loco deve esserci una reale attività economica esercitata, altrimenti, tutto questo non ha senso (e si rischia di finire in importanti accertamenti fiscali, che possono vanificare l’investimento).

È complicato e costoso aprire un conto bancario offshore?

Molti potrebbero pensare che aprire un conto offshore sia difficile e costoso: niente di più sbagliato. Non è infrequente individuare banche online e/o fintech (a seconda della tipologia di licenza che possiedono nella loro giurisdizione) che hanno costi fissi di tenuta conto davvero risibili, nell’ordine di poche decine di euro/dollari l’anno.

Chiaramente, questo dipende dallo specifico modello di business delle banche internet e/o fintech. Non è pero raro trovare anche banche tradizionali che hanno condizioni molto simili se non migliori di quelle “onshore”, ovvero operanti nel proprio paese di residenza. Si tratta di implementare una ricerca professionale di mercato, per mezzo della quale è possibile trovare praticamente una soluzione ad ogni tipo di esigenza.

Non va dimenticato che la distinzione tra banca online/fintech e banca fisica si basa esclusivamente sul business model. Quanto a regulation, ovvero quanto a requisiti di solidità patrimoniale e di protezione dei depositi, sono esattamente identiche. Questo, purtroppo, non è da molti compreso, ma tant’è.

Un’altra obiezione che si sente spesso: per aprire il conto bisogna recarsi personalmente nel paese di residenza della Banca. Sbagliato: ormai molte Banche prevedono procedure di “onboarding” dei clienti da remoto, utilizzando società terze specializzate nel riconoscimento dei documenti e dei dati biometrici.

Ecco dunque che i costi per l’apertura di un conto bancario offshore diventano uguali, se non inferiori, a quelli di un conto onshore.

Dopo l’apertura della relazione presso una di queste società, l’utilizzo del conto è relativamente semplice. Non sarà mai necessario recarsi in loco: tramite website e app sullo smartphone, il conto è gestibile al 100% da remote. Si ha sempre un relationship manager dedicato per ogni esigenza. Volendo, ci si può connettere tramite VPN del paese di residenza della Banca per facilitare l’operatività. La banca, di qualsiasi paese essa sia, fornirà una volta all’anno il “tax statement” relativo ai saldi di fine anno ed eventuali redditi conseguiti nell’anno fiscale. Questo al fine di rispettare la compliance fiscale dello Stato di residenza del soggetto o della società.

Consulenza fiscale online

A volte non è solo utile, ma addirittura vitale. I motivi per cui considerare l’apertura di conti offshore sono molteplici ed assolutamente del tutto leciti e trasparenti. Di seguito un non esaustivo elenco. L’analisi di ogni singolo motivo sarà oggetto di un futuro articolo:

  • Riservatezza del business;
  • Clausole di non competizione;
  • Cause legali;
  • Creditori aggressivi e per motivi infondati;
  • Asset protection (investimenti);
  • Diritti umani;
  • Problemi familiari.

Tutte queste motivazioni si addicono sia a persone fisiche che persone giuridiche. Tuttavia, prima di valutare l’apertura di questo tipo di conti corrente è opportuno valutare bene la propria situazione personale, in ordine agli obblighi fiscali da rispettare. Non farlo potrebbe comportare problematiche fiscali di non immediata soluzione. Nei casi più gravi l’Amministrazione finanziaria può anche sfruttare presunzioni legali di evasione fiscale (Attività non dichiarate in paradisi fiscali: le presunzioni del Fisco).

Problematiche di conti esteri sconosciuti al Fisco possono portare alla notifica di lettere di compliance, nei casi meno gravi, oppure a dei veri e propri accertamenti, con sanzioni amministrative di importo rilevante, per redditi non dichiarati e per l’omesso monitoraggio fiscale.

Per tutti questi motivi, se desideri approfondire questi aspetti, attraverso il modulo di contatto seguente potrai metterti in contatto con me e ricevere maggiori informazioni sulla consulenza fiscale personalizzata che possiamo svolgere insieme per risolvere i tuoi dubbi e comprendere come operare nel modo giusto. In molti casi, per mia esperienza, è possibile intervenire se si è ancora in anticipo rispetto ai controlli dell’Amministrazione finanziaria.

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Federico Migliorini
Federico Migliorinihttps://fiscomania.com/federico-migliorini/
Dottore Commercialista, Tax Advisor, Revisore Legale. Aiuto imprenditori e professionisti nella pianificazione fiscale. La Fiscalità internazionale le convenzioni internazionali e l'internazionalizzazione di impresa sono la mia quotidianità. Continuo a studiare perché nella vita non si finisce mai di imparare. Se hai un dubbio o una questione da risolvere, contattami, troverò le risposte. Richiedi una consulenza personalizzata con me.
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