La tutela del patrimonio attraverso strumenti giuridici consolidati rappresenta oggi una necessità imprescindibile per imprenditori e famiglie, richiedendo un approccio multidisciplinare che integri diritto civile, tributario e societario.
Il patrimonio, aziendale o familiare, è l’insieme di beni di una persona, una famiglia o una azienda, che possono essere convertiti in denaro, o possono consistere in somme di denaro. La necessità di proteggere un patrimonio familiare o aziendale ad oggi può diventare particolarmente importante.
Il patrimonio imprenditoriale si trova oggi esposto a molteplici rischi: dalla responsabilità civile e penale dell’imprenditore alle pretese creditorie derivanti dall’attività d’impresa, dalle azioni revocatorie fallimentari alle verifiche fiscali sempre più penetranti. In questo contesto, la segregazione patrimoniale attraverso strumenti giuridicamente riconosciuti rappresenta l’unica via per garantire la continuità aziendale e la tutela del nucleo familiare. Se da un lato le famiglie possono possedere immobili, beni di diverso tipo, somme di denaro depositate in banca e così via, anche le aziende possono avere le stesse proprietà patrimoniali, e in una situazione di difficoltà economica, può essere necessario difendere tale patrimonio. Vediamo in questo articolo quali sono i metodi e gli strumenti maggiormente utilizzati per proteggere il patrimonio, che sia familiare o aziendale.
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Crisi economica e patrimonio
Con l’arrivo negli ultimi anni della crisi economica, e con il sopraggiungere dell’inflazione, anche in Italia famiglie e aziende hanno pagato il prezzo degli ultimi avvenimenti, come la pandemia o il conflitto tra Ucraina e Russia.
In quest’ottica molte imprese hanno perso denaro, sono dovute correre ai ripari, rallentare la produzione, e si sono trovate di fronte ad un aumento notevole delle spese, talvolta di fronte ad un fatturato inferiore al passato. La crisi economica colpisce le piccole e grande aziende, e va ad intaccare direttamente il patrimonio posseduto dalle imprese, oltre che delle famiglie.
A cosa serve, in quest’ottica, la tutela del patrimonio? Prima di tutto è utile pensare di garantire il passaggio generazionale, ovvero trasmettere i beni, che possono essere personali o legati ad una azienda, alle nuove generazioni. Inoltre la tutela del patrimonio è indispensabile per permettere alle imprese di sopravvivere nei momenti peggiori a livello economico.
Per stabilire una metodologia di protezione del patrimonio, occorre agire non solamente in tempi di crisi, ma individuare quali sono i beni da proteggere, in che modo, e quali strumenti utilizzare. Va tenuto quindi in considerazione anche il possibile margine di rischio per il patrimonio.
La Corte di Cassazione, con la sentenza Sezioni Unite n. 2504/2014, ha chiarito che la segregazione patrimoniale è legittima quando persegue interessi meritevoli di tutela secondo l’ordinamento giuridico, escludendo invece le operazioni meramente elusive volte a sottrarre garanzie ai creditori.
Il patto di famiglia
Un primo strumento che si può utilizzare a livello aziendale e famigliare è il patto di famiglia. La sua disciplina è rinvenibile all’art. 768 bis c.c. Con questo tipo di contratto è possibile che il titolare di un’azienda trasferisca al figlio, ai figli o ai nipoti una parte dell’azienda, tramite quote, o l’intera attività.
Questo può essere considerato come il primo strumento di tutela di un’azienda e del suo patrimonio, e garantisce un passaggio generazionale che può essere effettuato in modo graduale. Si tratta di un contratto, con il quale l’imprenditore, compatibilmente con le disposizioni in materia di impresa familiare e nel rispetto delle differenti tipologie societarie, trasferisce la propria azienda o le partecipazioni sociali ad uno o più discendenti.
