Aprire un’azienda in Portogallo: guida completa

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Scopri le due strade possibili per fare impresa in Portogallo: trasferimento con visto D2 o società controllata da Italia. Tassazione IRC, zona franca Madeira e tutti i vantaggi fiscali per imprenditori italiani.

Il Portogallo è diventato negli ultimi anni una destinazione sempre più attraente per gli imprenditori italiani che cercano un contesto fiscale e operativo più favorevole rispetto al nostro Paese. La posizione geografica strategica sull’Atlantico, la vicinanza culturale con l’Italia, un costo della vita ancora accessibile nelle città principali e soprattutto un sistema tributario competitivo hanno trasformato Lisbona, Porto e le isole atlantiche in hub per startup, professionisti digitali e società internazionali. Ma quali sono concretamente le opportunità per chi vuole aprire un’azienda in Portogallo partendo dall’Italia? La risposta non è univoca e dipende dalla tua situazione personale, dai tuoi obiettivi imprenditoriali e dalla disponibilità a trasferirti fisicamente o meno.

La prima opzione prevede il trasferimento effettivo della residenza in Portogallo, richiedendo il visto D2 per imprenditori e costituendo una società locale dove vivrai e opererai concretamente. La seconda strada ti permette invece di rimanere residente in Italia aprendo una società controllata portoghese che svolgerà attività specifiche nel mercato lusitano o internazionale. Entrambe le soluzioni presentano vantaggi fiscali significativi rispetto al sistema italiano, ma comportano anche obblighi, requisiti e conseguenze tributarie diverse che vanno analizzate attentamente prima di prendere qualsiasi decisione.

Il Portogallo offre un sistema fiscale societario con aliquota standard al 20% (ridotta dal 21% nel 2025), che scende al 14% nelle regioni autonome di Madeira e Azzorre e può arrivare fino al 5% nella zona franca di Madeira per attività internazionali. Per le PMI, l’aliquota è del 16% sui primi 50.000 euro di reddito imponibile, rendendo il Paese particolarmente competitivo rispetto all’IRES italiana.

Le due strade per aprire un’Azienda in Portogallo da Italiano

Quando un imprenditore italiano decide di guardare al Portogallo per la propria attività, si trova davanti a un bivio strategico fondamentale che condizionerà tutto il percorso successivo. Non si tratta semplicemente di scegliere dove registrare una società, ma di definire un modello operativo e fiscale che avrà ripercussioni profonde sia sulla gestione quotidiana dell’impresa sia sulla tassazione complessiva dei redditi. La scelta tra:

  • trasferimento fisico e
  • società controllata,

deve essere ponderata considerando fattori personali, familiari, professionali e naturalmente fiscali, perché ciascuna soluzione comporta vantaggi specifici ma anche vincoli precisi da rispettare.

Trasferimento fisico e apertura della società

La prima opzione è quella del trasferimento effettivo in Portogallo. In questo scenario, l’imprenditore italiano sposta la propria residenza fiscale nel Paese (“centro degli interessi vitali“), richiede il visto D2 per imprenditori (o il visto startup per progetti innovativi) e costituisce una società portoghese dove svolgerà concretamente la propria attività. Questo approccio richiede la permanenza sul territorio portoghese per almeno 183 giorni all’anno per mantenere la residenza fiscale, l’apertura di un conto corrente locale, l’ottenimento del NIF (numero di identificazione fiscale portoghese) e la cancellazione dall’anagrafe italiana con iscrizione all’AIRE.

Il vantaggio principale risiede nella piena legittimità fiscale della scelta: se ti trasferisci realmente, vivi e lavori in Portogallo, la tassazione portoghese si applica naturalmente senza contestazioni possibili da parte del Fisco italiano. Questa strada è ideale per chi cerca non solo vantaggi fiscali ma anche un cambio di vita, chi vuole accedere ai regimi agevolati per nuovi residenti o chi ha un business che può essere gestito completamente dal Portogallo.

Se scegli il trasferimento fisico, documenta meticolosamente la tua presenza in Portogallo: contratti di affitto, utenze intestate, iscrizione al servizio sanitario nazionale portoghese. In caso di accertamento dall’Italia, queste prove saranno fondamentali per dimostrare l’effettività del trasferimento e scongiurare contestazioni di fittizia residenza estera. Vedi anche: Fascicolo probatorio nel trasferimento all’estero.

