A livello europeo stanno emergendo diverse proposte per l’introduzione di misure mirate a rallentare gli effetti negativi dell’aumento del prezzo di energia e gas per imprese e famiglie. Dalla BCE arriva la proposta di introdurre un contributo di solidarietà che può essere visto come una vera e propria patrimoniale, solamente ai cittadini europei più ricchi.
Per il momento non c’è ancora nulla di certo, e ogni paese sta decidendo di avviare misure straordinarie per contrastare i rincari. Si attende il 4 ottobre per conoscere le prossime mosse dell’Unione Europea, mentre per il momento in Italia sono confermate anche per i prossimi mesi le misure già previste come il bonus sociale per le famiglie e i contributi per le imprese.
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Aumenta il caro energia in Europa
Il prezzo dell’energia continua ad aumentare, non solo in Italia, ma anche negli altri paesi europei. Si tratta di un aumento di prezzo che sta influenzando negativamente l’economia europea, mettendo a dura prova la sopravvivenza delle imprese in Italia.
In particolare, nel nostro paese è in aumento il rischio chiusura di aziende e PMI di fronte all’aumento esponenziale del prezzo delle bollette per l’energia elettrica per la produzione, per cui in molti casi diventa più conveniente fermare l’attività piuttosto che continuare a spendere in energia.
Anche a livello familiare si sentono gli aumenti di prezzo delle bollette di energia e gas, per cui in Italia nell’ultimo periodo sono state introdotte diverse misure che vanno a supporto dei nuclei familiari che si trovano in una condizione economica più svantaggiata, come il bonus sociale per chi ha un ISEE inferiore a 12.000 euro.
La situazione non sembra migliorare, con l’inflazione che procede, e si stima che continuerà anche nel 2023. I diversi paesi europei stanno prendendo provvedimenti a contrasto dell’inflazione e dei rincari, tuttavia potrebbe presto arrivare una nuova patrimoniale proprio per far fronte all’emergenza prezzi, a livello europeo.
Nuova patrimoniale sui cittadini europei più ricchi
Una nuova proposta arriva dall’Europa, con più precisione da Philip Lane, economista a capo della BCE, la Banca Centrale Europea. Si tratterebbe di introdurre una imposta patrimoniale verso coloro che hanno guadagnato più di altri durante il periodo di pandemia. In particolare, al centro dell’attenzione ci sono coloro che hanno guadagnato profitti da quelle imprese che rappresentano un forte monopolio all’interno dell’Unione Europea. Si tratta per esempio di aziende che producono o vendono energia elettrica, ma anche altri comparti, come quello della distribuzione alimentare e il settore farmaceutico.
Secondo questa proposta, ad essere tassati con questa nuova imposta saranno i cittadini europei più ricchi, che hanno guadagnato somme da capogiro negli ultimi anni. Si tratterebbe secondo i dati attuali di almeno 2.668 miliardari, in aumento rispetto agli anni passati.
L’imposta non andrebbe, secondo la proposta di Lane, a tassare l’intera azienda o società, ma direttamente i titolari. Si tratta sicuramente di una proposta differente da una normale patrimoniale applicata ai redditi tutti i cittadini, o a tutti i redditi più elevati, tuttavia per il momento rimane solamente una ipotesi.
Price cap: un tetto al prezzo del gas
Una misura simile ancora in discussione è quella del price cap, che coinvolge direttamente il prezzo del gas. Ricordiamo che anche questa materia prima ha subito le conseguenze dell’inflazione, ma non solo, perché il costo del gas è anche fortemente influenzato dalle dinamiche geopolitiche che coinvolgono Russia e Ucraina, e che influenzano anche l’Europa.
L’ipotesi di introdurre un price cap riguarda la possibilità di dare un tetto massimo al prezzo del gas. In sede di presentazione delle proposte, la Commissione Europea sta valutando di introdurre un tetto al prezzo del gas proveniente dalla Russia, oltre a garantire misure di solidarietà rese obbligatorie.
Questa proposta prevede anche che si possa limitare l’aumento del rrezzo dell’energia intervenendo su quello del gas, per garantire una ripresa veloce alle imprese messe in ginocchio dagli aumenti, e sostenere i cittadini europei nel pagamento di queste utenze.
Tassa sugli extraprofitti in Italia
Un esempio simile di misura presa per limitare l’influenza dell’aumento dei prezzi su cittadini e imprese è portato avanti anche dall’Italia, che già da diversi mesi ha introdotto una tassa sugli extraprofitti che coinvolge le imprese produttrici e rivenditrici di energia elettrica.
Si tratta di una imposta obbligatoria per tutte le grandi imprese nel settore, portata avanti dal governo Draghi, e che consente di redistribuire tali somme ai cittadini tramite sostegni come i bonus sociali per il pagamento delle bollette.
Questa stessa misura è stata avanzata dall’Europa, non solo per l’Italia, ma anche per gli altri paesi del continente. Tuttavia per il momento ci sono alcuni segnali negativi da tenere in considerazione:
- In Italia le somme ricavate da questa tassa sulle grandi imprese sono nettamente inferiori a quanto ci si aspettava, soprattutto perché molte aziende nell’energia stanno portando avanti azioni di ricorso contro il pagamento di queste somme;
- Molte compagnie stanno del tutto rifiutando di pagare, non solo in Italia, ma anche in altri paesi europei dove è stato istituito un versamento simile.
Va tenuto presente che per l’Europa non si parla mai di una vera e propria patrimoniale, come la intendiamo in Italia, ma di un “contributo di solidarietà“, proprio perché queste somme sono destinate a sostenere i contribuenti più svantaggiati.
Anche su questa imposta comunque, si attendono le future evoluzioni con il nuovo governo, anche secondo le decisioni che saranno prese in sede di Legge di Bilancio 2023.
Misure contro il caro energia
A livello europeo quindi le proposte per introdurre misure specifiche contro il caro energia sono diverse, a partire dall’introduzione del contributo di solidarietà alla presunta patrimoniale sui soggetti più ricchi, fino ad arrivare alla proposta di stipulare accordi specifici con i fornitori ritenuti affidabili, per un tetto al prezzo di energia e gas.
Per il momento quello che è certo è che bisognerà ancora attendere per conoscere le evoluzioni di queste misure, ovvero la Commissione Europea per il momento ha posticipato le decisioni almeno fino al 4 ottobre 2022, mentre i diversi stati corrono ai ripari per contrastare i rincari.
Per ciò che riguarda l’Italia, sono attive al momento le misure viste fino ad ora, come i bonus sociali per le famiglie e i contributi per le imprese, che vengono maggiorati per i mesi di ottobre e novembre. Si attende di conoscere le prossime mosse del governo per il 2023.