La tassazione dei guadagni sul web in Italia: aspetti fiscali per aspiranti imprenditori digitali.


Sul web ci sono moltissimi articoli, video, podcast, dedicati all’indicazione di quali sono le migliori e più remunerative forme di guadagno online sul web. Tantissime persone che si prodigano, in ogni forma, per consigliare agli altri quale sia la modalità più redditizia per ottenere in modo semplice, ma soprattutto rapido, la propria indipendenza finanziaria. Insomma, lavorare sul web oggi, appare semplicissimo (almeno apparentemente) ed è per questo che riceviamo ogni giorno richieste di aiuto da parte di aspiranti imprenditori del web pronti a cercare validazione sulle proprie idee, e fortunatamente, stiamo ancora assistendo alcuni di loro nei loro progetti imprenditoriali. Questi aspiranti imprenditori del web sono stati lungimiranti, in quanto si sono preoccupati, da subito, degli aspetti fiscali che impattano un’attività lavorativa online.

In atri casi, invece, ci sono moltissimi soggetti che avviano, in modo del tutto indiscriminato, qualsiasi tipo di attività online, dal social media manager, allo youtuber, fino ad arrivare al mondo del commercio, come l’e-commerce ed il dropshipping ma anche le affiliazioni commerciali ed i banner pubblicitari (es. Adsense), senza minimamente preoccuparsi delle conseguenze fiscali di quello che stanno facendo. La principale falsa credenza comune è che un soggetto fino a 5.000 euro possa svolgere qualsiasi tipo di attività senza dover preoccuparsi della fiscalità. Ebbene, deve essere ribadito ancora una volta, si tratta di una considerazione sbagliata, senza alcun fondamento concreto.

In questi casi, quando si sottovaluta la variabile fiscale, tornare indietro non è possibile e si rischia l’applicazione di sanzioni che possono essere anche molto pesanti. Per questo motivo se stai leggendo questo articolo e stai iniziando a lavorare con il web, ti consiglio di valutare, da subito, gli aspetti fiscali che caratterizzano l’attività che stai avviando. Solo in questo modo, infatti, potrai capire in modo compiuto le tue prospettive reddituali, il costo fiscale e previdenziale e valutare la redditività netta del tuo progetto.

Prima di proseguire, vorrei prima consigliarti di diffidare dalle molte informazioni che si trovano su internet riguardanti i guadagni sul web, in quanto, purtroppo sull’argomento c’è ancora troppa confusione, e di affidarvi a persone competenti in ambito fiscale, ed in particolare a dottori Commercialisti esperti in questo settore.

Abitualità dell’attività e partita IVA

Nell’ambito dei guadagni derivanti dal web, sia che si tratti di banner pubblicitari, che di attività di affiliate marketing, tali prestazioni sono sempre prestazioni abituali e continuative nel tempo. Ospitare banner o affiliazioni varie sul blog, effettuare attività di vendita, consente di raggiungere un profitto soltanto attraverso un utilizzo abituale di questi strumenti online. Per questo motivo le prestazioni di lavoro autonomo occasionale non possono che essere un’eccezione rispetto all’apertura della partita IVA.

L’aspetto che deve essere sottolineato, in questi casi, è che non vi è alcun limite reddituale al sopra del quale è obbligatorio aprire partita IVA. L’unico aspetto da tenere in considerazione è l’abitualità della prestazione svolta. Per essere ancora più chiaro provo a fare un esempio. Un soggetto che ospita una campagna di marketing sul proprio blog, certamente sta effettuando un’attività di gestione di campagne pubblicitarie in maniera abituale. La campagna, infatti, viene tenuta online in modo continuativo nel tempo (per essere maggiormente profittevole). Per questo motivo, obbligatoriamente, si rende necessaria l’apertura della partita IVA. Ricordo, inoltre, che il numero della partita IVA deve essere obbligatoriamente reso visibile sul sito.

Che cosa succede se apro in ritardo la partita Iva?

Come indicato in precedenza molti di voi credono che sia necessario interfacciarsi con gli adempimenti fiscali solo quando i guadagni derivanti dal blog iniziano a diventare consistenti. Come abbiamo detto questa impostazione è sbagliata e rischia di costare caro. Infatti, qualora vi sia una contestazione a seguito di un accertamento fiscale, possono essere applicate diverse sanzioni. In particolare, mi riferisco alle sanzioni amministrative per:

  • Ritardata apertura della partita Iva;
  • L’omessa applicazione e versamento dell’Iva;
  • L’omessa comunicazione di inizio attività in Camera di Commercio ed in Comune (attraverso la SCIA);
  • L’omessa comunicazione all’INPS relativa all’iscrizione alla Gestione artigiani e commercianti.

