Come proteggere i risparmi in caso di crisi? Rischio default finanziario e crisi economica sono due fattori che devono essere presi in considerazione nella gestione dei risparmi delle famiglie.

In queste ultime settimane stiamo assistendo ad un aumento del numero delle richieste di consulenza che ci arrivano in relazione alla protezione patrimoniale. La crisi epidemiologica degli ultimi mesi ha finito per stravolgere non solo le nostre abitudini quotidiane, ma anche le nostre prospettive per il futuro.

Lato economico, la situazione dell’Italia non appare sicuramente tra le più rosee a livello UE. Il Fondo Monetario Internazionale (previsioni di primavera) ha parlato di una recessione globale nel 2020 del tre per cento, che nel caso dell’Italia potrebbe arrivare ad un meno nove per cento.

Tutto questo non ha fatto altro che alimentare le polemiche sull’instabilità politico-economica del Governo, alle prese con le disposizioni legate al sostegno alle imprese ed alle famiglie. Rispetto a qualche anno fa non è più l’inflazione a spaventare i risparmiatori italiani, ma piuttosto la crisi economica ed il rischio di un default finanziario da parte dello Stato.

Tra indiscrezioni e notizie davvero fondate la situazione nelle ultime settimane sembra aver messo in allerta molti risparmiatori che si dichiarano preoccupati e si pongono insistentemente la domanda su come tutelare e proteggere i risparmi.

Proteggere i propri risparmi

In questo articolo voglio parlarti di quelli che, personalmente, ritengo essere le principali soluzioni da valutare per proteggere i risparmi personali accumulati nel tempo, anche in situazioni di crisi o di rischio default. Non si tratta di una guida finanziaria o legata alle possibilità di ottenere rendimenti o altro (non mi occupo di questo). Piuttosto, voglio cercare di fornire una risposta a tutti i nostri lettori che si chiedono come possono gestire al meglio i propri risparmi.

Il lato finanziario guida sempre l’aspetto economico

La possibilità per il Governo di far fronte alle risorse UE legate al MES o ad altre forme analoghe di finanziamento mi porta sempre a confermare una tesi quanto mai attuale. Mi riferisco al fatto che il lato finanziario finisce sempre per guidare l’aspetto economico.

Questo assioma che trova riscontro per le imprese, trova allo stesso modo riscontro anche sul lato macroeconomico per lo Stato. Quello che voglio dire è che la crisi economica che si sta affacciando in questo periodo dipende, per lo più dalla capacità che, le singole imprese ma anche lo Stato, hanno avuto di gestire il lato finanziario.

Sappiamo bene che il Governo ha varato importanti provvedimenti in aiuto di famiglie ed imprese, vedi il D.L. “Cura Italia” ed il D.L. “Rilancio“. Tuttavia, questi provvedimenti non hanno consentito in pieno di beneficiare di liquidità a molte PMI italiane.

Questa situazione che si riflette, inevitabilmente, nell’economia quotidiana delle famiglie, finisce per incentivare il clima di incertezza sul futuro. Lo stesso clima di incertezza che non fa investire gli imprenditori italiani e che potrebbe alimentare la speculazione internazionale sul debito pubblico italiano, con conseguenze che conosciamo benissimo (vedi l’aumento dello spread).

E’ in questo contesto che ci troviamo ad operare in questo momento, tenendo presente che, per il futuro ci possono attendere due provvedimenti che potrebbero essere altenrativi, ma parimenti non auspicabili. Mi riferisco in particolare a:

Proprio in relazione a questi due rischi voglio fare, assieme a te, alcune considerazioni su come sia possibile, eventualmente, proteggere i propri risparmi in questo contesto. Per questo di seguito trovi alcune delle principali soluzioni che possono essere attuate, con una valutazione sui rischi legati a imposta patrimoniale e prelievo forzoso.

Imposta patrimoniale: come funziona il meccanismo della patrimoniale?

