Le persone fisiche hanno il domicilio fiscale nel Comune di residenza anagrafica, mentre le società nel Comune dove è stabilita la sede legale o in mancanza quella amministrativa.

Uno degli aspetti che crea molta confusione nei contribuenti riguarda il concetto di domicilio fiscale. Nel corso della mia attività di consulenza verso soggetti che intendono trasferirsi all’estero sento molto spesso confondere il domicilio fiscale con la residenza fiscale. Si tratta di due concetti molto diversi tra loro anche se spesso, erroneamente, questi termini vengono usati come sinonimi.

Residenza e domicilio sono due termini che indicano fattispecie molto diverse tra di loro. Per questo motivo è opportuno conoscere il significato di questi termini. Il punto di partenza è sicuramente quello di individuare la differenza tra residenza e domicilio.

Tabella: differenze tra residenza e domicilio

DEFINIZIONEDESCRIZIONE
RESIDENZASI RIFERISCE ALL’ABITAZIONE DI UNA PERSONA. LA RESIDENZA SI INDIVIDUA ATTRAVERSO L’ISCRIZIONE AGLI ELENCHI DI RESIDENZA ANAGRAFICA DEI CONTRIBUENTI ISTITUITI PRESSO I VARI COMUNI. 
DOMICILIOSI RIFERISCE AL LUOGO OVE UNA PERSONA SVOLGE LA PROPRIA ATTIVITÀ LAVORATIVA O PROFESSIONALE.

Questi due termini sono riferiti alla normativa civilistica. Quando, invece, parliamo di domicilio fiscale e/o di residenza fiscale dobbiamo necessariamente fare riferimento alla normativa fiscale. In questo articolo ho deciso di riportare in modo semplice e schematico gli elementi che differenziano questi due concetti molto importanti per fare chiarezza sulla questione.

Dove si trova il domicilio fiscale?

Il concetto di domicilio fiscale è un termine che attiene prettamente al diritto tributario. Infatti, questo non è disciplinato dal codice civile, ma dal DPR n. 600/73. Si tratta del testo che disciplina le modalità di accertamento fiscale dei contribuenti. Come avrai capito, quindi, il domicilio è elemento fondamentale per la disciplina fiscale e per il contribuente.

Tabella: definizione di domicilio per persone fisiche e per società

CASISTICADESCRIZIONE
PER PERSONE FISICHEPer le persone fisiche è situato nel Comune di residenza anagrafica
PER LE SOCIETA’Per le società è situato nel Comune dove è stabilita la sede legale o in mancanza quella amministrativa

Qualora avvenga il trasferimento in un Comune diverso, il domicilio varia automaticamente dopo 60 giorni dal cambio della residenza anagrafica. Il domicilio fiscale è molto importante perché definisce qual è l’ufficio tributario competente per territorio ai fini dei controlli e fissa dove devono essere notificati i provvedimenti fiscali, gli accertamenti (ai fini delle imposte dirette ed indirette).

Importanza del domicilio fiscale dei contribuenti

Come avrai capito non sei tu direttamente che puoi modificare il tuo domicilio. Esso, infatti, è speculare al tuo indirizzo di residenza anagrafica. Se, invece, sei una società, il tuo domicilio fiscale è individuato automaticamente nella tua sede legale o amministrativa. Come detto, il l’identificazione del proprio domicilio è fondamentale in quanto individua l’ufficio competente dell’Agenzia delle Entrate. Inoltre, a quell’indirizzo ti saranno notificati tutti gli atti tributari.

L’aspetto importante è che non tutti conoscono è che ogni contribuente può decidere di ricevere le comunicazioni fiscali dell’Agenzia delle Entrate ad un indirizzo diverso dal domicilio fiscale. Classico esempio è quello di incaricare il proprio commercialista a ricevere le proprie comunicazioni fiscale. In ogni caso, oggi, l’Agenzia delle Entrate notifica tutti gli atti tributari ai contribuenti titolari di partita Iva tramite Posta Elettronica Certificata (PEC). Molto presto, sarà possibile inviare in questo le notifica a tutti i contribuenti.

Residenza fiscale dei contribuenti: definizione

La residenza fiscale è un concetto diverso da domicilio fiscale. La residenza fiscale individua lo Stato ove un soggetto è fiscalmente residente. Quindi, con la residenza fiscale si individua la potestà impositiva di uno stato su un contribuente. Sono considerate fiscalmente residenti in Italia (ex art. 2 del TUIR) le persone che per la maggior parte del periodo dell’anno (183 giorni o 184 se l’anno è bisestile) sono alternativamente:

  • Iscritte nelle anagrafi comunali della popolazione residente (criterio formale);
  • Hanno il domicilio in Italia (criterio sostanziale);
  • Hanno la residenza anagrafica in Italia.

