Sanatoria fiscale concordato preventivo biennale 2025-2026: nuova opportunità per regolarizzare il passato

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Il Parlamento si prepara ad approvare una nuova sanatoria fiscale collegata al concordato preventivo biennale 2025-2026, che permetterà di regolarizzare le annualità 2019-2023 con aliquote agevolate dal 10% al 15%.

Il mondo delle partite IVA si trova nuovamente di fronte a un’opportunità di regolarizzazione fiscale che potrebbe rappresentare l’ultima chance per sanare il passato prima dell’inasprimento dei controlli fiscali. La nuova sanatoria fiscale collegata al concordato preventivo biennale 2025-2026 è in via di approvazione parlamentare e presenta caratteristiche specifiche che meritano un’analisi approfondita.

La misura, fortemente voluta da Fratelli d’Italia e in fase di esame presso la Commissione Finanze della Camera nell’ambito del decreto fiscale (D.L. n. 84/2025), offre la possibilità di regolarizzare le annualità dal 2019 al 2023 attraverso il versamento di un’imposta sostitutiva con aliquote agevolate variabili dal 10% al 15%, in base al punteggio ISA del contribuente.

Il meccanismo della sanatoria: a chi è riservata

La nuova sanatoria fiscale presenta un meccanismo selettivo che distingue chiaramente tra diverse categorie di contribuenti. Possono accedere al beneficio esclusivamente le partite IVA che decideranno di aderire al concordato preventivo biennale per il periodo 2025-2026.

Resta esclusa dalla sanatoria la categoria di contribuenti che ha già sottoscritto l’accordo biennale per il 2024-2025. Questa esclusione trova la sua ratio nella necessità di preservare l’integrità dei dati dichiarati e dei voti conseguiti nelle pagelle fiscali (ISA) su cui sono state calcolate le imposte dovute per l’accordo già sottoscritto.

Dal punto di vista operativo, questa distinzione implica che solo i contribuenti che non hanno ancora aderito al concordato potranno beneficiare della regolarizzazione delle annualità pregresse, creando un incentivo concreto all’adesione al nuovo strumento di collaborazione fiscale. L’obiettivo prefissato dall’esecutivo è quello di raggiungere la cifra di 1,6 miliardi di euro versati nelle casse dello Stato nell’arco di due anni.

Struttura delle aliquote e calcolo dell’imposta sostitutiva

Il sistema di determinazione dell’imposta sostitutiva riprende il modello già sperimentato nell’edizione precedente, basandosi sul punteggio ISA (Indici Sintetici di Affidabilità) del contribuente. Le aliquote previste sono:

  • 10% per punteggio ISA pari o superiore a 8;
  • 12% per punteggio ISA compreso tra 6 e 8;
  • 15% per punteggio ISA inferiore a 6.

È prevista un’imposta minima di 1.000 euro, elemento che assume particolare rilevanza per i contribuenti con volumi di affari limitati o con irregolarità fiscali di modesta entità. Dal punto di vista della pianificazione fiscale, questa soglia minima può rendere conveniente l’adesione anche per regolarizzazioni di importi relativamente contenuti.

Modalità e tempistiche di versamento

Le modalità di versamento seguono un approccio flessibile che tiene conto delle esigenze di liquidità delle imprese. Il versamento della prima o unica rata dovrà essere perfezionato entro il 31 marzo 2026, offrendo ai contribuenti un ragionevole margine temporale per la pianificazione finanziaria.

Questa scadenza si allinea con le tempistiche tipiche degli adempimenti fiscali primaverili e consente di coordinare il versamento con altri adempimenti tributari, ottimizzando la gestione dei flussi di cassa aziendali.

Periodo temporale coperto dalla sanatoria

La sanatoria copre le annualità dal 2019 al 2023, un arco temporale che include alcuni anni particolarmente complessi dal punto di vista fiscale. Il 2019 e il 2020 sono stati caratterizzati da significative modifiche normative e dall’emergenza pandemica, mentre il 2021-2023 hanno visto l’introduzione di nuovi strumenti di monitoraggio fiscale.

Questa copertura temporale consente di regolarizzare irregolarità che potrebbero emergere da controlli automatizzati o da verifiche fiscali, offrendo una soluzione definitiva per contenziosi potenziali o in corso relativi a questi periodi di imposta.

Coordinamento con gli strumenti di compliance fiscale

La sanatoria si inserisce in un più ampio quadro di rafforzamento della compliance fiscale che vede nel concordato preventivo biennale uno strumento strategico per migliorare il rapporto tra Fisco e contribuenti. L’emendamento a firma del presidente della Commissione Finanze Marco Osnato (FdI) prevede infatti limitazioni agli incrementi di reddito proposti dall’Amministrazione finanziaria, calibrate sull’affidabilità fiscale del contribuente.

Questo approccio premia i contribuenti virtuosi con condizioni più favorevoli sia in termini di sanatoria che di proposta concordataria, creando un sistema incentivante per il miglioramento della compliance fiscale.

Modifiche ai controlli fiscali e tutele per i contribuenti

Il decreto fiscale introduce significative modifiche alle modalità di accesso presso le sedi aziendali da parte di Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza. L’emendamento approvato richiede che negli atti di autorizzazione e nei verbali vengano “espressamente e adeguatamente indicate e motivate le circostanze e le condizioni che hanno giustificato l’accesso“.

Questa modifica rappresenta una risposta alla condanna dell’Italia da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo del 6 febbraio 2025, che aveva censurato la mancanza di adeguate garanzie per i contribuenti durante gli accessi presso le sedi aziendali.

Impatti sul contenzioso tributario

Una delle novità più significative riguarda la possibilità di archiviare le controversie relative alle cartelle incluse nella rottamazione quater con il versamento della prima o unica rata, senza dover attendere il completamento del piano di versamenti fino a novembre 2027.

Questa disposizione, sollecitata dal Consiglio Superiore della Magistratura per smaltire l’arretrato e centrare gli obiettivi PNRR, offre un concreto vantaggio ai contribuenti che potranno definire rapidamente le proprie posizioni controverse.

Altre modifiche fiscali collegate

Il decreto apporta modifiche anche all’addizionale IRPEF del 10% sui compensi sotto forma di bonus e stock option per i dirigenti del settore finanziario. A partire dal 2025, vengono esclusi dall’applicazione i dipendenti delle società di partecipazione non finanziaria (holding industriali), con un impatto stimato di 1,04 milioni di euro.

Inoltre, viene introdotta una mini-salvaguardia per lo split payment IVA, precisando che l’esclusione delle società quotate al FTSE MIB si applica alle operazioni fatturate dal 1° luglio 2025, salvaguardando i comportamenti precedenti.

Valutazioni di convenienza e strategie operative

Dal punto di vista operativo, la convenienza dell’adesione alla sanatoria dipende da diversi fattori che devono essere attentamente valutati. Il punteggio ISA assume un ruolo cruciale nella determinazione dell’aliquota applicabile, rendendo necessaria una preventiva analisi della propria posizione negli indici sintetici di affidabilità.

Per i contribuenti con punteggi ISA elevati (8 o superiore), l’aliquota del 10% può rappresentare un’opportunità significativa di regolarizzazione, specialmente considerando che i normali tassi di interesse e sanzioni per irregolarità fiscali risultano generalmente più onerosi.

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Elisa Migliorini
Elisa Migliorinihttps://www.linkedin.com/in/elisa-migliorini-0024a4171/
Laureata in Giurisprudenza presso l'Università di Firenze. Approfondisce i temi legati all'IVA ed alla normativa fiscale domestica oltre ad approfondire aspetti legati al diritto societario.
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