Apertura di società controllata

La seconda opzione è la costituzione di una società controllata portoghese rimanendo residente in Italia. In questo modello, l’imprenditore (attraverso la propria società italiana) detiene quote di controllo in una società portoghese che opera autonomamente nel mercato locale o internazionale. L’imprenditore continua a vivere in Italia, mantenendo la propria residenza fiscale italiana, mentre la società portoghese deve avere sostanza economica reale: uffici, dipendenti locali, attività effettiva nel Paese ed un amministratore locale.

Questa soluzione è particolarmente interessante per chi vuole espandersi in mercati esteri, sfruttare il Portogallo come base logistica per l’Europa o beneficiare della zona franca di Madeira per attività di servizi internazionali, senza però abbandonare l’Italia. Il punto critico è che questa strada deve essere strutturata correttamente per evitare contestazioni sia di esterovestizione (se la società portoghese è di fatto diretta dall’Italia) sia di applicazione della normativa CFC sulle controlled foreign companies, che può portare alla tassazione per trasparenza in Italia dei redditi della controllata estera.

Forme societarie disponibili in Portogallo

Una volta che hai chiaro il percorso da seguire – trasferimento fisico o società controllata – devi scegliere quale forma giuridica dare alla tua impresa portoghese. Il diritto societario portoghese, regolato dal Código das Sociedades Comerciais, offre diverse tipologie di società che si adattano a esigenze differenti in termini di numero di soci, responsabilità patrimoniale, capitale sociale richiesto e complessità gestionale. La scelta della forma societaria non è un dettaglio tecnico secondario ma ha conseguenze concrete sulla tassazione, sugli obblighi amministrativi, sulla possibilità di accedere a finanziamenti bancari e sulla facilità di gestione quotidiana dell’impresa. Per un imprenditore italiano che si avvicina al Portogallo, le opzioni più rilevanti sono sostanzialmente due, ciascuna con caratteristiche precise.

Sociedade por Quotas (LDA)

La Sociedade por Quotas, comunemente abbreviata in “Lda“, è l’equivalente portoghese della nostra società a responsabilità limitata e rappresenta di gran lunga la forma societaria più utilizzata sia da imprenditori locali che stranieri. La sua popolarità deriva dalla flessibilità e dalla semplicità gestionale: può essere costituita anche da un unico socio (Sociedade Unipessoal por Quotas), il capitale sociale minimo richiesto è di soli 5.000 euro (di cui almeno 3.333,33 euro devono essere versati in denaro al momento della costituzione, il resto può essere conferito in natura come beni strumentali), la responsabilità dei soci è limitata al capitale conferito proteggendo il patrimonio personale, e la gestione può essere affidata a uno o più amministratori che non devono necessariamente essere soci.

Il capitale sociale è diviso in quote che non sono liberamente trasferibili senza il consenso degli altri soci, il che rende questa struttura ideale per imprese a conduzione familiare o con soci di fiducia. La Lda non richiede un collegio sindacale obbligatorio se rimane sotto determinate soglie dimensionali, riducendo i costi di compliance annuali. Se stai pensando di aprire una società commerciale, di servizi o una startup tecnologica in Portogallo, la Lda è probabilmente la scelta più appropriata per iniziare.

Per la stragrande maggioranza degli imprenditori italiani che aprono in Portogallo, la Sociedade por Quotas unipersonale rappresenta il punto di partenza ideale. Puoi costituirla da solo con 5.000 euro, gestirla in autonomia e successivamente, se l’attività cresce, trasformarla in SA o ammettere nuovi soci senza dover ricostituire l’azienda da zero.

Sociedade Anónima (SA)

La Sociedade Anónima, o “SA“, è invece l’equivalente della società per azioni italiana ed è pensata per imprese di dimensioni maggiori che prevedono di raccogliere capitali da investitori esterni o di quotarsi in borsa. Questa forma societaria richiede un capitale sociale minimo molto più elevato: 50.000 euro interamente sottoscritti e almeno il 70% versato al momento della costituzione. Fino al 2017, la SA poteva avere anche solo un socio, ma oggi richiede almeno cinque azionisti alla costituzione, rendendo questa struttura inadatta per piccoli progetti imprenditoriali o per chi vuole mantenere il pieno controllo.

