Gli scatti di anzianità o aumenti periodici di anzianità sono un elemento della retribuzione che varia in base all’anzianità in azienda del lavoratore. L’anzianità decorre dall’inizio del contratto e prosegue sino alla sua cessazione. Ogni scatto determina un aumento della retribuzione in busta paga.
Gli aumenti periodici sono stabiliti dalla contrattazione collettiva nazionale, la quale indica il termine e il numero massimo degli scatti di cui il lavoratore ha diritto nel corso del rapporto di lavoro. Si tratta di una forma di gratificazione che viene concessa al lavoratore, dove l’azienda riconosce un aumento in busta paga, come previsto dai Ccnl, in funzione della durata della prestazione del lavoratore presso la stessa azienda. Ogni contratto collettivo applicato prevede la maturazione dell’anzianità di servizio ogni due, tre o quattro anni.
Possiamo dire che gli scatti generalmente vanno da 5 a 15 scatti con una maturazione che varia in base al tipo di contratto applicato per settore produttivo.
Indice degli Argomenti
- La formazione del lavoratore e gli scatti di anzianità
- Passaggio di qualifica e assorbimento dello scatto
- Contratto di lavoro part-time e full-time
- Disciplina nei Contratti collettivi nazionali
- Quanto aumenta lo stipendio con lo scatto di anzianità
- Mancato riconoscimento degli scatti di anzianità
- Scatti e livello di inquadramento nel Ccnl commercio
- Gli scatti di anzianità sono lordi?
- Quando si perdono gli scatti di anzianità?
- Conclusioni
- Domande frequenti
La formazione del lavoratore e gli scatti di anzianità
Pensare che un lavoratore presti il suo servizio nella medesima azienda per molti anni significa poter maturare un grado di professionalità elevato ed una formazione che non riuscirebbe ad avere un lavoratore alle prime armi. Questo significa che quel lavoratore potrebbe aver maturato esperienze tali, da poter decidere per sua volontà o per richiesta di altri datori di lavoro, di poter accettare forme di lavoro più vantaggiose, con contratti più vantaggiosi.
Godrebbe di una richiesta di mercato, a seguito degli anni di prestazioni maturate nel proprio settore lavorativo. Ecco perché è giusto agevolare i lavoratori che restano in azienda, che sono professionalmente competenti e risultano essere pilastri per l’azienda stessa.
Un lavoratore gratificato sarà un ottimo elemento per l’azienda, aumenterà la propria performance e conseguentemente ci sarà un vantaggio in termini economici anche per l’azienda stessa.
Negli obiettivi aziendali, garantire gli scatti di anzianità ai propri lavoratori, rappresenta un investimento a lungo termine per l’azienda, il quale godrà della stabilità e fidelizzazione del lavoratore per molti anni. Un costo attuale che rappresenta una forma di investimento futura.
Leggere gli scatti in busta paga
Nella busta paga, è possibile verificare la maturazione degli scatti, in modo tale da poter chiedere informazioni al proprio datore di lavoro, nel caso in cui essi non figurassero nel cedolino paga. In ogni busta paga viene riportato, l’anno di assunzione e l’anno di maturazione degli scatti con la possibilità di poter determinare, a seconda del tipo di contratto settoriale applicato, da quando inizia a figurare l’aumento vero e proprio in busta paga.
Deve essere evidenziato che gli scatti spettano se il rapporto di lavoro è continuativo presso il solito datore di lavoro. Non è possibile cumulare l’anzianità di servizio con datori di lavoro diversi, ai fini del calcolo della retribuzione. La busta paga, quindi, permette di verificare il rispetto delle regole legate alla retribuzione del lavoratore ed ai suoi diritti spettanti. Gli scatti, sono considerati un diritto per il lavoratore a seguito della prestazione lavorativa prestata presso il solito datore di lavoro.
Esclusione dall’applicazione dell’anzianità di servizio
Sono considerati esclusi dal calcolo degli scatti di anzianità i seguenti lavoratori assunti con contratto diverso da quello subordinato:
- Collaboratori coordinati e continuativi;
- Autonomi;
- Tirocinanti e stagisti.
Gli scatti di anzianità sono obbligatori?
Nel settore privato, la presenza e la modalità di applicazione degli scatti di anzianità dipendono strettamente dal contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL). Questo, infatti, è il documento ufficiale che regola i rapporti di lavoro nella specifica categoria o azienda. Non tutti i contratti prevedono scatti automatici di anzianità. Questi, in alcuni casi, possono essere legati al raggiungimento di specifici obiettivi di performance oltre che alla semplice anzianità.
Deve essere evidenziato che è importante leggere sul contratto collettivo la periodicità di applicazione degli scatti, il loro ammontare ed il numero massimo fruibile.
Passaggio di qualifica e assorbimento dello scatto
La regola generale prevede che in caso di passaggio ad una qualifica superiore, lo scatto di anzianità venga assorbito dal nuovo aumento, evitando un doppio aumento in busta paga. Qualora lo scatto venga assorbito dal passaggio di livello superiore, può accadere che la retribuzione sia sostanzialmente di pari importo, oppure che essa sia inferiore a causa dell’assorbimento.
