Attraverso lo schema di atto, l’Amministrazione finanziaria informa il contribuente delle violazioni contestabili e dei motivi alla base della tesi erariale. Questa comunicazione preliminare, nell’ambito dell’accertamento tributario, consente al contribuente di esercitare il proprio diritto al contraddittorio, proponendo controdeduzioni prima dell’emissione dell’atto definitivo.
È una fase delicata, in cui ogni azione o omissione può influire significativamente sull’esito della procedura accertativa. Comprendere a fondo il significato e l’importanza dello di questo documento è essenziale per evitare errori e sanzioni inutili.
Indice degli Argomenti
Cos’’è lo schema di atto?
Lo schema di atto (art. 6-bis Legge n. 212/00) è una comunicazione preliminare che precede l’avviso di accertamento tributario, introdotta per garantire il principio del contraddittorio tra contribuente e Amministrazione Finanziaria. È un documento obbligatorio per la maggior parte degli atti impugnabili, con alcune eccezioni come gli atti automatizzati o di pronta liquidazione.
Al suo interno deve contenere il calcolo dell’imposta ritenuta evasa e le sanzioni irrogabili per le quali viene evidenziato il raffronto tra cumulo materiale e giuridico.
Questa fase assume un’importanza particolare perché rappresenta l’ultima opportunità per il contribuente di chiarire la propria posizione prima che venga emesso un atto definitivo. Si tratta di un documento che elenca le contestazioni e fornisce la possibilità di replicare con argomenti difensivi e prove documentali.
Elementi obbligatori
Lo schema di atto deve contenere dettagli chiari e specifici su:
- I motivi della pretesa fiscale;
- Le violazioni rilevate;
- I termini entro cui il contribuente può presentare controdeduzioni;
- Le conseguenze in caso di inerzia.
Tempistiche e scadenze
L’art. 6-bis della Legge n. 212/2000 regola il processo di notifica dello schema di atto, che deve:
- Essere inviato almeno 60 giorni prima dell’avviso di accertamento;
- Contenere tutti gli elementi utili al contribuente per formulare controdeduzioni.
Questa norma sancisce il diritto del contribuente a un dialogo preventivo con l’Amministrazione Finanziaria, in linea con il principio del contraddittorio, fondamentale nel nostro sistema tributario.
Tipologia di Dichiarazione | Scadenza notifica | Proroghe possibili |
---|---|---|
Presentata regolarmente | 31 dicembre del 5° anno successivo | Fino a 120 giorni |
Non presentata | 31 dicembre del 7° anno successivo | Fino a 120 giorni |
Le proroghe in caso di notifica a fine anno
Quando lo schema di atto viene notificato negli ultimi mesi dell’anno, la legge prevede delle proroghe. Ai sensi dell’art. 6-bis, se i termini di accertamento coincidono o si sovrappongono con i 60 giorni concessi per le deduzioni difensive, la scadenza viene posticipata al 120° giorno successivo alla scadenza del termine per le deduzioni. Questo meccanismo garantisce un margine temporale adeguato sia all’Amministrazione Finanziaria per esaminare le deduzioni, sia al contribuente per presentarle.
Esempio: Se la notifica dell’atto avviene il 15 dicembre, i 60 giorni scadranno il 13 febbraio dell’anno successivo, e il termine di decadenza per l’accertamento slitterà al 13 giugno di quell’anno.
Le possibili azioni del contribuente
Ricevere lo schema di atto non deve spaventare, ma va affrontato con tempestività e metodo. Ogni opzione disponibile per il contribuente ha implicazioni precise e richiede un’attenta analisi della situazione fiscale. Il mio consiglio è quello di valutare sempre la situazione con l’ausilio di un Dottore commercialista esperto, ed anche con un legale che si occupi di diritto tributario (al termine dell’articolo il riferimento al nostro servizio di assistenza).
Le possibili azioni che il contribuente può intraprendere possono essere così riassunte:
- Le osservazioni (c.d. controdeduzioni);
- L’adesione
- Il ravvedimento
Presentare le osservazioni (controdeduzioni)
La prima opzione per il contribuente è quello di presentare delle controdeduzioni, rispetto alle motivazioni dell’atto. Il termine di presentazione è di 60 giorni dalla notifica dell’atto. Questo passo è fondamentale per contrastare le contestazioni formulate dall’Agenzia delle Entrate.
Le controdeduzioni consistono in una risposta formale, ben documentata, che mira a confutare le pretese contenute nello schema di atto. Esse possono riguardare sia errori materiali, sia questioni di merito. La predisposizione di questo documento è importante, in quanto consente di far sapere, da subito, la posizione del contribuente nei confronti delle pretese dell’Amministrazione finanziaria. La cosa principale da valutare è che queste indicazioni devono essere poi corroborate da:
- Documentazione probatoria: Ricevute, fatture, contratti, e qualsiasi prova idonea a supportare la posizione del contribuente;
- Argomentazioni tecniche e giuridiche: Richiamo alle normative vigenti, giurisprudenza favorevole o interpretazioni corrette delle norme fiscali;
- Chiarimenti dettagliati: Spiegazione di eventuali errori nella dichiarazione, chiarimenti su operazioni complesse o dati contestati.
In questa ipotesi l’eventuale successivo atto impositivo (i cui termini di notifica sono quelli decadenziali) deve tenere conto delle osservazioni del contribuente e contenere motivazioni rispetto a quanto non accolto. Nel caso in cui, invece, le osservazioni fossero accolte, l’ufficio dispone l’archiviazione della posizione del contribuente.
