Le partite IVA inattive, o anche dette dormienti, sono quelle partite IVA non operative da tempo ma ancora formalmente aperte all’anagrafe tributaria.
Sei un freelance e hai intenzione di aprire partita Iva ma ti stai chiedendo cosa succede nell’ipotesi in cui i tuoi piani non andranno come hai sperato: cosa succede se apro partita Iva e non fatturo niente? Ci sono delle conseguenze? In questo articolo daremo una risposta alle ipotesi di partita Iva inattiva.
Cosa succede se si apre partita Iva e non si riesce a generare fatturato?
Questa domanda mi viene rivolta molto spesso dai lettori. Per questo ho deciso di dedicare questo articolo per spiegare quali sono le conseguenze di una partita Iva inattiva.
Spesso quando ci si accinge a voler aprire partita Iva si hanno un milione di dubbi sia sui costi da sostenere che sulle conseguenze alle quali si potrebbe andare incontro nel momento in cui, malauguratamente, non si riesca a generare fatturato.
Per chiarire bene le idee è opportuno andare a vedere quali sono le regole di determinazione del reddito dei professionisti, e quali sono i costi che devono essere sostenuti indipendentemente dal fatturato generato.
Indice degli Argomenti
- Che cos’è una partita Iva inattiva?
- Come viene gestita una partita Iva inattiva dall’Agenzia delle Entrate?
- Quali conseguenze della partita Iva inattiva?
- Partita Iva inattiva: deve essere chiusa?
- Cosa succede se una partita IVA inattiva riprende l’attività?
- Quali sono le differenze tra una partita Iva inattiva e una chiusa?
- Quali misure possono essere adottate per evitare che una partita Iva diventi inattiva?
- Consulenza fiscale online
- Domande frequenti
Che cos’è una partita Iva inattiva?
La partita Iva è inattiva o dormiente quando la stessa non risulta essere operativa da tempo (almeno 3 anni), ma rimane ancora formalmente iscritta all’anagrafe tributaria. Il contribuente che si trova in questa situazione deve valutare se:
- Continuare a mantenere aperta la partita Iva avviando una attività professionale o di impresa, anche attraverso una modifica del codice attività;
- Valutare la chiusura della partita Iva, attraverso una apposita comunicazione da fare all’anagrafe tributaria.
Quali sono le ragioni per cui una partita Iva può diventare inattiva?
Ci sono diverse ragioni per cui una partita Iva può diventare inattiva. Le principali sono le seguenti:
- Il titolare della partita Iva non svolge più attività economica o non ha più intenzione di farlo.
- Il titolare della partita Iva non ha più bisogno di avere una partita Iva aperta per la propria attività, ma non provvede alla sua chiusura.
Come viene gestita una partita Iva inattiva dall’Agenzia delle Entrate?
L’Agenzia delle Entrate gestisce le partite IVA inattive in diversi modi:
- La prima cosa che l’Agenzia delle Entrate fa è inviare una comunicazione al titolare della partita Iva per segnalare l’inattività e chiedere conferma della situazione;
- Se non ci sono risposte o se le risposte non chiariscono la situazione, l’Agenzia delle Entrate può procedere con la cancellazione dai registri delle partite Iva;
- L’Agenzia delle Entrate può anche inviare un avviso di accertamento per eventuali tasse non pagate o per sanzioni fiscali dovute per inattività;
- In caso di mancato pagamento delle tasse dovute, l’Agenzia delle Entrate può procedere con l’iscrizione a ruolo e, successivamente, con l’esecuzione forzata per il recupero del credito;
- Inoltre, l’Agenzia delle Entrate può anche segnalare la partita Iva inattiva alla Centrale dei Rischi per eventuali problemi di credito.
L’Agenzia delle Entrate può anche adottare azioni amministrative e/o penali nei confronti del titolare della partita Iva inattiva per eventuali violazioni fiscali. In generale, l’Agenzia delle Entrate segue un procedimento di verifica, sanzione e recupero crediti nei confronti di partite Iva inattive, in modo da garantire la regolarità della situazione fiscale del contribuente e la corretta applicazione delle leggi fiscali.
Quali conseguenze della partita Iva inattiva?
