Etsy è un marketplace internazionale, ciò significa che puoi vendere sia a chi vive in Italia, sia a a chi vive dall’altra parte del mondo. La circostanza che i tuoi potenziali clienti possano essere in tutto il mondo, comporta, al tempo stesso, alcuni inconvenienti, come l’aumento della concorrenza.
Altra cosa da considerare è il prezzo dei tuoi prodotti. Qualora essi costano poco difficilmente riuscirai a venderli all’estero perché le spese di spedizione saranno elevate e quindi chi compra un oggetto le cui spese di spedizione costano tanto quanto il prodotto?
Etsy è uno dei marketplace più famosi, ha molta visibilità, quindi ti può offrire una visibilità enorme che non potresti mai raggiungere col tuo sito. Inoltre, ci sono anche negozi e blog che fanno scouting sul portale: setacciano il sito per trovare nuovi prodotti da vendere o di cui parlare sui loro canali. Una visibilità così non è da poco! Considera poi che il suo utilizzo è molto intuitivo, il che ti permette di poterlo utilizzare con facilità.
Indice degli Argomenti
- Quanto costa vendere su Etsy?
- Come vendere su Etsy?
- Come vendere su Etsy senza aprire partita IVA?
- Il corretto inquadramento legato alla partita IVA
- La scelta del Regime Fiscale
- Il regime OSS per la vendita verso privati UE
- L’attività di controllo sui venditori da parte dell’Agenzia delle Entrate
- È conveniente vendere su Etsy?
- Consulenza fiscale online
Quanto costa vendere su Etsy?
Occorre precisare che Etsy è uno dei marketplace con i costi più bassi, infatti ha le commissioni più basse rispetto ad altre piattaforme di vendita online, tuttavia ha un costo anche vendere su questo portale. Quindi quando calcoli il prezzo del tuo prodotto devi tenere conto dei costi fissi della piattaforma, oltre che ovviamente ai costi di imballaggio e spedizione. Vendere su Etsy ti costa con tutta probabilità di più dei piccoli mercatini locali. Inoltre, qualora tu non riuscissi a vendere per un po’ di tempo, ci rimetterai perché non ci sono solo le commissioni sulle vendite, ma anche i costi delle inserzioni: ogni prodotto che metti in vendita ti costa 0,20 centesimi.
Costo delle inserzioni
Ogni inserzione, sia pubblica che privata, che crei ha un costo di 0,20 centesimi e devi pagarla indipendentemente dalle vendite (quindi anche se non vendi nulla). L’inserzione scade dopo 4 mesi, quindi se poi vorrai riattivarla perché devi ancora vendere il prodotto, dovrai pagare altri 0,20 centesimi. Nel caso in cui, tu riesca a vendere il prodotto, l’inserzione viene disattivata, quindi se vorrai riattivarla, dovrai pagare altri 0,20 centesimi.
Costo commissioni di transazione
Il portale trattiene delle commissioni per ogni vendita che fai:
- 5% del costo di spedizione;
- 5% del costo totale dell’articolo.
Costo commissioni
Nel caso in cui tu accetti i pagamenti, la commissione anche per l’Italia ha un costo del 4% + 0,30 centesimi.
Come vendere su Etsy?
Etsy è nato nel 2005 da un’idea di Rob Kalin, allora poco più che ventenne, che, volendo vendere le sue creazioni fatte a mano, non trovava un sito che riuscisse a mettere in risalto i prodotti in maniera adeguata. Sul sito produttori e consumatori si incontrano e creano una community di appassionati di handmade e vintage. Il successo è sicuramente dovuto alla cura che da sempre è stata riservata alla grafica del sito, ai costi bassi di avviamento e all’attenzione che viene data alle richieste della community. Il portale è quindi il posto ideale per vendere prodotti artigianali online. Uno dei problemi è riuscire a vendere con regolarità. Soltanto riuscendo a vendere con regolarità gli introiti supereranno i costi. Riuscire però a vendere qualcosa ogni mese non è facile, per farcela bisogna sfruttare ogni mezzo e segreto.
