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TARI: calcolo e funzionamento della tassa sui rifiuti

Fisco NazionaleImmobili e Società immobiliariTARI: calcolo e funzionamento della tassa sui rifiuti

Quali soggetti devono pagare la TARI, la tassa sui rifiuti? Come si effettua il calcolo? Quali sono le scadenze annuali? Quali i codici tributo? In questa breve guida daremo risposta alle vostre domande.

La TARI è la tassa sui rifiuti, entrata in vigore con la Legge n. 147/2013 (art. 1 co. 641 – 668 e 686), ed è di competenza del Comunale. Ogni anno milioni di contribuenti sono chiamati al pagamento di questa tassa destinata a finanziare i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti in relazione al Comune di riferimento dell’immobile.

Con l’arrivo della fine del mese di aprile, nella maggior parte dei Comuni, iniziano ad arrivare i primi avvisi di pagamento per la Tari. In linea generale, alla fine di aprile si deve fissare la tariffa dalla tassa sui rifiuti: se alcuni possono già saldare la prima rata, molti altri ancora non hanno ricevuto l’importo da pagare. Per questo motivo, potrebbe anche spuntare una proroga al 30 giugno.

In questo contributo andremo a fare un breve riepilogo di tutti gli elementi indispensabili da conoscere per farsi trovare pronti al pagamento e scoprire se si fosse, eventualmente, esonerati dal pagamento della tassa.

Che cos’è la TARI?

Introdotta dall’articolo 1, comma 639, della Legge n. 147/2013 (cd. Legge di stabilità per l’anno 2014), la TARI è la tassa sui rifiuti che ha sostituito sia la TIA, la tassa sull’igiene ambientale, la TARSU, cioè la tassa tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, e la Tares, tributo comunale sui rifiuti e sui servizi.

La TARI è una tassa territoriale che complisce la produzione di rifiuti, che è a carico dei cittadini in relazione alla detenzione di un diritto reale (o di utilizzo) sui beni immobili. La tassa ha l’obiettivo di sostenere economicamente il servizio territoriale che garantisce il servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Di fatto, quindi, si tratta di una tassazione comunale che il singolo Comune stabilisce annualmente.

La tassa viene applicata per l’immobile in cui il cittadino produce rifiuti urbani: può trattarsi di un immobile di proprietà, come di un immobile posto in affitto, oppure di una struttura in cui a produrre rifiuti urbani è una determinata azienda o attività. Viene esclusa dal calcolo della TARI unicamente quella zona che non produce rifiuti, perché inutilizzabile oppure non fruisce al servizio pubblico urbano. Per esempio si deve provvedere al pagamento della TARI nel caso in cui si possieda un giardino, mentre questo non è applicato nel caso di un posto macchina all’aperto.

Di fatto questa imposta è collegata direttamente alla produzione dei rifiuti: il comune propone una tariffa a tutti i cittadini in base alla quantità dei rifiuti prodotti. Per questo motivo per stabilire qual è il calcolo esatto della TARI per la propria abitazione o immobile, bisogna verificare tutta una serie di fattori come la superficie dell’immobile in questione. La tassa viene poi pagata annualmente secondo quanto previsto dai regolamenti comunali.

Chi deve pagare la tassa sui rifiuti?

Ai sensi dell’art. 1 c. 641 Legge n. 147/2013, il pagamento della TARI spetta a tutti coloro i quali siano in possesso, o detengano a qualsiasi titolo immobili, che siano essi locali o aree scoperte, purché siano suscettibili di produrre rifiuti urbani. Rientrano quindi in questa categoria i titolari dei diritti annessi a:

  • Locazione, salvo che si tratti di locazione transitoria;
  • Comodato d’uso;
  • Usufrutto;
  • L’affittuario;
  • Proprietà.

Le suddette regole sono state fissate dalla Legge di Stabilità del 2024. Sono escluse le aree scoperte pertinenziali o accessorie a locali tassabili, non operative, e le aree comuni condominiali che non siano detenute o occupate in via esclusiva.

