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Irpef 2025, possibili cambiamenti in vista

NewsIrpef 2025, possibili cambiamenti in vista

Col prossimo anno si potrebbe assistere ad una nuova sforbiciata delle tasse. Lo ha lasciato intendere di recente il viceministro all'Economia Maurizio Leo, dalle cui parole si evince la sfida della nuova Irpef 2025, con un occhio di riguardo specialmente rivolto al ceto medio.

Nel 2024 si è assistito alla messa in atto e alla conferma di misure pensate per venire incontro ai ceti medio-bassi, come il taglio del cuneo fiscale per lavoratori dipendenti e pensionati, e la riduzione a 3 fasce delle aliquote Irpef entrata in vigore dal 1° gennaio.

Ora si tratta di capire cosa il Governo sta pensando per il prossimo anno. Soprattutto si tratta di capire quante risorse si riusciranno a racimolare per poter continuare sulla stessa linea degli sgravi fiscali. Buone notizie sono giunte di recente da parte del viceministro all’Economia Maurizio Leo, che punta a ridurre le tasse nel 2025, con un occhio di riguardo per i ceti medi.

Vediamo di seguito cosa aspettarsi sul fronte Irpef per il 2025.

Irpef 2025: ci saranno nuovi tagli?

La riforma fiscale procede senza intoppi con l’introduzione di 13 decreti attuativi. I prossimi passi sono rivolti ai contribuenti: favorire e ‘alleggerire’ i cittadini più onesti e punire gli evasori.

Recuperare il gettito mancante causato dall’evasione fiscale, infatti, permetterebbe a tutti di pagare meno imposte. Un passo in questo senso è già stato compiuto grazie al concordato preventivo biennale che rappresenta un compromesso tra Stato e contribuenti. Con le entrate provenienti da questa misura si dovrebbero recuperare le risorse mancanti, secondo le stime di Leo, per attuare i nuovi tagli delle tasse.

Abbiamo fatto il massimo con quello che avevamo, senza fare salti nel buio. Adesso dobbiamo trovare le risorse per gli sgravi dell’Irpef sul ceto medio, che si sta impoverendo, ridurre l’Ires per le imprese in cambio di investimenti e occupazione, e cominciare ad eliminare alcune storture dell’Irap“. Queste le parole di Leo, che ha anche aggiunto: “La strada è chiara: pagare meno, pagare tutti.

Le parole del viceministro all’Economia sembrano essere rassicuranti, lasciando intendere che, procedendo come si sta facendo negli ultimi mesi, sembrerebbero esserci le risorse per prorogare il taglio del cuneo fiscale e mantenere l’Irpef a 3 scaglioni. L’obiettivo è quello di arrivare a fine legislatura alla ‘flat tax’ per tutti.

Al momento, però, non si possono fare programmi certi perché le adesioni al concordato preventivo si concluderanno il 31 ottobre e solo dopo quella data sarà possibile conoscere con maggiore precisione il gettito che la misura avrà garantito. Solo in quel periodo sarà quindi possibile capire lo spazio di manovra per un ulteriore taglio dell’Irpef nel 2025.

Irpef 2025: chi potrebbe avvantaggiare?

Nonostante si brancoli ancora nel buio dall’Esecutivo sembra esserci ottimismo per il 2025. Le entrate fiscali sembrano andare bene nel 2024 e questo già rappresenta un ottimo punto di partenza su cui fare affidamento.

In ogni caso se ci saranno novità riguarderanno il ceto medio, quindi coloro che hanno redditi compresi tra 35.000 e 50.000 (e forse anche oltre questo limite). Si tratta dei redditi che nel 2024 non hanno beneficiato in alcun modo del taglio dell’Irpef perché i 260 euro annui di tasse in meno da pagare sono stati sterilizzati dalla franchigia imposta sulle detrazioni di imposta (riconosciute solo oltre i 260 euro, appunto). Tra l’altro stiamo parlando anche anche di quella fetta di popolazione che non beneficia del taglio al cuneo fiscale visto che lo stesso, appunto, si esaurisce al raggiungimento dei 35 mila euro di reddito.

Ma le misure che si vogliono attuare non finiscono qui. Leo ha parlato anche di interventi sull’Iva e sull’Ires da abbassare per le imprese che investono e che creano occupazione e sull’Irap.

Quali altre misure potranno essere messe in atto

Nelle recenti dichiarazioni del viceministro all’Economia si è affrontato anche il tema delle detrazioni e delle deduzioni, parlando dell’intenzione di uno sfoltimento di quelle marginali, senza però andare ad intaccare lavoro, casa, famiglie e salute.

E ancora il redditometro o, come è stato battezzato giornalisticamente, ‘l’evasometro’. Al riguardo Maurizio Leo ha rimarcato la ratio di questo strumento: la lotta all’evasione fiscale, che sta portando importanti riscontri nelle casse dell’erario. E infine la proroga della rata della rottamazione quater, senza invece fare cenno ad una possibile rottamazione quinquies per il momento. “Per i crediti dal 2000 al 2011 si deciderà entro fine 2025” ha fatto sapere, sottolineando: “il fisco deve essere comprensivo con chi vuole essere in regola, ma inflessibile con chi vuole fare il furbetto. Su questo non arretriamo di un millimetro.”

Conclusioni

Sembra che ci possano essere importanti novità in ambito fiscale per il 2025. Maurizio Leo, al riguardo, è stato cauto ma, al tempo stesso, ha lasciato intendere come le risorse per puntare alla nuova Irpef 2025 potrebbero esserci. Si tratta solo di capire l’esatto andamento del concordato preventivo biennale: se darà i risultati sperati ( e lo si saprà dopo il 31 ottobre 2024) ci potrà essere lo spazio per poter operare in sede di legge di bilancio per confermare il taglio del cuneo fiscale e le 3 aliquote Irpef, puntando anche a favorire il ceto medio, che negli ultimi tempi si sta impoverendo.

Al momento però non si hanno ancora certezze. La cosa certa è che l’Esecutivo ha intenzione di arrivare a fine legislatura ad una ‘flat tax’ per tutti i contribuenti onesti.

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