Per questo motivi, trovarsi con questo tipo di contestazioni può essere deleterio per la prosecuzione della tua attività online. Il consiglio, quindi, è quello di valutare, fin da subito l’implementazione degli aspetti fiscali rilevanti per la tua attività di blogger online.

Adempimenti fiscali per attività legate ai guadagni online

Se tutto questo non è stato sufficiente a scoraggiarti, e sei ancora deciso ad intraprendere questa attività in maniera abituale, è necessario che tu presti la dovuta attenzione a tutti gli obblighi fiscali previsti dalla normativa. Si tratta degli adempimenti richiesti per l’avvio di un’attività economica, legata alla gestione fiscale di un blog, che di seguito vi riassumiamo:

Apertura della partita Iva

Si tratta del il primo adempimento fiscale da rispettare. Vi permette di diventare soggetti economici ai fini fiscali. Aprire partita Iva non costa niente. Per aprire la partita Iva è sufficiente presentare l’apposito modello presso l’Agenzia delle Entrate, scegliendo il regime fiscale più adatto alle vostre caratteristiche (abbiamo già accennato alla convenienza del “Regime Forfettario“). Determinare il regime fiscale più adatto è una delle prime sfide. Tra regime forfettario, ordinario, e contributivo, la scelta dipende da vari fattori, inclusi il volume d’affari, il tipo di attività e le spese previste. Una scelta non ottimale può comportare oneri fiscali maggiori o mancate opportunità di risparmio fiscale.

Con l’apertura della partita Iva dovrete inserire il codice Ateco 73.11.02 “Conduzione campagne marketing e altri servizi pubblicitari”. In altri casi, invece, deve essere utilizzato un diverso codice: “Pubbliche Relazioni e Comunicazione” (Codice Ateco – “70.21.00”). Per capire quale codice Ateco utilizzare nella tua situazione abbiamo riassunto i principali in questo articolo: “Lavoro sul web: i codici ATECO da utilizzare“.

La determinazione della tassabilità dei diversi tipi di redditi online (ad esempio, guadagni da pubblicità, affiliate marketing, vendite online) può essere complicata. Inoltre, bisogna distinguere tra reddito d’impresa e altri tipi di redditi, ognuno soggetto a diverse aliquote e regole.

LA GESTIONE DELL’IVA
per chi opera nel web, capire quando e come applicare l’IVA, specialmente in transazioni transfrontaliere o digitali (come vendita di software, servizi online, ecc.), può essere complesso. Le regole IVA possono variare a seconda del cliente (azienda o consumatore) e della sua ubicazione.
LE PROBLEMATICHE DI FISCALITA’ INTERNAZIONALE
Per chi opera a livello internazionale, si pone il problema della doppia tassazione e della comprensione degli accordi di doppia imposizione. Trascurare questi aspetti potrebbe portare a conseguenze fiscali rilevanti.

Iscrizione alla Camera di Commercio

L’iscrizione è obbligatoria, in quanto ai fini fiscali la conduzione di campagne pubblicitarie rappresenta un’attività commerciale. Attività per la quale si è obbligati all’iscrizione presso il Registro delle Imprese della Camera di Commercio della provincia di residenza. L’iscrizione comporta il sostenimento dei diritti annuali, per circa 80 euro in caso di esercizio dell’attività in forma individuale.

Iscrizione alla Gestione Commercianti dell’Inps

L’esercizio di questa attività commerciale obbliga il blogger ad effettuare l’iscrizione alla Gestione commercianti dell’Inps. Si tratta di una gestione previdenziale obbligatoria, che prevede il pagamento di contributi fissi (per circa 4.800 euro annui), a prescindere dal reddito generato dall’attività, che coprono un reddito generato fino a circa 15.000 euro. Maggiori informazioni e approfondimenti su questo regime previdenziale potete trovarle in questo articolo dedicato: “Contributi INPS artigiani e commercianti“;

Tutti questi adempimenti, potranno essere assolti attraverso l’ausilio del tuo dottore Commercialista di fiducia a cui deciderai di rivolgerti e a cui potrai affidarti per la gestione dei tutti gli adempimenti fiscali.

Come funziona la gestione commercianti Inps?

