La rivalsa INPS rappresenta una maggiorazione, per un massimo del 4%, da applicare ai compenso lordo fatturato dal libero professionista iscritto alla Gestione Separata ed addebitato al proprio committente. Come chiarito dalla stessa INPS, l’applicazione della rivalsa in fattura è facoltativa ed è opportuno che vi sia uno specifico accordo tra le parti per applicarla.

I liberi professionisti che non sono obbligati all’iscrizione in una cassa di previdenza (c.d. “professionisti senza cassa“) devono obbligatoriamente iscriversi alla gestione separata INPS (art. 2, co. 26, Legge n. 335/95). Devi sapere, infatti, che tutti i liberi professionisti devono versare i contributi previdenziali (quelli legati all’ottenimento di un futuro trattamento pensionistico) alla loro cassa professionale di appartenenza. Per evitare vuoi contributivi l’INPS ha introdotto una specifica gestione previdenziale (la gestione separata) dove devono versare i contributi i professionisti non dotati di una cassa previdenziale autonoma.

I professionisti iscritti alla gestione separata INPS hanno facoltà di addebitare in fattura il 4% a titolo di rivalsa al committente. Classico caso è quello degli amministratori di condominio, ma anche i copywriter, i consulenti informatici, il fisioterapista o il personal trainer e comunque tutti i professionisti non iscritti ad un albo o ordine professionale. La rivalsa INPS del 4% in fattura è un contributo economico che si aggiunge al compenso del professionista e che rappresenta reddito aggiuntivo.

In questo articolo intendo approfondire gli aspetti che riguardano l’applicazione della rivalsa INPS, e di come deve essere gestita in fattura. Infine, scopriremo se la rivalsa INPS è davvero così conveniente da addebitare al cliente. Cominciamo!

Chi sono i professionisti senza cassa che si devono iscrivere alla gestione separata INPS?

Il primo aspetto da evidenziare è che la rivalsa è collegata all’iscrizione alla gestione separata INPS. Questa gestione previdenziale, come anticipato, riguarda tutti i professionisti non dotati di autonoma cassa di previdenza. Questi professionisti, in buona sostanza, sono quelli regolamentati dalla Legge n. 4/2013. Questa disposizione è stata introdotta al fine di fornire un inquadramento all’attività di quei professionisti, che non sono inquadrati in Albi, ordini o collegi. In particolare, si tratta di:

“Attività economiche anche organizzate, volte alla prestazione di servizi o di opere a favore di terzi, esercitabili abitualmente e prevalentemente mediante lavoro intellettuale, che però non risultano riservate per legge a soggetti iscritti in albi o elenchi”.

Le professioni comprese in questa definizione sono moltissime (si tratta di circa 200 attività, esercitate da più di tre milioni di persone). Alcune di queste attività sono tradizionali (amministratori di condominio, tributaristi, consulenti di investimento, traduttori, bibliotecari, tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro, tecnici del controllo ambientale, sociologi, esperti in diagnostica dei beni culturali, etc). Altre, invece, sono di più recente formazione (pubblicitario, grafico, consulente aziendale, educatori, pedagogisti, guide turistiche).

Quali professionisti devono applicare la rivalsa INPS? – La gestione separata

Hanno facoltà di applicare la rivalsa INPS del 4% in fattura, i soggetti tenuti all’iscrizione alla gestione separata dell’INPS, ovvero coloro che svolgendo una professione abituale, anche se non esclusiva, attività di lavoro autonomo, diversa da quella che da origine a reddito d’impresa, non hanno cassa professionale autonome e per questo sono tenuti all’iscrizione obbligatoria alla gestione separata dell’INPS.

La gestione separata dell’INPS è un regime contributivo obbligatorio che, appunto, accoglie i versamenti previdenziali di tutti i professionisti che non sono dotati di una cassa professionale di appartenenza. Il funzionamento della gestione separata è legato alla dichiarazione dei redditi del professionista. Infatti, all’interno della propria dichiarazione reddituale il professionista determina la base imponibile previdenziale (che deriva da quella legata alle imposte sui redditi). Aspetto utile da evidenziare è che la base imponibile varia a seconda del regime fiscale utilizzato. In particolare:

  • I professionisti che adottano il regime della contabilità semplificata determinano l’imponibile attraverso la differenza tra ricavi tassabili e costi deducibili;
  • I professionisti che adottano il regime forfettario determinano l’imponibile attraverso l’applicazione dei coefficienti di redditività al fatturato (non vi è deduzione analitica dei costi sostenuti).