Creazione dell’account
Prima di creare il tuo negozio, accedi ad un account. Utilizzerai questo account per gestire il tuo negozio, e per acquistare da altri venditori. Dopo aver creato il tuo account, aggiungi la foto del profilo e la biografia per far sapere chi sei al resto della Community. Per aprire il tuo negozio:
- Fai clic su Vendere su in cima a destra della pagina del sito Etsy.com.
- Fai clic su Apri il tuo negozio.
- Seleziona la lingua per il tuo negozio, il paese e la valuta, quindi fai clic su Salva e continua.
- Scegli il nome del negozio, quindi fai clic su Salva e continua.
Il portale non richiede ai venditori di possedere una licenza commerciale per vendere. Tuttavia, quando si vende online si deve seguire tutte le leggi che si applicano a una piccola impresa che vende online.
Come vendere su Etsy senza aprire partita IVA?
La domanda che ci chiedono tutti è se sia possibile operare online, anche su Etsy, senza aprire partita IVA. La risposta esatta a questa domanda è: dipende. Quello che devi sapere è che l’obbligo di operare con partita IVA scatta quando l’attività di vendita avviene con regolarità. Questo significa che se, occasionalmente, ti capita di esporre un oggetto sul portale, non hai obblighi fiscali. Tuttavia, al contrario, se esponi più oggetti o l’esposizione è prolungata nel tempo devi operare con partita IVA. Non conta quante vendite hai effettuato e quanto hai incassato.
Potresti benissimo, infatti, trovarti nella situazione di non aver incassato un solo euro, ma dover aprire partita IVA per il solo fatto di esposizione prolungata di più oggetti. La responsabilità legata alla tua posizione fiscale è personale.
Nel momento in cui decidi di vendere sul sito da privato dichiari di non essere un venditore di professione e che l’attività che potrai svolgere all’interno di questo Marketplace è sporadica e non continuativa. Tuttavia, questo non ti esenta da contestazioni in caso di controlli fiscali. Aprire un negozio online senza partita IVA è possibile grazie al servizio offerto dai marketplaces che sono delle piattaforme sulle quali è consentito vendere ed acquistare prodotti afferenti a varie categorie merceologiche.
Continuità, abitualità e professionalità
Quello che sto cercando di farti capire è che non sempre puoi operare su Etsy, o comunque su portali online di questo tipo, senza una posizione fiscale aperta. Quando si aprono questi portali siamo di fronte all’esposizione di tantissimi artigiani, che spesso ignorano le norme fiscali. Alcuni lo fanno perché non conoscono la normativa ed i rischi che corrono, altri lo fanno perché magari hanno chiuso la loro attività commerciale e proseguono in questo modo. Il consiglio che posso darti è sempre quello di verificare la tua situazione con un dottore Commercialista esperto (nel caso, contattami!).
Gli elementi da prendere sempre in considerazione per capire se e quando devi aprire la partita IVA sono:
- La continuità e l’abitualità dell’esercizio dell’attività (quindi l’esposizione degli oggetti, come numero e durata);
- La professionalità, e l’esercizio in forma organizzata dell’attività. Ad esempio, se ti fai pubblicità ed induci le persone all’acquisto, stai sicuramente esercitando attività commerciale.
Quando si è in presenza di questi requisiti si è obbligati ad aprire partita IVA. L’apertura della Partita IVA con questi requisiti si rende necessaria anche se l’attività di per se non ha prodotto alcun ricavo. L’aspetto che conta ai fini fiscali e la propensione del soggetto ad esercitare un’attività idonea a produrre reddito. Anche se, magari, per il momento il reddito non è stato generato. Tuttavia, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che con il termine abituale deve intendersi un’attività che si ripete nel tempo costantemente nel tempo e che necessita dell’impegno intellettuale o materiale per essere svolta.