La patrimoniale funziona come un’imposta che colpisce il patrimonio di un contribuente in maniera indipendente al suo guadagno lavorativo.

Nel nostro Paese non esiste una vera e propria imposta patrimoniale soggettiva. Tuttavia, ci sono molteplici imposte che colpiscono il patrimonio e, in particolar modo, alcuni beni mobili e immobili.

Tali imposte, tuttavia, sono singole, una tassa patrimoniale, intesa nella forma soggettiva, che andrebbe a colpire la generalità del patrimonio con un unico sistema di aliquote, non è stata, ancora, introdotta.

Per fare alcuni esempi pratici,nel nostro Paese ci sono alcuni prodotti finanziari che sono già colpiti da una sorta di tassa patrimoniale. Pensiamo al conto corrente, al deposito titoli, ai Buoni postali.

L’imposta patrimoniale può essere di diversi tipi:

  • Fissa, se viene versata indistintamente da tutti i contribuenti in importo fisso;
  • Variabile, se varia in funzione del patrimonio dei contribuenti.
    Nel caso di patrimoniale variabile è generalmente prevista una soglia di protezione, la cosiddetta franchigia, entro cui non è previsto alcun prelievo.

Inoltre, l’imposta patrimoniale può essere:

  • “Una tantum”, ossia applicata una sola volta e senza alcuna periodicità;
  • Periodica, quando viene versata con cadenza regolare, tipicamente annuale.

A differenza di un’imposta sul reddito (per esempio l’IRPEF), la patrimoniale non colpisce il flusso di ricchezza dei contribuenti relativo a un determinato periodo bensì una disponibilità di ricchezza (patrimonio) che il contribuente può avere accumulato anche nell’arco di periodi di tempo molto lunghi.

Che cos’è il prelievo forzoso sui conti correnti?

Il prelievo forzoso, è una tassa patrimoniale, ovvero una procedura straordinaria, riservata a casi di particolare emergenza. Sostanzialmente, il Governo, a sua discrezione, anche senza preavviso, può applicare una tassa straordinaria su tutti i conti correnti di tutte le banche

L’obiettivo di una tassa patrimoniale (attraverso il prelievo forzoso) è di trovare una soluzione ad una crisi finanziaria del Paese non risolvibile con interventi di politica monetaria ordinari.

Come dicevo prima, di fronte ad una speculazione finanziaria non più contenibile dalla BCE, con un’economia interna ferma (o non in crescita) il pericolo di un prelievo forzoso cresce.

Talvolta viene stabilito un importo sotto il quale non applicare il prelievo, ma può anche essere preso in considerazione qualsiasi deposito con saldo attivo, e la percentuale della riscossione viene decisa secondo il fabbisogno del governo.

L’analisi di alcune soluzioni per proteggere i risparmi

Vediamo di seguito alcune soluzioni, tra le più comuni, utilizzate per proteggere i risparmi, valutandole anche nei termini di una possibile patrimoniale o di un prelievo forzoso.

Proteggere i risparmi tenendoli a casa

La possibilità di tutelare e proteggere i risparmi portandoli in casa è da sempre un’opzione che attira molte persone. Infatti, in situazioni ordinarie il deposito dei risparmi sul proprio conto corrente (bancario o postale) presenta uno svantaggio non indifferente. Faccio riferimento al fatto che il mero deposito di risparmi su un conto corrente soffre il correre dell’inflazione e dei correlati effetti di svalutazione del valore del denaro nel tempo.

Naturalmente, tanto inferiore è il tasso di inflazione presente tanto minore e contenuto è questo rischio. Attualmente, non è certo il problema dell’inflazione a spaventare, quanto il rischio di una patrimoniale o un prelievo forzoso.

In questi termini possiamo dire che, se il denaro non è detenuto presso istituti bancari non è tracciabile e per questo potrebbe teoricamente essere un’opzione quella di tenere i propri risparmi a casa. Tuttavia, gli aspetti teorici devono scontrarsi con la realtà.

