- Obblighi di apertura: Requisiti per iniziare l’attività di fisioterapista con partita IVA.
- Regimi fiscali: Differenze tra regime forfettario e ordinario per i fisioterapisti.
- Costi fissi e variabili: Spese da considerare per la gestione della partita IVA.
La fisioterapia è una branca della medicina, che assolve ad una funzione preventiva. In particolare, essa si occupa di prevenire o curare problemi legati all’apparato muscolo-scheletrico, neurologico o viscerale. Non di rado accade, dunque, che sia necessario ricorrere al fisioterapista.
Proprio per tale ragione che tale figura professionale è divenuta particolarmente importante per la cura del nostro benessere. Infatti, proprio negli ultimi anni, sono aumentati i corsi di perfezionamento e specializzazione, nonché master volti a garantire una maggiore formazione del fisioterapista. Di seguito andiamo ad analizzare cosa fare per aprire una partita IVA come fisioterapista.
Indice degli Argomenti
Come diventare fisioterapista?
Il fisioterapista è una figura professionale divenuta piuttosto comune negli ultimi anni, anche con l’introduzione di nuovi e sempre più specializzati percorsi di formazione.
La fisioterapia è una branca della medicina, che assolve ad una funzione anche preventiva. In particolare, essa si occupa di prevenire o curare problemi legati all’apparato muscolo-scheletrico, neurologico o viscerale. Tuttavia, è poco frequente che lo stesso fisioterapista nella sua carriera si occupi di entrambi gli aspetti, neurologici e muscolare. Quindi il paziente dovrà individuare quali sono le sue esigenze, anche con il contributo di uno specialista, e rivolgersi ad un fisioterapista il quale sia specializzato nel tipo di patologia che lo interessa.
Ciò non toglie, che ciascun specialista deve avere un adeguato grado di conoscenze in entrambi i settori, che potrebbero ragionevolmente entrare in contatto, con riferimento ad alcune patologie.
Spesso i medici si riferiscono alla fisioterapia con il termine fisiokinesiterapia o con l’abbreviazione fkt. La fisiokinesiterapia è volta, nello specifico, alla riabilitazione motoria. Lo stesso termine fisiokinesiterapia ha carattere fortemente descrittivo, esso sta per terapia naturale con il movimento.
Cosa cura il fisioterapista?
La funzione principale del fisioterapista è sia quello di prevenire che quello di curare delle difficoltà motorie, presentatesi in seguito ad un trauma oppure dovuti ad altre cause: fisiologiche e posturali.
Egli, dunque, è sovente chiamato a svolgere un lavoro di prevenzione, laddove individui delle abitudini scorrette, spesso posturali, che in futuro potrebbero diventare patologiche e che possono essere adeguatamente corrette con il suo intervento. Negli atleti invece la prevenzione consiste nell’allenamento e nel rinforzo muscolare mirato per prevenire gli infortuni.
Ovviamente, l’intervento del fisioterapista non è esclusivamente preventivo, talvolta purtroppo è tenuto a porre rimedio all’insorgenza di patologie già conclamate. Non di rado a seguito di un evento traumatico siamo tenuti a rivolgerci alle cure del presente professionista, al fin di superare un dolore acuto o prolungato nel tempo, quindi dopo il manifestarsi della patologia.
Ricordiamo a tal proposito come alcune patologie sono molto comuni, anche tra i giovani. Il dolore muscolo-scheletrico, ad esempio, affligge il 91% degli italiani, con circa 4 persone su 10 che ne soffrono settimanalmente.
Quando rivolgersi al fisioterapista?
Come abbiamo accennato nel precedente paragrafo, i campi di intervento del fisioterapista si dividono in due categorie, quella neurologica e quella muscolare.
Nel primo caso, il fisioterapista segue i pazienti che hanno problemi di mobilità legati al sistema nervoso. In genere quindi, pazienti che hanno avuto un ictus o un aneurisma cerebrale. Mentre nel secondo, pazienti che hanno dolori cronici riconducibili a:
- Mal di schiena o lombalgia;
- Sciatalgia o lombosciatalgia;
- Cervicalgia;
- Cervicobrachialgia;
- Ernia del disco;
- Colpo di frusta;
- Lombalgia acuta o “colpo della strega”;
- Fratture ossee;
- Contusioni, distorsioni o lussazioni;
- Infiammazioni articolari;
- Riabilitazione post-intervento;
- Riabilitazione dopo impianto di protesi;
- Difetti di postura;
- Scoliosi, dorso curvo, iperlordosi;
- Traumi muscolari: strappi muscolari, lesioni o contratture;
- Lesioni parziali o totali dei tendini;
- Lesioni dei legamenti;
- Sindrome del tunnel carpale;
- Artrosi;
- Artriti;
- Tendiniti;
- Epicondiliti;
- Rinforzo muscolare.