Alla base imponibile si applica un’aliquota previdenziale stabilita ogni anno dall’INPS con apposito provvedimento (attualmente è fissata al 25,98%) per determinare l’importo dei contributi dovuti dal professionista. Il versamento dei contributi alla gestione separata si effettua ogni anno (con modello F24), alle scadenze previste per il versamento delle imposte sui redditi. Si tratta del:

  • 30 giugno (per il versamento del saldo dell’anno precedente e del primo acconto dell’anno in corso);
  • 30 novembre (per il versamento del secondo acconto dell’anno in corso).

Per approfondire le modalità di determinazione e versamento dei contributi previdenziali dovuti alla gestione separata ti rimando all’articolo di approfondimento dedicato: “Gestione separata INPS: soggetti obbligati e contributi“. In questo contributo, invece, intendo andare ad analizzare le modalità di applicazione della rivalsa INPS nelle fatture dei professionisti.

La rivalsa INPS del 4% in fattura

Come abbiamo visto, professionisti che esercitano un’attività per la quale non è prevista un’apposita cassa di previdenza sono tenuti all’iscrizione alla gestione separata dell’INPS. Ai sensi dell’articolo 1, comma 212, della Legge n. 622/1996:

ai fini dell’obbligo previsto dall’articolo 2, comma 26, della Legge n. 32/1995, i soggetti titolari di redditi di lavoro autonomo di cui all’articolo 49, comma 1, del DPR n. 917/76, hanno titolo di addebitare ai committenti, con effetto dal 26 settembre 1996, in via definitiva, una percentuale nella misura del 4% dei compensi lordi

In pratica, i professionisti tenuti all’iscrizione alla gestione separata, hanno la facoltà (attenzione, e non l’obbligo, vedi Circolare Inps n. 112/1996) di addebitare in fattura al proprio committente una maggiorazione del 4% del compenso concordato. Quindi, la rivalsa del 4% per il professionista rappresenta un contributo aggiuntivo al proprio reddito professionale. Lo scopo della rivalsa INPS 4% è quello di andare a riaddebitare al committente una quota pari al 4% dei contributi previdenziali che sono a carico del professionista. Naturalmente, la possibilità di applicare la rivalsa in fattura non modifica il fatto che rimangono a carico del professionista i versamenti dei contributi INPS.

Addebitando la rivalsa il professionista, in pratica, fa concorrere alla propria contribuzione previdenziale il soggetto committente. Deve essere evidenziato che, trattandosi di una possibilità e non di un obbligo, è opportuno che vi sia accordo tra le parti (professionista e committente) per l’applicazione di questo contributo aggiuntivo del 4%.

Al riguardo, l’Amministrazione finanziaria ha chiarito che tale rivalsa INPS del 4%, qualora venga addebitata in fattura, per il professionista rappresenta un reddito e per questo non può essere considerata allo stesso modo dei contributi previdenziali dei professionisti con cassa, che non costituiscono compenso (ai sensi dell’articolo 50, comma 1, del DPR n. 917/76).

La rivalsa INPS del 4% deve, quindi, essere assoggettata a ritenuta d’acconto (articolo 25 del DPR n. 600/73 e Risoluzione n 109/E/1996) e concorre, inoltre, a formare la base imponibile dell’imposta sul valore aggiunto (articolo 13 del DPR n. 633/72).