L’aspetto importante da sottolineare è che risulta essere sufficiente verificare anche solo una delle ipotesi suddette perché vi sia residenza fiscale in Italia. Sono inoltre considerate residenti le società che per la maggior parte del periodo dell’anno (183 giorni) hanno la sede legale o, in mancanza, quella amministrativa in Italia. Questo è quanto previsto dall’art. 73 del TUIR.

Residenza fiscale e pagamento delle imposte

Il concetto di residenza fiscale, quindi, individua quali soggetti sono tenuti a pagare le imposte in Italia. È quindi importantissimo perché sulla base della residenza fiscale si applica il principio della “world wide taxation“. In base a questo principio, le persone residenti fiscalmente in Italia devono dichiarare in Italia tutti i redditi, a prescindere dallo Stato dove sono prodotti o incassati. Questo è quanto prevede l’articolo 3 del TUIR, in tema di imposizione fiscale dei contribuenti.

Residenza nel modello 730

Nel modello 730 le istruzioni ministeriali prevedono la compilazione del campo residenza anagrafica” solo se il contribuente ha spostato la propria residenza nel periodo compreso tra il giorno 1° Gennaio del periodo oggetto di dichiarazione e la data in cui si presenta la dichiarazione. La residenza si considera cambiata anche in caso di variazione dell’indirizzo nell’ambito dello stesso Comune. In questo si rende obbligatorio indicare:

  • I dati della nuova residenza alla data di consegna del modello 730, avendo cura di riportare negli appositi spazi i dati relativi a: Comune, sigla della provincia, CAP, tipologia (via, viale, piazza, largo ecc.), indirizzo, numero civico, frazione, se presente;
  • Il giorno, il mese e l’anno in cui è intervenuta la variazione.

L’indicazione corretta di questo dato è fondamentale in quanto consente di individuare la regione e il comune per i quali è dovuta rispettivamente l’addizionale regionale e comunale. 

Residenza fiscale all’estero

Il concetto di residenza fiscale diventa ancora più importante quando un soggetto decide di trasferirsi all’estero. Per trasferire la residenza all’estero è necessario effettuare la cancellazione dall’Anagrafe della popolazione residente e l’iscrizione all’Anagrafe Italiani Residenti all’Estero (AIRE). Si tratta di una procedura obbligatoria, senza la quale anche se ti sposti all’estero, continuerai ad essere considerato soggetto fiscalmente residente in Italia.

Per essere considerato soggetto fiscalmente residente all’estero è necessario che tu abbia spostato la tua residenza per la maggior parte dell’anno. Se questo non si verifica sarai tenuto a dichiarare in Italia tutti i redditi percepiti nel periodo di imposta, compresi anche quelli prodotti all’estero. Devono essere, invece, dichiarati in Italia solo i redditi prodotti in Italia se l’iscrizione all’AIRE è superiore a 183 giorni.

Iscrizione all’AIRE

La mera circostanza che un soggetto risulti iscritto all’AIRE non rappresenta necessariamente uno status di “non residenza” fiscale italiana. Questo principio è stato correttamente inteso anche dall’Amministrazione nella misura in cui si afferma che:

l’iscrizione all’AIRE costituisce condizione necessaria ma non sufficiente per poter essere considerato non residente, a differenza dell’iscrizione nell’anagrafe della popolazione residente che, da sola, costituisce presupposto per essere considerato residente in Italia

Quindi, anche in presenza di cancellazione dall’anagrafe è necessario valutare gli altri requisiti previsti dall’articolo 2 del TUIR. In particolare, il domicilio (per quanto attiene alla residenza, infatti, essa presuppone la dimora abituale e, quindi, una presenza fisica che, nel caso di specie, sembra essere esclusa a priori).

Il contrasto all’evasione fiscale

Le problematiche che orbitano intorno al domicilio e alla residenza fiscale delle persone fisiche stanno assumendo un ruolo di primo piano nel contrasto all’evasione fiscale. Basti, a tal riguardo, segnalare i recenti provvedimenti che hanno ampliato i poteri di controllo sulle “emigrazioni fittizie“. Ricordo, infatti, come i comuni, entro i sei mesi successivi alla richiesta di iscrizione nell’anagrafe degli italiani residenti all’estero, confermano all’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate i contribuenti iscritti all’AIRE. Se stai pensando di trasferirti all’estero, quindi, devi fare molta attenzione alla procedura da attuare.