Quindi, sono soggetti al pagamento della Tari tutti coloro che possiedono o detengono immobili o aree scoperte suscettibili alla produzione di rifiuti urbani.

Il tributo deve essere pagato dal soggetto utilizzatore. C’è una sola eccezione: in caso di affitto breve, della durata non superiore a 6 mesi, l’importo resta in capo al possessore dell’immobile e non all’utilizzatore.

Si fa presente che, nel 2024, la Tari si paga anche sulle pertinenze, la cui superficie è sommata a quella dell’abitazione al fine del corretto calcolo della quota fissa.

Chi È Escluso Della Tassazione?

Il pagamento della TARI è un onere che, invero, non grava su chiunque. Infatti sono previste alcune esclusioni alla contribuzione. È ormai accreditato che non sono tenuti al pagamento della stessa, i soggetti titolari di un’area oggettivamente inutilizzabile:

  • Le aree scoperte pertinenziali o accessorie a civili abitazioni, come ad esempio le cantine, le terrazze scoperte, i balconi, i giardini, i cortili o anche i posto auto scoperti. Gli stessi immobili sono soggetti a tassazioni se sono utilizzati con finalità commerciali;
  • Le aree condominiali comuni  che non siano utilizzate oppure occupate in via esclusiva, quindi quelle normalmente oggetto di comune sfruttamento, quali androni dei palazzi, gli stenditoi, gli ascensori, le scale di accesso, luoghi di passaggio o altri luoghi.

Nel 2024, la Tari si paga anche sulle pertinenze, la cui superficie è sommata a quella dell’abitazione al fine del corretto calcolo della quota fissa.

Come si calcola la TARI?

Il calcolo della TARI è sicuramente la questione che più interessa tutti i contribuenti. Il punto di partenza per il calcolo è la considerazione che la tassa è direttamente proporzionale alla superficie calpestabile dell’immobile. Tale superficie è individuabile facendo un’apposita visura al catasto dei fabbricati. Su tutti gli immobili a destinazione abitativa l’Agenzia delle Entrate ha inserito in visura l’indicazione della superficie catastale utile ai fini TARI. Ogni proprietario ha, quindi, a disposizione nella visura la superficie utile ai fini del calcolo del tributo. Naturalmente la stessa informazione è a disposizione anche dei Comuni, che provvedono ad effettuare il calcolo della tassa per i contribuenti.

Anche se non è stato ancora previsto un criterio di misurazione dei rifiuti effettivamente prodotti, di norma versano di più i contribuenti che vivono in case di dimensioni maggiori e il cui nucleo familiare è più numeroso. I comuni devono, inoltre, seguire la regola europea seconda la quale la tassa deve coprire integralmente i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti.

Per il calcolo della tassa sui rifiuti è necessario fare riferimento alle delibere approvate da ogni comune, che devono essere approvate entro il 31 luglio di ogni anno. Nella delibera vengono determinate le tariffe previste per ciascun tipo di utenze, gli esonero e le agevolazioni applicabili. Tuttavia, è possibile individuare i criteri generali che portano alla determinazione del calcolo della tassa. Questa, infatti, è suddivisa in due parti:

  • La quota fissa;
  • La quota variabile.

Inoltre, vengono considerate le caratteristiche dell’immobile e del nucleo familiare.

La parte fissa è determinata in base alle corrispondenti essenziali del costo del servizio, riferite in particolare agli investimenti per le opere e dai relativi ammortamenti. La parte variabile, invece, serve a finanziare quei costi, per l’appunto variabili, come il trasporto dei rifiuti, la raccolta, il riciclo e lo smaltimento, è calcolata in relazione alla quantità di rifiuti attribuiti, al servizio fornito e all’entità dei costi di gestione (art. 3 c. 2 DPR n. 158/1999). Detto questo, in linea generale, gli elementi utili per il calcolo della tassa sui rifiuti sono i seguenti:

  • Superficie in metri quadri e dati catastali, se disponibili;
  • Periodo di imposta di riferimento;
  • Composizione nucleo familiare (numero dei componenti);
  • Quota fissa;
  • Quota variabile;
  • Quota provinciale 5 per cento.