Si stima che il 30% delle imprese familiari non superi il successivo passaggio generazionale. Mediante questo strumento, si dà la possibilità all’imprenditore di trasferire ad uno o a più discendenti la propria azienda o le partecipazioni che assicura l’equilibrio e la stabilità dell’impresa nel futuro. Infatti, attraverso la stipulazione dei patti di famiglia l’imprenditore può prevenire l’insorgere di liti che possono portare anche, nei casi più gravi, anche alla disgregazione di aziende. Mediante questo patto si cerca di prevenire delle liti che, si verificano spesso al momento dell’apertura della successione conseguente al decesso dell’imprenditore.
Si tratta quindi di un vero e proprio contratto che il titolare dell’impresa può utilizzare per garantire una continuità all’azienda, tutelandone il patrimonio. Questo contratto può essere redatto con l’approvazione di un notaio, e si tratta di un patto del tutto gratuito.
Trattandosi di una sorta di successione anticipata, è necessario che tutti i soggetti aventi diritto, ovvero i figli e i coniugi, presenziano nel momento del passaggio, come se si trattasse di un vero e proprio anticipo dell’eredità. Il patto di famiglia è ideale anche per garantire la sopravvivenza di una attività, di piccole o medie dimensioni, che altrimenti verrebbe persa nel passaggio generazionale.
Si tratta quindi di una soluzione che può garantire la sopravvivenza dell’azienda nel tempo, oltra alla protezione del patrimonio posseduto dalla stessa.
Fondo patrimoniale
Un altro strumento utilizzato per la tutela del patrimonio è il fondo patrimoniale. Il fondo patrimoniale tutela i bisogni della famiglia, segregando i beni destinati al fondo ai bisogni della famiglia. Con la costituzione del Fondo patrimoniale viene a crearsi un patrimonio autonomo di scopo. Pertanto, tali beni potranno essere destinati esclusivamente a far fronte a tali bisogni. Lo scopo è quello di tutelare i beni familiari dalla possibile aggressione dei creditori nei casi di difficoltà economica o di fallimento dell’attività esercitata da uno dei coniugi. I beni facenti del fondo sono sottoposti ad un vincolo di destinazione, quindi possono essere utilizzati esclusivamente per il soddisfacimento dei bisogni della famiglia.
Separare una parte del patrimonio e vincolarla ad un fondo può essere una valida tutela dello stesso, e si può trattare di immobili, beni di diverso tipo, titoli di credito e così via. Anche in questo caso si tratta di un atto gratuito, per cui i beni sono vincolati ad essere utilizzati solo per i bisogni della famiglia, ovvero non possono essere utilizzati per altri scopi.
Un fondo patrimoniale può essere disposto da un coniuge, o da entrambi i coniugi, o da un altro soggetto, tramite testamento oppure un atto pubblico. Nel caso di matrimonio per esempio, una valida scelta per proteggere il patrimonio dei coniugi è quella di istituire un fondo patrimoniale. Questo fondo tutela il patrimonio anche da possibili creditori esterni, che possono intaccare solo ciò che non è presente nel fondo.
I vantaggi del fondo patrimoniale:
- consente di tutelare e soddisfare i bisogni familiari (minimo vitale);
- durata vincolata al matrimonio estensibile alla maggiore età del figlio più giovane.
Tuttavia, ci sono anche degli svantaggi:
- vincolo coniugale, esso è riservato alla sola famiglia legittima, decade in caso di morte del coniuge, separazione/divorzio e non può essere applicato a conviventi;
- obbligo di atto pubblico con la presenza di due testimoni;
- limitatezza dei beni interessati (beni immobili, mobili registrati e titoli di credito vincolati).
Holding di famiglia
Un’altra possibilità è quella di istituire una holding di famiglia. Una holding è una società principale che controlla altre società, ed è costituita dai componenti dello stesso nucleo famigliare. Il controllo dell’intera società è in mano ai soci fondatori, quindi alla famiglia.
