Il favor rei è il principio in base al quale nessuno può essere assoggettato ad una sanzione per un fatto che, in base ad una legge posteriore, non costituisce più una violazione punibile.
La locuzione favor rei è molto probabile sentirla nel momento in cui si hanno problemi penali. Non solo nel diritto, i latinismi sono ben radicati e presenti nel lessico italiano. Si tratta di una sorta di meccanismo a vantaggio dell’inquisito.
Nel testo, utilizzando un linguaggio semplice e alla portata di tutti, spiegheremo il significato di questo meccanismo, quando si applica nel diritto tributario e facendo un doveroso riferimento alla legislazione.
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Cos’è il principio del favor rei
Il favor rei è il principio basilare in base al quale se la legge in vigore a momento della violazione e le altre leggi posteriori stabiliscono sanzioni diversi o che la fattispecie non è più punibile, sia necessario applicare la norma più favorevole. Ciò è valido a meno che il provvedimento di irrogazione sia divenuto definitivo.
Si tratta di un principio, oltre che di un concetto, che attraversa l’intero ordinamento. Viene regolato dal legislatore attraverso istituti giuridici, al fine di garantire la libertà personale.
Nel sistema penale italiano, il favor rei ha l’obiettivo di garantire la tutela dell’imputato, attraverso principi costituzionali come la certezza del diritto. Contestualmente, si tratta anche di un principio integrante nelle garanzie riconosciute nel nostro sistema: si pensi, per esempio, al principio di irretroattività della legge penale.
L’unico limite del favor rei consiste nella definitività dell’atto, ovvero se l’atto non venga impugnato o quando su di esso si sia formato un giudicato sfavorevole al contribuente. In questo caso, le sanzioni sono state già irrogate quando l’atto non è ancora definitivo. Il contribuente ha diritto al rimborso di quanto pagato in eccedenza rispetto alla legge o all’eventuale ricalcolo.
Cosa significa favor rei
Nell’ambito del diritto e in molti altri campi, sono ancora presenti numerose locuzioni latine, utilizzate per sintetizzare un istituto giuridico oppure per fare riferimento a particolari fenomeni e meccanismi. Uno di questi è il favor rei. Abbiamo già detto che si tratta di una disciplina a favore del colpevole.
Qual è il suo significato? Si traduce con “a favore del reo”, ovvero del colpevole. Si tratta, quindi, di un meccanismo che va a favore e a vantaggio dell’inquisito.
Dal punto di vista del suo significato, si connette a in dubio pro reo, ovvero significa che nel caso di dubbio è necessario pronunciarsi a favore dell’imputato.
Quando si applica
Il favor rei opera per qualunque tipo di sanzione, ivi comprese quelle accessorie. Ci sono diversi esempi come nel caso in cui la legge successiva espugna una sanzione più elevata che era, precedentemente, parametrata quantitativamente alla violazione.
Nel nostro sistema, quindi, il favor rei costituisce una vera e propria espressione della funzione dello stesso, garantendo la tutela dell’imputato, nell’ottica dei principi generali costituzionali di uguaglianza e di certezza del diritto.
Al contempo, però, si tratta di una sorta di esemplificazione di una garanzia che il nostro sistema riconosce, muovendo dal principio di legalità per raggiungere quello di tassatività.
Quando si applica il favor rei? L’ambito principale in cui trova applicazione è la disciplina penalistica. Nel settore penale, l’imputato va incontro alla conseguenza più grave prevista: la limitazione della libertà personale, attraverso l’applicazione della pena detentiva.
In virtù di ciò, in base al caso portato si deve tenere conto del principio del favor rei. Possiamo fare l’esempio della disciplina prevista sull’irretroattività della legge penale sfavorevole e la retroattività della legge penale favorevole all’imputato
Il favor rei opera anche in sede di ravvedimento operoso, solo se eseguito entro i termini e con le modalità previste dal Decreto legislativo n. 472/97, articolo 13.
D’altro canto a questi esempi, per quanto riguarda il contribuente, la giurisprudenza ha anche sancito diverse pronunce come non sia sufficiente la semplice invocazione del favor rei nel ricorso, dovendosi indicare in che modo la legge sopravvenuta ha inciso sul sistema sanzionatorio.
Il principio del favor rei nel diritto tributario
Il principio del favor rei si applica anche nel diritto tributario. A tal proposito, occorre parlare del regime delle sanzioni tributarie. Questo, al pari della normativa regolatrice delle sanzioni amministrative, è retto dal principio di legalità, secondo cui nessun soggetto può essere oggetto ad una sanzione tributaria per un fatto o un comportamento, il cui compimento non sia considerato punibile dalla legge vigente.