Accordo con il committente per l’applicazione della rivalsa INPS

Il professionista che intende inserire in fattura la rivalsa INPS è tenuto a concordare tale applicazione con il proprio committente. In particolare, è opportuno che l’applicazione della rivalsa sia indicata nel contratto sottoscritto tra le parti, riguardante la prestazione professionale richiesta al professionista. Molto spesso professionista e committente non concordano se il compenso sia o meno comprensivo di rivalsa. Questo può determinare il sorgere di eventuali problematiche. Per evitare problemi è consigliabile specificare sempre nel contratto se la rivalsa INPS si applica e nel caso se il compenso è da considerarsi al lordo o al netto della rivalsa. Nella maggior parte dei contratti il corrispettivo concordato è considerato “comprensivo di tutti gli oneri“. In questo caso se si vuole applicare la rivalsa questa va scorporata dal compenso (e non aggiunta). Per evitare sorprese meglio concordare tutto nel contratto.

E’ conveniente per il professionista applicare la rivalsa INPS in fattura?

Altro aspetto spesso fonte di equivoci riguarda la valutazione di convenienza riguardo l’applicazione della rivalsa INPS. La rivalsa, come detto, è considerata reddito a tutti gli effetti. Su tale reddito si pagano imposte e si versano ulteriori contributi. Quindi, non ci sono particolari elementi che portino a ritenere che sia un vantaggio il suo inserimento in fattura.

L’unico caso in cui la rivalsa INPS può essere vantaggiosa si ha qualora si riesca ad strappare al committente il pagamento del compenso, aggiuntivo della rivalsa. In tutti i casi in cui, invece, la rivalsa debba essere calcolata come scorporo per il professionisti non ci sono vantaggi dalla sua applicazione o meno. Per questo motivo consiglio, ove possibile, ai professionisti iscritti alla gestione separata INPS di applicare la rivalsa INPS del 4% in fattura, come quota aggiuntiva del compenso (e non come valore da scorporare dal compenso concordato).

Esempi di applicazione della rivalsa INPS in fattura

Come abbiamo visto i soggetti che svolgono attività di lavoro autonomo, per i quali non è previsto l’obbligo di iscrizione ad una cassa professionale, sono tenuti all’iscrizione alla gestione separata INPS. Essi pertanto hanno facoltà di applicare in fattura una maggiorazione del 4% a titolo di rivalsa INPS, che costituisce reddito aggiuntivo per il professionista. Andiamo ad analizzare, adesso, come applicare in fattura la rivalsa INPS del 4%, a seconda del diverso regime fiscale di appartenenza del professionista.

Fattura con rivalsa INPS 4% in regime dei minimi

Regime dei minimi (articolo 27, commi 1 e 2, del D.L. n. 98/2011)

DESCRIZIONEIMPORTO
Compenso prestazione professionale€ 1.000
Rivalsa contributo previdenziale INPS 4%€ 40
Totale Fattura€ 1.040

Fattura con rivalsa INPS 4% in regime forfettario

Regime forfettario (articolo 1, commi da 54 a 89, Legge n. 190/2014)

DESCRIZIONEIMPORTO
Compenso prestazione professionale€ 1.000
Rivalsa contributo previdenziale INPS 4%€ 40
Totale Fattura€ 1.040

Per quanto riguarda il regime forfettario, il valore della rivalsa INPS concorre alla determinazione del volume di fatturato annuo valido per la permanenza nel regime. Questo significa, ad esempio, che se un soggetto in regime forfettario ha fatturato 63.000 euro e 2.520 euro di rivalsa INPS, non può rimanere nel regime forfettario nell’annualità successiva. Su questo aspetto occorre prestare particolare attenzione.

Fattura con rivalsa INPS 4% in caso di contabilità semplificata

Regime di contabilità semplificata con Iva e ritenuta d’acconto

DESCRIZIONE IMPORTO
Compenso prestazione professionale € 1.000
Contributo previdenziale INPS 4%€ 40
Totale compenso€ 1.040
IVA 22%€ 228,80
Totale Fattura€ 1.268,80
Ritenuta di acconto 20%€ 208
Netto a pagare€ 1.060,80

In pratica, nelle fatture che prevedono l’applicazione della ritenuta d’acconto e dell’IVA, la rivalsa INPS del 4%:

  • Fa parte della base imponibile per il calcolo della ritenuta d’acconto e
  • Fa parte della base imponibile per l’applicazione dell’IVA.

