Nel mese di maggio si è dato avvio a nuovi meccanismi di ricalcolo Assegno Unico da parte dell’Inps, che hanno portato a ritardi nelle erogazioni. Si apre così un nuovo capitolo per l’Assegno Unico a fronte di una serie di ricalcoli effettuati dall’Inps allo scopo di bilanciare le risorse destinate alle famiglie beneficiarie. Le dichiarazioni Isee sono state scrutinate attentamente al fine di correggere eventuali incongruenze ed effettuare i ricalcoli. Molte famiglie si troveranno di fronte a un importo diverso da quello che avevano finora toccato con mano.

Ma come funzionano i ricalcoli e i conguagli relativi all’importo dell’assegno unico? I conguagli, in prevalenza, sono stati positivi a favore di circa 512.000 famiglie, che hanno ricevuto in media 272 euro in più per ogni nucleo familiare. Brutto scherzo per 378.000  famiglie che dovranno restituire una somma di circa 41 euro a famiglia. Non temere, la somma potrà essere restituita in più tranche.

C’è una grande notizia per mezzo milione di famiglie che riceveranno un assegno più importante grazie alle mutate condizioni familiari per la nascita di un nuovo figlio. I più colpiti sono, invece, le famiglie mono genitoriali e coloro che non hanno aggiornato prontamente i dati dell’ISEE. Non ci resta che scoprire insieme i meccanismi di ricalcolo dell’assegno unico per le 900.000 famiglie coinvolte.

Ricalcolo dell’assegno unico, a quanto ammonta

L’Inps ha fornito chiarimenti con il messaggio n. 1947 del 26 maggio 2023 in relazione alle “integrazioni e compensazioni competenze anno 2022 e anno 2023“. Nello specifico, l’Istituto ha dato il via a livello centrale alla rielaborazione delle competenze mensili a partire da marzo 2022. Gli importi effettivamente dovuti stanno per essere ricalcolati, mentre si quantificano le differenze, sia positive che negative, rispetto agli importi già liquidati durante l’anno 2022. E non finisce qui: le mensilità erogate nei primi mesi del 2023 saranno tenute in considerazione per ottenere un quadro completo.

A seguito delle rielaborazioni effettuate dall’Inps , sono state determinate alcune compensazioni, che hanno generato conguagli sia a credito che a debito. Una pioggia di conguagli a credito andrà impattare positivamente su 512.000 famiglie che si vedranno riconosciuti circa 140 milioni di euro in più, equivalente a una media di 272 euro per ogni famiglia.

Tuttavia non ne possono beneficiare tutti: altri 378.000 nuclei familiari dovranno restituire un totale di 15 milioni di euro, che si traduce in una riduzione dell’assegno di 41 euro in media per ogni famiglia. La somma da corrispondere potrà essere a rate in modo da non superare un quinto del debito totale, come confermato dallo stesso Vincenzo Caridi, direttore generale di Inps.

Chiarimenti da parte dell’Inps, i motivi del ricalcolo

L’Inps ha spiegato che la rielaborazione era necessaria per adeguare automaticamente gli importi dell’assegno, come previsto dall’ultima legge di bilancio, e specifica nel messaggio n. 1947 del 26 maggio 2023 alcuni dei motivi che portano al ricalcolo dell’Assegno Unico. Ecco le cause principali:

  • variazioni della DSU;
  • liquidazione degli importi relativi alla settima e ottava mensilità di gravidanza, il cosiddetto premio alla nascita, sulla base del valore dell’ISEE presentato entro 120 giorni dalla nascita del figlio;
  • maggiorazioni degli importi spettanti per le mensilità di gennaio e febbraio 2023, tenuto conto del riconoscimento della rivalutazione legata all’aumento del costo della vita, come da circolare n. 41 del 7 aprile 2023;
  • importi liquidati sulla base di valori di ISEE del nucleo familiare dichiarati, che risultano incoerenti con i dati in possesso dalla Struttura INPS territorialmente competente a seguito di accertamenti; 
  • conguagli derivanti da operazioni di rettifica dell’ISEE 2022, eventualmente effettuate dai Centri di assistenza fiscale (CAF) successivamente al 31 dicembre 2022;
  • eventuali recuperi della maggiorazione per genitori entrambi lavoratori di cui all’articolo 4, comma 8, del decreto legislativo n. 230/2021, laddove non spettante in presenza di nucleo monogenitoriale, diverso comunque da quello vedovile che invece mantiene l’agevolazione per il quinquennio successivo alla data del decesso del genitore lavoratore;
  • rideterminazione degli importi spettanti per effetto del riconoscimento delle maggiorazioni per soggetti disabili introdotte dal decreto-legge del 21 giugno 2022, n. 73, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2022, n. 122;
  • ricalcolo degli importi relativi ai nuclei familiari numerosi e per i figli successivi al secondo;
  • ricalcolo degli importi dell’Assegno unico per i nuclei percettori di Reddito di cittadinanza con rideterminazione della somma spettante al genitore non facente parte del nucleo ISEE del minore, sulla base di quanto previsto dall’articolo 7 del decreto legislativo n. 230/2021;
  • importi riconosciuti con riferimento alle domande di Assegno unico presentate antecedentemente al 30 giugno 2022, con ISEE presentati entro il 30 giugno dello stesso anno e rate calcolate con importo al minimo, ovvero 50 euro per i figli minorenni e 25 euro per i figli maggiorenni.

Assegno unico, chi deve restituirne una parte

I protagonisti principali di questo ricalcolo sono i nuclei familiari il cui ISEE non combacia con le informazioni presenti nelle banche dati dell’Inps e che non hanno apportato le necessarie correzioni alla Dichiarazione sostitutiva unica per l’Isee entro la fine del 2022. Coloro che hanno prontamente apportato le modifiche riceveranno un conguaglio per le mensilità erogate fino ad oggi, calcolate secondo i nuovi parametri. Tuttavia, per le famiglie che non hanno ancora provveduto all’aggiornamento, l’accesso sarà limitato alla quota minima e sarà necessario restituire eventuali importi erogati in eccesso.

Il conguaglio a debito colpisce in modo particolare le famiglie monogenitoriali che dovranno restituire all’Inps alcune somme dell’assegno unico e universale per ogni figlio a carico a causa di un “cavillo” normativo che per sette mesi, da marzo a settembre 2022, ha permesso ai nuclei monofamiliari di ricevere una maggiorazione prevista dalla legge soltanto nei casi in cui “entrambi i genitori” fossero risultati titolari di redditi da lavoro. Non sarà necessario restituire fisicamente i soldi all’Inps. Il recupero avverrà attraverso un conguaglio sui prossimi assegni, suddiviso in più tranche, a partire da maggio 2023.

L’Inps ha assicurato che le persone interessate saranno tempestivamente informate tramite SMS ed e-mail riguardo all’aumento o alla riduzione dell’assegno unico e potranno approfondire le modalità di calcolo contattando il contact center o recandosi direttamente alle sedi dell’istituto. Tuttavia, l’Inps comunicherà il suo modello di calcolo il prossimo 10 giugno in relazione alle modifiche apportate all’assegno unico. Sarà necessario attendere ancora qualche giorno per comprendere i parametri applicati dall’Istituto.

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