Cartella di pagamento: termini di decadenza 2025

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Quali sono le scadenze per la notifica delle cartelle di pagamento da liquidazione automatica e controllo formale? Scopri i termini di decadenza validi per il 2025 e come proteggere i tuoi diritti.

La cartella di pagamento derivante da liquidazione automatica deve rispettare specifici termini di decadenza previsti dall’art. 25 comma 1 del DPR n. 602/73. Per l’anno 2025, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione deve notificare le cartelle relative alla liquidazione automatica delle dichiarazioni REDDITI e IVA 2022 (anno d’imposta 2021) entro il 31 dicembre 2025. Per il controllo formale, invece, la scadenza riguarda il modello REDDITI 2021 (anno d’imposta 2020). Comprendere questi termini è fondamentale per verificare la legittimità della notifica e, eventualmente, contestarne la tardività.

Cosa sono i termini di decadenza delle cartelle di pagamento?

I termini di decadenza rappresentano il periodo massimo entro cui l’Agenzia delle Entrate-Riscossione può notificare una cartella di pagamento. Superato questo termine, l’ente perde il diritto di riscuotere le somme contestate. Secondo l’art. 25 comma 1 del DPR n. 602/73, i termini variano in base alla tipologia di attività di controllo che ha generato il debito tributario. Si tratta di termini perentori la cui violazione comporta l’invalidità della cartella stessa.

Quali sono i termini di decadenza per la liquidazione automatica?

Per la liquidazione automatica della dichiarazione, disciplinata dagli artt. 36-bis del DPR n. 600/73 (redditi) e 54-bis del DPR n. 633/72 (IVA), la cartella di pagamento deve essere notificata entro il 31 dicembre del terzo anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione.

Questo significa che:

  • Per le dichiarazioni REDDITI e IVA 2022 (anno d’imposta 2021), presentate nel 2022, la cartella deve essere notificata entro il 31 dicembre 2025;
  • Per le dichiarazioni 2023 (anno 2022), la scadenza sarà il 31 dicembre 2026;
  • Per le dichiarazioni 2024 (anno 2023), la scadenza sarà il 31 dicembre 2027;

Le società con esercizio sociale non coincidente con l’anno solare seguono una regola particolare: il termine decorre dalla “scadenza del versamento dell’unica o ultima rata se il termine per il versamento delle somme risultanti dalla dichiarazione scade oltre il 31 dicembre dell’anno in cui la dichiarazione è stata presentata“.

Cartelle da liquidazione automatica: quali annualità scadono nel 2025?

Anno d’imposta in scadenza nel 2025: Le cartelle derivanti da liquidazione automatica delle dichiarazioni REDDITI e IVA 2022 (anno d’imposta 2021) devono essere notificate entro il 31 dicembre 2025. Superata questa data, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione decade dal diritto di riscuotere le somme contestate tramite cartella di pagamento (art. 25 comma 1 lett. b del DPR n. 602/73).

Quando scadono i termini per il controllo formale della dichiarazione?

Il controllo formale, previsto dall’art. 36-ter del DPR n. 600/73, prevede un termine di decadenza più lungo: la cartella deve essere notificata entro il 31 dicembre del quarto anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione.

Per il 2025, quindi:

  • Scade il termine per le dichiarazioni REDDITI 2021 (anno d’imposta 2020), presentate nel 2021;
  • La cartella deve essere notificata entro il 31 dicembre 2025.

Secondo la Cassazione (sent. 29.1.2025 n. 2092), il termine per l’emissione dell’avviso bonario che precede la cartella nel controllo formale è ordinatorio, non perentorio. Questo significa che l’Amministrazione non decade dal diritto di notificare la cartella anche se l’avviso bonario viene emesso tardivamente, purché la cartella rispetti i termini di decadenza.