Il netto a pagare in questa fattura è dato dal totale compenso (compenso più rivalsa), a cui deve essere sommata l’IVA e sottratta la ritenuta d’acconto. Ricordo che in tutte le fatture, dei contribuenti minimi e forfettari, qualora l’importo della prestazione, comprensivo di rivalsa superi la soglia di 77,47 euro si dovrà applicare la marca da bollo.

Consulenza fiscale online

In questo articolo ho cercato di spiegarti quali sono eventuali vantaggi legati all’applicazione della rivalsa INPS in fattura da parte del professionista (iscritto alla gestione separata). Tuttavia, mi rendo conto che potresti non aver completamente risolto i tuoi dubbi sull’argomento. Per questo non preoccuparti.

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    Domande frequenti

    È obbligatorio applicare la rivalsa INPS?

    Come chiarito dalla stessa INPS, l’applicazione della rivalsa INPS in fattura è facoltativa ed è opportuno che vi sia uno specifico accordo tra le parti per applicarla.

    La rivalsa INPS costituisce reddito per il professionista?

    La rivalsa INPS costituisce reddito per il professionista che la applica. La rivalsa INPS costituisce una maggiorazione fino al 4% del compenso e contribuisce, quindi, alla determinazione del reddito professionale del professionista che la applica.

    A chi spetta il versamento della rivalsa INPS?

    Il versamento della rivalsa INPS spetta al committente che la liquida con il pagamento della fattura del professionista. Il committente, infatti, al momento del pagamento della fattura, è tenuto a corrispondere al professionista l’intero importo (comprensivo, cioè, della maggiorazione fino al 4% per la rivalsa INPS). Una volta corrisposta al professionista è responsabilità di quest’ultimo determinare (con la dichiarazione dei redditi) e versare (in toto) i propri contributi previdenziali all’INPS.

    58 COMMENTI

    1. Buongiorno, la rivalsa 4% concorre a determinare la base imponibile del contributo INPS ed IRPEF ?

      Grazie

      Giorgio Centofante

    2. Salve,
      la rivalsa Inps del 4% da applicare in fattura concorre alla determinazione del reddito imponibile ai fini Irpef e di conseguenza alla determinazione dell’imponibile previdenziale. In pratica, la rivalsa per il professionista viene considerata a tutti gli effetti reddito.

    3. Salve, volevo sapere se nell’esempio fatto (Fattura con rivalsa Inps 4% Regime forfettario) il restante 23,72% si calcola sull’importo di 1000€ o di 1040€?

    4. Il contributi alla gestione separata, come il caso che lei prospetta del 23,72% deve essere applicato sul compenso comprensivo di rivalsa Inps del 4%, quindi nell’esempio su €. 1.040.

    5. E’ possibile inserire la rivalsa inps, in una fattura relativa alla VENDITA di beni ammortizzabili relativi all’attività professionale?

    6. Salve,
      non trattandosi si attività propria del professionista, l’applicazione della rivalsa non si applica in caso di vendita di beni strumentali. Il valore della vendita sarà esclusivamente quello contrattato dalle parti.

    7. Buonasera, vorrei chiedere cortesemente alcuni chiarimenti riguardo la fattura con rivalsa INPS 4% nel regime forfettario.

      1) Data una prestazione di € 1000, tenuto conto del regime forfettario, senza applicare la rivalsa il contributo alla gestione separata sarebbe
      a) 1000×0,78×0,2772 = 216,22
      b) 1000×0,2772= 277,2

      2) applicando la rivalsa il contributo alla gestione separata sarebbe
      a) 1040×0,78×0,2772 = 224,86
      b) 1040×0,78×0,2372=192,41
      c) 1040×0,2772= 288,29
      d) 1040×0,2372= 246,69

      3) applicando la rivalsa, considerando un’imposta sostitutiva del 5% (regime dei minimi), tale imposta ammonta a
      a) 1040×0,78×0,05 = 40,56
      b) (1040 – (contributo gest. separata))x0,78×0,05
      c) (1040 – (contributo gest. separata))x0,05

      Scusate tutto il giro di calcoli, ma non riesco a trovare un modo univoco e chiaro per calcolare contributo gestione separata e imposta sostitutiva, tenendo conto della rivalsa 4%.

      Grazie.