Il problema maggiore che devono sopportare coloro che svolgono un’attività commerciale, come i blogger che percepiscono guadagni sul web, è rappresentato dai contributi fissi da versare alla gestione commercianti dell’Inps. Si tratta di contributi trimestrali fissi da versare ogni anno per oltre €. 3.800, che finiscono per scoraggiare la maggior parte dei soggetti interessati ad avviare questo tipo di attività.

Il rischio, principale, infatti è che i contributi da versare superino i guadagni sul web ottenuti nell’anno. Applicando il “Regime Forfettario“, è possibile superare, almeno in parte, questo tipo di problema. Infatti, i contribuenti che esercitano attività di impresa, possono chiedere la riduzione dei contributi dovuti alla gestione commercianti del 35%. In pratica sia i contributi fissi che gli eventuali contributi in percentuali dovuti annualmente potranno essere versati in misura ridotta, potendo beneficiare di una riduzione effettiva del 35%. Per esercitare questa facoltà è necessario effettuare una specifica richiesta. Tuttavia, l’unico inconveniente è dato dal fatto che la riduzione contributiva non consente di ottenere un’intera annualità contributiva. Ovvero, non si riuscirà a maturare un intero anno di contributi previdenziali ai fini pensionistici.

Un bel vantaggio questo, specialmente per i soggetti che percepiscono guadagni sul web di alcune centinaia di euro l’anno. Per poter beneficiare di questo particolare regime contributivo agevolato è necessario inviare all’Inps un’apposita comunicazione telematica in sede d’iscrizione. Oppure per coloro che sono già iscritti, entro il 28 febbraio dell’anno di decorrenza dell’agevolazione contributiva.

Per approfondire: “Regime forfettario e contributi Inps“.

Conclusioni e consulenza fiscale online

L’adempimento di obblighi burocratici e contabili, come la tenuta della contabilità, la fatturazione elettronica, la dichiarazione dei redditi, può essere oneroso, soprattutto senza un adeguato supporto professionale.

Come ti sei potuto accorgere l’argomento dei guadagni derivanti dalla gestione di un blog, da un punto di vista fiscale certamente non è semplice. Specialmente se si considera la moltitudine di informazioni non corrette che si trovano su internet (spesso scritte anche da non addetti ai lavori). Per questo motivo se intendi intraprendere seriamente l’attività di monetizzazione di un blog il consiglio che posso darti è quello di analizzare da subito le possibilità di monetizzazione anche sotto il profilo fiscale. Per questo motivo diventa fondamentale rivolgersi ad un dottore Commercialista esperte nel settore. Solo in questo modo, infatti, potrai avere la sicurezza di ricevere consigli certi e soprattutto potrai da subito individuare aspetti che possono portarti da subito a seguire la corretta strada per la gestione del tuo business online.

Se stai navigando nelle acque complesse della fiscalità legata al mondo del web, ricorda che non sei solo. Affrontare da soli le sfide fiscali può essere intimidatorio e complesso, specialmente in un ambito in rapida evoluzione come quello digitale. Per questo, ti invitiamo a considerare il valore di un servizio di consulenza fiscale online. Con l’aiuto di esperti qualificati, potrai ricevere consigli personalizzati, soluzioni su misura per la tua attività, e supporto nelle questioni fiscali più intricate. Che tu sia un nuovo imprenditore digitale, un freelance, o un operatore di e-commerce, la consulenza fiscale online può fornirti le chiavi per una gestione fiscale ottimale, aiutandoti a evitare errori costosi e a massimizzare le tue opportunità. Non esitare a far leva su questa risorsa preziosa per garantire la salute e la crescita della tua attività nel mondo digitale.

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    22 COMMENTI

    1. Buongiorno, nell’azienda dove lavoro sono in contratto di solidarietà e lavoro circa 2 gg al mese; poiché sono laureata in lingue e sono guida turistica autorizzata della mia città, vorrei sapere come regolarmi per futuri compensi riguardanti interpretariato e/o traduzioni, servizi di guida, tutoring linguistico on-line e se l’eventuale reddito percepito da tali prestazioni va a decurtare lo stipendio mensile derivato dalla solidarietà. Grazie con moto perpetuo se riuscirà a far capire a questa testa linguistica qualche nozione di contabilità/finanza e simili amenità .