Le proroghe dei termini per l’emergenza COVID-19

L’art. 68 comma 4-bis del DL 18/2020 ha introdotto una proroga di 24 mesi dei termini di decadenza per i carichi consegnati all’agente della riscossione nel periodo compreso tra l’8 marzo 2020 e il 31 dicembre 2021. Questa disposizione, combinata con l’art. 157 comma 3 del D.L. n. 34/2020, ha posticipato significativamente molte scadenze.

Ad esempio:

  • Le dichiarazioni 2017 (anno 2016), che avrebbero dovuto scadere il 31 dicembre 2020 per la liquidazione automatica, sono state prorogate al 31 dicembre 2023;
  • Le dichiarazioni 2018 (anno 2017) hanno beneficiato della stessa proroga.

L’art. 12 del D.Lgs. n. 159/2015: applicabilità controversa

Una questione particolarmente dibattuta riguarda l’applicabilità dell’art. 12 comma 1 del D.Lgs. n. 159/2015. Questa norma stabilisce un parallelismo tra la sospensione dei termini di pagamento delle cartelle e la sospensione dei termini di decadenza per la notifica.

Poiché i termini di pagamento sono stati sospesi per 542 giorni (dall’8 marzo 2020 al 31 agosto 2021), alcuni uffici sostengono che ci sarebbe una proroga “a cascata” di 542 giorni per tutti i termini pendenti all’8 marzo 2020.

Tuttavia, la Corte di Cassazione (sent. 30 giugno 2025 n. 17668) ha chiarito che le disposizioni di proroga specifiche introdotte dalla legislazione emergenziale sono norme speciali rispetto all’art. 12 comma 1 del D.Lgs. n. 159/2015, che quindi non può operare congiuntamente. Come affermato dalla sentenza citata, “le disposizioni di proroga specifiche sono speciali rispetto all’art. 12 comma 1 del D.Lgs. n. 159/2015, che dunque non può operare“.

Inoltre, per le annualità 2021 (liquidazione automatica) e 2020 (controllo formale), al momento dell’introduzione della proroga (8 marzo 2020) non erano ancora spirati i termini di presentazione delle dichiarazioni, quindi nessuna proroga aggiuntiva dovrebbe applicarsi.

Cosa succede se l’avviso bonario è stato dilazionato?

Un aspetto spesso trascurato riguarda le situazioni in cui il contribuente, ricevuto l’avviso bonario, abbia optato per la dilazione ai sensi dell’art. 3-bis del D.Lgs. n. 462/97 e sia poi decaduto dal piano di rateazione.

In questo caso specifico, NON si applicano i termini ordinari dell’art. 25 comma 1 lett. b) del DPR n. 602/73, ma quelli della lett. c-bis) dello stesso articolo. La cartella di pagamento deve essere notificata entro il 31 dicembre del terzo anno successivo a quello di scadenza dell’ultima rata del piano di rateazione.

Questo significa che:

  • Il termine di decadenza non decorre dalla presentazione della dichiarazione;
  • Il termine decorre dalla scadenza dell’ultima rata prevista dal piano;
  • La dilazione “allunga” significativamente i termini che si sarebbero applicati senza definizione dell’avviso bonario.

Esempio pratico:

Un contribuente riceve nel 2022 un avviso bonario per la liquidazione automatica della dichiarazione 2020 (anno 2019). Invece di pagare subito, chiede e ottiene un piano di rateazione di 24 mesi, con ultima rata a scadenza dicembre 2024. Decade dalla rateazione a settembre 2024 (manca il pagamento di una rata).

In questo caso, la cartella di pagamento potrà essere notificata entro il 31 dicembre 2027 (terzo anno successivo al 2024, anno di scadenza dell’ultima rata), non entro il termine ordinario che sarebbe già scaduto.

Tabella riepilogativa: liquidazione automatica della dichiarazione

AnnoDichiarazioneTermine notifica cartellaDisposizioni di proroga
2019202031 dicembre 2024Art. 1 co. 158 L. 197/2022
2020202131 dicembre 2024
2021202231 dicembre 2025
2022202331 dicembre 2026
2023202431 dicembre 2027
2024202531 dicembre 2028

Note: Per i carichi affidati dall’8 marzo 2020 al 31 dicembre 2021 opera la proroga di 24 mesi ex art. 68 co. 4-bis DL 18/2020.


