La Certificazione Unica provvisoria è un documento che permette al lavoratore di dare al nuovo datore di lavoro alcune informazioni importanti, utili in fase di dichiarazione. Tramite questo documento è possibile effettuare il conguaglio delle ritenute in busta paga ed evitare di dover presentare la dichiarazione dei redditi in caso di cambiamento di datore di lavoro (e quindi più CU in corso d’anno).

Se nello stesso anno si decide di cambiare lavoro, ci sono diverse conseguenze di cui tenere conto a livello fiscale. Per esempio, il lavoratore è tenuto a presentare la dichiarazione dei redditi completa, che riporti i guadagni percepiti durante l’anno da entrambi i datori di lavoro.

Per presentare la dichiarazione dei redditi, il lavoratore ha la necessità di ricevere la Certificazione Unica (CU), ovvero un documento che viene consegnato dal datore di lavoro, e che il lavoratore deve presentare all’intermediario che si occupa di redigere la dichiarazione dei redditi, o in alternativa lo utilizza in autonomia tramite il portale dell’Agenzia delle Entrate.

Nel caso di cambio di lavoro, è importante anche sapere che è possibile richiedere la CU provvisoria al datore di lavoro precedente. Il datore ha 12 giorni di tempo per consegnarla al lavoratore, che a sua volta lo potrà consegnare al nuovo datore di lavoro. In questo caso il nuovo datore di lavoro ha la possibilità di effettuare il conguaglio delle ritenute, evitando così al lavoratore dipendente di pagare somme aggiuntive nel momento della presentazione della dichiarazione con Modello 730. Vediamo nel dettaglio come funziona.

Cos’è la Certificazione Unica

Prima di vedere nel dettaglio come funziona la CU provvisoria nel caso di cambio di lavoro, vediamo cos’è e a cosa serve la Certificazione Unica. Si tratta di un documento specifico per ogni lavoratore, che viene ogni anno consegnato dal datore di lavoro ai propri lavoratori dipendenti. Questo documento è fondamentale per poter fare la dichiarazione dei redditi, che contiene tutte le informazioni sui redditi percepiti dal lavoratore e sulle ritenute fiscali subite. Ricordiamo che sono i datori di lavoro a versare allo stato ogni anno le tasse per conto del lavoratore, tuttavia è il lavoratore che deve obbligatoriamente presentare ogni anno la dichiarazione dei redditi relativamente all’anno precedente.

La Certificazione Unica permette di avere a disposizione tutte le informazioni necessarie a presentare correttamente la dichiarazione, tramite modello 730. Per questo motivo è fondamentale per il lavoratore prestare attenzione a ricevere correttamente la CU. In mancanza di tale documento, il lavoratore deve necessariamente richiederlo al datore di lavoro.

Non tutti sanno che è possibile richiedere la Certificazione Unica a entrambi i datori di lavoro, nel caso in cui durante l’anno si scelga di cambiare lavoro. In particolare, esiste una CU provvisoria che può essere richiesta dal lavoratore al datore precedente, e ci sono alcuni vantaggi nel presentare questa richiesta e nel fornire il documento al nuovo datore di lavoro.

Cos’è la Certificazione unica provvisoria?

È un documento che consente al lavoratore di fornire al nuovo datore di lavoro informazioni come redditi percepiti e ritenute subite nella precedente parte dell’anno. In questo modo il nuovo datore di lavoro può effettuare il conguaglio delle ritenute. In questo modo, in molti casi, il contribuente non deve intervenire in sede dichiarativa.

La Certificazione Unica provvisoria è un documento che permette al lavoratore di dare al nuovo datore di lavoro alcune informazioni importanti, utili in fase di dichiarazione. La CU provvisoria infatti consente di comunicare nel dettaglio le seguenti informazioni:

  • Redditi percepiti precedentemente nell’anno;
  • Contributi versati dal lavoratore nel lavoro precedente;
  • Tassazione versata per conto del lavoratore;
  • Informazioni sul TFR e sulle tasse applicate su queste cifre.

La CU provvisoria può essere consegnata dal vecchio datore di lavoro, oppure richiesta dal lavoratore stesso quando decide di cambiare azienda. Solitamente questo documento viene consegnato entro il 7 marzo dell’anno successivo all’anno in cui il lavoratore riceve i redditi. Tuttavia se il lavoratore procede a richiedere al vecchio datore di lavoro la CU provvisoria, questo ha 12 giorni di tempo massimo per inviarla al lavoratore, in modo che quest’ultimo possa disporne e consegnare il documento al nuovo datore di lavoro.

Tieni presente che in linea generale, una mancata consegna della Certificazione Unica da parte dei datori di lavoro, può essere denunciata all’Agenzia delle Entrate, e i datori possono trovarsi nella situazione di dover pagare diverse sanzioni in denaro a causa della mancanza.