Come si apre la partita IVA come fisioterapista?
La Partita IVA è necessaria per chi opera come professionista autonomo. Ti permette di gestire le tue attività in conformità con la legge e offre vantaggi significativi, come la possibilità di dedurre le spese e ottimizzare il carico fiscale.
I passaggi fondamentali per l’apertura della partita IVA e l’avvio dell’attività professionale sono i seguenti:
- Scegliere il codice ATECO: Il codice corretto per i fisioterapisti è 86.90.21, che identifica le professioni sanitarie non mediche.
- Registrazione presso l’Agenzia delle Entrate: Compila il modello AA9/12 per dichiarare l’apertura e fornire dettagli sull’attività.
- Iscrizione alla cassa ENPAP: Obbligatoria per la gestione dei contributi previdenziali e per garantire una pensione futura adeguata.
- Scelta del regime fiscale: Opta tra regime forfettario e ordinario in base al volume d’affari e alla struttura dei costi.
Tempi e costi
L’apertura della partita IVA è generalmente gratuita, ma è consigliabile rivolgersi a un commercialista per evitare errori durante la procedura.
Regimi fiscali disponibili
Al momento di apertura della propria attività professionale il fisioterapista deve scegliere il regime fiscale che andrà ad applicare. In particolare, possiamo individuare i seguenti:
- Il regime forfettario;
- La contabilità semplificata.
Regime forfettario
Ideale per fisioterapisti con ricavi inferiori a 85.000 € annui.
Vantaggi:
- Aliquota ridotta al 15% (o 5% per i primi 5 anni).
- Semplificazione degli adempimenti contabili.
- Esenzione dall’obbligo di fatturazione elettronica (salvo modifiche normative).
Limiti:
- Nessuna detrazione IVA sugli acquisti.
- Incompatibilità con altre attività lavorative subordinate, salvo specifiche eccezioni.
Regime della contabilità semplificata
Adatto per chi ha costi elevati o supera i limiti del regime forfettario.
Vantaggi:
- Possibilità di dedurre tutte le spese sostenute per l’attività.
- Detrazione dell’IVA sugli acquisti di beni e servizi.
- Maggiore flessibilità nella gestione contabile.
Svantaggi:
- Maggiori obblighi burocratici e documentali.
Costi per la gestione della partita IVA
L’avvio dell’attività fisioterapista comporta il sostenimento di costi fissi e variabili, che di seguito andiamo a schematizzare e riassumere.
Costi fissi
- Contributi ENPAP: Circa il 10-14% del reddito netto dichiarato, con possibilità di rateizzazione.
- Assicurazione RC Professionale: Obbligatoria per legge, con costi variabili tra 200 e 500 € l’anno.
- Spese per il commercialista: Dai 500 ai 1.500 € annuali, in base alla complessità dell’attività.
- Software per la gestione amministrativa: Spesso consigliati per semplificare la fatturazione e la contabilità.
Costi variabili
- Acquisto di attrezzature professionali come lettini, apparecchiature elettromedicali e strumenti per la terapia manuale.
- Affitto e gestione dello studio, comprese utenze e manutenzioni.
- Formazione continua, necessaria per mantenere aggiornate le competenze.
- Promozione e marketing, inclusi siti web e campagne pubblicitarie mirate.
Tabella di riepilogo
Tipologia | Costo Medio Annuale |
---|---|
Contributi ENPAP | 1.500-3.000 € |
Commercialista | 500-1.500 € |
Assicurazione | 200-500 € |
Strumenti professionali | 1.000-3.000 € |
Formazione | 500-1.000 € |
Conclusioni
Aprire una Partita IVA come fisioterapista richiede pianificazione e conoscenza delle normative fiscali. Una corretta gestione può fare la differenza nel successo della tua attività. Contattaci per una consulenza personalizzata e senza impegno, per iniziare il tuo percorso professionale con sicurezza e serenità.
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