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Green pass obbligatorio: tutte le FAQ del governo

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Il green pass sarà presto obbligatorio per moltissimi lavoratori italiani, a partire dal 15 ottobre. Il governo propone una serie di FAQ esplicative su come funzionerà l’obbligo del green pass, sia per i lavoratori delle pubbliche amministrazioni che per il settore privato.

Da come funzionano i controlli sul green pass, a come devono muoversi le aziende nel caso in cui il green pass non sia in possesso dei dipendenti, incluse le specifiche su chi è esonerato dalla presentazione del passaporto verde.

Il governo ha recentemente pubblicato sui propri canali di comunicazione ufficiali tutte le risposte sull’obbligo di green pass, consultabili online. Oltre alla certificazione, con il ritorno al lavoro in presenza per tutta Italia, vanno comunque rispettate alcune misure di prevenzione del contagio come il distanziamento, che dovrà essere il più possibile garantito negli ambienti di lavoro.

Vediamo in questo articolo quali sono le domande più frequenti sull’utilizzo del green pass sul posto di lavoro, e quali sono le risposte proposte dal governo su diversi argomenti: come dovranno comportarsi i cittadini lavoratori? E quali controlli eventualmente le aziende dovranno effettuare?


Green pass obbligatorio: chi controlla?

Il governo chiarisce con le faq messe a disposizione online come verranno gestiti i controlli sul green pass. In particolare, come spiega il sito ufficiale, i datori di lavoro possono autonomamente provvedere ai controlli, in base alla tutela della privacy, e possono procedere anche a verifiche a campione:

“I datori di lavoro definiscono le modalità operative per l’organizzazione delle verifiche, anche a campione, prevedendo prioritariamente, ove possibile, che tali controlli siano effettuati al momento dell’accesso ai luoghi di lavoro.”

I controlli quindi devono essere svolti nel momento in cui i lavoratori arrivano nell’ambiente di lavoro. Tuttavia come specificano le linee guida, i datori di lavoro devono il più possibile evitare il formarsi di code o assembramenti per svolgere i controlli.

Per la pubblica amministrazione il governo offre ulteriori linee guida: dovranno essere svolti controlli per almeno il 20% del personale, a livello giornaliero. In ogni caso le applicazioni preposte e l’uso della tecnologia sono gli strumenti essenziali per svolgere tali controlli.

Sono esclusi comunque dalle verifiche tutti i lavoratori che sono esonerati dall’obbligo del green pass, nel caso in cui i soggetti sono impossibilitati a vaccinarsi per motivi di salute comprovati, come spiega la faq del governo:

“I soggetti che, per comprovati motivi di salute, non possono effettuare il vaccino contro il COVID-19, dovranno esibire un certificato contenente l’apposito “QR code” in corso di predisposizione.”

Nel caso di società di somministrazione del lavoro, i controlli sul green pass devono essere effettuati sia dalla società di somministrazione che dall’azienda dove il lavoratore svolge una mansione.

Green pass obbligatorio: cosa accade a chi è in attesa?

Può accadere che il personale di una amministrazione pubblica o di un’azienda privata si trovi in mancanza di green pass perché è in attesa del rilascio o l’aggiornamento del QRcode. In questo caso i lavoratori potranno presentare durante i controlli l’eventuale documentazione cartacea rilasciata dalla struttura sanitaria, oppure dal medico curante, oppure dalla farmacia in cui è stato eseguito un tampone.

Questi documenti quindi sono ritenuti validi in mancanza del green pass per chi effettivamente si trova nel periodo di attesa della conferma tramite applicazione.

Lavoratori sprovvisti di green pass: come deve comportarsi l’azienda?

Molti si sono chiesti cosa accade se un lavoratore è sprovvisto di green pass (e non rientra nelle categorie degli esonerati per motivi di salute o di chi sta attendendo l’attivazione del codice). A questa domanda rispondono le faq ufficiali, dando istruzioni su come procedere alle aziende.

Come spiegano le indicazioni ufficiali, il lavoratore rischia di essere sospeso dal lavoro anche fino a 10 giorni, di trovarsi senza stipendio e rischia anche importanti sanzioni:

“Il lavoratore, pubblico o privato, è considerato assente ingiustificato, senza diritto allo stipendio, fino alla presentazione del green pass; nel caso di aziende con meno di 15 dipendenti, dopo il quinto giorno di assenza ingiustificata, il datore di lavoro può sospendere il lavoratore.”

Il datore di lavoro è tenuto a segnalare il cittadino alla Prefattura, e il lavoratore senza green pass rischia una sanzione che può andare da 600 fino a 1.500 euro. Vengono poi aggiunte eventuali multe previste dai contratti collettivi.

Altri chiarimenti sull’obbligo di green pass

Oltre alle principali linee guida, vengono forniti altri chiarimenti sull’applicazione dell’obbligo del green pass, in determinati luoghi di lavoro. Forniamo qui alcune risposte:

  • I clienti sono tenuti a verificare il possesso del green pass di tassisti e autisti? No;
  • I parrucchieri e gli estetisti devono controllare il green pass dei clienti? No, possono controllare unicamente il green pass dei propri dipendenti;
  • Chi lavora come autonomo presso aziende è soggetto al controllo del green pass? Sì, anche per chi lavora come professionista autonomo deve essere svolto un controllo sul green pass dalle aziende per cui lavora;
  • Il datore di lavoro può verificare il possesso del green pass dei dipendenti in anticipo rispetto all’ingresso a lavoro? Sì, per esigenze organizzative;

Infine le faq chiariscono che anche i datori di lavoro possono essere soggetti a sanzioni, nel caso in cui non procedono a effettuare i dovuti controlli all’interno della propria azienda, e la sanzione può variare da 400 a 1.500 euro.

In una serie di infografiche poi il governo chiarisce quali sono i cittadini lavoratori soggetti a controlli, includendo: tutti i lavoratori dipendenti, pubblici e privati, i dipendenti di imprese che hanno appalti per servizi esterni, come i servizi di pulizia, i ristoranti, i manutentori e chi rifornisce i distributori automatici. Sono inclusi anche consulenti e collaboratori, anche nel caso di corsi di formazione in sede aziendale.

Sono inclusi nei controlli anche i diversi corrieri che recapitano pacchi di posta presso aziende fisiche o per la posta privata. Inoltre viene anche ricordato alle imprese pubbliche e private di mantenere flessibilità negli orari di ingresso e di uscita, per effettuare i controlli presso i luoghi di lavoro, evitando il formarsi di assembramenti o code.

Va ricordato anche che la misura del green pass non sostituisce le normali misure di precauzione per evitare il contagio, come l’uso della mascherina, il distanziamento e la sanificazione degli ambienti dove è necessario.

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Classe 1992, laureata in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Torino, da sempre sono appassionata di scrittura. Dopo alcune esperienze all'estero, ho deciso di approfondire tematiche inerenti la fiscalità nazionale relativa alle persone fisiche ed alle partite Iva. Collaboro con Fiscomania.com per la pubblicazione di articoli di news a carattere fiscale. Un settore complesso quello fiscale ma dove non si finisce mai di imparare.

1 COMMENTO

  1. C’è un popolo di badanti e colf (prevalentemente dell’ Est Europa) senza green pass. Vengono fatte lavorare lo stesso perché sono in case private dove, dicono, non controlla nessuno. È vero? Oltre a non pagare le tasse possono fare spallucce anche in questo caso?

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