Modalità di computo della superficie

Per le unità immobiliari a destinazione ordinaria (A, B, C) la superficie assoggettabile al tributo è calcolata al netto dei muri, di tutti i vani che compongono l’immobile, comprese le rampe di scale a uso esclusivo e gli eventuali accessori come cantine, garage, soffitte, ripostigli e i balconi e terrazze scoperte e simili chiusi su tre lati.  Non rientrano nel calcolo le parti comuni, le superfici coperte di altezza inferiore a cm 150 (soffitte, sottoscala etc.) e i vani tecnici (centrali termiche, centrali elettriche, celle frigorifere, etc.).

Per le unità immobiliari a destinazione speciale, la superficie  assoggettabile al  tributo, è pari a quella calpestabile, con esclusione di quella parte di essa ove si formano di regola rifiuti speciali non assimilati, a condizione che il produttore ne dimostri l’avvenuto trattamento in conformità alla normativa vigente.

Il consiglio è quello di effettuare almeno una volta all’anno la verifica della vostra visura catastale. In questo modo è possibile verificare se vi sono incoerenze o errori rispetto alla planimetria conservata agli atti del catasto, e la superficie calcolata e inserita in visura. In questi casi è opportuno il consulto di un esperto, ma sarà possibile presentare le proprie osservazioni in catasto.

Come calcolare la TARI per utenze domestiche

La superficie “calpestabile” dei locali (i metri quadrati netti interni alle murature) viene moltiplicata per la parte fissa unitaria. A quest’ultima viene poi aggiunta la parte variabile, ovvero quella parte che viene decisa in base al nucleo familiare e a quanti componenti di esso occupano l’immobile. Infine, deve essere aggiunto il 5% corrispondente al tributo provinciale per le funzioni e i servizi che offre (articolo 19 del Decreto Legislativo 30/12/1992, n. 504).

Come calcolare la TARI per utenze non domestiche

La superficie “calpestabile” dei locali (i metri quadrati netti interni alle murature) viene moltiplicata per la parte fissa unitaria della categoria a cui appartiene. La classificazione segue le 30 categorie merceologiche del Decreto del Presidente della Repubblica 27/04/1999, n. 158. Va aggiunto, poi, al risultato il prodotto tra la parte variabile della categoria e la superficie dei locali. Infine si deve sommare anche il 5% del tributo provinciale per i servizi di tutela, protezione e igiene ambientale (articolo 19 del Decreto Legislativo 30/12/1992, n. 504).

Calcolo della quota fissa

La quota fissa si calcola moltiplicando i metri quadrati dell’unità immobiliare per il numero di persone che la occupano. In particolare, si considera assoggettabile al tributo la “superficie calpestabile” delle unità immobiliari iscritte o iscrivibili nel catasto urbano, suscettibili di produrre rifiuti. Non viene considerata, quindi, la porzione di immobile dove si formano, in via continuativa e prevalente, rifiuti speciali.

I metri quadri dell’immobile possono essere recuperati da una visura catastale, oppure attraverso una planimetria. Per quanto riguarda, invece, i componenti del nucleo familiare è compito di ogni intestatario di utenza TARI andare ad aggiornare sempre i componenti del proprio nucleo familiare (con stessa residenza).

Per i contribuenti non residenti il numero di occupanti è così calcolato:

  • 1 occupante: locali fino a 45 mq;
  • 2 occupanti: locali fino a 60 mq;
  • 3 occupanti: locali fino a 75 mq;
  • 4 occupanti: locali oltre i 76 mq.

