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Dropshipping in regime forfettario

Fisco NazionaleDropshipping in regime forfettario

Il regime forfettario in Italia è un regime fiscale agevolato dedicato alle piccole imprese e ai liberi professionisti che rispettano determinati requisiti di fatturato e costi. Questo regime può essere particolarmente vantaggioso per chi avvia un’attività di dropshipping.

Il dropshipping è un modello di business in cui il venditore non tiene in magazzino i prodotti che vende. Quando un cliente acquista un prodotto, il venditore trasmette l’ordine a un fornitore terzo che spedisce direttamente la merce al cliente. Il venditore guadagna la differenza tra il prezzo di vendita al cliente e il prezzo di acquisto dal fornitore.

Questo modello di business, utilizzato da moltissimi venditori in e-commerce, può essere utilizzato anche dai contribuenti di più piccole dimensioni che operano in regime forfettario.

Vantaggi del regime forfettario per il dropshipping

L’utilizzo del regime forfettario per il modello di business del dropshipping comporta dei vantaggi (rispetto al regime ordinario), che ho riassunto di seguito:

  1. Aliquota di tassazione fissa: L’imposta sostitutiva è fissata al 15% (ridotta al 5% per i primi cinque anni per le nuove attività), che sostituisce IRPEF, addizionali regionali e comunali;
  2. Esenzione IVA: I soggetti in regime forfettario non applicano l’IVA sulle vendite e non possono detrarla sugli acquisti;
  3. Semplificazioni contabili: Le attività in regime forfettario non sono tenute alla tenuta delle scritture contabili obbligatorie (registro IVA, libro giornale, ecc.);
  4. Contributi previdenziali: Per chi è iscritto alla gestione commercianti INPS, è prevista una riduzione del 35% dei contributi previdenziali;
  5. Riduzione dei costi fissi: l’utilizzo del dropshipping consente di non dover gestire il magazzino merci, andando a ridurre i costi fissi aziendali.

Aspetti critici da considerare

L’utilizzo del dropshipping in regime forfettario comporta anche degli aspetti critici che devono essere tenuti in considerazione e che devono essere gestiti per valutare al meglio la propria situazione. Si tratta dei seguenti:

  1. Detrazione dei costi: Nel regime forfettario, i costi non possono essere detratti singolarmente. Invece, si applica un coefficiente di redditività fisso che varia a seconda del settore di attività. Il modello del dropshipping è legato al fatto che il fornitore invia fattura al dropshipper per il bene venduto. Tale costo è deducibile solo nei limiti del coefficiente di redditività applicabile (40%);
  2. Esclusione di alcuni costi: Spese di formazione, consulenza, e altre tipologie di spese non possono essere dedotte specificamente, poiché il regime forfettario prevede un calcolo forfettario dei costi;
  3. Indetraibilità IVA: In caso di fatture passive che prevedono l’applicazione dell’IVA, questa non può essere detratta dal forfettario, che in alcuni casi può trovarsi di fronte al fatto di dover versare l’IVA per le operazioni di acquisto effettuate. L’IVA per il forfettario è un costo che deve essere tenuto in considerazione.

Ulteriori problematiche che riguardano i business in dropshipping sono legate al fatto che la concorrenza è altissima ed i margini, spesso, sono minimi. Senza un brand ed una differenziazione di prodotto il rischio è quello di essere uno dei tanti rivenditori di prodotti di terzi, senza un reale valore aggiunto, dove l’unica variabile per il consumatore è data dal prezzo di vendita.

Per approfondire: “Operazioni estere in regime forfettario“.