Esempi di attività economica abituale
Un soggetto che mette in esposizione su Etsy un oggetto che ha realizzato per diletto, non deve porsi problematiche fiscali. Qualora, invece, lo stesso soggetto dopo la prima vendita decida di produrre lo stesso oggetto in quantità per la vendita sul portale, allora deve operare con partita IVA. Nel caso, infatti, siamo di fronte all’organizzazione dell’attività.
Un altro caso potrebbe essere quello di un soggetto che espone sul portale un oggetto realizzato e per invogliare alla vendita le persone effettua dell’attività di advertising sui social network. Anche in questo caso l’attività pubblicitaria conferma l’organizzazione dell’attività e gli obblighi fiscali.
Per approfondimenti: “Aprire Partita IVA: guida definitiva a tutte le casistiche“.
Casistiche particolari legate all’apertura della partita IVA
Gli aspetti legati alle possibilità di apertura della partita IVA sono davvero molti. Riceviamo sempre tantissime domande legate alle possibilità di aprire partita IVA in situazioni particolari.
Per questo motivo di seguito ti propongo alcune guide che ho realizzato. Ciascuna di queste riprende un argomento legato alla apertura della partita IVA e lo approfondisce:
Il corretto inquadramento legato alla partita IVA
Una volta individuati i criteri legati alla necessità di operare con partita IVA è necessario andare ad individuare l’inquadramento da applicare. Infatti, i profili che si prestano ad effettuare vendite su un portale come Etsy possono essere suddivisi in diverse categorie. In particolare possiamo avere tre tipologie di inquadramenti differenti:
- L’artista, ovvero quel soggetto che realizza e mette in vendita opere a carattere artistico (dotate di unicità), non prodotte in serie e non replicabili;
- L’artigiano, ovvero quel soggetto che realizza opere con le proprie mani che è possibile replicare, grazie alla propria attività;
- Il commerciante, è quel soggetto che non produce ma si occupa di acquistare prodotti già pronti per rivenderli sul mercato.
È importante inquadrare correttamente l’attività svolta all’interno di una di queste casistiche al fine di evitare problematiche in caso di controlli ed ottenere il corretto inquadramento fiscale e previdenziale. Per questo andiamo ad approfondire i principali aspetti legati ai suddetti inquadramenti.
Inquadramento come artista
L’artista, in qualità di esercente arte o professione intellettuale, è tenuto all’apertura della partita IVA. Il codice Ateco da utilizzare può essere in seguente:
CODICE ATECO ARTISTA | DESCRIZIONE |
---|---|
90.03.09 | “Altre creazioni artistiche e letterarie” |
La scelta del codice attività deve essere effettuata al momento di apertura della partita IVA. Inoltre, sotto il profilo previdenziale l’artista è tenuto all’iscrizione alla gestione separata dell’INPS (in quanto professionista non dotato di autonoma cassa di previdenza). Non vi sono altri adempimenti utili all’avvio dell’attività come artista (se non la scelta del regime fiscale, che vediamo di seguito).
Inquadramento come artigiano o commerciante
L’inquadramento come artigiano o commerciante prevede obblighi diversi rispetto a quelli dell’artista. L’artigiano produce i suoi oggetti per la rivendita, mentre il commerciante si limita ad acquistare ed a rivedere. In entrambi i casi è possibile utilizzare il seguente codice attività:
CODICE ATECO ARTISTA | DESCRIZIONE |
---|---|
47.91.10 | “Commercio di beni e servizi svolto via internet” |
L’esercizio di un’attività artigianale o commerciale richiede l’obbligo dell’iscrizione al Registro delle Imprese, tenuto presso la Camera di Commercio. L’iscrizione prevede il versamento di un contributo annuale che per le ditte individuati è inferiore alle cento euro. Sotto il profilo previdenziale è necessaria l’iscrizione alla gestione artigiani o commercianti INPS, per versare i relativi contributi. Per entrambe queste gestioni è previsto il versamento di un importo di contributi minimi obbligatori (da versare indipendentemente dal volume dei compensi percepiti).