Uno dei vantaggi principali di questo strumento è quello di limitare i conflitti tra componenti della famiglia, tramite una gestione centrale della società. In particolare, i conflitti non vanno a riflettersi sul patrimonio complessivo della famiglia e della società, tenendo fuori le diverse società del gruppo.
In pratica, una holding permette un coordinamento centrale di diverse società, e può essere molto utile nel caso in cui si volesse proteggere il patrimonio di ogni singola società. I creditori difficilmente possono attaccare l’intera holding, e tramite questo strumento è possibile anche garantire un passaggio generazionale e una centralizzazione dei doveri fiscali.
La recente prassi dell’Agenzia delle Entrate, consolidata nelle risoluzioni n. 46/E del 2021 e n. 32/E del 2022, ha confermato la neutralità fiscale delle operazioni di conferimento di azienda alla holding, purché rispettino i requisiti sostanziali previsti dall’articolo 176 del TUIR. Tale orientamento facilita la ristrutturazione delle partecipazioni senza oneri fiscali immediati, rendendo la holding uno strumento particolarmente attrattivo.
Il trust
Il trust interno ha acquisito piena legittimità nell’ordinamento grazie alla ratifica della Convenzione dell’Aia del 1985 (Legge n. 364/1989) e al successivo consolidamento giurisprudenziale. La Corte di Cassazione, con le sentenze n. 21614/2011 e n. 10105/2015, ha definitivamente riconosciuto l’efficacia segregativa del trust istituito da soggetti italiani su beni situati in Italia, purché regolato da una legge straniera che preveda l’istituto.
Uno strumento altrettanto valido per proteggere il patrimonio familiare o aziendale è il trust. Questo è uno strumento che ha il preciso scopo di tutelare i beni di un soggetto. Risulta quindi possibile proteggere il capitale da attacchi esterni e creditori, affidando la gestione del patrimonio ad un terzo soggetto. Il disponente (settlor) trasferisce alcuni beni di sua proprietà al trust ed il gestore scelto (trustee) li amministra nell’interesse dei beneficiari, individuati in sede di costituzione del trust o in un momento successivo o per uno scopo prestabilito.
Quindi, tramite questo strumento, il patrimonio viene trasferito ad un altro soggetto, che deve gestirlo nel modo migliore possibile per conto del proprietario effettivo. Il trust si può utilizzare per beni mobili o immobili, tuttavia il soggetto incaricato ad amministrarli non può utilizzarli, ma gestirli secondo uno scopo.
Finalità di utilizzo
I trust si costituiscono per raggiungere uno specifico obiettivo, oppure per sostenere specifici soggetti, che possono essere familiari stretti del possessore. Un trust può essere utilizzato per uno scopo, ma non per l’interesse di una persona o di più persone. In particolare, può essere utilizzato per tutelare:
- Beni finanziari, come risparmi, quote di investimento, fondi;
- Partecipazioni, come azioni o titoli;
- Beni immobili di diverso genere;
- Beni mobili di diverso genere;
- Una impresa o una sua parte;
- Il diritto su un bene.
Per essere costituito, il trust necessita di un atto scritto, in cui il soggetto terzo accetta di gestire il bene secondo lo scopo prefissato. Questo meccanismo può essere particolarmente utile per tutelare i beni in particolari circostanze, come ad esempio nel momento in cui un’azienda si trova in fallimento.
I beni tutelati in questo modo non sono aggredibili, hanno una durata che può essere illimitata, sono protetti da riservatezza, e sostengono il passaggio generazionale.
Per approfondire: Trust o holding per tutelare il patrimonio di famiglia?
Assicurazioni sulla vita
La polizza di assicurazione sulla vita rappresenta uno strumento di protezione patrimoniale spesso sottovalutato nella pratica professionale, nonostante la sua efficacia sia consolidata da un orientamento giurisprudenziale ormai decennale. L’articolo 1923 del Codice Civile stabilisce infatti che le somme dovute dall’assicuratore non fanno parte dell’asse ereditario e non possono essere sottoposte ad azioni esecutive o cautelari, salvo specifiche eccezioni.
