Le operazioni di Management Buy Out (MBO) e di merger leveraged buy out (MBLO) rappresentano strumenti strategici fondamentali per la riorganizzazione aziendale, ma spesso finiscono nel mirino dell’Agenzia delle Entrate per presunti profili elusivi. Una recente sentenza della Corte di Giustizia Tributaria di Reggio Emilia (sentenza n. 111/2/2025 del 5 maggio 2025) ha stabilito un principio importante: quando un’operazione di MBLO è finalizzata al consolidamento dell’assetto societario e al miglioramento delle performance aziendali, sussiste una valida ragione economica che neutralizza le contestazioni di abuso del diritto fiscale.
Il caso analizzato dai giudici emiliani riguarda una complessa operazione societaria del 2018, dove i soci di una società hanno ceduto la propria partecipazione attraverso una struttura di MBLO, ottenendo un trattamento fiscale più favorevole rispetto alla distribuzione diretta di dividendi. L’Agenzia delle Entrate aveva contestato l’operazione come elusiva, ma la Commissione ha dato ragione ai contribuenti, riconoscendo la validità delle motivazioni economiche sottostanti.
Indice degli Argomenti
Il quadro normativo dell’abuso del diritto
L’abuso del diritto fiscale, codificato nell’articolo 10-bis dello Statuto del contribuente, si configura quando un contribuente pone in essere operazioni prive di sostanza economica al solo scopo di ottenere vantaggi fiscali indebiti. Per essere configurabile, l’abuso richiede tre elementi fondamentali:
- La mancanza di sostanza economica dell’operazione,
- Il conseguimento di vantaggi fiscali indebiti e
- L’aggiramento di norme tributarie.
La giurisprudenza ha chiarito nel tempo che non ogni operazione che comporti vantaggi fiscali può essere considerata abusiva. È necessario dimostrare l’assenza di valide ragioni economiche alternative al mero risparmio d’imposta. Questo principio risulta particolarmente rilevante nelle operazioni di riorganizzazione aziendale, dove spesso coesistono motivazioni economiche genuine e benefici fiscali collaterali.
La recente evoluzione normativa e giurisprudenziale ha inoltre sottolineato l’importanza di valutare caso per caso la presenza di ragioni economiche sostanziali, senza limitarsi a una valutazione meramente formale delle operazioni.
L’operazione di MBLO oggetto di analisi
Il caso sottoposto all’attenzione dei giudici di Reggio Emilia presenta una struttura tipica delle operazioni di leveraged buy out con elementi di consolidamento societario. I soci della società Alfa, nel 2018, hanno sottoscritto ciascuno il 22% del capitale di una nuova società (Beta), mentre il restante 56% è stato sottoscritto da un’impresa con soci investitori istituzionali.
La sequenza operativa ha previsto inizialmente la rivalutazione delle quote possedute dai soci originari in Alfa, seguita dalla cessione dell’intera partecipazione alla società Beta. Quest’ultima ha quindi deliberato una fusione inversa con Alfa, completando il processo di riorganizzazione. Questa struttura ha consentito ai soci originari di realizzare la propria uscita dalla società ottenendo un trattamento fiscale più favorevole rispetto a quello che avrebbero subito in caso di distribuzione diretta di dividendi.
L’ingresso di investitori istituzionali attraverso Beta ha inoltre garantito alla società risultante dalla fusione un assetto finanziario più solido e migliori prospettive di sviluppo, elementi che si sono rivelati determinanti nella valutazione della Corte di Giustizia Tributaria.
Le contestazioni dell’Agenzia delle Entrate
L’Agenzia delle Entrate ha contestato l’operazione qualificandola come elusiva, sostenendo che i soci avessero conseguito un indebito vantaggio fiscale attraverso l’aggiramento della normale tassazione sui dividendi. Secondo la tesi erariale, i soci avrebbero dovuto procedere alla distribuzione diretta degli utili, subendo la relativa imposizione, anziché strutturare l’operazione attraverso il meccanismo di MBLO.
La contestazione si è concentrata sull’omessa effettuazione delle ritenute sui dividendi distribuibili da parte della società Alfa, configurando un presunto inadempimento degli obblighi di sostituto d’imposta. L’Agenzia ha sostenuto che l’operazione mancava di sostanza economica e serviva unicamente a eludere la tassazione ordinaria sui redditi distribuiti ai soci.
Questa impostazione riflette un approccio spesso adottato dall’amministrazione finanziaria nelle operazioni di riorganizzazione aziendale, dove la presenza di benefici fiscali viene automaticamente interpretata come indizio di elusività , senza un’adeguata valutazione delle ragioni economiche sottostanti.
L’onere della prova
L’Agenzia delle Entrate deve dimostrare non solo l’esistenza di un vantaggio fiscale, ma anche l’assenza di valide ragioni economiche alternative. Nel caso specifico, l’amministrazione finanziaria non è riuscita a confutare le argomentazioni relative al miglioramento dell’assetto societario e alle prospettive di crescita.
