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Verso un fisco digitale: 320 mila controlli e stop code

NewsVerso un fisco digitale: 320 mila controlli e stop code

Utilizzo di tecnologie digitali nella fase di accertamento e del contezioso tributario. Dal 2024 cambia il rapporto fisco contribuente sempre più telematico.

Dal “Piano Integrato di attività e organizzazione” per il prossimo biennio emerge un Fisco sempre più improntato alla digitalizzazione: sarà privilegiato sempre più lo sportello digitale soppiantando le lunghe code agli sportelli, senza trascurare i controlli online nella lotta all’evasione.

Prosegue l’ambiziosa opera di digitalizzazione del fisco. Più controlli ma anche servizi più facilmente accessibili agli utenti senza enormi perdite di tempo. Insomma, un fisco sempre più telematico in base a quanto emerge dal “Piano integrato di attività e organizzazione 2024-26” dell’Agenzia delle Entrate, in un’ottica di efficienza e modernità che privilegia i servizi digitali alle insopportabili code allo sportello.

Gli obiettivi verranno conseguiti già a partire da quest’anno, con un traguardo: il 90% dei servizi sarà online. L’Agenzia stima che la piattaforma quest’anno sarà utilizzata da 24,5 milioni di contribuenti, che diventeranno 25,1 milioni nel 2026. Nelle previsioni, crescerà la quota di coloro faranno da soli: 4,7 milioni nel 2024, 4,9 nel 2025 e 5,1 nel 2026.

Vediamo quindi capire cosa sarà digitalizzato, tra novità e implementazioni.

Il Fisco punta agli sportelli digitali

Il Piano Integrato di Attività e Organizzazione 2024-26 dell’Agenzia delle Entrate delinea il nuovo profilo del Fisco. Sempre più telematico, che prenota gli appuntamenti, favorisce gli sportelli digitali e spinge sull’assistenza per la precompilata, utilizzata dai contribuenti ma anche da Caf, commercialisti, ed altri professionisti. Parola d’ordine quindi facilità e praticità.

L’aspetto principale riguarda l’addio alle code del passato. I servizi riguardanti il fisco saranno resi quasi interamente online. Di anno in anno del resto i servizi telematici, già messi alla prova durante il lockdown, stanno soppiantando le pratiche agli sportelli. Lo ‘sportello digitale’, secondo le previsioni, assorbirà quest’anno l’87% del totale dei servizi, per arrivare a sfiorare il 90% nel 2026.

Guardando agli ultimi dati emersi ormai la registrazione di 1,7 milioni di contratti di affitto è avvenuta per via telematica (92% del totale). Sempre dal web si registrano i comodati (62% del totale) e i contratti preliminari di compravendita immobiliare (55% del totale). Lo stesso vale per le successioni (93%) e gli atti dei notai (98%). Anche per la dichiarazione dei redditi precompilata sono previste nuove e più semplici procedure per renderne più ampia la fruizione. La dichiarazione precompilata contiene in media l’87-90% dei dati che poi vengono rispediti al fisco con la compilazione finale. 

Ad utilizzare il modulo già compilato ci sono poi anche 19,8 milioni di intermediari quest’anno e 20 milioni a partire dal prossimo anno.

Per andare poi sempre più incontro a cittadini e imprese, l’Agenzia prevede che l’erogazione dei rimborsi Iva avvenga entro 75 giorni e si impegna a diffondere il 95% dei documenti interpretativi almeno 60 giorni prima dell’applicazione.

Fisco digitale: maggiori controlli

Migliorie previste anche sul fronte controlli, per non dimenticare la missione dell’erario volta a far pagare le tasse anche a chi non vuole. L’Agenzia intende implementarli dal punto di vista quantitativo e migliorarli sotto il profilo qualitativo. L’obiettivo è arrivare a 320 mila controlli in un anno, a cui vanno aggiunti quelli che ogni anno, grazie all’intelligenza artificiale, vengono effettuati su tutte le dichiarazioni presentate.

Dal punto di vista qualitativo si vuole renderli più precisi così da reggere i ricorsi davanti alle commissioni tributarie e portare, alla fine del percorso, al successo l’attività di accertamento nel 70% dei casi e per il 74% degli importi. Grazie a questo l’obiettivo è di arrivare a ricavi pari a 11,1 miliardi nel 2024, 11,2 miliardi nel 2025 e 11,3 miliardi nel 2026.

In definitiva tutto sarà improntato a verifiche informatiche, meno invasive e con la selezione di 65-70 mila da sottoporre ad analisi comparate insieme alla Guardia di Finanza.

Fisco: altre novità

Ci sono poi meccanismi di compliance, si direbbe di confronto costruttivo e preventivo. L’Agenzia delle Entrate stima di inviare poco più di 3 milioni di comunicazioni per favorire i versamenti spontanei, soprattutto dei contribuenti partite Iva. E di ricevere adesioni e risposte positive nel 61% dei casi già quest’anno, per arrivare al 65% del 2026.

C’è infine una parte di rilievo dedicata alle imprese medio grandi, con attività anche estere. Di fatto un’attività di prevenzione dalla quale si punta ad incassare 3,1 miliardi di euro con i cosiddetti “accordi preventivi (concordato biennale) e con l’identificazione di tempi definiti per le istanze di “patent box“, in pratica per le valutazioni economiche legate all’utilizzo di beni immateriali come i marchi.

Fisco digitale: conclusioni

Prende sempre più forma l’obiettivo di un Fisco sempre più digitalizzato. Entro quest’anno l’Agenzia delle Entrate vuole arrivare ad avere il 90% dei servizi completamente online, eliminando le code agli sportelli e incrementando i controlli avvalendosi anche dell’intelligenza artificiale. Tuttavia, gli strumenti attualmente digitalizzati come il Civis, presentano ancora molti elementi da migliorare per poter essere sfruttati appieno. Allo stesso modo anche il cassetto fiscale ed i servizi online di Agenzia delle Entrate Riscossione.

Il tutto è finalizzato a migliorare i rapporti tra Fisco e cittadini, in un’ottica di praticità ed efficienza, senza trascurare la lotta all’evasione fiscale.

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