La contabilizzazione delle spese legali nel reddito d’impresa segue il principio di competenza, che stabilisce che i costi devono essere riconosciuti nell’esercizio in cui si verificano, indipendentemente dal momento in cui avviene il pagamento. Questo principio è fondamentale per garantire una corretta rappresentazione della situazione economica e patrimoniale dell’impresa.
Innanzitutto ricordiamo che il principio fondamentale della contabilità ordinaria è la competenza temporale, che definisce quando un certo ricavo deve essere tassato e quando un costo può essere dedotto. Possiamo dire, infatti, che è in base a questo criterio che si determina il reddito di impresa.
In questo articolo andremo a vedere come questo criterio di competenza temporale si applica per la deduzione delle spese legali nelle imprese in contabilità ordinaria.
Il principio di competenza economica
I ricavi ed i costi sono considerati di competenza economica dell’esercizio se c’è un’effettiva correlazione nel periodo considerato.
A questo proposito l’art. 109 del TUIR stabilisce che:
Applicazione della competenza economica alle spese legali
Per quanto riguarda la competenza delle spese legali, due pronunce della Corte di Cassazione (n. 24003/2019 e n. 16969/2016) hanno precisato il momento in cui si realizza la competenza economica.
Secondo la citata giurisprudenza, le spese legali sono deducibili solo quando la prestazione del professionista si è conclusa. Più precisamente i costi si considerano sostenuti quando la prestazione è ultimata per effetto dell’esaurimento o della cessazione dell’incarico professionale.
Questo significa che le spese dei legali dovranno essere indicate in bilancio come costo e saranno deducibili solo quando viene emessa la sentenza. Inoltre la prestazione professionale resa dall’avvocato è unitaria e deve essere rapportata ai singoli gradi di giudizio.
Competenza economica per le cause ultrannuali
Le spese legali, come ogni altro costo aziendale, devono essere contabilizzate per competenza, ovvero devono essere imputate all’esercizio in cui il servizio legale viene effettivamente reso o in cui l’obbligazione al pagamento sorge. Ciò significa che, se una causa legale si svolge su più esercizi, le spese legali sostenute devono essere ripartite tra i diversi esercizi in proporzione all’attività svolta e al beneficio ricevuto dall’impresa in ciascun esercizio.
Ad esempio, se un’impresa riceve una fattura per servizi legali relativi a un contenzioso che si è svolto su due anni fiscali, dovrà ripartire il costo tra i due esercizi, imputando la quota di spesa a ciascun anno in base alla parte del servizio prestata in quel periodo.
Considerando che una causa può durare anche diversi anni, come funziona esattamente la competenza delle spese legali?
Per non incorrere in contestazione occorre analizzare bene il contratto di consulenza con il quale sono regolate le spese legali con l’avvocato. In presenza di un unico contratto, le spese legali dovranno essere trattate come anticipi negli anni della causa e diventeranno di competenza (e quindi si potranno dedurre) quando avremo la pronuncia che chiude ogni grado di giudizio.
Invece, se le spese legali sono regolate come singole prestazioni, si possono considerare come costi dell’esercizio in cui sono sostenute e possono essere dedotte quando si conclude ciascuna attività, senza attendere la sentenza del giudice.
Naturalmente la competenza delle spese legali sarà sempre assicurata quando cessa l’incarico affidato all’avvocato, ad esempio in caso di revoca del mandato.
Rilevanza fiscale delle spese legali
Dal punto di vista fiscale, le spese legali sono deducibili dal reddito d’impresa, purché siano inerenti all’attività e siano effettivamente sostenute. L’inerenza si verifica quando le spese sono connesse all’attività produttiva dell’impresa o quando sono necessarie per la tutela dei suoi interessi. Le spese legali relative a controversie che riguardano l’attività d’impresa sono quindi generalmente deducibili, a patto che siano contabilizzate secondo il principio di competenza.
Tuttavia, è importante tenere presente che non tutte le spese legali sono deducibili. Ad esempio, le spese legali sostenute per controversie di natura personale degli amministratori o dei soci non sono deducibili dal reddito d’impresa. Inoltre, le spese legali che si riferiscono all’acquisto o alla vendita di un bene capitale devono essere capitalizzate e ammortizzate nel tempo, anziché essere dedotte immediatamente.
Imputazione delle spese future
In alcuni casi, le spese legali potrebbero riguardare eventi futuri, come la consulenza legale per la redazione di contratti che genereranno benefici economici in esercizi successivi. In tali situazioni, le spese devono essere trattate come costi anticipati e imputate per competenza negli esercizi in cui i benefici derivanti dalla consulenza legale si concretizzeranno.