    8. Salve,
      le rispondo schematicamente:
      1) a)
      2) a)
      3) non capisco la domanda. Il regime dei minimi ha regole diverse rispetto al regime forfettario. In ogni caso se si riferisce all’imposta al 5% del regime dei minimi applicando la rivalsa il contributo Inps dovuto è pari a €. 1.000 – costi deducibili fiscalmente = reddito imponibile *27,72% = contributo Inps alla gestione separata. La tassazione sarà il 5% del reddito imponibile.

    9. Salve lavoro come perito assicurativocome collaboratore per uno studio fiduciario di varie compagnie.ho partita iva in regime di forfettario del 2016, vorrei sapere se nella fattura che emetto per la società aggiungo la rivalsa del 4% quando andro a pagare i contributi dovranno essere calcolati solo sull’ imponibile o sulla somma del 4% della previdenza?e poi vorrei sapere se posso detrarre dei costi tipo la benzina grazie in anticipo per le spiegazioni

    10. I contribuenti in regime forfettario non possono detrarsi alcun costo. Il reddito è determinato forfettariamente attraverso una percentuale da applicare al reddito prodotto. Rientra nel reddito anche la rivalsa Inps del 4%, quindi i contributi dovuti sono calcolati anche su quel 4%.

    11. Salve, davero articolo ben scritto, MA VORREI SAPERE NELLO SPECIFICO COSA VI FA DIRE CHE “per quanto riguarda, invece, la convenienza o meno di applicare la rivalsa Inps in fattura, possiamo dire che, nonostante essa rappresenti reddito per il professionista (e quindi contribuisca ad aumentare il reddito imponibile del professionista) la possibilità di addebitare al committente una parte della propria contribuzione Inps, è un aspetto da non sottovalutare”..
      è davvero importante per me saperlo perchè al mometo sembra SOLO sconveniente

    12. Lei deve considerare quel 4% di rivalsa come se fosse un riaddebito di parte dei contributi Inps. Ipotizzando un unica fattura di €. 100 senza rivalsa lei dovrebbe versare €. 27,72 di Inps, la stessa fattura con rivalsa Inps sarebbe di €. 104 con €. 28,82 di contributo Inps. Tuttavia, i €. 4 di rivalsa per lei sono solo una parte di questi €. 28,82 che deve versare. Per lei l’uscita finanziaria netta è di €. 24,82, che è minore rispetto a una fattura senza rivalsa.

    13. Lei è davvero gentilissimo e preparatissimo e la domanda che ora mi sorge spontanea é ma cosa mi dice del fatto che quei 4 euro vengono considerati reddito e quindi tassati? Grazie, lei è il primo che riesce a essere chiaro su questa questione

    14. Da un punto di vista reddituale la rivalsa è considerata reddito e quindi è tassata. Molto semplicemente direi che sempre meglio incassarli questi 4 euro e vederli tassati, anche se sono contributi che non le restano in tasca piuttosto che non incassarli proprio. Nel secondo caso niente tassazione ma tutto il contributo previdenziale è a suo carico. La ringrazio, il miglio ringraziamento che può fare è spargere la voce.

    15. Buonasera, ho un dubbio.. devo emettere una fattura per prestazione professionale e non so se il Contributo integrativo 4% (art.4, c.3, D.L.26/3/96) lo devo calcolare anche sul lavoro di Traduzione traccia e progetto
      50% omaggi e 50% traduzione simultanea..o solo sul compenso della prestazione? Grazie. Paola

    16. Sia il contributo integrativo (o nel caso la rivalsa Inps), devono essere applicati sul totale della prestazione professionale indicato in fattura.