Vantaggi della CU provvisoria per il lavoratore: il conguaglio IRPEF

Chiedere la CU provvisoria ha alcuni vantaggi importanti, sia per i datori di lavoro che per i lavoratori stessi. In particolare, tramite la presentazione di questo documento al nuovo datore di lavoro, quest’ultimo può conoscere tutte le informazioni utili sul lavoratore, sui redditi e sui versamenti delle imposte.

Il secondo vantaggio è rivolto al lavoratore stesso: chi cambia lavoro, è obbligato a dichiarare i redditi percepiti da entrambi i lavori, e questo può comportare facilmente la necessità di versare una quantità maggiore di imposte IRPEF. Un lavoratore che cambia lavoro due o tre volte durante l’anno, può trovarsi nella spiacevole situazione di dover versare l’IRPEF in un unico momento, tutto insieme. Risulta possibile però chiedere il conguaglio delle imposte, in modo da versare le stesse mese per mese.

Il nuovo datore di lavoro, in possesso del CU provvisorio che arriva dal vecchio rapporto di lavoro del dipendente, può rilevare quali imposte sono state applicate precedentemente, e procedere con il conguaglio a fine anno. In questo modo il datore di lavoro può suddividere il pagamento di tutte le imposte a carico del lavoratore mese per mese, per evitare un versamento unico a carico del lavoratore.

In questo modo quindi, tramite conguaglio delle imposte (IRPEF, addizionale regionale e comunale), il lavoratore evita di dover pagare somme importanti nel momento in cui procede con la presentazione della dichiarazione dei redditi tramite Modello 730. Se quindi hai cambiato lavoro nel corso dell’anno, il consiglio è quello di chiedere la CU provvisoria al datore precedente, e consegnarla il prima possibile al nuovo datore di lavoro. In questo modo, attraverso l’effettuazione delle operazioni di conguaglio il “nuovo” datore di lavoro potrà applicare sullo stipendio percepito l’aliquota IRPEF marginale (tenendo in considerazione il reddito percepito dal precedente datore di lavoro). In questo modo il lavoratore evita di dover versare imposte legate al conguaglio in sede di successiva presentazione della dichiarazione dei redditi.

Cosa accade se svolgi due lavori

Un’altra situazione che può presentarsi è che lo stesso lavoratore svolga due lavori come dipendente in contemporanea. Può trattarsi ad esempio di due lavori part-time, o situazioni similari. Anche in questo caso, il dipendente è tenuto una volta all’anno a dichiarare tutti i redditi percepiti, da entrambi i lavori.

Nel caso in cui vengano svolte due attività lavorative in contemporanea, non è possibile chiedere un conguaglio delle imposte, come visto prima. Tuttavia è necessario informare i datori di lavoro della sussistenza dell’altra attività, sia per una trasparenza contrattuale (per alcuni lavori è esclusa la possibilità di svolgere altre mansioni per altre aziende), che per eventuali situazioni di concorrenza, ma anche per le imposte.

In questo caso, tuttavia, il lavoratore riceverà due modelli CU distinti, e deve accertarsi che questo avvenga. Le due certificazioni uniche saranno utili al fine di dichiarare i guadagni percepiti nel totale in dichiarazione dei redditi. Il problema, in questi casi, è che ogni datore di lavoro ha applicato l’IRPEF partendo dall’aliquota più bassa, ma sommando i due redditi il lavoratore andrà ad avere un’aliquota marginale più elevata rispetto a quelle applicate in busta paga, con un saldo di imposta da versare in dichiarazione dei redditi. Questo aspetto, quindi, è importante che sia conosciuto e valutato attentamente dal lavoratore.

Proviamo a chiarire questo aspetto con un esempio pratico. Ipotizziamo un soggetto che percepisce un reddito imponibile di 15.000 euro nell’anno, su cui sono state applicate le ordinarie aliquote IRPEF da parte del datore di lavoro (per 3.450 euro). Ipotizziamo che lo stesso soggetto svolga, nelle ore libere, una seconda attività per ulteriori 13.000 euro. Anche in questo caso il datore ha applicato le aliquote IRPEF, partendo da quella più basse del 23% (per 2.990). In dichiarazione dei redditi il lavoratore è tenuto a sommare i due redditi, per 28.000 euro. Su tale importo viene applicata l’IRPEF (dove i primi 15.000 euro sono tassati al 23% ma i secondi 13.000 euro passano allo scaglione successivo con aliquota 27%). La tassazione complessiva si attesta a 6.960 (3.450 + 3.510). Pertanto il lavoratore è chiamato a versare parte della tassazione in dichiarazione, ovvero 520 euro (6.440 – 6.960). Pertanto, quando si svolgono più attività lavorative contemporaneamente è importante valutare bene la propria situazione per arrivare preparati alla dichiarazione dei redditi.

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