    2. Salve,
      l’apertura di partita Iva per l’esercizio professionale della sua attività non influisce sui compensi derivanti dal contratto di solidarietà. L’unico aspetto da tenere presente è quello previdenziale. Fino a quando il reddito derivante dall’attività di lavoro autonomo con contratto di solidarietà sarà almeno il 51% dei suoi compensi non vi è obbligo di iscriversi alla gestione separata Inps. In caso contrario sarà obbligatoria l’iscrizione alla gestione Inps e al versamento dei relativi contributi. Se avesse bisogno di maggiori informazioni anche per un’eventuale apertura della partita Iva mi faccia sapere.

    3. Grazie per la velocità della risposta ma temo di non aver compreso bene: io non ho un lavoro autonomo con contratto di solidarietà; al momento sono dipendente. Il 51% a cui lei si riferisce, vale anche in questo caso?
      Stavo valutando se fosse il caso di aprire p. iva o fare ritenuta d’acconto perché all’inizio non è facile crearsi il giro e guadagnare da subito.

    4. Buon giorno, gestisco alcuni blog con il banner Adsense, quindi da come scritto nel post è un’attività continuativa con obbligo di aprire la partita IVA. Premetto che guadagno qualche centinaia di euro all’anno, in più scrivo per una testata giornalistica che mi paga mensilmente se raggiungo almeno le 50€. La mia domanda è: nel calcolo di tutte le entrate dovrei anche aggiungere i guadagni del lavoro in cui scrivo non per il mio blog? Infine, scegliendo il regime forfettario, dovrei in tutti i casi pagare sempre le famose 800€ annue inerenti alla partita IVA, oppure ne sarai esente? Grazie per la risposta.

    5. Salve,
      per la gestione dei banner pubblicitari sul proprio blog lei dovrebbe aprire partita Iva ed iscriversi alla gestione commercianti dell’Inps, che prevede il versamento di contributi fissi per circa €. 800 ogni tre mesi, questo a prescindere dal regime fiscale adottato (lei faceva cenno al regime forfettario). Per gestire entrambe le attività potrebbe o avere due codici attività nella partita Iva, uno legato ai ricavi dei banner pubblicitari e l’altro relativo ai guadagni della sua attività di scrittura. Altrimenti potrebbe tenere la partita Iva per la gestione dei banner e utilizzare ricevute per sfruttamento del diritto di autore, per i ricavi dalla sua attività di scrittura. Se è interessato a maggiori informazioni mi contatti pure in privato.

    6. Salve sono un lavoratore dipendente di un’azienda in contratto di solidarieta’, avendo molte tempo libero ho investito per comprare 5 veicoli e facendo una ditta individuale di autonoleggio ho aperto una p.i . Il gauadagno e’ bassissimo anzi sono piu’ le spese di bolli e assicurazioni sono in regola per il fisco e l’I.N.P.S.? Antonio

    7. Salve,
      per rispondere alla sua domanda dovrei sapere il suo regime fiscale. Sicuramente dovrebbe essere iscritto alla gestione commercianti dell’Inps, e tenuto al versamento dei contributi fissi. Senza altre informazioni è difficile entrare nel dettaglio.

    8. si sono iscritto e emetto fatture nel regime dei minimi. la mia domanda pero’ e ‘ che mi dicono che in cds non si puo’ aprire la partita iva e non si possono fare altre attivita’ . Non so se e’ vero o mi stanno dicendo cosi per farmi chiudere.

    9. Quello che le dicono è corretto, lei prima di iniziare l’attività avrebbe dovuto comunicare all’Inps l’inizio di una attività di lavoro autonomo. Se non lo ha fatto rischia di perdere il compenso percepito nel contratto di solidarietà.

    10. io, la mia attivita’ di autonoleggio la svolgo solo nei miei gironi di riposo che sono 4. in quanto la turnazione aziendale prevede 4 giorni di lavoro da 12 ore e 4 di riposo. per cui in cds non svolgo nessuna attivita’.

    11. Se lei svolge attività diverse da quella per la quale è in contratto di solidarietà, deve comunicarlo all’Inps, anche se effettua questa attività nei giorni di riposo rispetto all’altra.

    12. Salve, ho letto con interesse la discussione.
      Volevo porre una domanda: la collaborazione occasionale con limite di 30gg. non è stata abolita con il jobs act?

      grazie

      Barbara

    13. Salve,
      il jobs act non ha affatto cancellato le prestazioni di lavoro autonomo occasionale. Questo tipo di prestazioni sono ancora regolate dalle disposizioni di cui art. 2222 del c.c. e dall’articolo 67, comma 1, lettera h del Tuir, che disciplina le attività di lavoro autonomo non esercitate abitualmente e dall’Inps, il quale prevede l’obbligo di contribuzione alla gestione separata qualora si superino i €. 5.000 lordi annui. Il jobs act ha abrogato la Legge Biagi che disciplina le “collaborazioni occasionali”, che dovevano avere durata massima di 30gg annui per committente.

