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Regime dei minimi: come funziona e passaggio al forfettario

Fisco NazionaleProfessioniRegime dei minimi: come funziona e passaggio al forfettario

Importante:
Tieni presente che quanto leggerai in questa guida rappresenta un regime fiscale a cui non è più possibile accedere dal 2016. Rimane in vigore solo per i contribuenti che hanno aderito al regime fino al compimento del loro 35esimo anno di età.

Cos’è il regime dei minimi

Il c.d. “regime dei minimi” è un regime fiscale per le partite Iva individuali che svolgono attività di lavoro autonomo (professionale o di impresa). Questo regime fiscale è stato introdotto dalla Legge n. 244/2007. Tale regime è stato “trasformato” nel regime di vantaggio per l’imprenditoria giovanile ad opera del D.L. n. 98/2011, con l’introduzione di ulteriori condizioni d’accesso legate alla novità dell’attività intrapresa. Il regime è stato soppresso dalla Legge n. 190/14 di istituzione del regime forfettario. Attualmente, questo regime fiscale rimane in vigore in via residuale soltanto per chi vi ha aderito prima della sua soppressione in quanto può mantenerlo fino al compimento dei 35 anni.

Chi può applicarlo

Il regime, disciplinato dall’art. 27 co. 1, 2 e 7 del D.L. n. 98/11, è stato successivamente abrogato dalla Legge n. 190/14, norma istitutiva del regime forfettario. Attualmente, il regime risulta ancora utilizzabile a favore dei soggetti che lo avevano scelto, in sede di inizio attività, entro il 31.12.2015. Tale regime può continuare ad essere applicato a condizione che, al contempo:

  • Siano rispettati determinati requisiti (ad esempio, ricavi e compensi contenuti entro 30.000,00 euro, beni strumentali posseduti nel triennio precedente non superiori a 15.000,00 euro);
  • Non si verifichino specifiche circostanze ostative (ad esempio, trasferimento della residenza all’estero).

Il regime fiscale in commento risulta essere applicabile per un periodo limitato, ovvero per il primo quinquennio dell’attività, oppure anche oltre detto quinquennio, fino al compimento del trentacinquesimo anno di età dell’imprenditore o del lavoratore autonomo.

Il reddito d’impresa o di lavoro autonomo è:

  • Determinato con modalità analitiche;
  • Tassato con imposta sostitutiva pari al 5%.

L’imprenditore o il lavoratore autonomo che applica il regime è escluso da studi di settore e parametri contabili, IRAP e Iva.

Differenze con il regime forfettario

Se stai leggendo questo articolo molto probabilmente stai applicando il regime dei minimi e sei interessato a capire se puoi passare al regime forfettario. Entrambi questi regimi fiscali agevolati presentano dei punti in comune, ma anche delle differenze molto importanti. Per questo motivo, al fine di aiutarti ad effettuare le tue scelte andiamo a vedere le principali differenze tra questi due regimi fiscali riepilogate nella tabella seguente.

CondizioneRegime dei minimiRegime forfettario
Limiti di fatturato annui30.000 euro85.000 euro
Utilizzo beni strumentali (1)15.000 euro per ogni triennio. Il costo è deducibile dal redditoNon vi sono limiti all’acquisto di beni strumentali
Utilizzo di collaboratoriNon è prevista la possibilità di avere dei collaboratori subordinati, parasubordinati o autonomiPrevede la possibilità di avere dei collaboratori rimanendo nei limiti del compenso lordo annuo di 20.000 euro
Vendite extra-UENon permette la vendita al di fuori dell’Unione EuropeaÈ possibile effettuare esportazioni e vendere i propri prodotti in tutto il mondo senza limitazioni.
Limite di applicazione– 5 anni per chi, al momento dell’adesione aveva più di 35 anni;
– Gli anni che mancano al compimento dei 35 per chi al momento dell’adesione aveva meno di 35 anni.
Non è previsto alcun limite temporale per la sua applicazione (nel rispetto dei requisiti di permanenza)
Determinazione del reddito imponibileI costi legati all’attività vengono individuati sulla base della documentazione delle spese effettivamente sostenute. Questi costi documentati possono essere portati a riduzione del fatturato per la determinazione del reddito imponibile.I costi legati all’attività vengono determinati forfettariamente, sulla base di una percentuale chiamata coefficiente di redditività, che cambia a seconda del codice ATECO di riferimento. Di fatto, i costi possono essere scaricati, indipendentemente dal fatto che siano stati o meno sostenuti e dalla loro effettiva entità.
Agevolazioni contributiveIl regime non prevede alcuna agevolazione per il pagamento dei contributi per nessuna cassa. I contributi versati riducono il reddito imponibile.È previsto un abbattimento del 35% dei contributi da versare alla gestione commercianti e artigiani. I contributi versati alle altre casse private o gestione separata INPS rimangono invariati. I contributi versati riducono il reddito imponibile.
Imposta sostitutivaLa percentuale di imposta sostitutiva da applicare è del 5% per tutta la durata di applicazione del regime senza distinzione delle caratteristiche dei soggetti interessati. – Le nuove attività possono applicare un’imposta sostitutiva ad aliquota 5% per i primi 5 anni
– In tutti gli altri casi è prevista un’imposta sostitutiva del 15% (che devono applicare ad esempio i soggetti che transitano al forfettario).

(1) si tratta di beni ad utilità pluriennale, utili allo svolgimento dell’attività economica. Ad esempio: mobili, pc, stampanti, macchine fotografiche, autoveicoli, etc.

Convenienza nel passaggio dal regime dei minimi al regime forfettario

Per i soggetti che si trovano ancora ad applicare il regime dei minimi è opportuno effettuare le opportune valutazioni di convenienza per il passaggio al regime forfettario. La valutazione del passaggio è opportuno che venga effettuata anche prima rispetto al compimento dei 35 anni di età. Naturalmente, non è possibile generalizzare ma, sicuramente, in moltissimi casi la convenienza è marcata nel passaggio all’attuale regime di vantaggio per le partite Iva individuali.

Come si effettua il passaggio

Hai la possibilità di effettuare il passaggio dal regime dei minimi al regime forfettario ad ogni inizio di nuovo anno, attraverso il comportamento concludente. Per effettuare il passaggio è fondamentale interfacciarsi con il proprio commercialista di fiducia.

Valutazioni di convenienza

Tra le variabili da analizzare per il passaggio di regime di consiglio di fare attenzione ai seguenti aspetti:

  • L’impatto dell’imposta sostitutiva che passa dal 5% al 15% del forfettario;
  • L’impatto della determinazione del reddito imponibile, non più legata alla differenza tra ricavi tassabili e costi deducibili, ma legata all’applicazione dei coefficienti di redditività. Questo significa che potrebbero trarne vantaggio i soggetti che sostengono pochi costi (come nel caso dei professionisti). In quest’ottica occorre valutare il codice attività (ATECO) da applicare;
  • L’effettuazione delle operazioni con l’estero nell’esercizio della propria attività;
  • L’impatto previdenziale per tenere conto, per gli artigiani ed i commercianti, della possibilità di sfruttare la riduzione contributiva.

Il consiglio che posso darti è quello di valutare attentamente la tua situazione con un commercialista esperto in grado di aiutarti a comprendere quali possono essere scelte migliori per la tua situazione. Se lo desideri puoi contattarmi al link seguente per ricevere una consulenza personalizzata sulla tua situazione personale.

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