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Chiudere ditta individuale con debiti: si può fare?

Fisco NazionaleDiritto societarioChiudere ditta individuale con debiti: si può fare?

La chiusura di una ditta individuale con debiti è un processo che richiede attenzione particolare per garantire il corretto adempimento degli obblighi legali e gestire le responsabilità finanziarie residue. Nelle ditte individuali, il titolare risponde dei debiti con il proprio patrimonio personale, quindi i creditori possono rivalersi sui beni personali dell'imprenditore, inclusi immobili, terreni e auto.

La legge permette di chiudere una ditta individuale con debiti pendenti. Tuttavia, la chiusura della ditta non elimina automaticamente i debiti esistenti. La ditta individuale non ha come le società di capitali un’autonomia giuridica rispetto all’imprenditore. Dei debiti contratti per l’attività risponde sia il patrimonio della ditta sia il patrimonio personale dell’imprenditore. L’imprenditore non è un soggetto distinto dalla sua ditta, pertanto, i creditori potranno rivalersi su di lui. Se hai debiti pendenti, dovrai gestirli in modo adeguato prima di chiudere la tua ditta individuale.

La chiusura della ditta e della partita Iva non chiude i rapporti con i creditori. L’imprenditore deve continuare a rispondere dei debiti con il proprio patrimonio personale. Se lui ha dei beni intestati, i creditori potranno rivalersi su di essi, tramite un pignoramento.

È possibile chiudere ditta individuale con debiti?

Inanzitutto occorre precisare che la legge consente di chiudere una ditta individuale con debiti. Tuttavia, la chiusura della ditta non elimina automaticamente i debiti esistenti.

Accade di sovente che un imprenditore, che esercita la propria attività sia sommerso dai debiti coi fornitori, con le banche e con il fisco. Nel caso di ditta individuale gli obblighi e i debiti dell’impresa ricadono non solo sull‘impresa, ma anche sul patrimonio personale dell’imprenditore. I debiti verso le banche, verso i fornitori possono essere estinti rivalendosi sui beni personali dell’imprenditore (abitazione di proprietà, terreni, auto, etc).

La ditta individuale non possiede, come le società di capitali un’autonomia giuridica rispetto all’imprenditore.

La liquidazione giudiziale della ditta individuale, concordato e sovraindebitamento

Anche la ditta individuale può essere soggetta a liquidazione giudiziale (quello che una volta era il fallimento) e di conseguenza anche l’imprenditore. Si tratta di di una procedura a cui partecipano tutti i creditori. In pratica, i beni dell’imprenditori vengono venduti per permettere la divisione dell’importo ricavato tra i creditori. Tuttavia, molto spesso, quando la situazione di crisi debitoria viene individuata in tempo vengono utilizzate procedure alternative e meno complesse (come il concordato preventivo).

Chi non vuole incorrere nel fallimento ha la possibilità di presentare un concordato preventivo con i creditori. Il concordato preventivo è uno di quegli strumenti che la legge offre all’imprenditore quando questi si trova ad affrontare una situazione di crisi aziendale o di insolvenza. Lo strumento in questione permette di raggiungere un accordo che determina una soddisfazione, anche parziale, delle posizioni creditorie.

Se non si rientra nei parametri del concordato preventivo, si può optare per la procedura di sovraindebitamento. Questa procedura consente di proporre un piano di rientro dei debiti, che deve essere approvato dal tribunale e dai creditori

E se l’imprenditore non possiede niente?

Se l’imprenditore è un nullatenente, cioè non possiede niente, non rischia alcuna rivalsa da parte dei creditori e dei soggetti che si occupano del recupero crediti. Tuttavia, se in futuro dovesse essere titolare di alcuni beni, questi possono essere oggetto di pignoramento per il soddisfacimento dei creditori istanti.

Per quanto riguarda i debiti con le banche, occorre tenere presente che c’è la segnalazione nella Centrale Rischi interbancaria, con impossibilità di richiedere ulteriori finanziamenti, aprire conti o emettere assegni. Inoltre, i debiti del nullatenente si possono trasferire agli eredi, al momento della sua morte, solo se questi decidono di accettare l’eredità.

In caso di decesso del titolare, i debiti possono essere trasferiti agli eredi, a meno che questi non rinuncino all’eredità.

Chiusura ditta individuale: adempimenti

La comunicazione ufficiale della chiusura dell’attività, pena l’irrogazione di sanzioni pecuniarie:

  • Agenzia delle Entrate per la chiusura della partita IVA;
  • INPS per la chiusura della propria posizione contributiva;
  • INAIL per la chiusura della propria posizione assicurativa.

Se si tratta di una ditta commerciale, occorre presentare la comunicazione anche presso:

  • La Camera di Commercio;
  • Il Comune portando l’autocertificazione del Modello SCIA

Oltre a tali adempimenti obbligatori, dovrai occuparti anche di alcune questioni non obbligatorie come quello della gestione delle rimanenze di magazzino, della disdetta dell’affitto dei locali, della fornitura di energia elettrica, etc.

Costi della chiusura ditta con debiti

Se si decide di provvedere in modo autonomo alla chiusura dell’attività, i costi da sostenere sono davvero molto bassi. Questi comprendono marche da bollo da allegare al modello SCIA e da applicare sulla documentazione relativa all’iscrizione al Registro delle Imprese.

È altamente consigliato consultare un commercialista o un avvocato per valutare le migliori opzioni disponibili.

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    Andrea Baldini
    Andrea Baldinihttps://fiscomania.com/
    Laurea in Economia Aziendale nel 2014 presso l'Università degli Studi di Firenze. Collabora stabilmente nella redazione di Fiscomania nel ambito fiscale. Appassionato da sempre di Start-up, ha il sogno di diventare business angel per il momento opera come consulente azienda nel mondo delle Start up. [email protected]
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