Tali contributi coprono fino ad un reddito minimale, superato il quale è dovuto il versamento di contributi in misura percentuale. In questo senso è molto interessante la riduzione contributiva del 35% per i soggetti che possono applicare il regime forfettario. Inoltre, devi considerare che i soggetti iscritti ad altra forma previdenziale obbligatoria possono chiedere l’esonero dal versamento dei contributi INPS per lo svolgimento di questa attività.
Infine, per l’avvio dell’attività è necessaria la presentazione della Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) da presentare all’ufficio SUAP del Comune ove è svolta l’attività.
La scelta del Regime Fiscale
Adempimento collegato all’apertura della partita IVA è, sicuramente, la scelta del regime fiscale da adottare. Si tratta di una scelta particolarmente importante in quanto dal regime fiscale dipendono gli adempimenti fiscali, il calcolo delle imposte e la fatturazione. Per quanto concerne le attività di commercio online, i regimi fiscali tra cui puoi scegliere sono essenzialmente due. Mi riferisco ai seguenti:
Sono due regimi fiscali molto diversi tra loro. Il mio obiettivo in questo momento non è quello di parlarti in dettaglio di questi regimi. Voglio fornirti soltanto qualche informazione generale.
Regime forfettario per i business online
Il regime forfettario è un regime di vantaggio, valido per chi inizia un’attività e per chi intende rimanere in volumi di fatturato contenuti, sino a 85.000 euro. Sono previsti particolari requisiti di accesso e permanenza in questo regime fiscale, che ti invito a verificare con accuratezza. Questo regime fiscale prevede una tassazione del 5% per i primi cinque anni di attività. Successivamente si passa al 15%, rispettando tutti i requisiti richiesti. Tuttavia, i costi sostenuti non possono essere dedotti analiticamente, bensì forfettariamente, sulla base di specifici coefficienti di redditività (a seconda del codice attività adottato).
Per approfondimenti: “Regime Forfettario: guida completa” e “Regime Forfettario e contributi INPS“.
Contabilità semplificata per business online
La contabilità semplificata è il regime naturale di imprenditori e professionisti che non possono adottare il regime forfettario. Questo regime fiscale è sicuramente più costoso e più complesso del precedente, in quanto vi è:
- Applicazione dell’IVA;
- Tenuta della contabilità IVA;
- Tassazione IRPEF dei compensi.
Ho approfondito questo regime fiscale in questa guida dedicata: “Contabilità semplificata: le regole“. Quello che voglio dirti è che questo regime fiscale è indicato per gli imprenditori che operano in E-commerce. Soprattutto per quelli che producono o gestiscono un magazzino prodotti. Approfondiremo sicuramente insieme, in consulenza, questo aspetto. Il mio obiettivo, per i miei clienti è aiutarli a scegliere il miglior regime fiscale. Farò la stessa cosa anche con te!
Il regime OSS per la vendita verso privati UE
La vendita di beni verso soggetti privati deve scontare la disciplina prevista per le vendite business to consumer verso privati UE. In questo senso, al superamento della soglia di 10.000 euro di vendite verso soggetti privati residenti in stati UE, per l’operatore economico nazionale si rende necessaria la vendita applicando l’IVA del paese di destinazione del bene. Attenzione, perché questo obbligo riguarda anche i soggetti che adottano il regime forfettario (vedi “Regime forfettario ed operazioni con l’estero“).
Per semplificare questo tipo di adempimenti è possibile, facoltativamente, effettuare l’iscrizione al regime OSS, al fine di rendere più semplice la determinazione ed il versamento dell’IVA nelle vendite verso altri paesi UE. In alternativa all’adozione di questo regime IVA è possibile identificarsi direttamente negli stati UE dove avvengono gli acquisti (aspetto sicuramente più costoso e complesso da realizzare).
L’attività di controllo sui venditori da parte dell’Agenzia delle Entrate
Con l’art. 13, comma 1, D.L. n. 34/2019 ha previsto l’obbligo a carico dei marketplace online, ovvero degli operatori che, avvalendosi di piattaforme elettroniche facilitano la vendita a distanza, di trasmettere i flussi di vendita dei propri iscritti all’Agenzia delle Entrate. Questa comunicazione dei dati parte dall’anno di imposta 2019, per poi arrivare a regime ad essere effettuata con cadenza trimestrale.