Se hai dubbi leggi qui: “Trasferimento di residenza all’estero: guida“.

Come modificare il domicilio fiscale all’Agenzia delle Entrate

Il cambio di domicilio fiscale può essere effettuato presentando un’apposita istanza presso un ufficio dell’Agenzia delle Entrate. Il modulo di cambio di domicilio fiscale deve essere presentato in forma cartacea o telematica.

Domanda in forma cartacea

Se vuoi presentare il modello in forma cartacea, devi compilarlo e presentarlo presso un ufficio dell’Agenzia delle Entrate. Il link al documento è a questo link: “Modulo cambio di domicilio fiscale“. In alternativa, il modulo può essere inviato anche per raccomandata con ricevuta di ritorno.

Domanda in via telematica

Il trasferimento di residenza può essere presentato anche in via telematica. Tale domanda può essere presentata direttamente dal contribuente tramite l’accesso attraverso il PIN dell’Agenzia o tramite SPID. A prescindere dalla modalità di presentazione della domanda, ricordo che, l’effetto di cambiamento del domicilio fiscale avviene trascorsi trenta giorni dalla presentazione della domanda.

Cosa succede se non comunico il cambiamento della mia residenza?

Il soggetto che non comunica il cambio di residenza, può incorrere nel reato di falso in atto pubblico. Il reato penale richiede una condotta arriva e se si trasferisce semplicemente senza comunicare il cambio di residenza normalmente si incorre in sanzioni amministrative e civili.

Gli uffici comunali dell’anagrafe sono tenuti a verificare la sussistenza del requisito della dimora abituale dei soggetti che richiedono l’iscrizione anagrafica. Per prassi l’accertamento del cambio di Residenza viene demandato alla polizia municipale o a funzionari incaricati del Comune. Qualora nel corso degli accertamenti emergano delle irregolarità con la dichiarazione resa dal soggetto che ha chiesto l’iscrizione viene effettuata una segnalazione. Tale comunicazione arriva all’Autorità di Pubblica Sicurezza.

Denuncia di residenza non veritiera è reato di falso in atto pubblico

Quello che devi sapere è che il soggetto che ha dichiarato un dato errato ad un funzionario dell’anagrafe (che ricordo essere un Pubblico Ufficiale nello svolgimento della sua funzione) commette un reato. Sto parlando del reato penale di falso in atto pubblico, come disciplinato dall’articolo 483 del Codice Penale:

Chiunque attesta falsamente al pubblico ufficiale, in un atto pubblico, fatti dei quali l’atto è destinato a provare la verità, è punito con la reclusione fino a due anni. Se si tratta di false attestazioni in atti dello stato civile, la reclusione non può essere inferiore a tre mesi

art. 483 codice penale

Come avrai capito non si sta scherzando, una falsa comunicazione all’anagrafe è un reato penalmente rilevante.

Comunicazione di indirizzo inesistente

Accanto a questa fattispecie possono esserci poi fattispecie diverse ma comunque rilevanti. Infatti, qualora sia stata dichiarata come residenza un indirizzo constatato come inesistente le conseguenze aumentano. Nella pratica potrebbe accadere che hai fornito un indirizzo falso e che la Polizia Municipale non abbia mai fatto i controlli. Oppure che, dopo qualche anno, tu ti sia trasferito ad un altro indirizzo senza comunicarlo al Comune per la modifica delle indicazioni anagrafiche. Quando l’ufficiale giudiziario o il postino non riescono a notificare la comunicazione dell’apertura dell’indagine penale, o atti giudiziari, il Comune può arrivare ad effettuare le pratiche per la cancellazione del soggetto dall’anagrafe. Questo tipo di informazione può essere fornita dal postino, dall’INPS, dal datore di lavoro o da chiunque altro. Dietro segnalazione il Comune potrà effettuare una serie di accertamenti e poi disporre la definitiva cancellazione dall’anagrafe comunale. Non sarai cioè più presente nei registri e verrai dichiarato irreperibile.

Che cosa vuol dire essere dichiarati irreperibili?

Essere irreperibili non è una cosa positiva. In questi casi  tutte le notifiche ti verranno fatte presso la casa comunale e si considereranno ugualmente conosciute. Significa che non potrai mai difenderti da qualsiasi pretesa che ti arriva. Essere considerato irreperibile è un fatto grave e per questo le conseguenze sono altrettanto gravi per il soggetto.