Calcolo della quota variabile

Alla quota fissa si somma la quota variabile, finalizzata alla copertura dei costi di servizio per raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti. Il calcolo Tari è effettuato in base alla quantità di rifiuti prodotti in via presuntiva stabilita dalle delibere comunali. In questo caso è necessario distinguere se si tratta di:

  • Immobile ad uso abitativo residenziale o non residenziale;
  • Immobile ad uso non domestico, come ad esempio nel caso delle attività commerciali.

Il calcolo della quota variabile è legato agli importi deliberati dal Comune, che è indispensabile andare a consultare.

La sommatoria della quota fissa e variabile

Si sommano quindi la TARIFFA FISSA + la TARIFFA VARIABILE e si trova la TARI dovuta, all’importo dovuto va
aggiunto il 5% di addizionale provinciale.

Esempio di calcolo TARI per utenze domestiche

Esempio di calcolo utenze domestiche:
1) TARIFFA FISSA x MQ. = COMPONENTE FISSA
2) COMPONENTE FISSA – EVENTUALI RIDUZIONI = COMPONENTE FISSA DOVUTA
3) TARIFFA VARIABILE – EVENTUALI RIDUZIONI = COMPONENTE VARIABILE DOVUTA
2) + 3) = TARI ANNUALE
TARI ANNUALE DOVUTA / 365 GIORNI = TARI GIORNALIERA DOVUTA
TARI GIORNALIERA DOVUTA x I GIORNI ANNUI DOVUTI = TARI DOVUTA
TARI DOVUTA +5% ADDIZIONALE PROVINCIALE = TARI DA PAGARE

Quali sono le scadenze di pagamento?

Per il pagamento tassa comunale sui rifiuti ci sono diverse date di scadenza, infatti, ogni Comune ha la possibilità di stabilire le proprie scadenze di pagamento. In generale il pagamento viene effettuato in tre rateizzazioni, con il saldo finale del totale entro la fine di ogni anno. Generalmente, le scadenze previste sono le seguenti, ma occorre necessariamente rifarsi al regolamento comunale di riferimento:

  • Primo pagamento ad aprile;
  • Secondo pagamento a luglio;
  • Terzo pagamento entro dicembre.

Bisogna quindi ricordarsi di informarsi al proprio Comune di residenza, o al Comune in cui è posta la struttura immobiliare, per provvedere al saldo del pagamento entro le date stabilite.

Per procedere al pagamento di questa imposta non bisogna fare una precisa richiesta, ma è possibile informarsi preventivamente per conoscere il prezzo stimato. Tuttavia sarà il Comune ogni anno a inviare ai residenti tutte le informazioni per il pagamento, e il calcolo esatto sui rifiuti prodotti. Infine, bisogna ricordarsi che esistono particolari sanzioni per chi non provvede al pagamento di questa imposta, al pari di come accade per altre tasse.

Come Si Paga La TARI?

Le modalità e i termini per il pagamento della TARI sono differenti a seconda del Comune a cui dovrà essere versata la somma in questione. In particolare le modalità di adempimento sono tre:

  • Pagamento con modello F24;
  • Pagamento TARI con bollettino postale;
  • Pagamento TARI con MAV.

In specie il pagamento mediante modello F24 dovrà essere indicato l’apposito codice tributo 3944. Con la risoluzione numero 5 del 18 gennaio 2021, l’Agenzia delle Entrate ha istituito i nuovi codici tributo da inserire nei modelli F24 ed F24Ep per corrispondere il tributo scorporato, la TEFA, che fino allo scorso anno era versata insieme alla TARI.

In particolare i codici che dovranno essere inseriti sono i seguenti:

  • TEFA – tributo per l’esercizio delle funzioni di tutela, protezione e igiene dell’ambiente
  • TEFN – tributo per l’esercizio delle funzioni di tutela, protezione e igiene dell’ambiente – interessi
  • TEFZ – tributo per l’esercizio delle funzioni di tutela, protezione e igiene dell’ambiente – sanzioni

Pagamento Online

La TARI potrà anche essere pagata in via telematica, sempre ricorrendo alla versione elettronica del modello F24 in tre modalità differenti:

  • sul sito di Poste Italiane;
  • sul sito dell’Agenzia delle Entrate;
  • sul sito della propria banca.

