Nell’immaginario collettivo, la vita in yacht è spesso associata a lusso, viaggi esotici e sfarzo. Tuttavia, recentemente, una nuova tendenza sta emergendo tra i più ricchi: vivere a bordo di super-yacht non solo per il piacere e il lusso, ma anche come strumento per eludere il pagamento delle imposte sui redditi. Infatti, per alcuni proprietari di yacht, non è solo una questione di stile di vita, ma anche di potenziali vantaggi fiscali.
L’affermazione che si sente dire più spesso è qualcosa di simile a questo: “Se vivi su uno yacht e non rimani ormeggiato da nessuna parte per molto tempo, puoi evitare tutte le tasse”. Tuttavia, è davvero così semplice, basta davvero vivere viaggiando tra un porto e l’altro per non risultare come soggetto tenuto al pagamento delle imposte sui redditi?
In questo articolo intendo andare a fare chiarezza su questo punto, andando ad analizzare come funziona questo stile di vita e gli aspetti fiscali da tenere in considerazione, per non cadere in spiacevoli errori, che possono costare caro.
È possibile prendere la residenza su un’imbarcazione?
La nostra analisi non può che partire dal verificare la possibilità che sia possibile essere residenti su un’imbarcazione. La risposta è affermativa, e per farlo è necessario essere in possesso di un “normale” certificato di residenza. La residenza su un’imbarcazione si rende necessaria e si attua andando a presentare un’apposita documentazione presso il Comune ove è situato il porto. La documentazione da produrre, generalmente, comprende:
- Il contratto con il porto, al fine di dimostrare la propria dimora stabile nel luogo;
- L’indirizzo, la banchina ed il numero di posto barca dell’imbarcazione.
Come in un normale spostamento di residenza, il Comune è chiamato a verificare la presenza del soggetto nel luogo indicato, ed a quel punto conferma la residenza.
Questa procedura civilistica legata alla residenza su un’imbarcazione ha anche delle conseguenze a livello fiscale. Infatti, per il nostro art. 2 co. 2 del TUIR, un soggetto che mantiene la propria residenza in Italia per oltre 183 giorni nell’anno, acquisisce la residenza fiscale italiana. Ai sensi del successivo art. 3 del TUIR, un soggetto fiscalmente residente in Italia è tenuto a pagare le imposte sui redditi, ovunque prodotti, in Italia.
In questo contesto, quindi, l’intento di vivere su uno yacht e non pagare imposte sui redditi non trova riscontro. Anche viaggiando durante l’anno in acque internazionali la residenza fiscale rimarrebbe in Italia. Questo significa che la residenza fiscale italiana, in qualche modo, non permette questo tipo di soluzione.
I lavoratori imbarcati su navi battenti bandiera estera: esenzione da tassazione
L’unica esimente si ha nei confronti dei lavoratori imbarcati su navi battenti bandiera estera. Questo è quanto previsto dalla Legge n. 88/01 (art. 5, co. 5), la quale prevede quanto segue:
“lavoratori marittimi italiani imbarcati su navi battenti bandiera estera, per i quali, ai sensi dell’articolo 4, comma 1, e dell’articolo 5, comma 3, del decreto legge 31 luglio 1987, n. 317, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 ottobre 1987, n. 398, non è applicabile il calcolo sulla base della retribuzione convenzionale, continua a essere escluso dalla base imponibile scale il reddito derivante dall’attività prestata su tali navi per un periodo superiore a 183 giorni nell’arco di dodici mesi. I lavoratori marittimi percettori del suddetto reddito non possono in alcun caso essere considerati fiscalmente a carico e, se richiedono prestazioni sociali agevolate alla pubblica amministrazione, sono comunque tenuti a dichiararlo all’ufficio erogatore della prestazione, ai fini della valutazione della propria situazione economica“ |
Per approfondire: “Marittimi su navi battenti bandiera estera: tassazione dei redditi“.
È possibile evitare di pagare le tasse vivendo su uno yacht?
Prima di tutto, è importante chiarire che, sebbene vivere su uno yacht possa offrire una certa flessibilità fiscale, ciò non equivale automaticamente a un’esenzione totale dalle tasse. La legislazione fiscale internazionale è complessa e spesso legata non solo al luogo di residenza, ma anche alla cittadinanza e alle fonti di reddito. Pertanto, i proprietari di yacht devono essere consapevoli delle leggi e delle possibili conseguenze.