Tabella riepilogativa: controllo formale della dichiarazione

AnnoDichiarazioneTermine notifica cartellaDisposizioni di proroga
2019202031 dicembre 2024
2020202131 dicembre 2025
2021202231 dicembre 2026
2022202331 dicembre 2027
2023202431 dicembre 2028
2024202531 dicembre 2029

Note: Per i carichi affidati dall’8 marzo 2020 al 31 dicembre 2021 opera la proroga di 24 mesi ex art. 68 co. 4-bis DL 18/2020.

Aspetti operativi

Quando ricevi una cartella di pagamento, la prima cosa da fare è verificare matematicamente il rispetto dei termini di decadenza. Calcola l’anno di presentazione della dichiarazione, identifica la tipologia di controllo (liquidazione automatica o formale) e applica il termine corretto. Se la cartella è tardiva, contesta immediatamente con ricorso, poiché il vizio è insanabile. Conserva sempre la ricevuta di presentazione della dichiarazione e l’attestazione della data di notifica della cartella. Attenzione: non considerare automaticamente valide le date indicate dall’Agenzia sulle proprie comunicazioni – verifica sempre con i documenti originali.

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L’intreccio tra termini ordinari, proroghe emergenziali, regole speciali per esercizi non solari e dilazioni degli avvisi bonari richiede un’analisi accurata che tenga conto di tutte le variabili in gioco.

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    Domande frequenti

    Cosa succede se la cartella viene notificata dopo il termine di decadenza?

    Se la cartella viene notificata oltre i termini previsti dall’art. 25 del DPR n. 602/73, il contribuente può presentare ricorso davanti alla Commissione Tributaria Provinciale entro 60 giorni dalla notifica.

    L’avviso bonario che precede la cartella ha termini di decadenza?

    No, l’avviso bonario previsto dagli artt. 36-bis del DPR n. 600/73 e 54-bis del DPR n. 633/72 non è soggetto a termini di decadenza perentori. Il termine per la sua emissione (entro il termine di presentazione delle dichiarazioni dell’anno successivo, secondo l’art. 28 della L. 449/97) è ordinatorio, non perentorio.

    Qual è la differenza tra termine perentorio e ordinatorio per le cartelle?

    Il termine perentorio è quello previsto dall’art. 25 del DPR 602/73 per la notifica della cartella di pagamento. La sua violazione comporta la decadenza dell’Amministrazione dal diritto di riscuotere tramite ruolo. Il contribuente può contestare la tardività e ottenere l’annullamento integrale della cartella.
    Il termine ordinatorio è invece quello previsto per l’emissione dell’avviso bonario (art. 28 della L. 449/97). Come chiarito dalla Cassazione (sent. 29.1.2025 n. 2092), la sua violazione non comporta conseguenze invalidanti. L’avviso bonario può essere emesso tardivamente senza che questo comprometta la validità della successiva cartella, purché quest’ultima rispetti i termini di decadenza.
    Questa differenza è spesso fonte di confusione: molti contribuenti ritengono erroneamente che un avviso bonario tardivo invalidi automaticamente anche la cartella. In realtà, l’unico termine che conta ai fini della decadenza è quello di notifica della cartella stessa.

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    Federico Migliorini
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    Dottore Commercialista, Tax Advisor, Revisore Legale. Aiuto imprenditori e professionisti nella pianificazione fiscale. La Fiscalità internazionale le convenzioni internazionali e l'internazionalizzazione di impresa sono la mia quotidianità. Continuo a studiare perché nella vita non si finisce mai di imparare. Se hai un dubbio o una questione da risolvere, contattami, troverò le risposte. Richiedi una consulenza personalizzata con me.
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