Venture capital: un catalizzatore per l’innovazione e la crescita delle startup. L’apporto di capitale di rischio da parte di un fondo di investimento per finanziare l’avvio o la crescita di un’attività in settori ad elevato potenziale di sviluppo, ma con un rischio elevato.
Il venture capital o capitale di ventura è un tipo di investimento ad alto rischio molto simile al private equity ma con alcune fondamentali differenze. Quando si parla di venture capital bisogna parlare automaticamente di start up. Questo perché è il tipo di investimento a cui ricorrono le società che sono agli inizi della loro storia.
Purtroppo non essendo ancora quotate in Borsa hanno bisogno di accedere al capitale ma in modo alternativo, ciò è possibile grazie al venture capital. Si tratta di una fonte di finanziamento in equity che però porta con sé diversi rischi per l’investitore dato che si è legati a start up nuovissime la cui riuscita e capacità sono tutte da provare.
Ma da dove nasce il venture capital? Di cosa si tratta nello specifico? Nel corso di questo articolo risponderemo in modo esaustivo a tutte le domande del caso.
Indice degli Argomenti
- Venture capital: cenni storici
- Che cos’è il venture capital?
- Quali requisiti di una startup attraggono un venture capitalist?
- Venture capital: da dove arriva il capitale e come viene utilizzato?
- Processo ed esito
- Quali sono le differenze con il private equity?
- Qual è la differenza tra venture capital e business angel?
- In che modo guadagna un venture capital?
- Conclusioni
- Domande frequenti
Venture capital: cenni storici
Spesso si commette l’errore di pensare che il venture capital sia una forma di investimento nata negli ultimi decenni ma in realtà la storia ci racconta qualcosa di diverso. La prima forma di venture capital la ritroviamo all’inizio del Novecento, con un francese emigrato negli USA, Geroges Doriot. Lui fondò la prima banca di questo genere, la American Research and Development Corporation ARDC che attingeva fondi non solo da persone benestanti ma anche dalla gente comune.
Nel 1938 troviamo coinvolto in questo settore un nome a noi più familiare, Laurance S. Rockefeller, che grazie ai suoi investimenti nel venture capital riuscì a finanziare e creare la Eastern Airlines e la Douglas Aircraft. Nello stesso anno effettua questo tipo di investimenti un altro grande nome del private equity, Eric Warburg che è colui che ha dato vita alla Warburg Pincus che oggi possiede ben 35 miliardi di dollari in beni e fondi.
Il capitale di ventura ha rappresentato la fortuna anche per famiglie europee come la svedese Wallemberg che nella prima metà del XX secolo è stata tra i primi ad investire in aziende quali, Ericsson, Atlas Copco e ABB. Negli anni ’80 c’è però stato un crollo generale determinato dall’emergere di tanti e nuovi fondi di capital venture che hanno creato una concorrenza molto alta. Un’altro duro colpo è arrivato agli inizi del 2000 a causa della bolla delle dot-com, accompagnato da svariati fallimenti finanziari.
Fortunatamente però negli ultimi anni questo genere di finanziamento è tornato in piena attività superando la crisi del 2008 e attestandosi tra i tipi di investimento con maggior ritorno economico disponibile attualmente sul mercato. Ma come si suol dire non è tutto oro quello che luccica, andiamo quindi ad analizzare i vantaggi e i rischi che si nascondono dietro questo tipo di capitalizzazione.
Che cos’è il venture capital?
Il venture capital è una forma di finanziamento che viene fornita da investitori a startup e piccole imprese con un potenziale di crescita elevato. Questi investitori, noti come venture capitalist, investono capitali in queste imprese in cambio di una quota di proprietà o di partecipazione azionaria.
Il venture capital è spesso associato a settori ad alta tecnologia o innovativi, come l’informatica, la biotecnologia, o le energie rinnovabili, dove il potenziale di crescita e di rendimento è elevato, ma anche il rischio è significativo. Gli investitori in venture capital sono solitamente fondi di investimento, società di venture capital, o individui benestanti. Essi forniscono non solo il capitale, ma anche competenze manageriali, supporto strategico, e accesso a reti di contatti, contribuendo così alla crescita e allo sviluppo delle imprese in cui investono.
Il venture capital è una componente fondamentale dell’ecosistema imprenditoriale, in quanto fornisce le risorse necessarie per lo sviluppo di nuove imprese e l’innovazione tecnologica. Tuttavia, è importante notare che si tratta di un tipo di investimento ad alto rischio, in quanto una percentuale significativa di startup non riesce a raggiungere il successo e può fallire, causando la perdita dell’investimento.
Quali requisiti di una startup attraggono un venture capitalist?