La giurisprudenza ha chiarito che non è sufficiente individuare un risparmio d’imposta per configurare l’abuso, ma occorre provare che l’operazione sia stata posta in essere esclusivamente per finalità elusive. Questo principio rappresenta una tutela importante per i contribuenti che realizzano operazioni complesse con finalità economiche genuine, anche quando comportano benefici fiscali collaterali.
Le ragioni economiche prevalenti
La Corte di Giustizia Tributaria di Reggio Emilia ha respinto integralmente le contestazioni dell’Agenzia delle Entrate, riconoscendo la validità delle ragioni economiche addotte dalla società . I giudici hanno evidenziato come l’operazione fosse finalizzata a realizzare un cambio di controllo della società per migliorare le performance patrimoniali e reddituali.
L’ingresso di nuovi soci con maggiori capacità finanziarie e l’ottenimento di un assetto proprietario più solido hanno rappresentato, secondo la Corte, valide ragioni economiche idonee a giustificare l’operazione indipendentemente dai benefici fiscali conseguiti. La decisione sottolinea come il consolidamento aziendale e il miglioramento delle prospettive di crescita costituiscano obiettivi economici legittimi e sostanziali.
I giudici hanno inoltre precisato che l’eventuale indebito vantaggio fiscale sarebbe stato conseguito dai soci e non dalla società , con la conseguenza che quest’ultima risulterebbe carente di legittimazione passiva rispetto alle contestazioni mosse dall’Agenzia. Questo aspetto procedurale rafforza ulteriormente le ragioni della società ricorrente.
Gli investitori istituzionali
La presenza di soggetti terzi qualificati e indipendenti, con propri interessi economici, costituisce un forte indizio della genuinità delle motivazioni sottostanti all’operazione.
Gli investitori istituzionali apportano non solo risorse finanziarie, ma anche competenze manageriali e reti di relazioni che possono significativamente migliorare le prospettive di sviluppo dell’azienda. La loro partecipazione rappresenta una sorta di “validazione di mercato” delle potenzialità dell’investimento, rendendo più difficile sostenere che l’operazione sia meramente elusiva.
Il nuovo orientamento ministeriale sull’abuso del diritto
La sentenza si inserisce in un contesto di evoluzione dell’orientamento dell’amministrazione finanziaria in tema di abuso del diritto, segnato dall’atto di indirizzo del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 27 febbraio 2025. Questo documento rappresenta un importante cambiamento di approccio, orientando gli uffici verso una valutazione più equilibrata delle operazioni di riorganizzazione aziendale.
Il nuovo indirizzo ministeriale riconosce la legittimità delle operazioni che, pur comportando vantaggi fiscali, sono sorrette da valide ragioni economiche e rispondono a esigenze organizzative o strategiche genuine. Questo orientamento dovrebbe portare a una riduzione delle contestazioni automatiche da parte degli uffici territoriali, favorendo un approccio più sostanziale nella valutazione delle singole operazioni.
L’allineamento tra giurisprudenza e orientamenti amministrativi rappresenta un elemento positivo per la certezza del diritto e per la pianificazione delle operazioni di riorganizzazione aziendale, riducendo il contenzioso e favorendo una maggiore collaborazione tra contribuenti e amministrazione finanziaria.
Implicazioni pratiche per le riorganizzazioni societarie
La decisione della Corte di Giustizia Tributaria di Reggio Emilia offre importanti spunti per la strutturazione delle future operazioni di MBO e MBLO. Il riconoscimento del consolidamento societario come valida ragione economica apre nuove prospettive per le operazioni di riorganizzazione aziendale, purché siano adeguatamente documentate le motivazioni strategiche e i benefici attesi.
Le aziende che intendono realizzare operazioni di questo tipo dovranno prestare particolare attenzione alla documentazione delle ragioni economiche sottostanti, evidenziando gli obiettivi di miglioramento delle performance, di consolidamento dell’assetto proprietario o di ottimizzazione della struttura finanziaria. La mera presenza di vantaggi fiscali non dovrebbe più costituire automaticamente un elemento di sospetto di elusività .
Per questo tali operazioni devono essere pianificate con il supporto di consulenti qualificati, in grado di valutare sia gli aspetti fiscali che quelli economico-aziendali, assicurando la piena conformità alla normativa e la documentazione adeguata delle scelte strategiche. La giurisprudenza più recente, infatti, valorizza sempre più la sostanza economica delle operazioni rispetto alla loro mera forma giuridica.
Consulenza fiscale online
Per le operazioni societarie di MBO e MBLO le possibili contestazioni fiscali possono essere contenute quando l’operazione è sorretta da valide ragioni economiche. Il consolidamento societario e il miglioramento delle performance aziendali costituiscono obiettivi economici riconosciuti come sufficienti a neutralizzare le contestazioni di abuso del diritto. Tutti elementi che devono essere adeguatamente documentati.
L’evoluzione dell’orientamento ministeriale e giurisprudenziale verso un approccio più sostanziale e meno formalistico dovrebbe favorire una maggiore certezza nella pianificazione delle operazioni di riorganizzazione aziendale.
Consulenza fiscale online|Fiscomania.com
Se cerchi un commercialista preparato compila il form di contatto sottostante e sarai ricontattato nel più breve tempo per una consulenza fiscale online con il dott. Federico Migliorini.