Trasferirsi in Thailandia può essere un’opzione da valutare con attenzione in relazione al particolare regime fiscale applicato. Infatti, il Paese adotta un regime fiscale di tipo territoriale. Si tratta di un regime che prevede la tassazione dei soli redditi di fonte interna al Paese, e delle remittance che arrivano dall’estero. Questo, secondo quanto previsto dal Paw. 161/2566 e dal Paw. 162/2566 del 2023.
Tuttavia, occorre prestare attenzione a tutti gli aspetti legati a questo regime fiscale.
Indice degli Argomenti
La tassazione delle persone fisiche in Thailandia
In Thailandia una persona fisica è considerata fiscalmente residente se risiede nel Paese una o più volte per un periodo pari a 180 giorni in qualsiasi periodo di imposta (anno solare). In caso contrario si è considerati soggetti non residenti.
Se un residente tailandese guadagna un reddito di fonte estera e lo porta in Thailandia in qualsiasi anno successivo in cui risiede in Thailandia, è soggetto alle imposte sul reddito. In pratica, la Tailandia tassa i suoi residenti e non residenti sul loro reddito imponibile derivante da lavoro o attività svolte in Tailandia, indipendentemente dal fatto che siano pagati all’interno o all’esterno della Tailandia. I residenti che ottengono redditi dall’estero sono imponibili su tali redditi se rimessi in Tailandia nell’anno in cui vengono ricevuti.
Esistono però delle convenzioni contro le doppie imposizioni tra Italia e Thailandia che possono evitare di pagare le tasse due volte sullo stesso reddito. |
Residenza fiscale e scadenze
È importante notare che, in comune con molti regimi fiscali in tutto il mondo, la residenza fiscale in Thailandia è definita dalla presenza piuttosto che dalla cittadinanza. Gli individui che risiedono nel paese per un periodo aggregato di 180 giorni o più entro un anno fiscale sono considerati residenti fiscali. Questo status è fondamentale perché delinea l’ambito delle passività fiscali di un individuo, in particolare per quanto riguarda il reddito globale.
In Thailandia, l’anno fiscale rispecchia l’anno solare, terminando il 31 dicembre. La presentazione tempestiva delle dichiarazioni dei redditi è fondamentale. Chi sceglie di presentare le dichiarazioni elettronicamente deve completarle entro il 31 marzo. Se si presenta una dichiarazione cartacea, è necessario presentarla entro il 30 aprile. Il mancato rispetto delle scadenze di presentazione è soggetto a una sanzione, in genere calcolata come percentuale dell’imposta dovuta.
Aliquote dell’imposta sul reddito delle persone fisiche
L’esenzione e la tassazione sui redditi delle persone fisiche, con le relative aliquote, è indicata nella tabella seguente.
Reddito (THB*) | Aliquota % |
---|---|
Da 0 a 150.000 | Esonero |
Da 150.001 a 300.000 | 5 |
Da 300.001 a 500.000 | 10 |
Da 500.001 a 750.000 | 15 |
Da 750.001 a 1.000.000 | 20 |
Da 1.000.001 a 2.000.000 | 25 |
Da 2.000.001 a 5.000.000 | 30 |
Oltre 5.000.000 | 35 |
*Baht thailandese
Tassazione dei redditi esteri in Thailandia
A partire dal 2024 la Thailandia ha imposto la tassazione sui tutti i redditi di fonte estera rimessi da parte dei soggetti che risiedono nel Paese per oltre 180 giorni all’anno. In particolare, il Dipartimento delle Entrate della Thailandia ha emesso il suo Ordine n. Por 161/2023 ai sensi della Sezione 41, paragrafo 2 del Codice delle Entrate. L’Ordine era correlato al pagamento dell’imposta sul reddito delle persone fisiche sui redditi esteri in vigore il 1° gennaio 2024.
Secondo questa norma il reddito di fonte estera portato in Thailandia, generato a partire dal 2024, è soggetto a tassazione da parte dei residenti fiscali thailandesi (vedasi l’Ordinanza n. P.162/2023 il 20 novembre 2023 del Revenue Department). L’obbligo di pagare le imposte sui redditi di origine estera portati in Thailandia, riguarda i redditi generati a partire dal 2024.