Il decreto ministeriale pubblicato dal MEF il 21 ottobre 2020 ha, inoltre, introdotto la possibilità di procedere al pagamento mediante PagoPA. A tal proposito, i Comuni dovranno emettere gli avvisi per i cittadini con indicazione delle modalità di pagamento mediante piattaforma.

Bonus TARI

Bonus Tari 2024

Il bonus Tari consente anche nel 2024 di beneficiare una riduzione o dell’esenzione dal versamento della tassa sui rifiuti. Possono beneficiarvi i cittadini con Isee basso, ma è opportuno verificare i regolamenti previsti dai singoli Comuni. A livello locale, infatti, vengono fissati i requisiti specifici per beneficiare del bonus.

Nel 2020, è stata introdotta su scala nazionale una normativa specifica in materia di bonus Tari. Con il decreto legge n. 124/19 è stato affidato all’ARERA il compito di assicurare agli utenti domestici in condizione di disagio economico l’accesso alla fornitura del servizio a condizioni tariffarie agevolate.

Si tratta di criteri d’accesso simili a quelli previsti per i bonus sulle bollette e, in linea di massima, i beneficiari sono tutti i nuclei familiari con Isee non superiore a 9530 euro e alle famiglie numerose con almeno 4 figli a carico e un Isee fino a 20.000 euro.

Come già detto, in ogni caso, è bene dare un’occhiata ai regolamenti comunali per eventuali variazioni dei requisiti. Non si tratta di una misura nazionale uguale per tutti, ma il bonus è solo una facoltà che il Comune può prevedere. Non si tratta di un’agevolazione obbligatoria, in quanto, almeno per il momento, non è ancora disciplinato da ARERA.

La Legge di Stabilità 2014, istitutiva della TARI, ha previsto due tipologie di riduzioni ed agevolazioni in materia di tassa sui rifiuti:

  • riduzioni obbligatorie;
  • riduzioni facoltative.

Riduzioni Obbligatorie

Rientrano nell’ambito delle riduzioni obbligatorie le seguenti ipotesi:

  • mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti, con riduzione del 20%;
  • effettuazione del servizio di cui alla TARI in grave violazione della disciplina di riferimento;
  • interruzione del servizio per motivi sindacali o per imprevedibili impedimenti organizzativi laddove vi sia stato provvedimento di riconoscimento dell’autorità sanitaria, che accerti il danno o pericolo di danno alle persone o all’ambiente.

Riduzioni Facoltative

Mentre sono facoltative, le ipotesi di riduzione per:

  • abitazioni con unico occupante;
  • abitazioni tenute a disposizione per uso stagionale od altro uso limitato e discontinuo;
  • locali, diversi dalle abitazioni, ed aree scoperte adibiti ad uso stagionale o ad uso non continuativo, ma ricorrente;
  • abitazioni occupate da soggetti che risiedano o abbiano la dimora, per piu’ di sei mesi all’anno, all’estero;
  • fabbricati rurali ad uso abitativo.

Per accedere alle riduzioni occorre presentare dichiarazione di variazione TARI presente sul portale della
trasparenza e sul sito internet del Comune nella sezione dedicata ai tributi.

Ecco una tabella di possibili riduzioni adottate da alcuni Comuni.

ESEMPI DI AGEVOLAZIONI SUL PAGAMENTO DELLA TARIDESCRIZIONE
Riduzioni per i nuclei familiari numerosiLe famiglie con almeno 4 figli a carico possono usufruire di una riduzione del 30% sulla TARI.
Agevolazioni per i residenti in zone disagiateI residenti in zone disagiate o periferiche possono usufruire di una riduzione del 20% sulla TARI.
Sconti per il compostaggio domesticoChi pratica il compostaggio domestico può ottenere uno sconto sulla TARI del 10-30%.
Esenzioni per le abitazioni socialiLe abitazioni a destinazione sociale sono esentate dal pagamento della TARI.

