In che modo deve essere tassato in Italia il reddito da Lavoro Dipendente nel Regno Unito? In UK il periodo di imposta non è coincidente con l’anno solare. Questo determina una particolare modalità di tassazione, secondo il periodo di imposta solare italiano.

Ho deciso di scrivere questo articolo dopo una serie di contatti di clienti che avevano riscontrato il fatto di dover dichiarare in Italia il reddito da lavoro dipendente nel Regno Unito. Immagina di esserti trasferito in Inghilterra nella seconda parte dell’anno, e di aver accettato un’offerta di lavoro. Nell’anno successivo torni in Italia e ti accorgi che sei tenuto a presentare la dichiarazione dei redditi, contenente anche i redditi esteri.

In una situazione come questa sei tenuto a dichiarare in Italia anche il reddito da Lavoro Dipendente percepito dal Regno Unito. Questo, in quanto, non hai rispettato i requisiti per il trasferimento della tua residenza fiscale. L’aspetto su cui voglio concentrare la mia attenzione è come, operativamente devi dichiarare questo reddito in Italia. Questo considerando che il Regno Unito e l’Italia hanno due periodi di imposta differenti. Cominciamo!

Redditi da lavoro dipendente nella Convenzione Italia Regno Unito

Il punto di partenza per la tassazione in Italia di redditi da Lavoro dipendente nel Regno Unito è l’analisi della convenzione contro le doppie imposizioni sottoscritta dai due Paesi. In particolare, mi riferisco all’articolo 15, che tratta dei redditi da lavoro dipendente. In particolare, al primo comma si parla di tassazione concorrente, mentre nel secondo dei casi di tassazione esclusiva del reddito nel Paese di residenza. Vediamo, in dettaglio, queste due casistiche.

Articolo 15, comma 1, convenzione Italia Regno Unito: redditi da lavoro dipendente

L’articolo 15, paragrafo 1, della Convenzione, infatti, afferma quanto segue:

Art. 15, par. 1 Conv. Italia Regno Unito“[…] i salari, gli stipendi e le altre remunerazioni analoghe che un residente di uno Stato contraente (nel nostro caso il soggetto è fiscalmente residente in Italia) riceve in corrispettivo di una attività dipendente sono imponibili soltanto in detto Stato, (Italia). A meno che tale attività non venga svolta nell’altro Stato contraente (Inghilterra). Se l’attività è quivi svolta (Inghilterra), le remunerazioni percepite a tal titolo sono imponibili in questo altro Stato (Inghilterra)”.

Una prima importante verifica da effettuare è relativa alla presenza dell’avverbio “soltanto” nel secondo paragrafo del comma 1. La sua presenza è di notevole importanza, in quanto se si verifica tale condizione, la tassazione del reddito estero viene effettuata solamente nello stato estero. A maggior ragione, la sua assenza comporta che il significato del secondo paragrafo sia inteso nel senso di una NON tassazione esclusiva del reddito estero nello stato estero. Bensì, non essendoci una tassazione esclusiva, vi è una tassazione concorrente tra i due Stati (stato estero di produzione del reddito e stato nel quale il soggetto è residente).

Articolo 15 comma 2 convenzione Italia Regno Unito: redditi da lavoro dipendente nel paese di residenza

Il comma 2 dello stesso articolo 15 della Convenzione prosegue affermando che:

Art. 15, par. 2 Conv. Italia Regno Unito“[…] Nonostante le disposizioni del paragrafo 1 del presente articolo, le remunerazioni che un residente di uno Stato contraente (Italia) riceve in corrispettivo di una attività dipendente svolta nell’altro Stato contraente (Inghilterra) sono imponibili soltanto nel primo Stato (Italia) se:
– Il beneficiario soggiorna nell’altro Stato (Inghilterra) per un periodo o periodi che non oltrepassano in totale 183 giorni nel corso di un qualsiasi anno fiscale; e
– Le remunerazioni sono pagate da o a nome di un datore di lavoro che non è residente dell’altro Stato (Inghilterra); e
– L’onere delle remunerazioni non è sostenuto da una stabile organizzazione o da una base fissa che il datore di lavoro ha nell’altro Stato (Inghilterra)”.

Tali tre condizioni devono verificarsi simultaneamente. Questo significa che la mancanza di una di tali condizioni comporta la tassazione concorrente del reddito. Altrimenti, in presenza di tutte le condizioni richieste il reddito da lavoro dipendente dal Regno Unito deve essere tassato solo in Italia.