Di conseguenza, ciò significa che qualsiasi reddito estero generato da residenti fiscali thailandesi prima del 2024 non è soggetto alla normativa, anche se tale reddito viene rimesso in Thailandia.
Redditi di fonte estera
Per capire quali sono i redditi di fonte estera soggetti a tassazione, in caso di rimessa del denaro nel Paese, occorre prendere a riferimento la sezione 40 del Capitolo 3 del Codice delle Entrate Thailandese. Tale disposizione classifica il reddito imponibile nelle seguenti categorie:
- Reddito da lavoro dipendente: comprende stipendio, salario, bonus, pensione, indennità di affitto, valore di una residenza gratuita fornita da un datore di lavoro e qualsiasi altro beneficio derivante dal lavoro dipendente;
- Reddito derivante dalla prestazione lavorativa: comprende compensi, commissioni, sussidi, gratifiche, bonus e altri benefici derivanti da un incarico o dalla prestazione lavorativa;
- Commissioni e rendite: redditi derivanti da avviamento, diritti d’autore o altri diritti, rendite e pagamenti annuali derivanti da testamenti, atti giuridici o decisioni giudiziarie;
- Reddito da strumenti finanziari : comprende interessi su obbligazioni, depositi, titoli di debito, prestiti, dividendi e guadagni da istituzioni finanziarie o società;
- Altri guadagni finanziari: includono bonus agli azionisti, variazioni del capitale investito in una società e guadagni derivanti dalla fusione, dall’acquisizione o dallo scioglimento di una società o di una partnership;
- Redditi da proprietà e contratti: affitti da proprietà, guadagni dalla violazione di contratti di acquisto a rate o di vendita a rate.
- Reddito da professioni liberali: comprende professioni come giurisprudenza, medicina, ingegneria, architettura, contabilità e belle arti;
- Altri redditi da attività commerciale: redditi derivanti da contratti in cui vengono forniti materiali e redditi derivanti da attività commerciali, commerciali, agricole, industriali, di trasporto o altre attività non specificate sopra.
Fondi esteri esenti da imposta
La norma esenta da tassazione le seguenti categorie di redditi/capitali di fonte estera
- Reddito maturato prima della residenza fiscale thailandese: il reddito maturato prima di ottenere la residenza fiscale thailandese non è imponibile.
- Eredità: il reddito ereditato rimesso in Thailandia è esente
- Assicurazione sulla vita: le somme ricevute tramite polizze di assicurazione sulla vita non sono imponibili come reddito.
- Minusvalenze: investimenti ceduti o attività all’estero che hanno subito una perdita.
Dividendi
I dividendi ricevuti da una società costituita in Tailandia sono soggetti a ritenuta d’acconto (WHT) ad un’aliquota forfettaria del 10%.
Interessi
Gli interessi ricevuti da depositi bancari, prestiti a società finanziarie, obbligazioni e cambiali emesse da un’entità aziendale sono soggetti alla (WHT) ad un tasso forfettario del 15%.
Valute virtuali
La quota dei profitti o eventuali benefici derivanti dal possesso o dal possesso di token digitali o i guadagni derivanti dal trasferimento di criptovalute o token digitali sono soggetti a una (WHT) al tasso forfettario del 15%
Imposta di successione
Un lascito ricevuto da una persona fisica o giuridica, indipendentemente dalla nazionalità, da un soggetto deceduto è esente dall’imposta sul reddito personale, ai sensi del Codice delle Entrate ma è soggetto all’imposta di successione. Gli eredi sono soggetti all’imposta di successione solo sul valore di un lascito superiore a 100 milioni di THB ottenuto da ciascun testatore insieme una o più volte.
L’aliquota dell’imposta di successione è del 10%, tranne nel caso degli eredi ascendenti o discendenti del testatore, dove l’aliquota è del 5%. I lasciti ricevuti dal coniuge del testatore sono esenti dall’imposta.
I beni soggetti all’imposta di successione comprendono i beni immobili, i titoli previsti dalla legge, i conti di deposito bancari o altro denaro di natura simile che i testatori hanno il diritto di richiamare o pretendere da istituti finanziari o persone che detengono tali soldi, veicoli immatricolati, e le attività finanziarie da prescrivere nei decreti reali.