Si paga la Tari 2024 sulla casa disabitata?

Un caso particolare riguarda gli immobili disabitati. Come abbiamo già spiegato, la Tari si paga in relazione alla potenzialità dell’area o locale di produrre rifiuti.

Più volte, la Corte di Cassazione ha evidenziato che il mancato utilizzo dell’immobile non esonera il proprietario dal pagamento della tassa sui rifiuti.

Quindi, l’unico modo per evitare il pagamento del tributo è quello di dimostrazione che il locale in questione non è idoneo alla produzione di rifiuti, in quanto non utilizzabile.

I parametri da considerare sono due:

  • La mancanza di arredi;
  • La mancanza di utenze attive.

Anche solo uno dei parametri suddetti può far scattare l’obbligo di pagare la Tari, sulla presunzione che l’immobile venga utilizzato

Riduzione per i pensionati residenti all’estero

L’art. 1, co. 48 della Legge n. 178/20 ha previsto, a partire dal periodo di imposta 2020, una specifica agevolazione ai fini IMU e TARI per i soggetti residenti all’estero, titolari di pensione maturata in regime di convenzione internazionale con l’Italia. Per quanto riguarda la TARI, l’agevolazione comprende l’unica unità immobiliare a uso abitativo posseduta in Italia a titolo di proprietà o usufrutto dai pensionati residenti all’estero. La tassa sui rifiuti, in questo caso, è dovuta nella misura ridotta di due terzi, a condizione che non sia locata o data in comodato d’uso. Per verificare la propria situazione e capire se la pensione estera percepita risulta essere in regime di convenzione con l’Italia è opportuno contattare direttamente gli uffici dell’INPS.

Come verificare il pagamento della TARI

Una delle domande più frequenti tra i cittadini è Come verificare se il pagamento della tassa sui rifiuti è andato a buon fine? oppure Come controllare se ho pagato correttamente la TARI negli anni passati?. Domanda più che legittima, a cui si può rispondere indicando le varie modalità attualmente disponibili.

Controllo presso il Comune di appartenenza

È possibile ricevere informazioni recandosi all’ufficio comunale di appartenenza, richiedendo un estratto che riporti la propria posizione debitoria. Questo tipo di documento, infatti, contiene tutte le informazioni inerenti ai pagamenti saldati negli anni passati e a quelli ancora da effettuare. In alcuni casi è possibile verificare i pagamenti anche nella Sezione Tributi dei siti web che i Comuni mettono a disposizione dei cittadini.

Verifica presso il sito dell’Agenzia delle Entrate Riscossione

Un ottimo metodo di verifica, che permette di evitare code all’ufficio comunale, è il controllo della propria situazione fiscale tramite il sito dell’Agenzia delle Entrate Riscossione. Il cittadino può accedere in diversi modi: tramite SPIDCIE (Carta di Identità Elettronica), credenziali di accesso a Fisconline o INPS.

La TARI dei non residenti calmierata: la giurisprudenza

I Comuni non possono penalizzare i non residenti rispetto ai residenti, imponendo tariffe elevate per il pagamento della tassa, non correlate alla produzione dei rifiuti. Pertanto, deve ritenersi illegittimo il regolamento comunale che non rispetti il principio di proporzionalità. La tassa, infatti, non può gravare in misura eccessiva e irrazionale su coloro che producono meno rifiuti. Questo è quanto ha affermato la Commissione tributaria regionale della Toscana, sezione seconda, con la sentenza n. 26/2022.

In particolare, secondo i giudici l’applicazione del metodo presuntivo, per la commissione regionale, “trova un limite laddove comporti che taluni contribuenti si facciano carico di costi manifestamente non commisurati ai volumi o alla natura dei rifiuti da essi producibili”. La ratio della pronuncia in esame è che la tassa, la quale ha la finalità di coprire i costi del servizio svolto in regime di privativa dall’amministrazione comunale, non può gravare in misura eccessiva e irrazionale su coloro che producono meno rifiuti.

