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Rivalutazione definitiva pensioni, aumenti 2024

NewsRivalutazione definitiva pensioni, aumenti 2024

Con la rivalutazione Istat la pensione minima 2024 sale a 614,77 euro.

Dalla rivalutazione provvisoria delle pensioni del 5,4% si passa a quella effettiva del 5,7%, così come comunicato da Istat e Inps. Gli aumenti provvisori sono già stati applicati a gennaio. L’ulteriore incremento dello 0,3% dovrebbe invece arrivare tra la fine del 2024 e gennaio 2025.


La percentuale utilizzata per la rivalutazione delle pensioni fa riferimento ogni anno ad un adeguamento secondo il tasso di inflazione. In pratica questo meccanismo in teoria dovrebbe far riferimento al proporzionale costo della vita. Si parte di solito con una rivalutazione provvisoria stimata per poi essere integrata con la percentuale mancante e definitiva. Sulla base dell’aumento dei prezzi al consumo registrato dall’Istat l’Inps provvede ogni anno (solo in caso di aumento) ad adeguare gli importi degli assegni alla differenza tra l’indice dei prezzi dell’anno precedente e quello attuale. Le variazioni in negativo invece non hanno conseguenze. Per questo il meccanismo è definito indicizzazione o perequazione automatica (o anche rivalutazione) delle pensioni.

Se andiamo a considerare le pensioni del 2023 la percentuale provvisoria della rivalutazione è stata del 7,3% mentre la definitiva, stabilita a novembre, ha raggiunto l’8,1%. Tutte le pensioni sono state dunque adeguate e integrate dello 0,8% mancante a dicembre, comprensivo degli arretrati.

Deve essere precisato che la rivalutazione negli ultimi anni, per effetto di varie norme di legge che hanno cercato di limitare l’aumento della spesa complessiva, non si è applicata al 100 per cento su tutti gli assegni ma in maniera inversamente proporzionale al valore della pensione. Ciò significa, ad esempio che, nel caso dell’inflazione 2023 pari all’8,1%, solo gli assegni che non superano il quadruplo della pensione minima sono effettivamente aumentati dell’ 8,1%. Per gli assegni superiori a quella soglia la rivalutazione viene applicata solo parzialmente in base a scaglioni predeterminati, scendendo progressivamente al 32% dell’indice totale (8,1%) per le pensioni che superano di 10 volte l’importo della pensione sociale 

Qual è dunque la situazione per quanto riguarda le pensioni del 2024? Quale rivalutazione è prevista? Vediamo i dettagli alla luce della perequazione definitiva.

Rivalutazione delle pensioni 2024

La procedura di rivalutazione annua delle pensioni all’indice ISTAT è un meccanismo adottato in Italia per adeguare l’importo delle pensioni all’inflazione misurata dall’ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica). Questo processo è noto come “perequazione automatica” delle pensioni.

  1. Obiettivo: l’obiettivo principale è preservare il potere d’acquisto delle pensioni rispetto all’aumento del costo della vita, garantendo così che i pensionati non perdano potere economico nel tempo a causa dell’inflazione;
  2. Calcolo: la rivalutazione si basa sull’andamento dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) esclusi tabacchi, calcolato dall’ISTAT;
  3. Periodicità: la rivalutazione avviene annualmente. L’adeguamento delle pensioni di solito deve essere effettuato a gennaio di ogni anno;
  4. Importo della rivalutazione: la percentuale di adeguamento varia in base all’andamento dell’inflazione e può essere diversa da anno a anno;
  5. Limiti: in alcuni anni, la rivalutazione può essere soggetta a limiti o modifiche a seconda delle decisioni del governo e della situazione economica. Per esempio, possono essere previsti limiti di rivalutazione per le pensioni più elevate.

Aggiornamento Istat inflazione

È stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il 29 novembre 2023 il decreto ministeriale lavoro – economia. Il decreto prevede, a partire dal primo gennaio 2024, un adeguamento all’inflazione pari a +5,4% per le pensioni. I pensionati si sono quindi già trovati aumenti nel cedolino di gennaio. 

Il valore è stato calcolato sulla base della variazione percentuale che si è verificata negli indici dei prezzi al consumo forniti dall’Istat il 7 novembre 2023 rispetto al 2022. Ma in forza del meccanismo a fasce che garantisce la perequazione piena solo agli assegni fino a circa 2.200 euro, gli aumenti saranno diversificati, fino ad un massimo di 130 euro nelle fasce in cui si concentra la maggior parte dei pensionati.

Pensione minima 2024 a 614,77 euro

Rispetto all’inflazione, con il tasso fissato al 5,4%, significherà nel 2024 aumenti fino a 122 euro per gli assegni fino a quattro volte il minimo, quelli che per cui è previsto il recupero pieno dell’aumento dei prezzi, ovvero quelli fino a 2.272,96 euro lordi. Al momento, infatti, il trattamento minimo per il 2023 è fissato a 563,74 euro. Tuttavia, a questo deve essere aggiunto lo 0,8% di differenza tra l’inflazione recuperata nel 2023 (7,3%) e quella effettiva registrata nel 2022 (8,1%).