Tassazione delle pensioni estere
Sempre più pensionati esteri, anche italiani, hanno scelto di vivere in Thailandia e di eleggerla come Stato di residenza fiscale. Per questo motivo è importante offrire delle indicazioni sulla gestione delle pensioni estere e la relativa tassazione nel Paese.
Secondo le normative fiscali thailandesi, le pensioni derivanti da un impiego all’estero sono classificate come reddito imponibile ai sensi della Sezione 40(1) del Revenue Code. Ciò significa che qualsiasi pensione rimessa in Thailandia è imponibile. Anche guardando alla Convenzione contro le doppie imposizioni con l’Italia, le pensioni private sono soggette a tassazione nello Stato di residenza fiscale del percettore.
Le pensioni possono provenire da impieghi governativi o privati e solitamente costituiscono una parte sostanziale del reddito dei pensionati. Dato che questi fondi diventano tassabili quando vengono rimessi in Thailandia, un’attenta pianificazione dei trasferimenti pensionistici può avere un impatto significativo sull’onere fiscale complessivo. Un’efficace pianificazione finanziaria consente ai pensionati di ridurre al minimo le passività fiscali e gestire i propri fondi in modo più efficiente, garantendo la conformità alle leggi fiscali thailandesi.
La tassazione sulle società in Thailandia
Le società costituite in Tailandia sono tassate sul reddito mondiale. Una società costituita all’estero (vale a dire una società organizzata secondo leggi straniere o una società straniera) è tassata sui profitti derivanti da o in conseguenza dell’attività svolta in Thailandia.
L’aliquota dell’imposta sul reddito delle società (CIT) è del 20%.
Una società straniera che non svolge attività in Thailandia è soggetta a una ritenuta fiscale finale (WHT) su alcuni tipi di reddito imponibile (ad esempio interessi, dividendi, royalties, affitti e commissioni di servizio) pagati da o in Thailandia. L’aliquota fiscale è generalmente del 15%, ad eccezione dei dividendi, che sono del 10%, mentre altre aliquote possono essere applicate in base alle disposizioni di un trattato sulla doppia imposizione (DTT).
Tassazione delle aziende minori
Le società e le società di persone con capitale versato non superiore a 5 milioni di baht tailandesi (THB) alla fine di ogni periodo contabile e i redditi derivanti dalla vendita di beni e/o dalla prestazione di servizi non superiori a 30 milioni di THB sono soggetti a imposta al seguenti aliquote.
Reddito (THB) | Aliquote % |
---|---|
Da 0 a 300.000 | 0 |
300.001 a 3 milioni | 15 |
Oltre 3 milioni | 20 |
Costituzione di azienda per soggetti impatriati
Il trasferimento di residenza in Thailandia deve essere valutato anche in relazione alla possibilità di avviare un’attività di impresa nel Paese. Tuttavia, deve essere tenuto in considerazione il fatto che occorre che il 51% delle quote societaria sia in possesso di un soggetto thailandese. Infatti, solo il 49% delle quote può essere detenuto da soggetti non thai. Inoltre, anche l’eventuale acquisto di terreni, può essere effettuato solo da soggetti thai.
Sfide da affrontare
Per un imprenditore italiano espatriato avviare un’attività in Thailandia richiede alcuni elementi da tenere in considerazione:
- Barriere linguistiche e culturali: la lingua ufficiale della Thailandia è il thailandese, e la cultura è molto diversa da quella occidentale. Questo può creare difficoltà per gli imprenditori italiani che non hanno familiarità con il paese;
- Burocrazia: il sistema burocratico thailandese può essere complicato e richiedere tempi lunghi per l’ottenimento di permessi e licenze;
- Limiti alla proprietà straniera: La legge thailandese limita la proprietà straniera delle quote societarie al 49%. Questo significa che un imprenditore italiano deve necessariamente trovare un socio thailandese che detenga il 51% delle quote.
Il requisito del 51% di proprietà thailandese
Il requisito del 51% di proprietà thailandese è uno dei principali ostacoli per gli imprenditori italiani che desiderano avviare un’attività in Thailandia. Questa norma ha lo scopo di proteggere le aziende thailandesi dalla concorrenza straniera.