In tal caso è opportuno per il datore di lavoro introdurre un superminimo in busta paga al fine di poter garantire nuovamente al lavoratore, la paga spettante. Questo per evitare di violare il principio della irriducibilità della retribuzione.
Contratto di lavoro part-time e full-time
Gli scatti di anzianità vengono conseguiti da tutti i lavoratori, sia essi lavoratori part-time che lavoratori full-time. Non vi è esclusione o discriminazione per il montante di ore prestate in azienda, si tratta comunque di un lavoratore che ha prestato la propria attività lavorativa per un lungo lasso di periodo e per il quale sono previsti, gli scatti come da Ccnl.
L’unica discriminante è che gli scatti in un contratto di lavoro part time vengono riproporzionati sulla base della prestazione lavorativa. Il principio di proporzionalità è principio cardine che viene utilizzato in molti aspetti legati al lavoro part-time, contrapposto al full-time.
Inoltre, lo scatto è incluso nel calcolo degli straordinari lavorativi, nel lavoro festivo e nella retribuzione spettante per ferie, malattia e permessi retribuiti. Inoltre, esso è incluso anche nel calcolo della tredicesima e della quattordicesima mensilità e nel calcolo del trattamento di fine rapporto (TFR).
Disciplina nei Contratti collettivi nazionali
Ogni Ccnl individua il lasso di tempo necessario per conseguire uno scatto e quindi un aumento nel cedolino paga.
Ad esempio il contratto del commercio prevede dieci scatti triennali, ovvero ogni 3 anni si ha uno scatto per un totale massimo di 10 anni. Solitamente il tempo inizia a decorrere dalla data di assunzione. Per cui nel Ccnl del commercio chi è stato assunto ad esempio a Marzo 2024 maturerà il primo scatto a Marzo 2027, il lavoratore dovrà prestare attenzione a quanto sarà riportato nel cedolino paga. L’ultimo scatto utile, se resterà per così tanto in azienda sarà nell’anno 2054.
Ricordiamo che ogni contratto collettivo nazionale ha la propria autonoma disciplina in merito e l’esempio sopra riportato fa riferimento ad un contratto del commercio. In assenza di disposizioni specifiche nei CCNL, può essere possibile negoziare incrementi basati sull’anzianità direttamente con il datore di lavoro.
Quanto aumenta lo stipendio con lo scatto di anzianità
Il valore dello scatto è rappresentato dal 4% della paga minima contrattuale prevista per ogni contratto. Per cui per verificare che lo scatto sia stato applicato in busta è necessario verificare che la somma dello stipendio base, dell’indennità di contingenza e di eventuali terzi elementi, più il 4% della paga minima contrattuale siano presenti nel cedolino paga.
Assenze dal posto di lavoro
Gli scatti di anzianità maturano anche in caso di malattia, ferie, infortuni, congedi e aspettative. Per cui il lavoratore non perde il diritto alla maturazione degli scatti nei casi sopra indicati. Vige il diritto alla maturazione degli scatti per i lavoratori in aspettativa non retribuita, i quali devono esercitare funzioni di carattere pubblico, il periodo di tempo previsto viene considerati utile ai fini dell’attività svolta, per cui ricorre il riconoscimento alla maturazione degli scatti
Gli scatti maturano anche a seguito dei periodi trascorsi in cassa integrazione guadagni, si pensi al periodo Covid-19 dove moltissime aziende, si sono ritrovate a utilizzare la cassa integrazioni, molte aziende per la prima volta, e altrettanti lavoratori che per la prima volta si sono visti applicare una periodo di cassa integrazione guadagni, sapendo che non andava comunque perso il diritto alla maturazione dell’anzianità di servizio.
Mancato riconoscimento degli scatti di anzianità
Se gli scatti non vengono pagati in busta paga, il lavoratore ha la possibilità contattare il datore di lavoro ai fini di richiedere spiegazioni in merito. Infatti, il riconoscimento dello scatto di anzianità è un diritto del lavoratore. In particolare, il lavoratore deve entrare in contatto con l’ufficio delle risorse umane. Questo, al fine di verificare la presenza o meno di questo elemento nel cedolino paga.
Qualora, invece, il comportamento del datore di lavoro sia negligente oppure voluto, le cose cambiano. In questo caso il lavoratore ha la possibilità di rivolgersi al sindacato, ad un consulente del lavoro o un legale. Questo al fine di poter valutare tutte le azioni da intraprendere nei confronti del datore di lavoro. L’obiettivo è il riconoscimento di un proprio diritto.
Scatti e livello di inquadramento nel Ccnl commercio
Riportiamo di seguito gli scatti previsti per ogni livello di inquadramento:
- Quadro: 25,46 euro
- I livello: 24,84 euro
- II livello: 22,83 euro
- III livello: 21,95 euro
- IV livello: 20,66 euro
- V livello: 20,30 euro
- VI livello: 19,73 euro
- VII livello: 19,47 euro
È possibile verificare gli importi calcolati, nel proprio cedolino, prendendo in considerazione il periodo di assunzione verificando che sia stato applicato, al momento dello scatto, il 4% della paga minima contrattuale.