Le conseguenze fiscali per un titolare di partita Iva inattiva possono essere diverse e dipendono dalle circostanze specifiche della situazione. In generale, le conseguenze più comuni sono:
- Sanzioni fiscali: Il titolare di una partita Iva inattiva può essere soggetto a sanzioni per la mancata presentazione dei modelli fiscali, per la mancata pagamento delle tasse dovute, per la mancata dichiarazione dei redditi e per altre violazioni fiscali;
- Accertamento fiscale: Il titolare di una partita Iva inattiva può essere soggetto a un accertamento fiscale, che comporta la verifica della situazione fiscale e il calcolo delle tasse dovute per gli anni precedenti;
- Recupero crediti: Il titolare di una partita Iva inattiva può essere soggetto a un recupero crediti da parte dell’Agenzia delle Entrate per le tasse non pagate o per le sanzioni fiscali dovute;
- Cancellazione dai registri delle partite Iva: Il titolare di una partita Iva inattiva può essere cancellato dai registri delle partite Iva, il che significa che non potrà più svolgere attività economiche con quella partita Iva e non potrà più beneficiare di alcuni benefici fiscali previsti per le partite Iva attive.
- Segnalazione alla Centrale dei rischi: Il titolare di una partita Iva inattiva può essere segnalato alla Centrale dei Rischi, il che può rendere più difficile ottenere finanziamenti o crediti per l’attività economica.
- Azioni amministrative e/o penali: Il titolare di una partita Iva inattiva può essere soggetto a azioni amministrative e/o penali nei casi in cui siano state commesse violazioni fiscali.
Partita Iva inattiva: deve essere chiusa?
Da punto di vista fiscale è certamente possibile tenere aperta una partita Iva anche con fatturati molto bassi o nulli. Classico caso è quello dei soggetti che stanno avviando la propria attività professionale e sono ancora nella fase iniziale dedicata soprattutto a posizionarsi sul mercato e all’acquisizione di clienti propri. Pensate al giovane avvocato che dopo anni di pratica decide di intraprendere la strada di aprire un proprio studio professionale.
Questa fase non deve spaventare, in quanto è plausibile che la partita Iva resti inattiva per un po’ di tempo. Stessa cosa se vi trovate nella situazione di aver aperto partita Iva per gestire la vostra attività lavorativa secondaria.
Pensate ad un lavoratore dipendente che ha aperto partita Iva, per trasformare il proprio hobby, in una possibilità di guadagno. In questi casi non potendo dedicare molto tempo all’attività da freelance possono capitare momenti in cui non si ricevono incarichi. Anche in questo caso la partita Iva può restare aperta, in attesa di riprendere a fatturare in futuro.
Chiusura della partita Iva
Situazione diametralmente opposta a quelle sinora analizzata riguarda la fattispecie in cui il professionista decide definitivamente di chiudere la propria attività professionale. Classico caso del freelance che decide di fondare con altri colleghi uno studio professionale associato. In questo caso tutte le operazioni saranno fatturate dallo Studio, e la partita Iva personale potrebbe rimanere inattiva. Anche in questo caso è opportuno lasciare aperta la partita Iva, in quanto il professionista, in futuro potrebbe sempre ricevere incarichi personali. Naturalmente, da un punto di vista finanziario, una partita Iva aperta ed inattiva genera dei costi che dovrete essere in grado di sopportare. Questo aspetto è di fondamentale importanza, dovrete pianificare la sostenibilità di questi costi e valutare la chiusura della partita Iva soltanto nel momento in cui non si sarà in grado di sostenere questi costi.
Cosa succede se una partita IVA inattiva riprende l’attività?
Se una partita Iva inattiva riprende l’attività, ci sono alcune cose da tenere in considerazione:
- Il titolare della partita Iva dovrà comunicare all’Agenzia delle Entrate la ripresa dell’attività economica utilizzando gli appositi modelli di dichiarazione.
- Il titolare della partita Iva dovrà pagare le tasse dovute per la ripresa dell’attività economica.
- Il titolare della partita Iva dovrà presentare tutti i modelli fiscali richiesti dall’Agenzia delle Entrate per la ripresa dell’attività economica.
- Se l’Agenzia delle Entrate ha già adottato delle sanzioni nei confronti della partita Iva inattiva prima della ripresa, queste sanzioni rimarranno valide, e dovranno essere pagate entro i termini previsti.