Esistono però diverse alternative per aggirare questo ostacolo:
- Trovare un socio thailandese di fiducia: questa è la soluzione più comune. È importante scegliere un socio affidabile e con esperienza nel settore in cui si opera;
- Costituire una società di tipo “branch office“: una branch office è una filiale di una società estera. In questo caso, la società madre italiana manterrà il controllo del 100% della filiale thailandese;
- Richiedere una licenza BOI: Il Board of Investment (BOI) offre diverse agevolazioni fiscali e incentivi agli investitori stranieri che soddisfano determinati requisiti. In alcuni casi, il BOI può concedere l’esenzione dal requisito del 51% di proprietà thailandese.
Iva in Thailandia
Attualmente, l’aliquota Iva ordinaria in Thailandia è del 7%. Tuttavia, esistono alcune categorie di beni e servizi che possono essere soggetti a aliquote ridotte o esenti da Iva.
Vantaggi fiscali legati alla tassazione in Thailandia
Il regime fiscale territoriale della Thailandia ha portato, nel tempo, molte persone a sfruttarlo attraverso la costituzione di società offshore. Potrebbe essere il caso di società costituire all’estero (una LTD nel Regno Unito o una LLC USA) incassando i dividendi percepiti dall’attività in un conto corrente estero (alla Thailandia). In questo modo il soggetto residente nel Paese ha la possibilità di non subire tassazione sui dividendi incassati fuori dai confini del Paese. L’unica possibilità di tassazione è data dalle remittance, ovvero i trasferimenti di denaro che dall’estero arrivano su conti correnti nazionali. In questo caso il valore del trasferimento deve essere tassato.
Questo tipo di soluzione ha portato, nel tempo, ad essere utilizzato in modi più o meno consentiti. L’aspetto su cui prestare attenzione riguarda il fatto che per essere davvero sicuro, è necessario che non vi possano essere dubbi sull’effettivo trasferimento di residenza della persona in Thailandia. Infatti, una contestazione sulla residenza fiscale del cittadino italiano che ha deciso di trasferirsi in Thailandia potrebbe portare ad una contestazione anche sulle società costituite all’estero, con delle conseguenze davvero rilevanti.
Come tutti i paesi che adottano regimi fiscali territoriali (Malta, Panama, Costa Rica, etc), l’attenzione che hanno verso di essi le agenzia fiscali degli altri Paesi è rilevante. Questo significa che le probabilità di accertamento aumentano, per individuare possibili situazioni di elusione o evasione fiscale (es. l’esterovestizione personale dell’espatriato).
Consulenza fiscale online
Per lasciare l’Italia in maniera stabile e duratura, non si deve commettere l’errore di trascurare l’attenta valutazione degli aspetti fiscali legati a questa scelta di vita. Anzi, programmare il trasferimento dal punto di vista fiscale è uno degli aspetti più impegnativi su cui concentrarsi.
Questo passaggio soltanto se fatto con i giusti accorgimenti permette di stare sereni in caso di eventuali successivi controlli dell’Amministrazione finanziaria. Non perfezionare il proprio trasferimento di residenza in Thailandia, lasciando evidenti elementi di collegamento in Italia, può portare a contestazioni di esterovestizione personale, e poi eventualmente anche di esterovestizione per le società eventualmente costituite nel Paese o in altri. Per questi motivi è importante pianificare in anticipo il proprio trasferimento di residenza all’estero.
Se vivi già all’estero ma non sei sicuro di aver seguito la giusta procedura, non indugiare. Preciso anche che noi non ci occupiamo di costituzione di società estere, ma possiamo aiutarti a valutare il tuo progetto imprenditoriale in relazione alla normativa fiscale nazionale e convenzionale con il Paese estero.
Richiedimi una consulenza personalizzata! Con l’apposito servizio di consulenza online potrai consultati direttamente con me. Ho pensato a questo servizio di consulenza dedicato sulla base di tutta l’esperienza avuta sino ad ora su questo argomento.
Risorse utili:
- Ambasciata d’Italia a Bangkok: https://ambbangkok.esteri.it/it/
- Camera di Commercio Italiana in Thailandia: https://www.thaitch.org/
- Board of Investment (BOI): https://www.boi.go.th/