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Quando si prescrivono i crediti commerciali?

Quando si prescrivono i crediti commerciali?

La prescrizione ordinaria dei crediti commerciali è di 10 anni. Questo periodo si applica alla maggior parte dei crediti derivanti da contratti di fornitura di beni e servizi. La prescrizione inizia a decorrere dal momento in cui il credito può essere legalmente esigibile, ossia dal giorno in cui è dovuto il pagamento.

Il credito commerciale è una procedura che consente a un commerciante di acquistare beni o servizi da un altro commerciante attraverso quello che è considerato come un prestito a tutti gli effetti. Questo tipo di dilazione di pagamento non viene consentito da banche o istituti similari, ma da aziende private.

Prevalentemente un credito commerciale viene utilizzato per acquistare risorse utili per l’azienda da un fornitore, senza dover provvedere nel momento immediato al pagamento. Questo tipo di prestito effettuato da un’azienda prevede comunque un certo grado di rischio per quest’ultima, ovvero per il fornitore.

Per questo motivo quando si concede un credito commerciale, va analizzata la situazione specifica, per verificare anche qual è il rischio di insolvenza e non restituzione del denaro dovuto, dall’azienda a cui si è concesso il prestito. Ma quando si prescrivono i crediti commerciali? Quanto tempo deve trascorrere dal prestito? Cerchiamo di rispondere alle domande nell’articolo.

Crediti commerciali: come funzionano

Come anticipato, quando viene erogato un credito commerciale ci sono due soggetti coinvolti: da un lato il soggetto che eroga il credito, ovvero un vero e proprio prestito, al soggetto richiedente, dall’altro lato c’è il soggetto beneficiario, che può accedere in anticipo ai beni o servizi erogati dal primo soggetto e pagare la somma dovuta in modo dilazionato nel tempo.

Il credito commerciale è uno strumento che può essere vantaggioso per entrambe le parti: chi eroga il credito solitamente è un fornitore che può vedersi acquistare un grande numero di prodotti o servizi in un’unica operazione, anche se il saldo avverrà successivamente.

Dall’altro lato, il vantaggio vi è anche per l’azienda che può accedere ad un determinato bene o servizio senza pagare le somme dovute nel momento immediato, ma in modo dilazionato, come avverrebbe con un prestito bancario. Questo sistema è utilizzato spesso da aziende che necessitano di alcune risorse per la produzione, e fornitori che possono disporre di queste risorse.

Il fornitore prima di concedere un credito di questo tipo, in genere valuta l’affidabilità dell’azienda cliente, per conoscere in anticipo le risorse della stessa, e non rischiare di perdere completamente il credito messo a disposizione.

In ogni caso per il fornitore si tratta di procedere con un rischio, che può essere più o meno elevato, in base all’azienda a cui viene emesso il credito. Nel tempo, l’azienda è obbligata a restituire quanto dovuto in termini di denaro, tuttavia anche per lo strumento del credito commerciale esistono alcune tempistiche di prescrizione.

Quando i crediti vanno in prescrizione

I crediti commerciali possono essere estinti dall’azienda interessata in un periodo più o meno lungo di tempo, tuttavia c’è anche la possibilità che vadano in prescrizione. Se l’azienda fornitrice non recupera in tempo il credito concesso, questo può andare in prescrizione o essere soggetto ad una decadenza.

Generalmente la norma italiana prevede che la tempistica standard di prescrizione dei crediti commerciali sia di 10 anni, tuttavia questo non è sempre corretto, perché tutto dipende anche dal tipo di credito cumulato, e da una serie di fattori concomitanti. In particolare, il credito può andare in prescrizione anche in tempi inferiori, per determinati tipi di fatture, ad esempio:

  • Prescrizione in sei mesi: le tempistiche sono ridotte a sei mesi nel caso di crediti per fatture presso strutture alberghiere e servizi di B&B;
  • Prescrizione in un anno: rientrano qui diversi beni o servizi per cui è stata emessa una fattura, a credito. Si tratta ad esempio delle provvigioni di mediatori o agenti immobiliari, dei diritti per i contratti di trasporto, per lavori svolti da ditte di riparazione e manutenzione, prestazioni emesse da scuole e palestre private, premi assicurativi, retribuzioni per i prestatori di lavoro;
  • Prescrizione in tre anni: rientrano qui i diritti di rimborso di professionisti, come avvocati, commercialisti, medici, periti e così via;
  • Prescrizione in 5 anni: per le fatture del canone di affitto, fornitura di prestazioni periodiche con pagamento a cadenza annuale, bollette del telefono;
  • Prescrizione in 10 anni: fatture per servizi o prestazioni che prevedono un pagamento una tantum, come l’acquisto di un veicolo, mobili, elettrodomestici.

In ogni caso la prescrizione si applica dalla legge quando l’azienda che ha emesso la fattura a credito non procede a richiederne il pagamento, trascorso un periodo di tempo piuttosto lungo. Va tenuto in considerazione quindi che il prestatore di beni e servizi può intervenire per evitare la prescrizione, attraverso azioni di recupero del credito.

Recupero del credito

Quando un’azienda emette una fattura a credito, prevede un certo grado di rischio soprattutto per ciò che riguarda la restituzione della somma, che può avvenire in modo dilazionato nel tempo o in un’unica soluzione. Se la restituzione non avviene, non necessariamente il credito va in prescrizione.

Risulta infatti possibile agire con azioni di recupero del credito, al fine di ricevere il pagamento corretto del bene e del servizio senza che questo decada. Va tenuto presente che quando si parla di prescrizione, chi ha emesso il credito non può più svolgere alcuna azione di recupero del denaro, per cui è necessario procedere in anticipo rispetto alle tempistiche di prescrizione viste prima.

Ma come può avvenire un recupero del credito? Risulta possibile mettere in campo diverse azioni per richiedere il saldo corretto delle fatture arretrate, con diversi gradi di gravità. Se la richiesta bonaria (tramite semplice sollecito) non dovesse funzionare, è possibile ricorrere in strumenti più diretti, ad esempio:

  • L’invio di una lettera raccomandata o di una PEC con indirizzo di Posta certificata, per sollecitare il pagamento in modo ufficiale. Si deve documentare in questa lettera qual è l’importo dovuto, per quale ragione e tutti gli estremi sia per il pagamento che per dare informazione precisa sul tipo di acquisto e sulla fattura emessa;
  • Lettera di riconoscimento del debito: è possibile per un fornitore presentare un documento al cliente in un momento precedente in cui viene firmato e attestato che sussiste un debito. Questo documento può essere ripresentato insieme al sollecito di pagamento, per ricordare le responsabilità di chi ha contratto il debito;
  • Atto giudiziario: se le modalità di sollecito precedenti non funzionano, prima di far cadere in prescrizione il credito commerciale è possibile ricorrere alle vie legali, rivolgendosi ad un avvocato o ad un giudice, tramite citazione o decreto ingiuntivo.

Prima di stipulare un credito commerciale, è buona norma che il fornitore conosca da vicino l’azienda o il soggetto a cui concede il credito, per limitare il più possibile rischi di insolvenza da parte del cliente.

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