In quest’ottica, infatti, occorre tenere sempre presente il rischio di furti e rapine, che nel caso non sarebbero garantite da assicurazione (come avviene per i depositi bancari). Allo stesso modo possono sorgere problematiche fiscali legate ai prelevamenti. Questo, soprattutto per imprenditori e liberi professionisti, che potrebbero trovarsi di fronte ad accertamenti fiscali in virtù dei prelevanti ingiustificati effettuati.

Un’ultima considerazione da fare riguarda il rischio patrimoniale. Infatti, qualora il Governo dovesse prevedere l’applicazione di una patrimoniale detenere i risparmi in casa, non aiuterebbe. Infatti, in tal caso l’importo della patrimonio sarebbe quello derivante dall’ultima dichiarazione dei redditi presentata e da altri valori detenuti ad una data passata. Per questo motivo la soluzione in commento non consente di rendersi immuni dal rischio patrimoniale.

Proteggere i risparmi con i conti deposito

Accanto alla detenzione dei risparmi nei normali conti correnti, spesso si valuta l’opportunità di utilizzare i conti deposito. Si tratta di uno strumento finanziario messo a disposizione da numerose banche che consiste nel vincolare una parte del tuo patrimonio per un periodo di tempo limitato, guadagnando attraverso un piccolo interesse.

Sono gli strumenti che vanno per la maggiore in periodi di crisi recessiva come quello attuale. Il conto deposito vincolato è una buona scelta se non hai necessità di ritirare i tuoi soldi prima della scadenza programmata, altrimenti dovresti rinunciare agli interessi promessi alla scadenza.

Il conto deposito è comunque un conto corrente, quindi non tutela il risparmiatore per quanto riguarda il rischio legato al prelievo forzoso, e nemmeno per quanto riguarda l’eventuale introduzione di un’imposta patrimoniale.

Proteggere i risparmi con conti correnti esteri

Tra le richieste di consulenza che ci arrivano molte sono quelle che chiedono se l’apertura di un conto corrente all’estero dove veicolare i propri risparmi possa garantire di essere salvi da prelievi forzosi o imposte patrimoniali.

Quello che possiamo dire è che, oggi, con l’applicazione delle normative legate allo scambio automatico di informazioni e CRS, detenere un conto corrente all’estero, non garantisce alcun tipo di salvaguardia, soprattutto da imposte patrimoniali.

Lo scambio automatico di informazioni, e gli obblighi legati al monitoraggio fiscale, infatti, fanno in modo di garantire all’Amministrazione finanziaria tutte le informazioni utili per poter far applicare l’imposta patrimoniale anche sui conti correnti detenuti all’estero.

Per quanto riguarda i Paesi che non attuano lo scambio di informazioni, vi è comunque l’obbligo per il contribuente di segnalare il proprio conto corrente detenuto all’estero. Questa comunicazione avviene nel quadro RW. In caso di mancata segnalazione, infatti, ci sono delle sanzioni molto importanti. Si va dalla sanzione per mancato monitoraggio fiscale, dal 6% al 30% del valore del conto, con la presunzione di redditività non dichiarata per gli importi ivi detenuti. Il tutto, senza contare il raddoppio dei termini di accertamento.

Proteggere i risparmi attraverso i beni-rifugio

In periodi in cui il rischio di una crisi economica è forte e dove detenere i propri risparmi in un conto corrente può risultare rischioso, il metodo migliore per conservare il potere d’acquisto è acquistare beni-rifugio.

Che cos’è un bene-rifugio?
Un bene rifugio è un bene che ha un valore intrinseco, “reale“, che tende a non perdere valore a seguito di un incremento del livello generale dei prezzi. Come dice il nome stesso, un investimento in un bene rifugio non ha scopo speculativo, bensì di protezione da un periodo di crisi economica (e finanziaria) o da un periodo di forte instabilità dei prezzi.