    14. Ciao Federico!
      Io sono lavoratrice dipendente con contratto a tempo indeterminato per uno studio professionale. Come mi devo comportare qualora debba essere pagata per la scrittura di un articolo che mi viene richiesto o per guadagni da banner in affiliazione zanox? Sono costretta ad aprire un partita Iva a regime fortettario o in questo caso avendo già un lavoro le cose sono differenti?
      Grazie mille!
      Buona giornata.

    15. Salve, i compensi percepiti per la stesura di articoli rientrano nella disciplina dello sfruttamento del diritto di autore, con una propria modalità di tassazione, mentre i guadagni derivanti dall’advertising, come le affiliazioni rappresentano un’attività di tipo commerciale, da esercitare con partita Iva. Naturalmente, per questo tipo di attività hai delle agevolazioni, che possono essere sia fiscali che contributive. Per saperlo bisogna analizzare più in dettaglio la tua situazione lavorativa attuale. Se sei interessata ad approfondire l’argomento ti ricontatto privatamente.

    16. Buonasera,
      Vediamo se ho capito bene:
      Se volessi sfruttare un blog amatoriale ponendoci dei banner/link di affiliazione (adsense e simili che promuovono i loro prodotti in cambio di una percentuale sulla vendita) debbo necessariamente aprire partita Iva in quanto il “lavoro” non sarebbe occasionale.
      So già che rientrerei nei requisiti del regime forfetario (da valutare poi l’inquadramento se professionista o commerciante e il codice ATECO appropriato).

      Il mio dubbio riguarda i contributi Inps sul regime forfetario 2017: è una cifra fissa o si basa sul fatturato annuo?

      Se, ipotizzando, guadagnassi 5000 euro l’anno, pagherei la % Inps per questa cifra o avrei delle spese fisse da dover sostenere sia che guadagni o meno.

      Grazie per il chiarimento.

    17. L’attività legata alla gestione dei banner pubblicitari o affiliazioni è sempre attività commerciale. Per quanto riguarda i contributi è obbligatoria l’iscrizione alla gestione commercianti dell’Inps che prevede il versamento di contributi fissi per circa €. 3.600 annui, che corrispondono a circa €. 15.000 di reddito annuo. Se si supera questo reddito ci sono altri contributi in percentuale da versare. Tuttavia il regime forfettario prevede una riduzione del 35% dei contributi dovuti.

    18. Buongiorno, quindi mi conferma che la frase presente nell’articolo:

      “Applicando il “Regime Forfettario“, è possibile superare questo tipo di problema, infatti, dal un punto di vista della contribuzione Inps questo regime permette di versare i contributi sulla base dei guadagni sul web effettivamente percepiti, con il vantaggio che i contributi sul reddito minimale non sono più dovuti. In pratica, i soggetti che scelgono di applicare il “Regime Forfettario“, non hanno più obblighi contributivi fissi, ma possono versare i contributi in base a quanto hanno effettivamente guadagnato. Un bel vantaggio questo, specialmente per i soggetti che percepiscono guadagni sul web di alcune centinaia di euro l’anno.”

      non è corretta? Perché dai commenti vedo che invece fa riferimento ai versamenti obbligatori (ridotti del 35% grazie al regime forfettario).

    19. E’ un refuso dell’articolo. Era il regime previgente, adesso si può ottenere solo una riduzione del 35% dei contributi fissi. Provvedo a correggere il refuso.

    20. Salve,
      e grazie per questa guida che finalmente fornisce informazioni chiare.
      Io ho un contratto a tempo indeterminato fulltime. Svolgendo attività online (consulente viaggio e altri incarichi online) da quanto leggo dovrei aprire P.Iva anche per il primo euro che guadagno. Per quanto riguarda i contributi invece, sarei sempre tenuto a pagarli? Sono completamente digiuno di queste informazioni e infatti prima di inziare una qualche altra attività online è meglio che mi informi bene, ma se in un mese mi vengono già pagati contributi dal mio datore di lavoro, io dovrei pagarne ulteriormente?
      graizie mille
      Francesco

    21. Con un contratto di lavoro a tempo pieno può ottenere l’esenzione dalla contribuzione INPS. Se vuole possiamo approfondire il discorso e predisporle una simulazione di reddito e guadagno netto.

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