I controlli dell’Agenzia delle Entrate in caso di residenza falsa

Attenzione, perché i controlli anagrafici non sono svolti soltanto dagli ufficiali del Comune o dalla Polizia Municipale. Al fine di contrastare i casi si evasione o abuso del diritto, anche l’Amministrazione Finanziaria ha facoltà di disporre controlli per accertare eventuali situazioni anomale o cambi di residenza che possano essere ritenuti artificiosi e falsi. Vedi il caso di una famiglia con quattro figli, ognuno dei quali con residenza diversa, in abitazioni di proprietà dei genitori, magari in note località di mare, di montagna o di campagna.

In situazioni come questa il rischio maggiore è quello di vedersi revocare la residenza e con essa i benefici fiscali concessi. Oppure, vedersi chiedere il pagamento di quanto dovuto a titolo di imposte (es. l’IMU). Altro caso in cui possono partire questi controlli è quando un soggetto chiedere l’iscrizione AIRE per un trasferimento fittizio di residenza all’estero. Anche in fattispecie come questa, quando un soggetto finge un trasferimento all’estero al solo scopo di evadere materia imponibile in Italia l’Amministrazione Finanziaria può effettuare direttamente accertamenti sulla residenza anagrafica di un soggetto. Senza dimenticare, infine, i soggetti che dichiarano la propria residenza presso il vecchio indirizzo della madre. In questo modo credono di poter sfuggire alle notifiche degli atti giudiziari, alle multe, alle cartelle esattoriali per il bollo auto, alle raccomandate dei creditori. Anche in questi casi l’Amministrazione Finanziaria interviene con i controlli.

Ipotesi di residenza “di comodo

Quando vengono effettuati controlli come nelle fattispecie che ti ho mostrato sopra non è molto difficile individuare una “residenza di comodo“. Spesso, infatti, le residenze fittizie si concentrano nelle seconde case ubicate in luoghi di villeggiatura e sulle stesse i consumi delle utenze domestiche (acqua, energia elettrica e gas) sono generalmente molto limitati. E’ sufficiente un controllo sulle utenze per capire se davvero qualcuno vive nell’immobile o se la residenza è soltanto “di comodo“. Il Comune che ha accertato una residenza “di comodo” può richiedere al contribuente il pagamento delle imposte dovute (es. IMU) non corrisposte a suo tempo e non ancora prescritte. Per questo tipo di imposte patrimoniali la richiesta del pagamento degli arretrati può riguardare gli ultimi cinque anni. Dopodiché se il pagamento degli arretrati non è mai stato richiesto tale debito cade in prescrizione.

Tutti hanno l’obbligo di rendersi reperibili

Il fatto che, il più delle volte, le condotte illecite sopra descritte non diano origine ad alcuna conseguenza è solo sintomo di una pubblica amministrazione inefficiente. Molto spesso, specialmente nei piccoli centri abitati, le stesse autorità comunali sono tacitamente consenzienti. Magari perché avere qualche residente in più nel Comune, anche fittizio, fa comodo anche a loro. Tuttavia, questo non vuol dire che si possa o si debba agire in modo tale da aggirare la norma di legge. La Residenza Falsa è un fattispecie di irregolare dichiarazione, perseguita sia da un punto di vista amministrativo che penale. L’aspetto su cui ti invito a riflettere è che:

tutti i cittadini hanno l’obbligo di rendersi reperibili. Non tanto agli altri privati (che pur potrebbero avere il giusto interesse a sapere dove abiti per notificarti, ad esempio, una citazione) ma anche e soprattutto alla pubblica amministrazione, alle autorità, all’Amministrazione Finanziaria

Come ho cercato di farti capire in questo articolo le residenze di comodo sono vietate, checché ne dica o faccia la gente. La residenza falsa non deve mai essere dichiarata all’ufficio Anagrafe. Per questo motivo ti consiglio sempre di prestare la massima attenzione quando vuoi effettuare un trasferimento di Residenza.

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3 COMMENTI

  1. Buongiorno, iscritta all’AIRE, ho un lavoro e casa in affitto in Francia per azienda francese, trascorro all’estero oltre 183gg. Abitazione intestata a mio nome in Italia dove risiede mio marito.
    Sono considerata fiscalmente residente in Francia?

  2. Con queste informazioni quello che sembra è che la sua residenza fiscale sia in Italia. Deve fare molta attenzione a questo. Se vuole ne parliamo in privato.

  3. Non viene indicato l’aspetto di doppia domiciliazione fiscale, nel caso di cittadino extraeuropeo che si iscrive all’anagrafe comunale , sulla base di contratto di Locazione in Italia, pur continuando ad essere contribuente fiscale nel paese di provenienza, come gli consente la convenzione!

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