L’acquisto di beni immobili

Il principale bene-rifugio, nel nostro Paese, è sempre stato il bene immobile. Abitazioni e (in misura minore) terreni sono da sempre il principale bene-rifugio dei piccoli risparmiatori.

Chiaramente, non è sufficiente il semplice acquisto se non accompagnato poi da una vera e propria attività speculativa come la locazione. Anche l’affitto presenta le sue problematiche e, specialmente in periodi di crisi, si intensifica il problema della morosità degli inquilini. Tuttavia, non è questo l’aspetto che vogliamo indagare in questa sede.

Per quanto riguarda l’acquisto di beni immobili come bene-rifugio occorre capire le eventuali implicazioni legate a patrimoniale e prelievo forzoso. Naturalmente, investendo in beni immobili si supera la problematica legata al prelievo forzoso sul conto corrente. Tuttavia, non si sfugge dal pericolo dell’imposta patrimoniale, che comunque include anche il valore dei beni immobili posseduti. Per questo motivo, ai fini di una patrimoniale il bene immobile potrebbe non essere il bene-rifugio migliore a cui affidarsi.

L’acquisto di oro

Altro tipico bene-rifugio scelto molto frequentemente dagli italiani è l’oro. Dalla sua scoperta, il metallo prezioso è sempre stato il parametro degli scambi internazionali, mantenendo la propria importanza nel mercato. E’ opportuno precisa subito che, quando si parla di investimenti in oro si intende sia l’acquisto di oro fisico (lingotti o gioielli), sia l’acquisto della materia prima sui mercati finanziari.

Su questo punto è importante partire dal presupposto che l’oro è un bene che difficilmente ha forti fluttuazioni del suo valore nel tempo. Per questo e soprattutto per il fatto che la domanda di oro supera sempre l’offerta, il rischio di una perdita di valore è relativamente poco elevato.

In questi termini l’acquisto di oro deve essere valutato positivamente sia per quanto riguarda il prelievo forzoso, sia per quanto riguarda la patrimoniale. L’acquisto di oro fisico, infatti, non è tracciabile e per questo il disinvestimento dal risparmio sul conto corrente per l’acquisto di oro può rappresentare una soluzione possibile. Naturalmente è impensabile disinvestire tutti i propri risparmi per l’acquisto di oro, ma sicuramente una base in oro dei propri risparmi può essere utile proprio per una tutela in questi termini.

L’acquisto di opere d’arte

Uno dei beni rifugio di cui si parla molto poco, ma che riscuote molto successo tra i grandi risparmiatori riguarda l’acquisto di opere d’arte.

Che cos’è un’opera d’arte?
Un’opera d’arte è una creazione artistica. Essa è assemblata da professionisti di un’arte, e comporta una funzione primariamente estetica. Un’opera d’arte può essere fisica, in due o tre dimensioni, e ciò vale per gli artefatti appartenenti alle arti visive o figurative, a pittura, scultura, architettura e fotografia.

L’opera d’arte rappresenta sicuramente un’opzione che da sempre è stata valida per molti risparmiatori che possono permettersi di effettuare investimenti più importanti. Anche perché un’opera d’arte molto difficilmente perde il proprio valore nel tempo.

In questi termini allo stesso modo dell’acquisto di oro, l’acquisto di opere d’arte deve essere valutato positivamente sia per quanto riguarda il prelievo forzoso, sia per quanto riguarda la patrimoniale. L’acquisto opere d’arte, infatti, non è tracciabile e per questo il disinvestimento dal risparmio sul conto corrente per l’acquisto di oro può rappresentare una soluzione possibile. Naturalmente, è impensabile disinvestire tutti i propri risparmi per acquistare opere d’arte (soprattutto se non si è esperti in questo campo). Tuttavia, anche in questi caso, questa soluzione è da valutare positivamente.

Proteggere i risparmi con l’acquisto di titoli di Stato

I titoli di Stato (Bot, Btp, Cct) sono da sempre oggetto di molte richieste da parte dei risparmiatori italiani. Nonostante il rendimento molto basso, la tassazione ridotta e la sicurezza sul capitale rendono questo investimento sempre molto richiesto.

