La fatturazione elettronica in questo periodo è largamente utilizzata da molti lavoratori autonomi, ed è diventata un obbligo per diversi soggetti. Secondo il funzionamento dei software per l’emissione della fattura virtuale, si prevede che chi emette fattura conosca alcuni dati identificativi del cliente a cui la sta inviando.
I più importanti dati a questo proposito sono la Partita Iva e il codice fiscale. Si tratta di dati che identificano il soggetto specifico a cui viene inviata, e sono importanti anche per un motivo di tracciabilità nei confronti del fisco. La fatturazione elettronica infatti comporta maggiore trasparenza fiscale tra cittadini e fisco, poiché le fatture elettroniche vengono emesse telematicamente tramite appositi software.
Tuttavia cosa accade quando chi deve emettere fattura non ha tutti i dati relativi al destinatario? Uno dei casi in cui ci si può imbattere è quello di inviare una fattura elettronica a clienti di altri paesi per cui non si conoscono i dati, e il codice fiscale italiano non è un identificativo posseduto da questi clienti. Cosa fare in questo caso?
A rispondere a questa domanda arriva la FAQ numero 63 dell’Agenzia delle Entrate, pubblicata il 19 luglio 2019. Vediamo tutti i dettagli nell’articolo.
Fattura elettronica: di cosa si tratta e quali dati servono
La fatturazione elettronica prevede che le fatture vengano inviate attraverso software specifici al cliente, e automaticamente al fisco. Si tratta di una procedura che da un lato ha semplificato molto il lavoro di emissione delle fatture, e dall’altro lato ha portato maggiore trasparenza tra cittadini e fisco.
Per inviare una fattura elettronica è quindi necessario che l’interessato possegga un software apposito, e alcuni dati identificativi importanti: si tratta di dati che riguardano il soggetto che emette la fattura (la ditta, la denominazione o la ragione sociale dello stesso), l’indicazione della residenza e alcuni dati relativi ai clienti, ovvero i soggetti che riceveranno la fattura.
Di questi soggetti è importante che si conoscano i dati identificativi principali: la Partita Iva nel caso in cui la fattura viene inviata ad una ditta, un’impresa, o un professionista autonomo, oppure il codice fiscale quando la fattura è inviata ad un privato.
Questo significa che la fatturazione elettronica è possibile sia verso altre aziende (B2B) sia da azienda a cittadino privato, ovvero il cliente finale (B2C). Tuttavia molti dubbi sono sorti da quando si prevede la fatturazione elettronica, per quanto riguarda l’eventualità che questi dati non siano presenti.
Partita Iva e codice fiscale sono i principali dati di cui è necessario disporre per poter inviare una fattura tramite metodo elettronico, e per rimediare alla mancanza di questi dati è buona norma richiederli al cliente specifico.
Fattura elettronica: cosa succede se manca il codice fiscale
Può accadere di inviare fatture elettroniche a clienti stranieri, ovvero che non risiedono all’interno dei confini italiani. Questi soggetti infatti non hanno codice fiscale valido in Italia, eppure possono essere clienti di aziende o lavoratori autonomi italiani che utilizzano la fatturazione elettronica.
Di fatto compilare il campo dove viene indicato il codice fiscale non è obbligatorio per i soggetti che non risiedono nel territorio italiano. L’Agenzia delle Entrate è intervenuta già nel 2019 a rispondere a questa domanda con la FAQ n.63:
Risulta importante rilevare come in questo caso la fatturazione elettronica comporta come conseguenza l’esenzione dalla comunicazione relativa all’esterometro, strumento con cui altrimenti si devono indicare le fatture verso l’estero.
Ecco quali sono i campi da compilare nel caso di fatturazione elettronica inviata a soggetti stranieri senza codice fiscale italiano:
- In “Codice Destinatario” inserire “XXXXXXX”;
- Nella sezione 1.4.1.1 “IdFiscaleIVA” del blocco 1.4 “cessionario/committente” indicare:
- Nel campo 1.4.1.1.1 “IdPaese” il codice del paese estero, diverso da IT;
- Nel campo 1.4.1.1.2 “IdCodice” un valore alfanumerico identificativo della controparte (fino a 28 caratteri alfanumerici);
- Il campo 1.4.1.2 “Codice Fiscale” da compilare se il cliente è soggetto consumatore finale estero con lo stesso valore del campo “IdCodice”.
Si tratta di una procedura semplice ma necessaria per poter inviare fatture elettroniche ad un cliente situato all’estero, privo quindi di documento fiscale italiano.
Per poter aggiungere nella fattura l’indirizzo del cliente, situato all’estero, bisogna selezionare la nazione specifica e apportare il valore 00000 al campo CAP.
Fattura elettronica nel 2022: prospettive
La fatturazione elettronica è una procedura obbligatoria per molti lavoratori italiani, e con l’arrivo del 2022 ci saranno diverse novità fiscali. Novità introdotte con la recente manovra, e di cui si discute da diversi mesi.
Prima di tutto si attende la decisione finale di estendere la fatturazione elettronica come obbligo anche ai lavoratori con partita IVA a regime forfettario, per cui si è discusso molto dell’applicazione dell’obbligo negli scorsi mesi. L’Unione Europea infatti ha autorizzato all’obbligo della fattura elettronica in Italia fino al 31 dicembre 2024, e rimane ancora in attesa l’eventualità di far partire questo obbligo anche a chi lavora con regimi agevolati.
Oltre a questi obblighi però esistono anche dei particolari divieti per chi lavora in modo autonomo: non sarà possibile, perché di fatto viene vietato fino alla fine del 2022, emettere fatture elettroniche se si lavora nell’ambito sanitario, in qualsiasi professione medica. Si tratta di una misura presa a protezione della privacy dei dati dei cittadini.
La fatturazione elettronica è particolarmente rilevante in quanto permette una maggiore trasparenza nei pagamenti, inoltre grazie a questo metodo digitale di invio delle fatture, che mentre le comunica ai clienti le invia anche direttamente a fisco, non sarà obbligatorio presentare l’esterometro per quelle fatture inviate tramite fatturazione elettronica ad un paese estero. Questo rimane comunque obbligatorio per tutte quelle fatture non elettroniche.
Le novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2022 anche su questa misura per il lavoro per il fisco saranno estese per tutto il 2022, e con molta probabilità ci saranno delle proroghe alle misure anche negli anni successivi.