Trascorrere oltre 183 giorni in acque internazionali
Molti proprietari di yacht optano per le cosiddette “bandiere di comodo“, registrando le loro imbarcazioni in paesi con regime fiscale vantaggioso. Tuttavia, la sola registrazione della barca sotto una bandiera straniera non cambia la residenza fiscale del proprietario. Le leggi sulla residenza fiscale variano significativamente e spesso richiedono di dimostrare un legame significativo con il paese di bandiera.
La vita in mare aperto può sembrare un modo per evitare le leggi fiscali nazionali, ma non è priva di sfide. Per esempio, trascorrere più di 183 giorni all’anno in acque internazionali può evitare il pagamento delle tasse in molti paesi, ma ciò comporta anche significative difficoltà logistiche, sociali e legali. Di fatto, quindi, se vivi su uno yacht e non sei residente fiscale in nessun paese, potresti essere in grado di evitare di pagare le imposte sui redditi.
Comunque, si tratta di una situazione più facile a dirsi che a farsi. La maggior parte dei paesi dispone di norme e regolamenti che determinano chi è considerato residente fiscale e non si tratta solo del luogo in cui risiedi fisicamente. Il tuo status di residenza fiscale può essere modificato da fattori come il tuo reddito, il tuo patrimonio e i tuoi legami con un determinato Paese.
Inoltre, cercare di evitare di pagare le tasse vivendo su uno yacht e non essendo residente fiscale in nessun paese potrebbe essere visto come un’evasione fiscale o una frode, entrambe fattispecie illegali. In caso di accertamento, potresti dover affrontare contestazioni, sanzioni amministrative ed in alcuni casi persino contestazioni penali.
L’elusione fiscale
Le autorità fiscali globali stanno intensificando gli sforzi per contrastare l’elusione fiscale. Ciò include l’approfondimento della cooperazione internazionale per scambiarsi informazioni sui contribuenti, rendendo più difficile per gli individui sfuggire al fisco semplicemente vivendo in mare. Vivere in acque internazionali non garantisce automaticamente l’esenzione dalle tasse.
Le leggi fiscali variano notevolmente da paese a paese. Alcuni paesi tassano i cittadini sulla base del reddito mondiale, indipendentemente da dove vivono. Molti paesi hanno accordi fiscali per prevenire l’evasione fiscale. Questi accordi possono includere lo scambio di informazioni finanziarie. Se le autorità fiscali ritengono che una persona stia utilizzando tattiche di elusione fiscale, possono indagare. Questo può portare a sanzioni finanziarie o altre conseguenze legali.
Considerazioni pratiche
Anche se l’idea di evitare le tasse vivendo su uno yacht può sembrare allettante, ci sono diverse considerazioni pratiche che i proprietari di yacht devono tenere in considerazione.
Una delle sfide più grandi è generare reddito vivendo su uno yacht. Infatti, mentre alcuni proprietari di yacht potrebbero avere risparmi sufficienti per sostenere questo stile di vita a lungo termine, altri potrebbero aver bisogno di trovare modi per guadagnare denaro mentre sono in mare. Questo può essere più facile per imprenditori che detengono imprese gestite da manager oppure per chi lavora esclusivamente sul web.
Deve essere affrontato anche l’aspetto legati ai permessi. Infatti, per entrare e soggiornare in paesi diversi, i proprietari di yacht potrebbero aver bisogno di ottenere visti e permessi, il che può richiedere tempo e costare denaro. Inoltre, ottenere assistenza medica in mare può essere difficile, quindi i proprietari di yacht potrebbero dover pianificare in anticipo per assicurarsi di poter ricevere le cure di cui hanno bisogno quando ne hanno bisogno.
Un’altra limitazione pratica è il tempo. Quando vivi su uno yacht, devi essere aperto agli elementi, il che può essere difficile quando il tempo è brutto. I proprietari di yacht devono essere preparati a tempeste, mare mosso e altri eventi meteorologici che potrebbero rendere scomoda o addirittura pericolosa la vita su uno yacht.
Vivere su uno yacht, inoltre, non è necessariamente una scelta di vita economica. Anche se potresti essere in grado di evitare alcune tasse, devi comunque pagare cose come carburante, manutenzione e riparazioni per mantenere il tuo yacht in funzione. Questi costi possono aumentare rapidamente e i proprietari di yacht devono avere una comprensione realistica dei requisiti finanziari di questo stile di vita.
Dove avere residenza per vivere su uno yacht?