    17. Buonasera, mi riallaccio al commento precedente per avere, se possibile, un chiarimento sempre riguardo alla rivalsa 4%.
      Il caso in questione è il seguente: professionista senza cassa aderente al nuovo regime forfettario (coefficiente di redditività = 78%, aliquota gestione separata = 27,72%, aliquota imposta sostitutiva = 5%).
      Da quanto precedentemente scritto in risposta al commento si evince che, su una fattura di € 1000 a cui si applica la rivalsa 4% (totale € 1040), il contributo alla gestione separata (GS) vale
      GS = 1040×0,78×0,2772
      Nell’articolo si dice peró “Il contributo da versare per la gestione separata è calcolato in base ad una aliquota fissata dall’Inps (attualmente il 27,72%), da applicare al reddito professionale dell’anno”. Con “reddito professionale dell’anno” si intende 1000 o 1040?
      Inoltre dice anche “In questo modo si ottiene il contributo annuo dovuto, dal quale deve essere scorporato la rivalsa del 4%”. Questo potrebbe voler dire che il contributo alla gestione separata vale
      GS = (1000×0,78×0,2772) + 40
      oppure
      GS = (1000×0,78×0,2772)
      Cosa si intende cioè per scorporato (se possibile avere un esempio)

      Infine l’imposta sostitutiva (IS) vale (1040×0,78 – GS)x0,05?

      Grazie per l’attenzione e per la disponibilità.
      Antonio

    18. Il contributo del 4% a titolo di rivalsa costituisce reddito, quindi sia imposta sostitutiva che contributi si applicano su 1.040 a cui si applica il coefficiente di redditività e le varie aliquote di imposta e contributi.

    19. La ringrazio per la tempestiva risposta.
      Quindi riassumendo è corretto
      dire che
      GS = 1040×0,78×0,2772
      IS = (1040×0,78 – GS)x0,05?
      Grazie ancora per la chiarezza e, come scritto da altri, per essere stato l’unico a chiarire questo aspetto!

    20. Nel calcolo IS tenga presente che la GS non è quella calcolata sopra, ma quella pagata nell’anno.

    21. Buongiorno,
      Vorrei chiedere un’informazione, ma un contribuente minimo Avvocato iscritto alla cassa avvocati che emette fattura con rivalsa 4% per la cassa avvocati, deve considerare l’onorario + il 4% come reddito ? quindi il limite dei 30.000 comprende il 4% alla cassa ? Grazie

    22. Il contributo integrativo dei soggetti iscritti a casse professionali non è considerata rivalsa quindi non costituisce reddito imponibile. Solo per i soggetti senza cassa professionale, tenuti all’iscrizione alla gestione separata vi è l’applicazione della rivalsa del 4%, che costituisce reddito per il professionista.

    23. Buongiorno, vorrei un chiarimento ricevo fatture con rivalsa del 4%, ma non viene mai assoggettata alla ritenuta d’acconto del 20% cosa comporta?
      Grazie

    24. La rivalsa Inps rappresenta un reddito per il professionista, quindi il professionista deve applicare correttamente in fattura l’importo della ritenuta d’acconto che il committente deve versare. Prima verifichi di aver compilato bene lei la fattura e poi chieda spiegazioni e il versamento della ritenuta omessa al committente.

    25. Buongiorno,
      Ho un grosso dubbio questo mese supero i 5000 con ritenuta d’acconto quindi dovrò iscrivermi all’Inps, ma non riesco a capire in base a cosa applico il 4% di rivalsa oppure faccio pagare al mio cliente i 2/3 dei 25,72% e io pago il restante 1/3???
      Grazie mille

    26. Le cose non stanno così. Quello che ha trovato scritto nell’articolo riguarda i soggetti che hanno partita Iva. I soggetti senza partita Iva hanno un regime previdenziale diverso. Inoltre, se ha superato quella cifra probabilmente sta svolgendo un’attività continuativa, quindi da svolgere con partita Iva. Se ha bisogno di maggiori informazioni mi faccia sapere.

    27. Sono un professore universitario di ruolo a tempo definito, con possibilità di esercitare la libera professione di ingegnere senza alcun vincolo. Come statale sono iscritto ad INPS
      Applico ai miei onorarari professionali la rivalsa INPS 4%, facoltativa ma consentita, su cui pago IVA e ritenuta di acconto e successivamente applico il 4% di INARCASSA, come semplice contributo di solidarietà, peraltro obbligatorio.
      Un Comune mi risponde che questa interpretazione è errata.
      La applico da parecchi anni senza contestazioniCosa posso rispondere.
      Molte grazie.

    28. Anche a mio avviso quello che sta facendo è errato. O applica la rivalsa Inps (facoltativa) o applica il 4% di Inarcassa. Tutto dipende dall’attività che sta svolgendo. Se ha bisogno di maggiori info mi contatti in privato.