Le azioni possono essere liberamente trasferite e dal 2017 devono essere necessariamente nominative, non più al portatore. La gestione della SA è più complessa: richiede un consiglio di amministrazione, un organo di controllo (collegio sindacale o revisore dei conti) e un’assemblea degli azionisti, con conseguenti costi amministrativi e di governance significativamente superiori rispetto alla Lda. La SA ha senso solo per progetti di dimensioni rilevanti, con necessità di attrarre investitori istituzionali o venture capital, o per aziende che prevedono una crescita rapida e futuri round di finanziamento.

Forme minori

Esistono anche altre forme minori come l’Empresário em Nome Individual (ditta individuale senza separazione patrimoniale), l’Estabelecimento Individual de Responsabilidade Limitada (EIRL, ditta individuale con responsabilità limitata), la Sociedade em Comandita (società in accomandita con soci a responsabilità illimitata e limitata) e la Sociedade em Nome Coletivo (società in nome collettivo), ma queste strutture sono raramente utilizzate da imprenditori stranieri perché offrono meno tutele o presentano complessità gestionali che non giustificano il loro utilizzo rispetto alla più pratica Lda. La mia esperienza professionale mi porta a consigliare nella quasi totalità dei casi la costituzione di una Lda, che offre il miglior bilanciamento tra protezione patrimoniale, flessibilità gestionale e costi di mantenimento contenuti.

Tabella di confronto tra SA e LDA

CaratteristicaSociedade Anónima (SA)Sociedade por Quotas (Lda)
Numero Minimo di Soci5 (1 nel caso di SA unipersonale)2 (1 nel caso di Lda unipersonale)
Capitale Sociale Minimo€50,000€1 o più, secondo accordo dei soci
ResponsabilitàLimitata al capitale investitoLimitata al capitale investito
Organi SocietariAssemblea dei soci, Consiglio di Amministrazione, Consiglio FiscaleGerente o Gerenti
Trasferibilità delle QuotePiù libera, con possibilità di negoziazione in borsa per le SA pubblicheSolitamente più restrittiva
Complessità AmministrativaPiù altaPiù bassa
Costi di GestioneGeneralmente più altiGeneralmente più bassi
Rendicontazione FinanziariaObbligo di audit per alcune societàAudit generalmente non richiesto, a meno che la società non superi certi limiti
Dividend DistributionPiù flessibileGeneralmente proporzionale alla quota di partecipazione
TassazioneIRC (Imposta sul Reddito delle Società), potenzialmente con agevolazioni fiscaliIRC, potenzialmente con agevolazioni fiscal

Tassazione delle Società in Portogallo: IRC e Addizionali Regionali

Veniamo ora al cuore della questione che più interessa chi valuta il Portogallo per ragioni fiscali: quanto pagano effettivamente le imprese di tasse in questo Paese? Il sistema tributario portoghese per le società è basato sull’Imposto sobre o Rendimento das Pessoas Coletivas, comunemente abbreviato in IRC, che rappresenta l’equivalente della nostra IRES e si applica al reddito imponibile delle società residenti sul territorio portoghese.

La buona notizia è che l’aliquota standard dell’IRC è significativamente più bassa rispetto all’Italia: dal 2025 si attesta al 20% (ridotta dal precedente 21%), contro il 24% dell’IRES. Questo già comporta un risparmio sull’imposta dovuta. Tuttavia, la tassazione effettiva delle società in Portogallo non si ferma all’aliquota base ma prevede una struttura articolata con aliquote ridotte per le PMI, addizionali per i redditi più elevati e significativi sgravi nelle regioni autonome.

Per le piccole e medie imprese che rispettano i requisiti dimensionali UE, il Portogallo applica un’aliquota ridotta del 16% (ridotta dal 17% nel 2024) sui primi 50.000 euro di reddito imponibile annuale. Sull’eccedenza si applica l’aliquota standard del 20%. Questa agevolazione rappresenta un incentivo concreto per le società in fase di startup o con dimensioni contenute. Facciamo un esempio pratico: una società portoghese che realizza 70.000 euro di utile imponibile pagherà 8.000 euro sui primi 50.000 euro (16%) e 4.000 euro sui restanti 20.000 euro (20%), per un totale di 12.000 euro di IRC. La stessa società in Italia, con 70.000 euro di reddito imponibile, pagherebbe 16.800 euro di IRES al 24%, con un risparmio netto di 4.800 euro all’anno. Su dieci anni, stiamo parlando di 48.000 euro risparmiati solo come imposta diretta, senza contare ulteriori differenze su IRAP, contributi e altri tributi.