Le problematiche legate al diverso periodo di imposta tra Regno Unito ed Italia

Stante questa prima disamina sul contenuto dell’articolo 15 della Convenzione, emerge la particolarità legata al regime fiscale inglese, che non segue l’anno solare come in Italia. Nel Regno Unito, infatti, l’anno fiscale decorre:

  • Per le società: dal 1° aprile per terminare il 31 marzo dell’anno successivo;
  • Per le persone fisiche: dal 6 aprile al 5 aprile dell’anno successivo.

Pertanto la domanda da porsi è la seguente.

Come tassare il reddito percepito nel periodo aprile anno “n” – marzo anno “n+1” nella dichiarazione dei redditi italiana relativa all’anno di imposta “n” (periodo gennaio / dicembre)?

Cerchiamo, quindi, di dare una risposta a questa domanda.

Lavoro dipendente nel Regno Unito ma risiedo in Italia: la certificazione P60 del reddito

Il primo documento utile per risolvere il quesito è la Certificazione del reddito rilasciata dal datore di lavoro UK. Tale certificazione contiene il periodo di imposta estero, non coincidente con quello italiano. Si tratta, sostanzialmente, del modello P60.

Che cos’è e a cosa serve il modello P60?

Il modello P60 è una certificazione ufficiale che il datore di lavoro UK è obbligato a rilasciare ad ogni lavoratore dipendente in possesso del NIN. Ogni datore di lavoro è obbligato a fornire ai suoi dipendenti il P60 compilato in ogni sua parte, entro e non oltre il 31 maggio di ogni anno.

Il P60 presenta tutte le tasse pagate da quando si è stati assunti, le tasse che bisogna ancora pagare, il NIN, l’ammontare dei contributi pensionistici maturati. Ma anche il National Insurance corrisposto allo Stato, gli utili maturati e le detrazioni fiscali applicate. Il P60, infatti è fondamentale per compiere importanti operazioni fiscali in UK, come:

  • Chiedere il rimborso delle imposte eventualmente pagate in eccesso;
  • Fare domanda per i Tax Credits;
  • Come prova del proprio reddito qualora si decidesse di richiedere un prestito o accendere un mutuo.

Come si utilizza il modello P60 in Italia?

Il modello P60 è il documento che ti occorre (eventualmente assieme al Tax Return) per la dichiarazione dei redditi italiana. Attenzione però! Devi ricordare che il periodo di imposta italiano è diverso ad quello inglese. Per questo motivo questa certificazione non può essere utilizzata integralmente nella dichiarazione dei redditi italiana. Il P60, infatti, comprende (da un lato) redditi che non sono di competenza dell’anno fiscale italiano (periodo gennaio / marzo “n+1“) e dall’altro non include i redditi che, invece, sono di competenza dell’anno fiscale italiano (gennaio – marzo “n“). Questi redditi, infatti, sono presenti nella Certificazione di lavoro dipendente estero (P60) dell’anno fiscale precedente (aprile “n-1” / marzo “n“).

Dichiarazione del reddito da lavoro dipendente nel Regno Unito tramite due modelli P60

Operativamente, quindi, per dichiarare il reddito da lavoro dipendente nel Regno Unito è necessario chiedere la soggetto committente estero due certificazioni. Si tratta delle due Certificazioni del reddito che influenzano l’anno fiscale italiano. Si tratta delle seguenti:

  • Quella che va da aprile a dicembre del periodo di imposta italiano e
  • Quella relativa al precedente periodo di imposta UK, periodo gennaio marzo dello stesso anno.

Ad esempio, se mi trovo a dover dichiarare l’annualità 2022 in Italia avrò bisogno della certificazione inglese che va da aprile a dicembre 2022. Allo stesso tempo avrò bisogno anche della Certificazione del periodo di imposta precedente in UK, ovvero quella che comprende il periodo gennaio marzo del 2022. Questo, naturalmente, a condizione che il soggetto possieda anche la Certificazione dell’anno precedente. In alcuni casi, pensa al primo anno che lavori all’estero, non è possibile avere la Certificazione dell’anno precedente.

L’importanza delle buste paga nel Regno Unito

Oltre al possesso della certificazione (P60) è buona norma possedere anche copia delle buste paga relative al periodo di imposta italiano (gennaio / dicembre). Il possesso della busta paga può rendere più agevole il calcolo da effettuare:

  • Sia per quanto riguarda i tassi di cambio (Sterlina / Euro) da utilizzare (nel caso deve essere utilizzato il tasso di cambio effettivo al momento dell’incasso del reddito);
  • Che per gli importi da prendere in considerazione.

Lavoro dipendente nel Regno Unito: calcolo effettivo del reddito

Questo tipo di operatività si rende necessaria per determinare l’effettivo reddito e le relative imposte dell’anno dichiarativo italiano. In questo modo, altrettanto specularmente, i periodi mensili del periodo di imposta estero non devono essere dichiarati, in quanto non di competenza ai fini della dichiarazione dei redditi italiana.