    29. Buongiorno,

      nel caso avessi pattuito una certa cifra per la mia prestazione (iscritto alla gestione separata e regime forfettario) intesa come totale fattura vi sarebbe differenza tra le seguenti opzioni (quale sarebbe da prediligere fermo restando che il totale fattura sarebbe sempre lo stesso):

      1) compenso attività + bollo

      2) compenso attività (aggiustato per avere lo stesso totale fattura) + rivalsa INPS 4 % + bollo

      La ringrazio in anticipo e complimenti per il sito

      Cordiali saluti

    30. Buongiorno,

      tutto chiarissimo ma non ho ben compreso cosa realmente cambi tra l’esporre al clienti il 4% e il non farlo: alla fine dell’anno, con regime forfettario: ponendo che i compensi siano 100 e la rivalsa 4, il reddito è 104, corretto?
      Dunque dovrò calcolare 104 – 22% e sul risultato applicherò il 5% di tassazione e il 25,75% di previdenza. E’ corretto? Dunque cosa cambia tra l’esporre direttamente compensi per 104 ed esporre invece 100 + 4?

      Grazie mille.

      G.

    31. Se non espone la rivalsa in fattura, il compenso è 100 su cui calcolare imposta e contributi. Altrimenti con la rivalsa in fattura il calcolo che ha fatto è corretto, con valore di partenza 104. E’ una facoltà l’addebito della rivalsa, se vuole può non applicarla in fattura.

    32. Buonasera,
      il mio commercialista ha emesso tre fatture facendo in modo che il 4% fosse compreso nel compenso pattuito dall’ente per cui ho lavorato.
      E’ giusto dire che i contributi da pagare per l’anno 2017 sono stati calcolati applicando l’aliquota del 25,72% (partita iva, regime forfetario e iscritta alla gestione separata) al totale fatturato nel 2017 meno il 4%?
      Grazie mille!

    33. Quello che dice non è corretto, la procedura da seguire è diversa. Se vuole mi contatti in privato per una consulenza.

    34. Buongiorno
      è possibile che una ditta individuale applichi in fattura il 4% di cassa di previdenza??
      Grazie
      Monica Giglietto

    35. Se è un professionista è possibile, se esercita attività di impresa, non è possibile.

    36. Buongiorno,
      Le scrivo in merito a un dubbio sul calcolo del compenso a seguito del passaggio da prestazione occasionale a partita IVA con regime forfettario con lo stesso datore di lavoro a causa del superamento dei 5.000 euro annui.
      Sono traduttrice e il compenso viene stabilito a “cartelle”.
      Nel caso della prestazione occasionale al netto del compenso aggiungevo la ritenuta d’acconto pagata dal datore di lavoro.
      Nel caso della partita iva ora il commercialista mi dice per calcolare l’importo lordo della fatttura comunque di aumentate dell’importo della ritenuta di acconto (che comunque il datore di lavoro pagava) e di un 15% a titolo rimborso spese inps gestione separata.
      Il datore di lavoro mi dice che devo aumentare solo del 4% di rivalsa INPS ma in questo modo mi pare di capire che vado a perdere dal netto più del 20% di quanto percepivo prima.
      Spero di essermi spiegata e la ringrazio anticipatamente per la risposta.

    37. Da quello che leggo mi sembra di capire che prima, quando emetteva ricevute, non calcolava correttamente la ritenuta d’acconto. Quello che le ha detto il suo commercialista è corretto, c’è differenza tra operare non professionalmente e professionalmente, e inevitabilmente, il ritorno netto non può essere uguale a prima. La procedura è corretta, dovrà rivedere i suoi compensi.

    38. La ringrazio molto della disponibilità e la tempestività nella risposta.
      Mi può spiegare gentilmente perché non calcolavo correttamente la ritenuta d’acconto?
      Grazie ancora

    39. La ritenuta di acconto si calcola sul valore lordo della prestazione, non si applica in aggiunta a quello che le corrispondono.