Le addizionali

L’IRC non è l’unica imposta che grava sulle società portoghesi. Esiste una Derrama Municipal (addizionale comunale) che può arrivare fino all’1,5% dell’utile imponibile a discrezione del Comune dove ha sede la società. Lisbona applica l’1,5%, Porto l’1,25%. Inoltre, per redditi superiori a 1,5 milioni di euro scatta una Derrama Estadual (addizionale statale) progressiva: 3% tra 1,5 e 7,5 milioni, 5% tra 7,5 e 35 milioni, 9% oltre i 35 milioni. Calcola sempre la tassazione effettiva totale, non solo l’IRC base.

Le regioni autonome di Madeira e Azzorre applicano aliquote ancora più favorevoli per incentivare gli investimenti in questi territori ultraperiferici dell’Unione Europea. Nelle Azzorre, l’aliquota standard dell’IRC è ridotta al 14,7%, con un’aliquota per le PMI dell’11,9% sui primi 50.000 euro. A Madeira, la situazione è analoga con un’aliquota standard al 14% dal 2025. Ma il vero vantaggio fiscale di Madeira risiede nella Zona Franca, di cui parleremo approfonditamente nella prossima sezione: le società autorizzate a operare nel Madeira International Business Centre (MIBC) possono beneficiare di un’aliquota IRC eccezionale del 5% sui profitti derivanti da attività internazionali, rappresentando uno dei regimi fiscali più competitivi dell’intera Unione Europea per determinate tipologie di business.

La zona franca di Madeira: vantaggi fiscali e requisiti

La Zona Franca di Madeira, ufficialmente denominata Madeira International Business Centre (MIBC), rappresenta senza dubbio l’opportunità fiscale più interessante per chi vuole aprire una società in Portogallo orientata ai mercati internazionali. Istituita negli anni ’80 come strumento di sviluppo economico per questa regione ultraperiferica dell’Unione Europea, la zona franca è stata approvata dalla Commissione Europea come regime di aiuti di Stato legittimo fino al 31 dicembre 2027 (con proposte di proroga fino al 2033 attualmente in discussione al Parlamento portoghese). Il MIBC non è un paradiso fiscale nel senso tradizionale del termine: si tratta di un regime fiscale agevolato perfettamente legale, trasparente e conforme alle normative europee, che offre condizioni tributarie particolarmente favorevoli alle imprese che svolgono attività economiche reali con risorse e personale effettivamente presenti sull’isola di Madeira.

IRC ridotta del 5%

Il cuore del vantaggio fiscale del MIBC consiste nell’applicazione di un’aliquota IRC del 5% sui profitti derivanti da operazioni con entità non residenti in Portogallo o con altre società autorizzate nel MIBC stesso.

Attenzione: questa aliquota privilegiata si applica solo ai redditi generati da attività internazionali, mentre i redditi derivanti da operazioni con altre entità portoghesi situate fuori dal MIBC sono tassati all’aliquota standard di Madeira del 14%. Questo meccanismo è stato studiato proprio per incentivare l’internazionalizzazione delle imprese e attrarre società che operano nel commercio mondiale, nei servizi professionali cross-border, nella gestione di proprietà intellettuale, nel trading di beni e servizi o nella consulenza internazionale. Il settore del MIBC è articolato in tre aree principali:

  • i Servizi Internazionali (che comprendono consulenza, IT, gestione di IP, trading, servizi finanziari),
  • la Zona Franca Industriale (per attività produttive leggere destinate all’export) e
  • il Registro Navale Internazionale MAR (per la registrazione di navi e yacht).

I requisiti richiesti

Tuttavia, l’accesso a questi benefici fiscali non è automatico né privo di requisiti. Per ottenere la licenza di operare nel MIBC, la società deve presentare domanda alla Sociedade de Desenvolvimento da Madeira (SDM), l’ente pubblico che gestisce la zona franca, dimostrando di soddisfare rigorosi requisiti di sostanza economica.

