Le conduit companies sono società che non soddisfano i requisiti di beneficiario effettivo dei proventi che percepiscono, in quanto, li retrocedono ad altre società, al solo scopo di ottenere vantaggi fiscali altrimenti indebiti.
Sono definite dall’OCSE come società, partnerships o trusts istituite in relazione alla realizzazione di un piano di treaty shopping. Si tratta di società finalizzate a sfruttare impropriamente determinati trattati fiscali, per poi incanalare i benefici così ottenuti verso soggetti residenti all’estero. Sfruttano i trattati fiscali tra paesi per minimizzare la ritenuta alla fonte sui pagamenti di interessi, dividendi e royalties.
Di fatto, possiamo dire che le società veicolo consentono di avere vantaggi tributari nello Stato della fonte, in cui è prodotto il reddito transnazionale. Questo tipo di società fungono da filtro attraverso il quale il reddito è destinato a transitare. Pertanto, non è raro trovare questo tipo di società anche in giurisdizioni a fiscalità non privilegiata, magari al fine di realizzazione triangolazioni ed operazioni di treaty shopping.
L’individuazione di una conduit company è legata al fatto che il reddito che viene percepito non è destinato a restare in azienda, ma di fatto, viene veicolato verso altre società, istituite magari in paesi a fiscalità privilegiata al fine di poter sfruttare le asimmetrie dei trattati fiscali. Ipotizziamo che la società Alfa (controllata) produca un reddito che intende veicolare verso la società Beta (madre) situata in altro Stato. Ipotizziamo che tra lo Stato di Alfa e quello di Beta esista una convenzione che prevede l’applicazione di una ritenuta sui dividendi.
Qualora la società madre costituisca una società in un terzo paese che non prevede applicazione di ritenute in uscita si è arrivati all’obiettivo di veicolare il reddito da Alfa a Beta in assenza di “withholding tax“.
Come funzionano
Questo tipo di società veicolo vengono generalmente impiegate per incanalare flussi finanziari attraverso Paesi che offrono regimi fiscali agevolati o vantaggi specifici tramite accordi di doppia imposizione. Ecco come funziona il meccanismo:
- Costituzione in una giurisdizione favorevole: La società veicolo viene costituita in un Paese con una bassa tassazione o con una rete di trattati fiscali vantaggiosi con altre giurisdizioni;
- Flusso di redditi attraverso la società veicolo: Gli utili (dividendi, interessi, royalties, ecc.) vengono incanalati attraverso la società. In questo modo, il reddito può essere soggetto a una tassazione ridotta o addirittura esente in virtù degli accordi di doppia imposizione o delle normative locali del Paese di residenza della società;
- Trasferimento finale alla società madre: Una volta transitati attraverso la società filtro, i redditi vengono trasferiti alla società finale (spesso situata in un Paese con tassazione più elevata) con una significativa riduzione del carico fiscale grazie al “filtraggio” attraverso la società interposta.
Esempi di utilizzo
Un classico esempio di utilizzo di una conduit company può essere il seguente:
- La società A si trova in un Paese con tassazione elevata;
- La società B, che possiede partecipazioni in società A, si trova in un Paese con un trattato fiscale favorevole (ad esempio, Lussemburgo o Olanda);
- I dividendi che la società A paga alla società B possono beneficiare di una riduzione significativa della ritenuta alla fonte grazie al trattato fiscale tra i due Paesi;
- La società B, a sua volta, trasferisce i dividendi alla società madre (ad esempio, in un paradiso fiscale) con una tassazione minima o nulla.
Attraverso questo schema l’entità Bè utilizzata per facilitare il trasferimento di fondi tra due parti, spesso attraverso paesi con sistemi fiscali favorevoli. Queste società agiscono come intermediari, ricevendo e inviando fondi, ma non detengono questi fondi per lungo tempo. Sono comunemente impiegate nelle pianificazioni fiscali internazionali per ridurre gli oneri fiscali, sfruttando i trattati fiscali e le normative più favorevoli di certi paesi.
Esempi di società veicolo includono società con sede in paesi come Lussemburgo, Olanda, Irlanda, o alcune giurisdizioni offshore, dove i regimi fiscali possono essere particolarmente vantaggiosi per certi tipi di transazioni o flussi di reddito.
Queste società sono spesso al centro di dibattiti sulla pianificazione fiscale aggressiva e l’elusione fiscale, con governi e organizzazioni internazionali che cercano modi per limitare il loro uso a scopi di evasione fiscale. Tuttavia, è importante notare che l’utilizzo di conduit company può essere legale e legittimo in determinate circostanze, purché vengano rispettate le normative fiscali e di trasparenza.
Trasparenza e regolamentazione
Mentre l’uso di conduit company può essere legittimo, c’è una crescente pressione internazionale per maggiore trasparenza e regolamentazione per contrastare l’abuso di queste strutture per fini di elusione ed evasione fiscale.
L’uso delle conduit company solleva spesso questioni etiche e politiche, poiché possono contribuire all’erosione delle basi imponibili dei paesi e alla perdita di entrate fiscali. Le aziende che utilizzano questo tipo di schemi di pianificazione fiscale devono navigare in un ambiente regolamentare complesso e in continua evoluzione, tenendo conto dei rischi legali e di reputazione associati.
Applicazione di normative antielusive
Le conduit company non hanno un’attività economica effettiva propria (non sono operative), ma servono a ridurre l’imposizione fiscale sui redditi trasferiti tra le varie entità del gruppo. Per questa ragione, sono spesso soggette a normative anti-abuso in molte giurisdizioni, che cercano di impedire l’elusione fiscale tramite l’uso artificiale di queste strutture.
L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha lanciato l’iniziativa BEPS (Base Erosion and Profit Shifting) per combattere l’erosione della base imponibile e lo spostamento degli utili, che include misure mirate a limitare l’uso improprio delle conduit company.
L’Unione Europea ha introdotto la Direttiva contro le pratiche di elusione fiscale (ATAD), che prevede misure specifiche contro le strutture potenzialmente elusive. Tra queste vi sono norme su:
- Imprese controllate estere (CFC rules): Tassazione degli utili delle subsidiary in Paesi a bassa imposizione come se fossero stati realizzati dalla società madre.
- Limitazione dell’uso delle società veicolo: Attraverso la verifica della sostanza economica delle società coinvolte e delle transazioni.
Letter-box company
Le società veicolo sono spesso indicate anche con il termine letter-box companies, tuttavia, ufficialmente non vi è una sovrapposizione dei due termini. La letter-box rappresenta, di regola, solo un indirizzo presso una persona, un consulente, un ente o una banca a cui la posta può essere indirizzata.
Di fatto, adempie solo agli adempimenti minimi imposti per tale struttura societaria, quali la registrazione e lo statuto. Questo tipo di società non dispone di investimenti, uffici, strutture e dipendenti. Più che delle vere e proprie società sono delle “scatole vuote” e per questo considerate come strutture di puro artificio.
Leggi anche: “Treaty shopping: abuso nei trattati internazionali“.
Domande frequenti
Sì, sono legali, ma il loro uso improprio per evasione o elusione fiscale è illegale.
Le principali sfide includono la gestione della complessità normativa, il rischio di implicazioni legali e di reputazione, e l’adeguamento alle norme internazionali in materia di trasparenza fiscale.
Possono erodere la base imponibile di un paese, riducendo le entrate fiscali e influenzando la distribuzione delle risorse finanziarie globali.