    40. Buonasera, il caso che propongo è del professionista (ingegnere) che aderisce al regime forfettario: dovendo emettere fattura nei confronti della Procura della Repubblica di cui è stato consulente tecnico, la fattura viene emessa senza iva né ritenuta d’acconto.
      Avendo sostenuto delle spese che vengono riportate in fattura per il rimborso, Le chiedo: il calcolo della CPA del 4 % deve essere fatto soltanto sull’onorario oppure sull’onorario sommato alle spese?
      Grazie.

    41. Salve Eugenio, la risposta alla sua domanda dipende dal tipo di rimborso che applicherà in fattura. Se ha tutti i giustificativi di spesa (ricevute e fatture) relative alle uscite finanziarie di cui chiede il rimborso su questo importo non deve applicare il contributo. Altrimenti, in caso di rimborso forfettario dovrà applicare anche il contributo previdenziale su questo importo.

    42. Mi sfugge il motivo per il quale, in tutti i casi in cui, secondo quanto concordato con il cliente, il compenso viene determinato al lordo degli oneri, sia contributivi che fiscali, con la consulenza di dover calcolare la rivalsa come scorporo, il vostro consiglioove per i professionisti iscritti alla gestione separata Inps è di applicare la rivalsa INPS del 4% in fattura.

    43. La rivalsa INPS è consigliabile applicarla in tutti i casi in cui si concorda con il cliente la maggiorazione del 4% al compenso concordato. Nei casi di determinazione di un importo lordo comprensivo di tutti gli oneri, scorporare la rivalsa non porta alcun vantaggio.

    44. Buongiorno
      sono libera professionista con gestione separata. Mi viene il dubbio riguardo all’applicazione dell’IVA sulla rivalsa INPS nei confronti della PA che mi indica di applicare l’esenzione IVA in base all’articolo 14, comma 10 della legge 537/93.
      Devo applicare l’IVA alla rivalsa INPS o rimane esente anche quella?
      Grazie molte

    45. Buongiorno, sono una titolare di partita iva in regime forfettario, iscritta alla gestione separata Inps. Ho un contratto con una PA per il quale ricevo un compenso onnicomprensivo (inclusa IVA ed ogni onere o tassa dovuta dal professionista). Mi conferma, in tale caso, che applicare la rivalsa INPS del 4% in fattura non porti alcun vantaggio? Inoltre come considerare i rimborsi spese, da me anticipate in nome e per conto del committente, rimborsati analiticamente dietro la presentazione dei giustificativi di spesa (ricevute e fatture) relative alle uscite finanziarie di cui chiedo il rimborso e non forfettariamente? Devono essere esclusi dal computo del reddito forfettario o concorrono alla formazione della base imponibile per il calcolo della rivalsa previdenziale? Grazie

    46. In questo caso l’applicazione della rivalsa non porta vantaggi, è corretto. I rimborsi spese documentati devono essere separatamente indicati in fattura e la relativa documentazione deve essere allegata alla fattura stessa e consegnata al committente. Se il rimborso è forfettario questo costituisce reddito imponibile.

    47. Buongiorno, il mio committente è disposto a riconoscermi in fattura una percentuale di rivalsa Inps anche superiore al 4%. Ci sono problemi o controindicazioni in tal senso ?. Il compenso provvigionale è deducibile dal suo reddito ?.
      Sono un procacciatore in regime forfettario

      Grazie

    48. Buongiorno, è possibile esporre la rivalsa Inps del 4% anche nel caso di fatturazione per clienti esteri (UE ed extraUE)?

      Grazie

    49. Buongiorno, ad oggi non avevo mai chiesto la rivalsa inps del 4% in fattura, ma da settembre la responsabile del centro dove collaboro cambia le tariffe e vuole che tutte le fatture siano uguali, con la rivalsa Inps. È un problema a livello fiscale se prima non la chiedevo e adesso inizierò a farlo?

    50. Buonasera, vorrei chiarire un dubbio: se sono in regime forfettario e finora da un cliente ho ricevuto 100, mettendo un 25 circa da parte per le imposte dell’anno successivo (perché organizzo un budget personale), se in quel 100 in fattura comincio a includere il 4% di rivalsa (dunque non aggiungendola, ma includendola), metto da parte il 25% di 96, giusto?

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