Il primo requisito fondamentale riguarda la creazione di posti di lavoro: la società deve impiegare un numero minimo di lavoratori residenti fiscalmente a Madeira (indipendentemente dalla nazionalità), e questo numero determina il massimale di reddito imponibile che può beneficiare dell’aliquota del 5%. Con 3-5 dipendenti, l’aliquota agevolata si applica fino a 3,55 milioni di euro di utili annui; con 6-30 dipendenti si sale a 21,87 milioni di euro; con più di 100 dipendenti il limite raggiunge 205,50 milioni di euro. Oltre queste soglie, l’eccedenza viene tassata all’aliquota standard di Madeira. Il secondo requisito è un investimento minimo in attivi fissi tangibili o intangibili: se la società crea meno di sei posti di lavoro, deve investire almeno 75.000 euro in beni strumentali, attrezzature, software o altre risorse produttive.

La sostanza economica richiesta non si limita ai dipendenti e agli investimenti. La società deve avere una sede fisica operativa a Madeira (non è sufficiente un ufficio virtuale o una casella postale), deve tenere la contabilità completa secondo i principi contabili portoghesi, deve redigere il bilancio annuale e sottoporlo a revisione contabile, e deve adempiere a tutti gli obblighi fiscali, previdenziali e dichiarativi previsti per le società portoghesi ordinarie.

Esempio

Una società di consulenza IT italiana ha costituito una Lda nel MIBC di Madeira con quattro dipendenti locali (tre sviluppatori senior e un amministrativo) e investito 80.000 euro in attrezzature informatiche e licenze software. La società fattura 2,5 milioni di euro annui a clienti europei ed extraeuropei per servizi di sviluppo software. Su questo reddito, dopo le deduzioni fiscali ordinarie, paga un IRC del 5% anziché del 20-24% che pagherebbe in Portogallo continentale o in Italia, risparmiando circa 375.000 euro all’anno di imposte dirette. L’investimento iniziale in personale e attrezzature si ripaga abbondantemente già nel primo anno.

I controlli

La SDM effettua controlli periodici per verificare che i requisiti siano mantenuti nel tempo. Se la società non rispetta gli obblighi occupazionali o di investimento, può perdere la licenza MIBC e vedersi applicare le aliquote fiscali standard con recupero retroattivo delle imposte. Inoltre, le società del MIBC sono soggette alle normative internazionali sulla trasparenza fiscale: devono comunicare i propri beneficiari effettivi, partecipare agli scambi automatici di informazioni fiscali tra Stati e rispettare gli standard OCSE sul transfer pricing nelle transazioni infragruppo.

Costituire una società in Portogallo: procedura Empresa na Hora

Una delle ragioni per cui il Portogallo è diventato così attraente per gli imprenditori europei risiede nella straordinaria semplicità e rapidità del processo di costituzione societaria. Il Governo portoghese ha introdotto nel 2005 il sistema “Empresa na Hora” (letteralmente “azienda in un’ora“), un servizio digitalizzato gestito dall’Instituto dos Registos e do Notariado che permette di costituire una società a responsabilità limitata, una società per azioni o una ditta individuale in una sola sessione presso uno sportello unico, senza necessità di recarsi da notai, uffici del registro imprese, agenzia delle entrate e altri enti separatamente. Il processo ha radicalmente ridotto i tempi e i costi di avvio dell’attività imprenditoriale, trasformando quella che in Italia può richiedere settimane di attesa e migliaia di euro di onorari professionali in una procedura di poche ore con costi contenuti.

Procedura

Il meccanismo Empresa na Hora funziona attraverso una rete di sportelli fisici dislocati in tutto il Portogallo continentale e nelle isole. Per costituire una società con questo sistema è necessario presentarsi allo sportello con i documenti di identità di tutti i soci e l’attestazione del versamento del capitale sociale su un conto bancario portoghese (oppure si può impegnare a versarlo entro cinque giorni dalla costituzione).

Il sistema mette a disposizione una lista di denominazioni sociali pre-approvate tra cui scegliere, evitando i tempi di attesa per la verifica di disponibilità del nome. Puoi anche scegliere un nome personalizzato, ma in questo caso dovrai prima ottenere il Certificato di Ammissibilità dal Registo Nacional de Pessoas Coletivas (RNPC) con una procedura separata che richiede alcuni giorni. Lo sportello fornisce anche modelli di statuto standardizzati che puoi adattare alle tue esigenze, con clausole pre-approvate relative all’oggetto sociale, alle modalità di gestione, ai diritti dei soci e alle deliberazioni assembleari.