Fatta questa premessa, per quanto riguarda gli atti non definitivi emessi prima del 1° gennaio 2016, il contribuente potrà ottenere il ricalcolo della pena in modo da scontare quella più favorevole.
L’Agenzia delle entrate, con la pubblicazione della circolare n. 4/E del 4 maggio 2016, ha fornito i chiarimenti necessari proprio sull’applicazione del favor rei a seguito delle modifiche che sono state effettuate alla disciplina del sistema sanzionatorio amministrativo, precedentemente apportate dal Decreto Legislativo n. 158/2015.
La circolare dell’Agenzia delle entrate precisa che il principio del favor rei trova applicazione sia per le violazioni commesse dal 1° gennaio 2016 che per quelle commesse precedentemente a tale data.
Si legge, infatti:
Al fine di stabilire quale sia la norma effettivamente più favorevole, l’Ufficio applica i principi generali seguiti nel diritto penale tenendo conto delle peculiarità del diritto tributario.
Le modifiche alla riforma delle sanzioni tributarie non penali, ovvero le imposte dirette, l’Iva e la riscossione dei tributi, hanno previsto quanto segue:
- Una definizione maggiore della fattispecie di evasione ed elusione fiscale, comprese le relative sanzioni;
- La conversione in euro delle sanzioni originariamente espresse in lire;
- La revisione del regime della dichiarazione infedele per un equo rapporto tra sanzione e gravità del comportamento assunto.
Elementi normativi
Per avere un quadro ancor più completo, occorre far riferimento agli elementi normativi connessi alla sanzione.
In ambito tributario possono verificarsi, con modesta frequenza, anche ipotesi in cui ad opera di una legge successiva, venga modificato un elemento normativo, per cui la condotta non si più sanzionabile.
Un esempio, può essere quando una legge successiva innalzi il limite dei crediti imposta compensabili. In questo caso, potrebbe verificarsi il fenomeno dell’abolitio criminis. Cosa vuol dire? Se la compensazione fosse avvenuta nel contesto normativo modificato, allora non sarebbe più sanzionabile.
Si tratta di un tema affrontato dalla Corte di Cassazione a Sezioni Unite, la cui questione riguarda la successione di norme che ha interessato il disconoscimento dell’agevolazione per prima casa per gli immobili di lusso.
Spiegando la questione nel modo più semplice possibile, gli immobili appartenenti alle categorie catastali di lusso, prima non potevano accedere all’aliquota agevolata, mentre nel sistema successivo possono usufruirne se classificati in particolari categorie catastali. Per la Cassazione a Sezioni Unite non c’è abolitio criminis.
Come viene individuata la condotta sanzionabile
La giurisprudenza ha sancito in diverse pronunce come, spesso, non sia sufficiente solo l’invocazione del favor rei nel ricorso. Altre sentenze hanno anche censurato questo effetto di mitigare la stessa applicazione del principio.
Ci sono alcuni casi in cui non è affatto semplice individuare con precisione quando opera il favor rei. Molto importante, in casi simili, specificarlo nel ricorso presentato.
Conclusioni
Il favor rei è una locuzione latina con cui, sostanzialmente nel diritto penale, si indicato il fondamento di istituti che escludono l’esistenza dell’illecito o che producono effetti più lievi rispetto a quelli che si verificherebbero altrimenti.
Si tratta di un principio in base al quale nessuno può essere assoggettato a una sanzione per un fatto che, secondo una legge posteriore, non costituisce più una violazione punibile.
Domande frequenti
Cos’è il principio del favor rei?
Si indica il fondamento di istituti che escludono l’esistenza dell’illecito o che producono effetti più lievi rispetto a quelli che si verificherebbero altrimenti.
Quando non si applica il favor rei?
Non si applica alle sanzioni amministrative.
Che cos’è il principio del giusto processo?
La giurisdizione si attua mediante il giusto processo regolato dalla legge. Ogni processo si svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti a giudice terzo e imparziale.
Qual è l’importanza del principio di irretroattività?
La legge dispone solo per l’avvenire e non ha effetto retroattivo: significa che interviene a disciplinare i rapporti e le situazioni che si verificano dopo la sua entrata in vigore.
Quando non si applica il principio di irretroattività?
Non si può applicare tale principio alle leggi eccezionali e temporanee.