Passaggi per avviare un’attività di dropshipping in regime forfettario

  1. Apertura della partita IVA: È necessario aprire una partita IVA indicando l’attività di dropshipping. È possibile utilizzare il codice ATECO 47.91.10 dedicato alla vendita online. In questa sede deve effettuata la scelta legata all’applicazione del regime forfettario;
  2. Iscrizione al Registro delle Imprese: È necessario registrarsi presso la Camera di Commercio competente, ed effettuare il versamento del diritto annuale;
  3. Scelta del regime fiscale: Optare, nel modello di apertura della partita IVA per il regime forfettario durante la registrazione;
  4. Gestione degli ordini e dei pagamenti: Utilizzare una piattaforma di e-commerce integrata con fornitori di dropshipping, che possa essere utilizzata anche per l’emissione della fattura elettronica.

Fatturazione delle operazioni in regime forfettario

Aspetto importante riguarda la gestione delle operazioni attive per la fatturazione delle vendite. In particolare, è necessario tenere in considerazione aspetti diversi a seconda che il cliente finale sia nazionale, UE o extra-UE. Vediamole.

Cliente residente in Italia

Nel caso in cui il cliente sia residente in Italia il dropshipper in regime forfettario deve emettere fattura senza l’applicazione dell’IVA. Questo in caso di operazione B2B, ovvero tra operatori economici. Per le operazioni B2C, invece, può essere sempre emessa la fattura elettronica, ma è anche possibile annotare l’operazione direttamente nel registro dei corrispettivi (“Corrispettivi in regime forfettario“). Questo, a meno che il cliente non chieda la fattura, nel caso è obbligatoria l’emissione.

Cliente residente UE

Nel caso in cui la vendita avvenga verso un soggetto passivo residente in Stato UE, deve essere comunque emessa fattura elettronica (operazione non imponibile ai sensi dell’art. 41 co.2 del D.L. n. 331/93). In caso, invece, di vendita a privati UE la situazione si complica in quanto è possibile versare l’IVA in Italia (per il forfettario non applica l’IVA) sino alla soglia di 10.000 euro. Superato questo limite si rende necessaria l’indicazione dell’IVA del Paese UE in cui si trova il cliente privato. Per superare questa problematiche è utile aderire il regime IVA OSS.

Regime IVA OSS

Una volta superata la soglia di 10.000 euro di vendite verso privati residenti UE, si rende necessario andare ad effettuare una identificazione diretta ai fini IVA in ogni Stato Ue in cui si vende. Questo, al fine di versare l’IVA in ogni Paese. In alternativa, è possibile utilizzare il regime IVA OSS (One Stop Shop). Con questo regime, al quale si può aderire direttamente in Italia, è possibile semplificare questo meccanismo versando l’IVA dovuta nei vari Paesi UE direttamente in Italia.

Cliente residente extra-UE

Nel caso in cui vi siano vendite verso clienti residenti extra UE, sia per privati che per aziende la fatturazione deve avvenire sempre in assenza di IVA. Infatti, si tratta sempre di operazione non imponibile, ex art. 8 del DPR n. 633/72, per mancanza del requisito di territorialità. Per rendicontare l’operazione è necessario andare ad emettere fattura elettronica.

Conclusioni e consulenza fiscale online

Il regime forfettario offre numerosi vantaggi per chi desidera avviare un’attività di dropshipping in Italia, grazie a un’imposizione fiscale agevolata e a semplificazioni contabili. Tuttavia, è importante valutare attentamente le specifiche esigenze del proprio business e considerare l’assistenza di un commercialista per ottimizzare la gestione fiscale e normativa.

Non sempre, infatti, il regime forfettario è il regime migliore per il dropshipping in quanto i costi sostenuti non possono essere dedotti dal reddito. Inoltre, l’indetraibilità dell’IVA in acquisto può andare a ridurre i margini di vendita (che in generale non sono mai molto ampi). Per questo è importante effettuare sempre una simulazione numerica dei vari regimi fiscali applicabili (forfettario o ordinario) al fine di individuare il migliore per la propria situazione.

Se desideri approfondire questi aspetti contattaci per una consulenza fiscale online personalizzata in grado di risolvere i tuoi dubbi ed aiutarti ad operare al meglio.

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