Ci sono alcune nazioni che potrebbero essere particolarmente vantaggiose dal punto di vista fiscale per ivi spostarvi la residenza e vivere a bordo di un’imbarcazione. Ecco alcuni esempi di paesi che potrebbero essere considerati:
- Panama: Conosciuto per il suo sistema fiscale favorevole, Panama tassa solo i redditi generati all’interno del paese, rendendolo un’opzione popolare per coloro che guadagnano redditi principalmente dall’estero. Tuttavia, occorre tenere in considerazione che si tratta di un Paese non collaborativo per il trasferimento di residenza delle persone fisiche;
- Bahamas: Le Bahamas non impongono imposte sul reddito, sulle plusvalenze o sull’eredità, rendendolo un luogo attraente per la residenza fiscale. Anche in questo caso si tratta di un Paese non collaborativo per il trasferimento di residenza delle persone fisiche;
- Principato di Monaco: Monaco è famoso per essere un paradiso fiscale per i ricchi, grazie all’assenza di imposte sul reddito personale. Tuttavia, ottenere la residenza qui può essere difficile e costoso. Anche in questo caso si tratta di un Paese non collaborativo per il trasferimento di residenza delle persone fisiche;
- Malta: Malta offre un sistema fiscale favorevole per gli espatriati e ha programmi di residenza specifici che possono risultare vantaggiosi per i proprietari di yacht;
- Gibilterra: Con un regime fiscale favorevole e una posizione strategica all’ingresso del Mediterraneo, Gibilterra può essere un’altra opzione per coloro che cercano una residenza fiscale vantaggiosa;
- Cipro: Cipro offre un sistema fiscale relativamente favorevole con bassi tassi di imposizione per i non residenti e vari incentivi per gli investitori;
- Antigua e Barbuda: Questo paese offre un programma di cittadinanza per investimento che può essere attraente per chi cerca una residenza fiscale alternativa e una base per viaggiare con uno yacht.
Attenzione al trasferimento di residenza fiscale
È importante sottolineare che stabilire la residenza fiscale in un paese richiede più della semplice registrazione. Spesso, è necessario dimostrare un legame significativo con quel paese, come una permanenza effettiva per un certo numero di giorni all’anno, investimenti locali o legami familiari. Inoltre, alcuni paesi hanno trattati di scambio di informazioni fiscali con altre nazioni, che potrebbero influenzare le scelte di residenza fiscale. Per questo motivo la valutazione in merito al trasferimento di residenza fiscale deve essere ponderata attentamente in quanto il rischio di controlli potrebbe davvero rivelarsi elevato.
Conclusioni
Potrebbe sembrare una buona idea vivere su uno yacht e non pagare le tasse, ma ci sono una serie di aspetti legali e pratici a cui i proprietari di yacht devono pensare. Riassumendo, è tecnicamente possibile evitare di pagare le tasse vivendo su uno yacht, ma ciò comporta problemi legali e pratici a cui i proprietari di yacht devono riflettere attentamente. Se cerchi di evitare di pagare le tasse senza seguire le regole, potresti incorrere in multe salate, sanzioni legali o addirittura essere accusato di evasione fiscale.
Le persone che possiedono yacht e desiderano stabilire una residenza fiscale spesso scelgono Paesi che presentano sistemi fiscali vantaggiosi per i residenti stranieri e i proprietari di yacht. Ma se vuoi evitare problemi, è importante ottenere una consulenza professionale e seguire le leggi e le regole applicabili.
Domande frequenti
Non necessariamente. La residenza fiscale è determinata da vari fattori, inclusi i legami con il paese di origine, la nazionalità e il luogo di lavoro. Vivere in acque internazionali non garantisce automaticamente l’esenzione dalle tasse nel tuo paese di origine.
Mentre l’elusione fiscale può sfruttare le lacune legali, è una zona grigia che può avere implicazioni etiche e legali. Inoltre, molti paesi hanno leggi e accordi internazionali per contrastare l’evasione fiscale, quindi è importante consultare professionisti esperti.
I rischi includono indagini da parte delle autorità fiscali, possibili sanzioni legali e finanziarie, nonché sfide pratiche come l’accesso a servizi essenziali. Inoltre, c’è un impatto reputazionale da considerare.
La residenza fiscale è generalmente associata a un paese specifico. Le acque internazionali non appartengono a nessuna nazione, quindi non è possibile stabilire una residenza fiscale lì.
Ogni paese ha criteri specifici, che possono includere il tempo trascorso nel paese, la presenza di legami familiari e sociali, la nazionalità e il luogo in cui si guadagna il reddito. È importante verificare le leggi del proprio paese per capire questi criteri.