Nella stessa direzione anche il Consiglio di Stato, quinta sezione, con la sentenza n. 4223/2017, il quale ha sostenuto che il principio di proporzionalità, cui si deve conformare la discrezionalità amministrativa nell’individuazione delle tariffe, porta a ritenere non legittimo un criterio di determinazione che risulti “più gravoso per le abitazioni dei non residenti rispetto a quelle di coloro che dimorano abitualmente nel comune”. Del resto, è evidente che abitando i residenti con continuità nel territorio comunale, gli stessi vi producano ben più rifiuti di coloro che, invece, soggiornano negli immobili occupati solo per brevi periodi. I non residenti sono, normalmente, assenti per la maggior parte dell’anno.

La Dichiarazione TARI

Sotto il profilo dichiarativo, la tassa sui rifiuti, facendo parte della Iuc, si rende applicabile la regola generale che prevede la presentazione della dichiarazione entro il 30 giugno dell’anno successivo alla data di inizio del possesso o della detenzione dei locali e delle aree assoggettate al tributo. Si tratta, però di termine modificabile con regolamento comunale. Per questo è opportuno verificare il termine stabilito dai singoli Comuni.

Domande Frequenti

Cos’è la TARI?

La TARI è una tassa comunale che serve a finanziare la gestione dei rifiuti urbani.

Chi deve pagare la TARI?

La TARI deve essere pagata da tutti i proprietari o detentori di immobili a destinazione residenziale o assimilati.

Come viene calcolata la TARI?

Il calcolo della TARI si basa su diversi fattori, come la metratura dell’immobile, il numero di componenti del nucleo familiare, il servizio di raccolta rifiuti utilizzato e altre variabili definite dal Comune. Solitamente è prevista una tariffa fissa ed una tariffa variabile.

Quando scade il termine per il pagamento della TARI?

Il termine per il pagamento della TARI è stabilito dal Comune di appartenenza e può variare da luogo a luogo. Di solito, il termine di scadenza è indicato sulla bolletta della TARI.

Cosa succede se non si paga la TARI?

Se non si paga la TARI, si rischia di incorrere in sanzioni amministrative e di essere costretti a pagare un interesse di mora. Inoltre, il Comune può procedere con il recupero coattivo dell’importo dovuto.

C’è la possibilità di richiedere agevolazioni per il pagamento della TARI?

In base alla propria situazione economica, è possibile richiedere agevolazioni per il pagamento della TARI. Le modalità e i requisiti per l’ottenimento di tali agevolazioni sono stabiliti dal Comune di appartenenza.

Come si può verificare se la bolletta della TARI è corretta?

Per verificare la correttezza della bolletta della TARI, è possibile richiedere una copia del regolamento comunale che disciplina il calcolo della tassa. Inoltre, è possibile contattare gli uffici del Comune (in particolare l’ufficio tributi) per avere maggiori informazioni.

Cosa succede se si vende l’immobile durante l’anno?

Se si vende l’immobile durante l’anno, la TARI dovrà essere pagata proporzionalmente al periodo di possesso dell’immobile. In caso contrario, sarà il nuovo proprietario ad essere tenuto al pagamento della TARI per l’intero anno.

Si può fare ricorso contro il calcolo della TARI?

In caso di contestazione del calcolo della TARI, è possibile presentare un ricorso al Comune di appartenenza. In caso di esito negativo, è possibile presentare un ricorso al giudice di pace competente.

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    Sara Bellanza
    Sara Bellanza
    Classe 1995, ho una laurea triennale in Filosofia e Storia e una laurea magistrale in Scienze Storiche. Appassionata di scrittura online da sempre, collaborando per la redazione di articoli in materia di diritto, fiscalità e lavoro.
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