Chi ha redditi da pensione tra i 2.272,96 euro (quattro volte il minimo) e 2.841,2 euro al mese (cinque volte il minimo) prende un recupero del 4,59% (l’85% del 5,4%) quindi al massimo 130,41 euro. Chi ha redditi tra cinque e sei volte il minimo (3.409,44 euro) ha diritto ad un recupero del 53% quindi ha un aumento del 2,862% pari al massimo a 97,57 euro. Infine, chi ha pensioni fino a otto volte il minimo (4.545,92 euro al mese) ha diritto a un recupero del 47% dell’inflazione quindi al 2,538 per un aumento del cedolino al massimo di 115,37 euro.

Dal 2024 il trattamento minimo di pensione sale a 614,77 euro per tutti i pensionati. Lo spiega l’Inps in una circolare illustrando il rinnovo delle pensioni per il 2024. Tale importo è fissato dalla rivalutazione eccezionale delle pensioni fino al minimo Inps (salito a 598,61 euro) prevista dalla legge di bilancio 2023.

Rivalutazione definitiva

Con un comunicato dell’ISTAT, ripreso anche dall’INPS, è stata ufficializzata la rivalutazione effettiva degli importi delle pensioni per il 2024. Come conseguenza tutti i trattamenti pensionistici subiranno un nuovo ulteriore incremento, passando da una rivalutazione provvisoria del 5,4% al nuovo tasso appena rilevato e corretto.

Il tasso definitivo Istat è pari a 5,7%. Il provvisorio applicato dal Ministro Giorgetti sulle pensioni da gennaio è stato del 5,4%; parliamo quindi di una differenza, a favore ovviamente dei pensionati, pari allo 0,3%. Come ogni anno dunque la differenza deve essere integrata e conguagliata. Considerando ad esempio una pensione da €1000 a gennaio è salita a 1054 e con il nuovo Tasso salirà a 1057. Parliamo di €3 lordi di aumento al mese, un aumento dunque impercettibile. Basti pensare che anche la pensione minima passerà dai 598,61 euro (con la rivalutazione del 5,4%) a 600,31 euro (con la rivalutazione effettiva del 5,7%) per un incremento di 1,75 euro al mese.

Si tratta, dunque, di aumenti risicati, che sicuramente non miglioreranno la vita di chi li riceverà, e che non arriveranno prima di fine anno (se il governo, come nel 2023, dovesse anticipare il conguaglio) o prima di gennaio 2025, inglobati nella rivalutazione del prossimo anno.

Conclusioni

Le pensioni 2024 hanno già subìto un incremento a seguito della rivalutazione provvisoria pari al 5,4%. Gli aumenti sono stati quindi applicati già nei cedolini di gennaio.

L’Istat ha ora pubblicato la rivalutazione effettiva rapportata al tasso d’inflazione e all’aumento dei prezzi al consumo. Dal 5,4% si passerà al 5,7%. Lo 0,3% aggiuntivo dovrebbe però essere applicato e conguagliato (con i relativi arretrati) non prima della fine del 2024, o al massimo a gennaio 2025 con la rivalutazione del prossimo anno. Si tratterà comunque di un aumento impercettibile sugli assegni pensionistici.

Domande frequenti

Cos’è la rivalutazione delle pensioni all’indice ISTAT?

È un meccanismo che adeguata annualmente l’importo delle pensioni in base all’inflazione, misurata dall’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) esclusi tabacchi, calcolato dall’ISTAT. Lo scopo è preservare il potere d’acquisto delle pensioni.

Quando avviene la rivalutazione delle pensioni?

La rivalutazione avviene generalmente a gennaio di ogni anno, basandosi sull’andamento dell’inflazione dell’anno precedente.

Tutte le pensioni devono essere rivalutate nella stessa misura?

La percentuale di adeguamento può variare in base all’andamento dell’inflazione. A volte può essere differente per fasce di importo pensionistico, in base alle disposizioni legislative.

Cosa succede se l’inflazione è negativa?

In caso di deflazione (inflazione negativa), teoricamente le pensioni dovrebbero rimanere invariate.

La rivalutazione delle pensioni è garantita ogni anno?

Benché la rivalutazione è prevista come meccanismo annuale, ci possono essere anni in cui è sospesa o modificata. Questo in base a decisioni legislative o a situazioni economiche particolari.

Come posso sapere quale sarà l’aumento della mia pensione?

L’incremento dipende dall’andamento dell’indice ISTAT. L’importo esatto della rivalutazione viene di solito comunicato dall’INPS o può essere calcolato utilizzando le percentuali di adeguamento annunciate ufficialmente.

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