Il nostro soggetto, quindi, dovrà presentare la dichiarazione in Italia inserendo:

  • Il solo reddito estero nel quadro RC sezione I del modello Redditi PF (NON andranno inserite le imposte estere nel campo “Ritenute”),
  • inserirà il numero di giorni lavorativi per il calcolo delle detrazioni e successivamente
  • Compilerà il quadro CE al fine di recupero dell’imposta estera divenuta certa e definitiva.

Questa è la modalità corretta di indicare il reddito da lavoro dipendente percepito in UK, qualora lo stesso si renda imponibile in Italia.

Consulenza fiscale online

In questo articolo ho cercato di riassumere tutte le principali informazioni necessarie se stai lavorando nel Regno Unito con residenza fiscale italiana. Il mio consiglio, se ti trovi in questa situazione è quello di rivolgerti ad un Commercialista esperto di Fiscalità Internazionale.

Solo in questo modo potrai avere la sicurezza di presentare in modo corretto la tua dichiarazione dei redditi. Se quanto indicato in questo articolo non ti è stato sufficiente e desideri sottopormi la tua situazione personale ed effettuare una call di consulenza, contattami!

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19 COMMENTI

  1. Buongiorno,
    La ringrazio per il suo articolo molto chiaro.
    Mi chiedevo come funzionerebbe invece se dall’Inghilterra si ritorna in Italia, considerando i 183 giorni e il diverso periodo di imposta.
    Nel caso un residente in UK da anni stia valutando di rientrare, ad esempio a maggio 2020, credo si possa considerare concluso l’anno fiscale inglese il 6 aprile.
    La successiva dichiarazione dei redditi Italiana dovrebbe quindi considerare solo i redditi percepiti da aprile a dicembre 2020, o dovrebbe comunque conteggiare tutto l’anno fiscale italiano?
    Grazie,
    Marco

  2. Salve l’anno (2019) scorso ho lavorato nel regno unito dal aprile fino a meta novembre come dipendente per una catena di fast food poi sono rientrato in italia, essendo la valuta e in sterline vorrei sapere come faccio a dichiarare il reddito percipito da sterline a euro? la conversione di valuta per quale giorno deve essere riferita?

  3. Buongiorno dott. Migliori,
    una precisazione sul concetto di “soltanto” relativo all’articolo 15 comma 1; il caso di un un lavoratore dipendente italiano che lavora in UK da diversi anni con datore di lavoro UK e svolge la sua attività sempre in UK; In mancanza di iscrizione all’AIRE, l’art. 15 , gli consente di poter dichiarare tali redditi (solo lavoro subordinato) in UK senza che vi sia un obbligo dichiarativo anche in Italia? glielo chiedo anche in base a una sentenza da lei citata in un suo precedente articolo (cassazione 13/10/2017 n. 24112) ove la residenza fiscale inglese è determinata “..in virtù di molteplici e incontestati dati di fatto..”.
    Oppure, non essendosi iscritto all’Aire, e trovandosi con una doppia residenza fiscale ( art. 2 Tuir), si deve far riferimento all’articolo 4 della convenzione per determinare la residenza fiscale effettiva? o deve comunque inevitabilmente dichiarare i redditi anche in Italia? Spero di essere stato chiaro visti i problemi di coerenza tra la normativa nazionale e sovranazionale. Grazie Mille

  4. Paolo la situazione che descrive è più complicata e può essere gestita soltanto con un’analisi più dettagliata della situazione personale del soggetto. Se vuole mi scriva in privato per una consulenza. La aiuterò a risolvere i suoi dubbi.

  5. Ottimo post.
    Può chiarirmi un dubbio:
    In UK il National Insurance ha due componenti:
    A)NI pagato dall’ employee (dipendente)
    B) NI pagato dall’ employer (datore lavoro).
    La quota B pagata dal datore di lavoro può essere dedotta dal reddito o portata in detrazione nella dichiarazione dei redditi in Italia?
    Grazie

  6. Salve, grazie per i contenuti della pagina sono molto utili, ma data la mia ignoranza in materia, non riesco a dare una mia situazione una soluzione. Lavoro da 2 anni per una società inglese, sono residente iscritta all’aire in uk e pago le mie tasse come dipendente di una azienda. La mia azienda mi ha concesso di lavorare per un periodo dall’Italia da agosto 2020 a fine settembre 2020 e da dicembre 2020 a fine gennaio 2021. La mia domanda è fiscalmente cosa comporta? So che dovrei fare la dichiarazione dei redditi in Italia nel caso in cui superassi i 183gg di permanenza in Italia, ma questi sono valutati su anno fiscale inglese (Aprile 2020-Aprile 2021) oppure anno fiscale Italiano? In tal caso che periodo riguarda?