Tuttavia, nell’ottica che stiamo analizzando i titoli di Stato presentano un andamento che è fortemente legato all’andamento del bilancio pubblico. Infatti, in un eventuale default dello Stato ha come conseguenza l’impossibilità di restituzione dell’investimento effettuato ai risparmiatori

Di certo, i titoli di Stato e le obbligazioni sono più sicuri rispetto alle azioni societarie: investimenti di questo tipo offrono maggiori rischi risentendo non solo delle scelte imprenditoriali delle singole aziende, ma anche della crisi del mercato. In momenti di incertezza economica, il mercato azionario è quindi da evitare. 

Detto questo, occorre affermare che i titoli di stato rientrerebbero, a pieno titolo, in una eventuale imposta patrimoniale, mentre non ci sarebbero effetti in caso di prelievo forzoso.

Proteggere i risparmi con i fondi pensione

fondi pensione costituiscono una forma di investimento per il futuro, garantendo una rendita vitalizia a partire dal momento in cui il risparmiatore smetterà di lavorare. Si tratta della cosiddetta “previdenza integrativa“, ovvero dei versamenti annuali fatti nelle annualità lavorative che, nel tempo, garantiscono l’ottenimento di un assegno mensile (o il rimborso del capitale) al momento della pensione.

I fondi pensione godono poi di agevolazioni fiscali potendo portare in deduzione la spesa annuale fino a un limite massimo di 5.164,57 euro. Il vantaggio dei piani pensionistici è slittato nel tempo: si tratta della classica misura volta a garantirsi una vecchiaia più serena.

Ai fini che qui ci interessano l’investimento in un piano di previdenza integrativa consente sicuramente di non avere problemi in caso di prelievo forzoso. Tuttavia, in caso di introduzione di imposta patrimoniale, l’investimento nei fondi pensione concorre a formare il patrimonio del risparmiatore, quindi, questo tipo di investimento ne risulterebbe essere colpito.

Proteggere i risparmi: conclusioni

In questo articolo ho cercato di riepilogare alcune delle opzioni possibili per la protezione patrimoniale, anche in situazione di crisi. L’obiettivo di tutelare i propri risparmi, infatti, è sempre importante, ed a maggior ragione in caso di possibile applicazione di imposte patrimoniali o prelievi forzosi.

Naturalmente le opzioni indagate non sono tutte quelle possibili ed il mio obiettivo non è quello di indirizzarti verso l’una piuttosto che l’altra soluzione. Ogni situazione personale, infatti, è diversa e non esiste una soluzione valida in ogni caso. Noi non ci occupiamo di investimenti finanziari e non vogliamo entrare in un ambito non di nostra competenza, ma possiamo guidarti nel capire se gli investimenti che intendi effettuare possono avere impatti a livello fiscale, sia a livello di tassazione dei rendimenti che in termini di possibili imposte patrimoniali.

Se necessiti dell’analisi della tua situazione personale, ti invito a contattarci attraverso il form di cui al link seguente. Riceverai il preventivo per una consulenza personalizzata in grado di risolvere i tuoi dubbi sull’argomento.

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Commenti:
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2 COMMENTI

  1. Una osservazione. Un conto corrente estero è vero che non salva il contribuente da eventuali patrimoniali ma penso protegga almeno da un prelievo forzoso senza preavviso.
    Inoltre riguardo lo CSR, per un conto corrente estero, in anagrafe tributaria italiana confluisce il saldo e la giacenza media(tramite quadro rw), ma anche ogni singolo movimento in entrata e uscita?

  2. Il conto estero salva da un prelievo forzoso, ma non da una patrimoniale, concordo. Nel CRS le informazioni scambiate sono ulteriori rispetto a quelle che cita. Nel sito trova un articolo dedicato al CRS.

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