Aspetti operativi

Una volta completata la procedura allo sportello Empresa na Hora, che effettivamente richiede circa un’ora se tutti i documenti sono in ordine, ricevi immediatamente: il Certificato di Registrazione Commerciale che attesta l’esistenza legale della società, la Certidão Permanente (certificato permanente) con un codice di accesso online per ottenere copie autentiche del certificato in qualsiasi momento, il Numero di Identificazione Fiscale (NIF) della società, l’iscrizione automatica alla Previdenza Sociale portoghese per i versamenti contributivi, e la pubblicazione automatica dell’atto costitutivo.

La società è immediatamente operativa e può aprire conti correnti, emettere fatture e iniziare l’attività. I costi complessivi della costituzione tramite Empresa na Hora sono estremamente contenuti: circa 360 euro per la registrazione di una Lda, comprensivi di tutti i diritti amministrativi, bolli e pubblicazioni. A questi vanno aggiunti i costi per l’assistenza di un commercialista portoghese (consigliata per non commettere errori nella compilazione dello statuto) che solitamente si attestano tra 500 e 1.500 euro a seconda della complessità della struttura societaria.

Molti imprenditori italiani si presentano allo sportello Empresa na Hora senza aver prima aperto un conto corrente portoghese per depositare il capitale sociale. Senza la certificazione bancaria del deposito, non puoi completare la costituzione in giornata. Apri il conto prima di recarti allo sportello, depositando almeno i 3.333,33 euro minimi richiesti per una Lda.

Società controllata Portoghese senza trasferimento: struttura e requisiti

Se hai deciso di non trasferirti fisicamente in Portogallo ma vuoi comunque beneficiare del sistema fiscale portoghese per una parte della tua attività, la costituzione di una società controllata da Italia può essere la soluzione giusta. In questo modello, tu o la tua società italiana detenete quote di maggioranza in una Lda portoghese che opera in modo autonomo sul territorio lusitano o serve mercati internazionali. La controllata portoghese non è una semplice scatola vuota o una società di comodo, ma deve essere un’entità con sostanza economica reale: uffici fisici, dipendenti locali, contratti commerciali genuini, decisioni prese in loco dal consiglio di amministrazione portoghese. Solo rispettando questi requisiti la società può essere considerata effettivamente residente in Portogallo e beneficiare della tassazione locale senza rischiare contestazioni da parte delle autorità fiscali italiane.

Dal punto di vista operativo, la costituzione di una controllata portoghese da parte di una persona fisica o società italiana avviene attraverso procedure leggermente diverse rispetto a quelle per un imprenditore che si trasferisce. Esistono due percorsi: il primo prevede l’utilizzo dell’Instituto dos Registos e Notariado con tempi di circa dieci giorni lavorativi; il secondo utilizza gli sportelli “Sucursal na Hora” che permettono la costituzione immediata di società controllate da entità estere. In entrambi i casi è necessario fornire documentazione relativa all’esistenza giuridica della società controllante italiana (visura camerale, atto costitutivo, statuto), tutti tradotti in portoghese con traduzione giurata, oltre ai documenti identificativi del rappresentante legale che costituirà la società. La società portoghese così costituita dovrà nominare almeno un amministratore locale che gestisca effettivamente l’impresa, aprire conti correnti portoghesi, assumere dipendenti con contratti regolari, affittare o acquistare locali dove svolgere l’attività.

I requisiti di sostanza economica

Il punto più delicato di questa struttura riguarda il rispetto dei requisiti di sostanza economica necessari per evitare contestazioni di esterovestizione da parte del Fisco italiano e l’applicazione della normativa sulle Controlled Foreign Companies (CFC).

Società senza reale gestione estera

L’esterovestizione si configura quando una società formalmente estera ha in realtà la propria sede di direzione effettiva in Italia, ovvero quando le decisioni strategiche vengono prese sistematicamente sul territorio italiano dal socio controllante. Se l’Agenzia delle Entrate dimostra che la società portoghese è di fatto diretta dall’Italia (perché tutte le email commerciali partono dall’Italia, i contratti sono negoziati dal socio italiano, il consiglio di amministrazione si riunisce solo virtualmente senza mai incontrarsi fisicamente in Portogallo), può riqualificare la società come residente in Italia e pretendere la tassazione integrale dei redditi in Italia con sanzioni pesantissime che possono raggiungere il 120% delle imposte evase.