  7. Il suo post è veramente preciso ed esaustivo. Lei non fa cenno però alla pensione di stato Inglese, ne a quelle private elargite ai cittadini Italiani, per il lavoro svolto in Inghilterra allorchè decidono di vivere in Italia ove trasferiscono la loro residenza, preferendo ricevere entrambe le pensioni accreditate in EURO presso una banca Italiana. situata i in territorio Italiano..
    Gli amministratori delle pensioni pubbliche rilasciano al pensionato in genere all ‘ l’inizio del mese di Maggio di ogni anno, the P60 End of Year Certificate . Tax yerar to 5 April of each year.
    Gli amministratori delle pensioni pubbliche, rilasciano , di solito solo su richiesta del pensionato A Statement of Benefit Payments made. (IPC 147 12/13), sul quale l sono riportate le seguenti informazioni.
    Type of benefit,, From To. Number o f weeks, Weekly amounts Total

    Mi chiedo dunque , come fanno i pensionati Italiani ad includere il reddito delle loro pensioni nel modello 730

    cordialmsbte
    L. S.

  8. Il post è dedicato al lavoro dipendente non al reddito da pensione che ha regole proprie e diverse. Quello che le posso dire è che bisogna fare riferimento alle disposizioni convenzionali. Magari realizzeremo un articolo dedicato alle pensioni.

  9. Buongiorno,

    Sono una ricercatrice con contratto a tempo determinato presso un’università inglese. Sono residente in Italia e, al momento, lavoro dall’Italia. Volevo cortesemente che mi confermasse che devo presentare il 730 in Italia, anche se io ho già pagato le tasse nel Regno Unito (mi vengono detratte automaticamente dal datore di lavoro inglese).
    Inoltre, ho letto che per predisporre il 730 necessito, oltre che dei due P60 e anche delle buste paga. Mi sembra d’aver capito che nel quadro RC devo indicare il “pay”, il totale dei pagamenti, mentre nel quadro CE la “tax deducted”, la detrazione fiscale. In questo caso quali sezioni e riquadri devono essere compilati?
    La ringrazio molto per la gestione di questo sito e del supporto che potrà fornirmi.

  10. Se è residente in Italia e percepisce redditi di fonte estera molto probabilmente li dovrà dichiarare in Italia ed avrà bisogno delle buste paga, dei P60 e delle dichiarazioni dei redditi in UK. Oltre a questo se vuole ci può contattare per una consulenza, perché in questi termini non mi è possibile indicarle come deve operare.

  11. Buongiorno,

    Sono una ricercatrice con contratto a tempo determinato presso un’università inglese. Sono residente in Italia e, al momento, lavoro dall’Italia. Volevo cortesemente che mi confermasse che devo presentare il 730 in Italia, anche se io ho già pagato le tasse nel Regno Unito (mi vengono detratte automaticamente dal datore di lavoro inglese).
    Inoltre, ho letto che per predisporre il 730 necessito, oltre che dei due P60 e anche delle buste paga. Mi sembra d’aver capito che nel quadro RC devo indicare il “pay”, il totale dei pagamenti, mentre nel quadro CE la “tax deducted”, la detrazione fiscale. Non capisco però quali sono le sezioni e riquadri devono essere compilati. Mi può dare una indicazione?
    La ringrazio molto per la gestione di questo sito e del supporto che potrà fornirmi.

  12. Buonasera,
    dunque nel caso in cui ci si trasferisca in UK per più di un anno, senza però iscriversi all’AIRE, si è tenuti a dichiarare i redditi in Italia ugualmente?
    Farebbe testo la definizione di residenza fiscale definita dal TUIR o avrebbe prevalenza la definizione di domicilio fiscale nella convenzione contro le doppie imposizioni?

    Grazie e cordiali saluti

  13. Buongiorno e grazie per l’articolo molto chiaro.
    Chiedo cortesemente una precisazione relativa al passaggio della convenzione dove si dice che si è obbligati a dichiarare in Italia i redditi percepiti in UK se non si lavorano cola’ più di 183 giorni in un qualsiasi anno fiscale.
    Per assurdo, se iniziassi a lavorare in UK il 1 gennaio e vi lavorassi per tutto l’anno solare, sarei obbligato comunque a denunciare al fisco italiano i compensi di gennaio, febbraio, marzo in quanto in tale anno fiscale inglese non avrei raggiunto i 183 giorni prescritti?
    Ringrazio

  14. Italia e Regno Unito hanno diversi periodi di imposta, quindi l’Italia richiede comunque la dichiarazione del reddito percepito nel suo periodo di imposta (anno solare) a prescindere dall’anno dell’altro Paese contraente.

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