I venture capitalist sono attratti da start-up che mostrano una serie di caratteristiche desiderabili. Ecco alcuni dei requisiti più comuni che un venture capitalist cerca in una startup:
- Potenziale di crescita elevato: I venture capitalist sono interessati a investire in aziende che hanno il potenziale per crescere rapidamente e fornire un ritorno significativo sull’investimento;
- Modello di business scalabile: Una startup con un modello di business che può essere facilmente espanso a nuovi mercati o segmenti di clientela è particolarmente attraente per i venture capitalist;
- Innovazione: Le start-up che offrono prodotti, servizi o tecnologie innovative hanno maggiori probabilità di attirare investimenti di venture capital;
- Team di gestione forte: Un team di gestione competente e appassionato è un fattore chiave per il successo di una startup. I venture capitalist cercano imprenditori che dimostrano leadership, competenza nel settore e la capacità di superare le sfide;
- Mercato di riferimento ampio: Le start-up che operano in mercati ampi e in crescita sono più attraenti per i venture capitalist, in quanto offrono maggiori opportunità di rendimento sull’investimento;
- Barriere all’ingresso: Le start-up che operano in settori con alte barriere all’ingresso possono essere più attraenti per i venture capitalist, in quanto queste barriere possono limitare la concorrenza e proteggere la quota di mercato della start-up;
- Exit strategy chiara: I venture capitalist vogliono vedere un piano chiaro per la loro uscita dall’investimento, che potrebbe avvenire attraverso la vendita dell’azienda a un acquirente strategico o tramite un’offerta pubblica iniziale (IPO).
Ricorda, tuttavia, che ogni venture capitalist può avere i propri criteri specifici per l’investimento, e ciò che è attraente per uno potrebbe non esserlo per un altro.
Venture capital: da dove arriva il capitale e come viene utilizzato?
Le start up contano sul venture capital non tanto per i soldi ma quanto per gli investitori. Si perché a differenza dei business angel che attingono dalle proprie risorse finanziarie, un venture capitalist deve garantire a sua volta del capitale ma non personale, piuttosto derivante da fondi istituzionali, banche, enti pubblici o compagnie assicurative.
Dopo aver completato questa prima fase di raccolta, la società appena nata comincia a muoversi in base al proprio business plan. A seconda del focus d’investimento, comincerà a lavorare e ad estendersi verso altri settori o verso fasi di vita precise con la garanzia che al momento opportuno potrà contare su investitori che hanno garantito capitale.
Il venture capitalist con il proprio contributo acquista una quota della start up e in molti casi collabora con essa a livello operativo, manageriale e tecnico. In altri casi invece semplicemente attende che l’azienda cresca per poi riscattare l’exit maturato. Coloro che valutano di investire in termini di venture capital di norma si assicurano di puntare su un team solido e competenti e su prodotti che abbiano già un vantaggio competitivo.
Quali sono i rischi?
Normalmente chi decide di puntare sul venture capital, diventa in un certo qual modo parte dell’azienda stessa e quindi può prendere parte alle decisioni aziendali. Fatto sta che però questo non ne determina il successo. Siccome si tratta di una start up alle prime armi, l’investitore avrà a che fare con una società che non è detto sia all’altezza di gestire il denaro affidato nè tanto meno sia in grado di sfruttare le sue opportunità di crescita, che considerando la concorrenza odierna talvolta sono veramente poche.
Ciò significa che se le previsioni fatte sono state analizzate con leggerezza, ci si può ritrovare ad effettuare un investimento sbagliato con una conseguente perdita, nel peggiore dei casi molto consistente.
Chi c’è dietro alle Venture capital?
Gli investitori che ci sono dietro il venture capital sono molti e diversi. I primi sono i venture capital firms che come abbiamo visto nel paragrafo precedente garantiscono accesso al capitale. Poi ci sono gli angel investors che sono individui abbienti i cui fondi provengono da altre fonti o da investimenti in venture capital che si sono mostrati redditizi.
La NVCA, ossia l’Associazione nazionale Venture Capital, conta centinaia di società che sono disposte ad offrire le proprie finanze a start up con idee innovative e strategie interessanti.
I Limited Partners sono investitori di tipo istituzionale a cui si affiancano family office e holding che sono coloro che in pratica ci mettono i soldi. Ed infine i General Partners che sono persone fisiche a cui è affidata le gestione del fondo. Per ricevere l’autorizzazione ufficiale ad operare, in Italia c’è bisogno della forma giuridica della società di gestione del risparmio. Solo dopo aver ricevuto tale concessione e con l’apporto e collaborazione di tutti i soggetti prima citati, il fondo di venture capital può iniziare ad operare.
Processo ed esito
Quando una start up avvia il processo di inizializzazione ha inevitabilmente bisogno di accedere a fondi e capitali, come può riuscirci? Ha bisogno di attirare l’attenzione di quelle società che fanno parte della NVCA o di angel investors abbienti.