La corretta strutturazione richiede quindi che l’amministratore portoghese abbia poteri decisionali reali, che le riunioni del CdA si svolgano fisicamente in Portogallo con verbali regolarmente redatti, che i contratti siano negoziati e firmati in Portogallo, che l’attività commerciale sia genuina e tracciabile.

Le società estere controllate

La normativa italiana sulle CFC, disciplinata dall’articolo 167 del TUIR come modificato dal decreto legislativo 142/2018, prevede due condizioni cumulative per l’applicazione del regime di tassazione per trasparenza.

La prima condizione è il controllo: devi possedere direttamente o indirettamente più del 50% dei voti o degli utili della società estera.

La seconda condizione è il test del reddito passivo: se oltre un terzo dei ricavi della controllata estera proviene da dividendi, interessi, royalty, canoni di locazione, plusvalenze finanziarie o altri redditi passivi, e la tassazione effettiva estera è inferiore al 50% di quella che avrebbe subito in Italia (quindi inferiore al 12% considerando IRES e IRAP), scatta automaticamente la tassazione per trasparenza in Italia.

Esiste però una disapplicazione: se dimostri che la società estera svolge un’attività economica effettiva avvalendosi di personale, attrezzature, attivi e locali, mediante la presentazione di un’istanza preventiva di interpello all’Agenzia delle Entrate, puoi evitare l’applicazione della normativa CFC. Questa procedura è fondamentale e va gestita con l’assistenza di un commercialista esperto in fiscalità internazionale.

Costi necessari per avviare l’attività

Quando si valuta l’apertura di un’azienda in Portogallo, la pianificazione economica iniziale deve essere precisa e realistica. I costi variano significativamente a seconda che tu scelga il trasferimento fisico con avvio di una piccola attività o la costituzione di una struttura societaria più complessa, eventualmente nella zona franca di Madeira. Partiamo dai costi minimi per una struttura semplice.

La costituzione di una Sociedade por Quotas tramite Empresa na Hora costa circa 360 euro di diritti amministrativi. A questo devi aggiungere il capitale sociale minimo di 5.000 euro (di cui almeno 3.333,33 euro versati immediatamente in un conto corrente portoghese). Il supporto di un commercialista locale per la prima costituzione e la registrazione fiscale costa mediamente tra 800 e 1.500 euro. Quindi, il costo iniziale “puro” per avere una società operativa parte da circa 7.000 euro, cifra ancora molto accessibile per chi ha un progetto imprenditoriale definito.

Per quanto riguarda i costi ricorrenti annuali di gestione della società, devi considerare: i servizi del commercialista (minimo 150-300 euro al mese per una piccola società con poche operazioni, fino a 800-1.500 euro mensili per società più strutturate), i contributi previdenziali per l’imprenditore che sono obbligatori e si calcolano in percentuale sui redditi, l’IRC annuale (che come abbiamo visto va dal 16% al 20% più eventuali addizionali), l’IMI (imposta comunale sugli immobili se possiedi o affitti immobili), eventuali licenze specifiche per la tua attività, la polizza assicurativa per responsabilità civile professionale se richiesta dal tuo settore.

Doppia imposizione e Convenzione Italia-Portogallo

Uno degli aspetti più rilevanti per un imprenditore italiano che opera in Portogallo riguarda il coordinamento tra i due sistemi fiscali per evitare di pagare le tasse due volte sugli stessi redditi. Fortunatamente esiste una Convenzione contro le doppie imposizioni tra Italia e Portogallo, firmata il 14 maggio 1980, ratificata in Italia con legge 562 del 10 luglio 1982 ed entrata in vigore il 15 gennaio 1983. Questa convenzione bilaterale, basata sul modello OCSE, stabilisce regole precise su quale dei due Stati ha il diritto di tassare ciascuna categoria di reddito quando c’è un elemento di collegamento con entrambi i Paesi. La comprensione del funzionamento di questa convenzione è essenziale per strutturare correttamente i flussi reddituali tra Italia e Portogallo, ottimizzare il carico fiscale complessivo ed evitare sorprese sgradite in fase di dichiarazione dei redditi.

I redditi di impresa

Per quanto riguarda i redditi d’impresa, la convenzione stabilisce che gli utili di un’impresa residente in uno Stato sono tassabili solo in quello Stato, a meno che l’impresa non operi nell’altro Stato mediante una stabile organizzazione. Se esiste una stabile organizzazione, i profitti attribuibili a tale stabile organizzazione sono tassabili anche nello Stato dove si trova. Questo significa che se sei residente in Italia e costituisci una società portoghese che opera effettivamente in Portogallo senza creare una stabile organizzazione in Italia, gli utili della società portoghese saranno tassati solo in Portogallo con l’IRC.