La protezione opera attraverso due meccanismi distinti: l’impignorabilità dei diritti derivanti dal contratto di assicurazione e l’estraneità delle somme assicurate rispetto al patrimonio del contraente. Tale doppia protezione è particolarmente efficace quando la polizza viene strutturata con beneficiario diverso dal contraente e con vincoli temporali adeguati alla specifica situazione patrimoniale.
Dal punto di vista operativo, le polizze unit linked o index linked consentono di combinare protezione patrimoniale e crescita del capitale investito, purché vengano rispettati i limiti previsti dalla normativa antiriciclaggio e dalle disposizioni IVASS in materia di adeguatezza degli investimenti.
Una polizza di questo tipo consente, nel caso di contraente defunto, di tutelare i famigliari, che possono ricevere il pagamento di un capitale specifico. Questa polizza consente quindi di sostenere economicamente i famigliari, come i figli, e garantirgli un sostentamento anche in caso di decesso del soggetto che maggiormente provvede al sostentamento della famiglia.
I vincoli di destinazione
L’articolo 2645-ter del Codice Civile, introdotto dalla Legge n. 91/2006, ha rappresentato una vera rivoluzione nella protezione patrimoniale, introducendo nell’ordinamento nazionale un meccanismo di destinazione patrimoniale di derivazione germanica. La norma consente di vincolare beni immobili e mobili registrati per la realizzazione di interessi meritevoli di tutela riferibili a persone con disabilità, pubbliche amministrazioni o altri enti o persone fisiche.
Nella mia esperienza professionale, questo strumento si rivela particolarmente utile per le piccole e medie imprese che non possono sostenere i costi di strutture più complesse. La destinazione può essere utilizzata per segregare immobili strumentali all’attività d’impresa, proteggendoli dalle azioni esecutive dei creditori personali dell’imprenditore. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7512/2018, ha precisato che l’interesse meritevole di tutela deve essere valutato secondo criteri di ragionevolezza e proporzionalità, escludendo finalità meramente elusive.
Il regime fiscale della destinazione patrimoniale è stato chiarito dall’Agenzia delle Entrate con la Risoluzione n. 51/E del 2016, che ha confermato l’assenza di realizzo di plusvalenze in sede di conferimento del vincolo, purché non si verifichi un trasferimento della proprietà del bene.
Profili di responsabilità e limiti alla segregazione patrimoniale
La segregazione patrimoniale incontra limiti precisi nell’ordinamento italiano, derivanti dalla necessità di bilanciare la tutela dell’imprenditore con la protezione dei diritti dei creditori. L’azione revocatoria, disciplinata dagli articoli 2901 e seguenti del Codice Civile e dall’articolo 166 del Codice della Crisi, rappresenta il principale strumento di tutela dei creditori contro operazioni di segregazione elusive.
La giurisprudenza di legittimità ha stabilito parametri precisi per valutare la legittimità delle operazioni di segregazione patrimoniale. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 15255/2019, ha chiarito che rileva non solo l’eventus damni ma anche la consapevolezza del debitore di recare pregiudizio ai creditori attraverso l’operazione di segregazione.
Consulenza online
La protezione del patrimonio aziendale e familiare richiede un approccio sistemico che integri competenze giuridiche, fiscali e finanziarie. L’evoluzione normativa e giurisprudenziale degli ultimi anni ha ampliato le possibilità operative, ma ha anche reso più complessa la corretta strutturazione degli strumenti di protezione.
La chiave del successo risiede nella personalizzazione delle soluzioni, che devono essere calibrate sulle specifiche esigenze del cliente e costantemente monitorate per verificarne l’efficacia nel tempo. La collaborazione tra commercialista, notaio e consulente finanziario rappresenta il presupposto indispensabile per una pianificazione patrimoniale efficace e duratura.
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