Ci sono alcuni passi da fare che possono garantire o meno la buona riuscita dell’intero processo.
- Creare un business plan: prima di presentare il proprio progetto o idea a chi di dovere, è importantissimo elaborare un business plan preciso che metta in evidenza progetto e strategie da attuare e soprattutto effettiva sostenibilità.
- Avviare indagini approfondite: nel caso cui il business plan abbia suscitato l’interesse di qualcuno, si avvieranno delle indagini approfondite. Qual è il modello di business che si vuole attuare? Quale prodotto si vuole realizzare? Chi si occuperà del management? C’è una storia operativa a cui fare riferimento?
- Assegnazione dei ruoli: se anche la fase di indagine viene superata, l’investitore deciderà se investire o meno e soprattutto quanto offrire. In cambio la start up cede una quota della società e un ruolo all’interno dell’azienda visto che non potrà offrire altro dato che la quotazione in Borsa non è stata ancora effettuata.
A questo punto il venture capital può concludersi solo in due modi, un successo o un fallimento.
Nel caso in cui la start up cresca e diventi un’azienda consolidata a tutti gli effetti, gli investitori usciranno e raccoglieranno gli sviluppi previsti. Nel caso in cui invece le cose dovessero mettersi male, il venture capitalist deve disinvestire il proprio capitale e cercare di perdere il meno possibile.
A tal proposito potrà recuperare qualcosa solo facendo quotare la società in Borsa, vendendo i suoi titoli, facendo riacquistare la propria quota da parte di un membro del gruppo iniziale oppure vendendo la propria parte a vecchi e nuovi soci. Dato che però avviare questo processo di disinvestimento non è così semplice e veloce come si possa immaginare, nella maggior parte dei casi quando la start up fallisce anche i fondi ad essa collegati vanno persi.
Quali sono le differenze con il private equity?
Nel momento in cui si parla di venture capital o private equity, si fa sempre riferimento ad un tipo di investimento ad alto rischio verso aziende che ancora non sono state quotate in Borsa ma che proclamano un alto potenziale di crescita.
Quindi, dove sta la differenza?
Per rispondere a questa domanda bisogna fare riferimento a quanto espresso dall’AIFI, ossia l’Associazione italiana venture capital e private equity.
In base all’AIFI, il concetto che differenzia questi due investimenti si è evoluto e diversificato tra USA e Europa. Attualmente però va preso in considerazione il concetto standard statunitense che considera il venture capital un fratello del private equity che a differenza di quest’ultimo si occupa di tutti quegli investimenti che appartengono ai primi stadi di vita delle start up.
Quando il finanziamento è relativo al seed financing o allo start up financing e ha come obiettivo aiutare una nuova impresa con alto potenziale di crescita, allora si parla di venture capital. Lo stesso vale anche per quel tipo di investimenti che viene effettuato per aiutare l’azienda in una fase di expansion financing, o meglio tutti quegli interventi che sono effettuati da realtà già esistenti ma che hanno bisogno di ulteriori fondi per accelerare la propria crescita e arrivare a far quotare i propri titoli su un mercato regolamentato.
Qual è la differenza tra venture capital e business angel?
Sia i venture capitalist (VC) che i business angels (BA) sono tipi di investitori che forniscono capitale a start-up e piccole imprese con un alto potenziale di crescita. Tuttavia, ci sono alcune differenze chiave tra i due:
- Fonte di fondi: I VC sono generalmente fondi di investimento o società di investimento che gestiscono denaro da vari investitori. I BA, d’altra parte, sono individui benestanti che investono il proprio denaro personalmente.
- Fase di investimento: I VC tendono a investire in startup che sono in una fase più avanzata di sviluppo e hanno già dimostrato un certo grado di successo. I BA, invece, sono più propensi a investire in startup in fase iniziale o seed, quando l’impresa è ancora in fase di sviluppo.
- Dimensione dell’investimento: Gli investimenti dei VC tendono ad essere più grandi, spesso nell’ordine di milioni di dollari. I BA tendono a fare investimenti più piccoli, spesso nell’ordine di migliaia o decine di migliaia di dollari.
- Ruolo nell’impresa: I VC spesso richiedono un posto nel consiglio di amministrazione e un certo grado di controllo sull’impresa in cui investono. I BA, d’altra parte, tendono ad avere un ruolo meno formale, spesso agendo come mentori o consiglieri per l’imprenditore.
- Aspettative di rendimento: I VC cercano investimenti che possano fornire un ritorno molto elevato, spesso molte volte l’investimento originale, per compensare il rischio e il tempo associati all’investimento in startup. I BA, pur cercando anch’essi un ritorno significativo, possono essere più flessibili nelle loro aspettative di rendimento.