A cosa serve tale monitoraggio? L’Agenzia delle Entrate dichiara, nella propria pagina dedicata all’adempimento, che tali dati verranno utilizzati per monitorare il volume delle vendite a distanza dei beni. Di fatto, non esistendo un regime di vendita occasionale per artigiani e commercianti, questo permetterà la segnalazione di diverse posizioni irregolari presenti sui marketplace anche da diversi anni. Come abbiamo detto più volte in vari articoli, la vendita occasionale di beni non esiste, chi vende online deve farlo con partita IVA.
Lo stesso portale Etsy, ha reso noto che tutti gli operatori che vendono con il loro portale devono obbligatoriamente indicare il numero di partita IVA, invitandoli a registrare tale dato per procedere con la comunicazione dei dati delle vendite all’Agenzia delle Entrate.
Quello che possiamo dire è che la comunicazione dei dati delle transazioni effettuate da parte dei vari marketplace online permetterà di effettuare dei controlli incrociati da parte dell’Agenzia delle Entrate. I controlli riguarderanno l’incrocio tra i dati presenti in dichiarazione dei redditi e quelli trasmessi dai marketplace. In questo modo le Entrate potranno verificare la corretta indicazione dei redditi percepiti in dichiarazione. In questo modo tutti gli operatori che vendono (irregolarmente) senza partita IVA rischieranno un accertamento fiscale, con sanzioni importanti. Inoltre, tali dati verranno condivisi con il Registro delle Imprese, con l’INPS e l’INAIL, che potrebbero a loro volta volta far partire accertamenti per l’iscrizione d’ufficio a tali enti. Per questo motivo il consiglio non può che essere quello di regolarizzare immediatamente la propria posizione con tutti gli enti coinvolti.
È conveniente vendere su Etsy?
Vendere su Etsy è sicuramente conveniente, ma a patto di fare le cose per bene, avere prodotti strepitosi e curare il marketing su ogni canale. Insomma, qualora tu pensi di aprire il tuo shop sul portale, creare velocemente le tue schede prodotto e poi metterti seduta aspettando che arrivino gli ordini senza alzare un dito, ecco, lascia perdere.
Come ti ho ampiamente dimostrato in questo articolo, per far funzionare uno shop serve tanto lavoro (e almeno 1-2 anni di sacrifici prima di avere uno shop che ti porti guadagni seri e costanti). Se vuoi stare sul sicuro, contattami per sapere esattamente cosa devi fare tu nel tuo caso specifico per vendere legalmente sul portale e come dovrai dichiarare il tuo reddito al fisco in sede di dichiarazione dei redditi per pagare le relative tasse e contributi.
Consulenza fiscale online
In questo articolo ho cercato di spiegarti quali sono le variabili che devi tenere in considerazione se vuoi vendere online su un portale come Etsy, dedicato ai piccoli artigiani. Si tratta di un’attività che può essere esercitata senza particolari investimenti iniziali, ma per produrre oggetti da vendere è necessario essere dotati di particolare manualità. Oltre a questo, inevitabilmente, devi porti la questione legata agli adempimenti amministrativi e fiscali. Con l’inizio dello scambio di informazioni da parte dei marketplace all’Agenzia delle Entrate ed i controlli incrociati conseguenti, è fondamentale operare da subito in modo corretto con tutte le autorizzazioni fiscali, previdenziali ed amministrative corrette.
Se hai letto questo articolo e ti stai rendendo conto che necessiti dell’analisi della tua situazione personale, ti invito a contattarci attraverso il form di cui al link seguente. Riceverai il preventivo per una consulenza personalizzata in grado di risolvere i tuoi dubbi sull’argomento. Soltanto in questo modo, infatti, potrai essere sicuro di evitare di commettere errori, che in futuro possono esserti contestati e quindi sanzionati.