Esempio pratico
Supponiamo che l’Agenzia delle Entrate contesti un conto corrente estero detenuto in paese black list e mai dichiarato. In questo caso, la pretesa deriva dalla violazione delle normative sul monitoraggio fiscale e dalle presunzioni legate ai redditi.
Il contribuente, in questo caso, può presentare una controdeduzione spiegando la propria situazione. Ad esempio, il caso potrebbe essere quello di:
- Un funzionario che opera per organizzazioni internazionali e che, come tale, gode di esenzione da tassazione dei redditi e dal monitoraggio fiscale per il conto corrente utilizzato per la sua attività;
- Che la dichiarazione dei redditi non è stata presentata perché non vi erano altri redditi da dichiarare.
- Argomentazioni giuridiche che confermino l’inerenza delle spese all’attività svolta.
Se le controdeduzioni vengono accettate, l’accertamento può essere annullato o ridotto. Nell’esempio l’accertamento potrebbe essere ridotto per ricomprendere solo l’IVAFE dovuta.
Istanza di adesione
Una seconda opzione da valutare è quella dell’adesione all’atto. Si tratta dell’opzione da prendere in considerazione quanto si riconosce in parte la validità delle contestazioni ma vuole evitare un contenzioso lungo e costoso. La procedura di opzione, deve avvenire entro 30 giorni dalla notifica dello schema di atto. L’adesione può avvenire:
- Senza osservazioni: Il contribuente può formulare istanza di accertamento con adesione. L’ufficio, nei successivi 15 giorni formulerà l’invito a comparire per l’instaurazione del contraddittorio. In caso di mancata partecipazione del contribuente o di mancata definizione il contribuente non potrà più presentare istanza di adesione una volta ricevuto l’atto impositivo. Se l’istanza di adesione non viene richiesta in questa fase, resta comunque salva la possibilità di attivarla una volta ricevuto l’atto impositivo (in questo caso nei 15 giorni successivi alla notifica);
- Post osservazioni: Nel caso in cui il contribuente abbia preventivamente presentato osservazioni, una volta esaminate dall’ufficio potrebbero emergere i presupposto per un’adesione. In questo caso, le parti di comune accordo potrebbero avviare questa fase.
I vantaggi dell’istanza di adesione sono legati alla riduzione delle sanzioni, fino a 1/3 del minimo previsto dalla legge per la violazione/i contestata.
Esempio pratico
Immaginiamo una contestazione per redditi esteri non dichiarati per 50.000 euro, con sanzioni pari al 120% (60.000 euro). Se richiede l’accertamento con adesione e raggiunge un accordo:
- I ricavi accertati potrebbero ridursi a 35.000 euro, spiegando le ragioni della parziale esenzione;
- La sanzione ridotta al 40% ammonta a 20.000 euro.
- Risultato: risparmio significativo e risoluzione della controversia.
Il ravvedimento operoso
Se il contribuente riconosce integralmente la validità delle contestazioni e desidera sanare la propria posizione in maniera rapida e conveniente, può avvalersi del ravvedimento operoso. Questa procedura, consente di regolarizzare le violazioni fiscali con il pagamento di sanzioni ridotte e degli interessi. Il vantaggio di questo strumento è quello di poter intervenire in autonomia, andando a sanare la situazione di irregolarità, beneficiando di sanzioni ridotte in modo più vantaggioso rispetto a quelle applicabili in caso di intervento dell’Amministrazione finanziaria.
In linea generale, fino all’emissione dell’atto impositivo, quindi anche successivamente alla notifica dello schema d’atto, ed a prescindere dalla presentazione di osservazioni, è sempre possibile ravvedere le irregolarità contestate.
Procedura da seguire
L’applicazione del ravvedimento operoso passa attraverso la presentazione della dichiarazione dei redditi integrativa dell’anno contestato, andando a correggere gli errori rilevati. Le fasi da seguire riguardano:
- Calcolo dell’importo dovuto, inclusivo di imposta, sanzione ridotta e interessi:
- Pagamento tramite modello F24 con i codici tributo appropriati;
- Conservazione della quietanza di pagamento come prova della regolarizzazione.
Esempio pratico
Un contribuente riceve uno schema di atto per un’imposta evasa di 10.000 euro:
- Sanzione minima: 90% = 9.000 euro.
- Con ravvedimento (1/6), la sanzione si riduce a 1.500 euro.
- Importo totale dovuto: 10.000 euro (imposta) + 1.5500 euro (sanzione) + interessi calcolati.
Il ravvedimento operoso è particolarmente vantaggioso quando il contribuente vuole evitare ulteriori sanzioni e chiudere la pendenza rapidamente.
Richiesta all’Ufficio per accedere agli atti
Deve essere evidenziato che il contribuente, entro i 60 giorni dalla notifica dello schema d’atto ha la possibilità di presentare richiesta all’Ufficio per accedere ed ottenere copia degli atti del fascicolo. Questa possibilità è utile al fine di poter valutare con maggiore cognizione la propria posizione rispetto a quanto previsto dalle Entrate.
Considerazioni finali e servizio di assistenza fiscale online
Ogni opzione possibile quando si riceve lo schema di atto deve essere valutata con attenzione in base alla situazione specifica del contribuente. Presentare controdeduzioni è la scelta ideale quando si possiedono prove solide per contestare le pretese fiscali. Richiedere l’accertamento con adesione è consigliato per chi cerca un accordo rapido e conveniente. Infine, il ravvedimento operoso è la soluzione più vantaggiosa quando si vuole sanare la posizione senza ulteriori complicazioni.
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