Entrambi i tipi di investitori svolgono un ruolo fondamentale nell’ecosistema delle startup, fornendo il capitale e il supporto necessari per aiutare le nuove imprese a crescere e a prosperare.
In che modo guadagna un venture capital?
Un venture capitalist guadagna denaro in due modi principali:
- Apprezzamento del capitale: Questo è il modo più comune in cui un VC guadagna. Quando un VC investe in una startup, riceve in cambio una quota di proprietà dell’azienda. Se l’azienda ha successo e aumenta il suo valore, anche il valore della quota del VC aumenta. Quando l’azienda viene venduta o va in borsa (attraverso un’Offerta Pubblica Iniziale, o IPO), il VC può vendere la sua quota a un prezzo molto più alto di quello che ha pagato, realizzando un profitto. Questo è noto come “exit“.
- Dividendi: Alcune società possono decidere di distribuire una parte dei loro profitti ai loro azionisti sotto forma di dividendi. Sebbene questo sia meno comune nelle startup (che spesso reinvestono tutti i loro profitti per favorire la crescita), un VC che possiede azioni in una società che paga dividendi può guadagnare denaro in questo modo.
È importante notare che l’investimento in venture capital è ad alto rischio. Molte startup falliscono, e quando ciò accade, gli investitori possono perdere tutto o parte del loro investimento. Per questo motivo, i VC cercano di investire in un portafoglio di diverse aziende, con la speranza che il successo di alcune aziende compensi le perdite derivanti da altre.
Conclusioni
Il venture capital rappresenta una componente fondamentale nel ciclo di vita di una nuova impresa. Prima che un’azienda possa iniziare a generare ricavi, ha bisogno di un capitale iniziale sufficiente per assumere dipendenti, affittare strutture e iniziare a progettare un prodotto. Questo finanziamento è fornito dai venture capitalists in cambio di una quota del nuovo capitale dell’azienda. Nonostante i rischi, il potenziale di rendimenti superiori alla media è spesso ciò che attrae i venture capitalists.
Domande frequenti
Il Venture Capital è una forma di private equity e un tipo di finanziamento che gli investitori forniscono alle startup e alle piccole imprese che si ritiene abbiano un potenziale di crescita a lungo termine.
I Venture Capitalists guadagnano vendendo la loro quota in un’azienda per più di quanto hanno investito. Questo di solito avviene attraverso una fusione, un’acquisizione o un’offerta pubblica iniziale (IPO).
I Venture Capitalists sono tipicamente investitori professionali che investono in un ampio portafoglio di nuove aziende e forniscono una guida pratica e sfruttano le loro reti professionali per aiutare la nuova impresa. Gli Angel Investors, d’altra parte, tendono ad essere individui benestanti che amano investire in nuove aziende più come un hobby o un progetto secondario e potrebbero non fornire la stessa guida esperta.
Il Venture Capital fornisce finanziamenti a nuove imprese che non hanno accesso ai mercati azionari e non hanno abbastanza flusso di cassa per assumere debiti. Tuttavia, un’azienda che accetta il supporto del Venture Capital può perdere il controllo creativo sulla sua futura direzione.
Le fasi dell’investimento del Venture Capital sono: Pre-Seed, Seed Funding, e Early-Stage Funding.
Mentre entrambi forniscono denaro alle startup, i Venture Capitalists sono tipicamente investitori professionali che investono in un ampio portafoglio di nuove aziende e forniscono una guida pratica e sfruttano le loro reti professionali per aiutare la nuova impresa. Gli Angel Investors, d’altra parte, tendono ad essere individui benestanti che amano investire in nuove aziende più come un hobby o un progetto secondario e potrebbero non fornire la stessa guida esperta.
Il Venture Capital è una sottocategoria del Private Equity. Oltre al VC, il Private Equity comprende anche i leveraged buyouts, il finanziamento mezzanino e le private placements.
Il primo passo per qualsiasi azienda in cerca di Venture Capital è presentare un business plan, sia a una società di Venture Capital che a un Angel Investor. Se interessati alla proposta, la società o l’investitore devono poi svolgere un’attività di due diligence, che include un’indagine approfondita del modello di business dell’azienda, dei prodotti, della gestione e della storia operativa, tra le altre cose.
L’innovazione e l’imprenditorialità sono i semi di un’economia capitalista. Le nuove imprese, tuttavia, sono spesso imprese ad alto rischio e costose. Di conseguenza, si cerca spesso capitale esterno per diffondere il rischio di fallimento.
A seconda della fase dell’azienda, delle sue prospettive, di quanto viene investito e del rapporto tra gli investitori e i fondatori, i VCs prenderanno tipicamente tra il 25 e il 50% della nuova proprietà dell’azienda.