Gli scatti di anzianità sono lordi?
Gli scatti di anzianità, come la maggior parte delle componenti della retribuzione di un lavoratore, sono considerati parte del salario lordo. Questo significa che sull’importo di questo elemento della retribuzione lorda devono essere calcolate le imposte e i contributi previdenziali prima di arrivare al netto. Ovvero, l’importo che il lavoratore effettivamente riceve nella propria busta paga. Ecco come funziona:
- Determinazione del reddito lordo del lavoratore dipendente. Questo può essere composto da varie voci, come le seguenti:
- Salario base: La parte fissa del salario, determinata spesso dal livello o dal grado occupazionale del lavoratore all’interno dell’azienda;
- Scatto di anzianità: Incrementi automatici che vengono aggiunti al salario base in base agli anni di servizio. Questi sono cumulativi e periodicamente aggiunti al salario base lordo;
- Altri elementi: Possono includere bonus, indennità, premi di produzione, e altri tipi di compensi variabili;
- Determinazione dell’importo delle imposte sui redditi e dei contributi previdenziali a carico del lavoratore dipendente:
- Contributi previdenziali: Una percentuale del reddito lordo, è destinata ai contributi previdenziali. Questi contributi sono versati sia dal lavoratore che dal datore di lavoro e sono calcolati sul totale del salario lordo;
- Imposte sui redditi: Il reddito lordo è soggetti a tassazione IRPEF del lavoratore. L’aliquota di tassazione IRPEF applicata dipenderà dal livello di reddito totale, inclusi gli scatti.
Calcolo scatti di anzianità
Supponiamo che un lavoratore abbia un salario base di €. 2,000 al mese e riceva uno scatto di anzianità di €. 100 ogni due anni. Quando questo scatto è attivo, il suo salario lordo diventa €. 2,100 al mese. Su questo importo saranno calcolati sia i contributi previdenziali (per esempio al 10%, quindi €. 210) sia le imposte sul reddito (dipendenti dalla fascia di reddito, per esempio al 35%, calcolate sul netto dei contributi).
Quando si perdono gli scatti di anzianità?
Gli scatti di anzianità si perdono ogni volta che si cambia datore di lavoro. In questo caso, l’anzianità di servizio riparte da zero (e quindi i relativi scatti). Questi, infatti, vengono ricalcolati di nuovo partendo dalla data di assunzione da parte del nuovo datore lavoro. Anche in caso di riassunzione non è garantito che vengano riconosciuta l’anzianità pregressa. In questo caso è importante la contrattazione con il datore di lavoro.
Non è infrequente che il lavoratore al momento del cambiamento di datore di lavoro richieda che vengano presi in considerazione nella determinazione del suo reddito gli scatti precedentemente maturati dal datore di lavoro precedente. Ovviamente, tutto dipende anche in questo caso dalla contrattazione con il datore di lavoro. Questi, ovviamente, non ha la possibilità di riapplicare gli scatti, ma eventualmente può tenerli in considerazione applicando un superminimo salariale. Tuttavia, attenzione al fatto che il superminimo potrebbe essere riassorbibile. Nel caso eventuali futuri aumenti del salario base potrebbero prevedere il riassorbimento dell’importo del superminimo erogato. Anche in questo caso è importante concordare bene con il datore di lavoro e leggere correttamente la propria busta paga per evitare sorprese.
Conclusioni
L’applicazione dell’anzianità di servizio come elemento della propria busta paga deve essere analizzato in relazione a quanto previsto dal proprio Contratto collettivo nazionale. Inoltre, è importante anche saper leggere bene la propria busta paga per individuare se vi sono elementi variabili come gli scatti e l’importo previsto. In caso di dubbi sulla propria situazione può essere di aiuto rivolgersi ad un sindacato, oppure ad un professionista esperto, come ad esempio un consulente del lavoro o un avvocato giuslavorista. Infatti, nel caso in cui il datore di lavoro non applichi correttamente questa voce in busta è possibile intervenire.
Domande frequenti
Solo i lavoratori che sono coperti da un contratto collettivo che li prevede ne hanno diritto. Inoltre, talvolta, possono essere previste condizioni specifiche come la performance del lavoratore o la situazione economica dell’azienda.
Generalmente no. Se questo è previsto dal contratto collettivo, non è possibile rinunciare unilateralmente a tale diritto. Questo a meno che non vi sia una negoziazione collettiva o accordi specifici che modifichino il contratto.
Lo scatto è un elemento della busta paga che aumenta il salario lordo, influenzando anche la base di calcolo dei contributi previdenziali. Pertanto, può esserci un impatto sul calcolo della pensione, risultando in un importo maggiore dovuto all’aumento dei contributi versati nel tempo.
Puoi verificare il tuo contratto di lavoro o il contratto collettivo nazionale di categoria applicabile per vedere se e come sono previsti. In alternativa, potresti discuterne con il tuo rappresentante sindacale o con l’ufficio risorse umane della tua azienda.