Quando poi la società portoghese distribuisce dividendi a te socio italiano, questi dividendi possono subire una ritenuta alla fonte in Portogallo (attualmente esentata per dividendi distribuiti a società UE che rispettano i requisiti della Direttiva madre-figlia) e poi concorrono al tuo reddito imponibile in Italia con la tassazione ordinaria, ma potendo dedurre le eventuali imposte portoghesi già pagate tramite il meccanismo del credito d’imposta.

Direttiva Madre-Figlia

La Direttiva madre-figlia 2011/96/UE, recepita sia in Italia che in Portogallo, prevede che i dividendi distribuiti da una società residente in uno Stato UE a una società controllante residente in un altro Stato UE siano esenti da ritenuta alla fonte nel Paese di distribuzione se: la società beneficiaria detiene almeno il 10% del capitale della società distributrice per un periodo ininterrotto di almeno 12 mesi, entrambe le società sono soggette all’imposta sul reddito societario nei rispettivi Paesi, e sono rispettati determinati requisiti anti-abuso.

In pratica, questo significa che se la tua holding italiana controlla una società portoghese e riceve dividendi da quest’ultima, non ci sarà ritenuta in uscita dal Portogallo e i dividendi saranno tassati in Italia solo sul 5% del loro ammontare (regime di participation exemption italiano), con un carico fiscale finale minimale. Questa struttura è particolarmente efficiente dal punto di vista fiscale e viene utilizzata ampiamente per le operazioni di internazionalizzazione delle imprese italiane.

Se la tua struttura prevede una holding italiana che controlla una società operativa portoghese, assicurati di rispettare i requisiti della Direttiva madre-figlia: holding con almeno il 10% della controllata, detenzione per almeno 12 mesi prima della distribuzione, entrambe le società soggette a normale tassazione nei rispettivi Paesi. In questo modo i dividendi distribuiti dal Portogallo all’Italia non subiranno ritenute e saranno tassati in Italia solo sul 5%, rendendo la struttura fiscalmente molto efficiente.

Consulenza fiscale online

Aprire un’azienda in Portogallo rappresenta un’opportunità concreta per ottimizzare la tua struttura fiscale e accedere a un mercato dinamico, ma richiede una pianificazione attenta e il rispetto scrupoloso di requisiti normativi sia portoghesi che italiani. Le conseguenze di una strutturazione inadeguata – contestazioni di esterovestizione, applicazione della normativa CFC, sanzioni pesanti – possono annullare completamente i benefici fiscali attesi e causare problemi legali significativi. Ogni situazione imprenditoriale è diversa: il trasferimento fisico con visto D2 può essere ideale per chi cerca anche un cambio di vita, mentre la società controllata senza trasferimento può funzionare perfettamente per chi vuole espandersi mantenendo la propria base in Italia, ma solo se strutturata con sostanza economica adeguata.

La scelta tra Portogallo continentale e zona franca di Madeira, la definizione del modello societario ottimale, l’analisi di convenienza fiscale comparata, la gestione degli adempimenti transnazionali e soprattutto la mitigazione dei rischi fiscali italiani richiedono l’assistenza di professionisti esperti in fiscalità internazionale che conoscano approfonditamente sia il sistema portoghese che quello italiano. Un’analisi personalizzata della tua situazione specifica può identificare la soluzione più efficiente per i tuoi obiettivi imprenditoriali, massimizzare i vantaggi fiscali legittimi e proteggerti da contestazioni future. Se stai considerando seriamente l’opzione Portogallo per la tua attività, contattami per una consulenza approfondita: valuteremo insieme fattibilità, costi, benefici e rischi del tuo progetto specifico.

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    Federico Migliorini
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    Dottore Commercialista, Tax Advisor, Revisore Legale. Aiuto imprenditori e professionisti nella pianificazione fiscale. La Fiscalità internazionale le convenzioni internazionali e l'internazionalizzazione di impresa sono la mia quotidianità. Continuo a studiare perché nella vita non si finisce mai di imparare. Se hai un dubbio o una questione da risolvere, contattami, troverò le risposte. Richiedi una consulenza personalizzata con me.
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