- In generale, il titolare della partita Iva dovrà adempiere a tutte le obbligazioni fiscali previste per le partite Iva attive e rispettare le leggi fiscali per evitare ulteriori sanzioni o problemi fiscali.
Quali sono le differenze tra una partita Iva inattiva e una chiusa?
Una partita Iva inattiva e una chiusa sono due situazioni differenti, anche se ci sono alcune somiglianze.
Una partita Iva inattiva è una partita Iva che non è più utilizzata per svolgere attività economica, ma il titolare della partita Iva non ha formalmente chiuso l’attività e non ha comunicato all’Agenzia delle Entrate la cessazione dell’attività. In questo caso, il titolare della partita Iva è ancora tenuto a rispettare le obbligazioni fiscali e a pagare le tasse dovute.
Una partita Iva chiusa, invece, è una partita Iva che non è più utilizzata per svolgere attività economica e il titolare della partita Iva ha formalmente chiuso l’attività e ha comunicato all’Agenzia delle Entrate la cessazione dell’attività. In questo caso, il titolare della partita Iva non è più tenuto a rispettare le obbligazioni fiscali e a pagare le tasse dovute, a meno che non ci sia una richiesta di recupero crediti o sanzioni per violazioni fiscali commesse prima della chiusura della partita Iva.
In generale, la differenza principale tra una partita Iva inattiva e una chiusa è che per la prima l’attività economica non è stata formalmente chiusa e non c’è stata comunicazione all’Agenzia delle Entrate, mentre per la seconda l’attività è stata formalmente chiusa e c’è stata comunicazione all’Agenzia delle Entrate. Inoltre, una partita Iva chiusa non ha più obblighi fiscali mentre una partita Iva inattiva, pur non essendo più utilizzata per svolgere attività economica, ha ancora obblighi fiscali e sanzioni possono essere applicate.
Quali misure possono essere adottate per evitare che una partita Iva diventi inattiva?
Per evitare che una posizione Iva diventi inattiva, è possibile adottare le seguenti misure:
- Mantenere sempre aggiornati i propri dati anagrafici e quelli relativi all’attività svolta, in modo da essere sempre rintracciabili dall’Agenzia delle Entrate e dall’INPS;
- Pagare regolarmente le imposte e i contributi previdenziali, per evitare di incorrere in sanzioni e interessi;
- Fatturare regolarmente e conservare i documenti contabili per i termini previsti dalla legge, per evitare di essere sanzionati per omessa fatturazione;
- Comunicare tempestivamente all’Agenzia delle Entrate e all’INPS eventuali variazioni dell’attività svolta o dei propri dati anagrafici, per evitare di incorrere in sanzioni per omessa comunicazione;
- Seguire le scadenze fiscali, per evitare di incorrere in sanzioni per omessa dichiarazione o pagamento di imposte e contributi;
- Stare al passo con le novità in materia di tributi e contributi, per evitare di incorrere in sanzioni per errori o omissioni.
Consulenza fiscale online
Se hai un problema riguardante una partita Iva e vuoi avere le informazioni utili per riuscire a risolverlo puoi utilizzare il servizio di consulenza fiscale dedicato.
Avrai la possibilità di interagire con un professionista preparato e potrai risolvere i tuoi dubbi in poco tempo.
Domande frequenti
Una partita Iva si considera inattiva quando non è stata utilizzata per almeno tre anni consecutivi per lo svolgimento di attività economica, pur rimanendo formalmente iscritta all’anagrafe tributaria.
L’obbligo di versare i contributi INPS minimi (circa € 200 mensili) anche in assenza di redditi.
L’impossibilità di detrarre o dedurre i costi relativi all’attività economica.
L’impossibilità di emettere fatture.
La possibilità di ricevere una comunicazione di cancellazione d’ufficio da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Presentare la dichiarazione annuale Iva per gli anni arretrati.
Comunicare la cessazione dell’attività all’Agenzia delle Entrate.
Versare i contributi INPS arretrati.
Si possono ricevere sanzioni da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Si possono perdere i benefici fiscali previsti.
Sì, è possibile richiedere la cancellazione d’ufficio della partita Iva non attiva presentando un’apposita domanda all’Agenzia delle Entrate.