Nella mia esperienza professionale di consulenza verso soggetti che voglio trasferirsi all’estero in modo ottimale, rispettando la compliance alla normativa è importante rispettare tre regole: non sottovalutare il passato; programmare il presente; pianificare il futuro.
Trasferire la tua residenza all’estero può essere un passo entusiasmante, ma richiede un’attenta pianificazione fiscale internazionale. Senza una gestione adeguata, le implicazioni fiscali possono compromettere i tuoi progetti di vita. Dalla mia esperienza come consulente, ho notato che oltre il 90% delle persone che si trasferiscono commettono errori con gravi conseguenze fiscali. Questi errori sono spesso frutto di negligenza, scarsa informazione e una mancanza di investimento nella propria pianificazione fiscale internazionale.
In questo articolo, ti svelerò le tre regole fondamentali che guidano l’attività di un commercialista esperto in fiscalità internazionale. Questi principi sono la base per qualsiasi trasferimento all’estero, garantendo sicurezza e conformità alle normative nazionali e internazionali. Che tu stia per trasferirti o lo abbia già fatto, leggere queste linee guida ti aiuterà a capire se hai applicato o stai applicando queste semplici regole per evitare problemi fiscali e ottimizzare la tua pianificazione fiscale nel tuo nuovo Paese di residenza.
Indice degli Argomenti
Errori comuni nel trasferimento di residenza all’estero
Il trasferimento di residenza all’estero è un processo complesso, specialmente se si desidera rimanere in regola con le normative fiscali (dei due stati coinvolti) ed evitare spiacevoli accertamenti. Nella mia esperienza professionale, ho individuato due tipi principali di persone che si trasferiscono:
- I previdenti: Coloro che cercano consulenza professionale prima di incorrere in problemi, desiderosi di evitare errori. Questi sono, a mio parere, l’approccio ideale. Affidarsi subito a un professionista serio (Dottore commercialista esperto) è fondamentale per una corretta pianificazione fiscale;
- I “fai-da-te“: Coloro che commettono errori basandosi su informazioni spesso errate trovate online, magari da fonti inaffidabili. Nella maggior parte dei casi, questi soggetti si trovano in situazioni di irregolarità fiscale che è cruciale sanare prima che arrivino gli accertamenti dall’Amministrazione finanziaria.
Se rientri in questa seconda categoria, ti racconterò tre storie vere di persone che si sono trasferite all’estero e che, per inesperienza, si sono ritrovate in gravi situazioni di irregolarità fiscale. Ogni storia racchiude una lezione importante e una regola pratica che desidero condividere. Si tratta di errori comuni, commessi da individui diversi in momenti diversi della loro vita, che riflettono la mancanza di una pianificazione adeguata. Vediamoli insieme.
Per approfondire: Agenzia delle Entrate alla caccia degli espatriati all’estero.
Regola n° 1: non sottovalutare il passato
Quando ci si trasferisce all’estero, è facile concentrarsi solo sul futuro. Ma non è così semplice come sembra. Per farti capire meglio, ti racconto la storia di Andrea.
Andrea era un consulente SEO freelance con partita IVA in Italia. Dopo aver ricevuto un’offerta di lavoro allettante, ha deciso di trasferirsi a Monaco, in Germania, qualche anno fa. Dopo tre anni di vita all’estero, ha ricevuto una sgradita sorpresa: un avviso di accertamento fiscale direttamente al suo indirizzo tedesco, relativo a imposte non versate in Italia anni prima.
Andrea era convinto di aver lasciato il suo passato fiscale italiano alle spalle. Ma cosa ha sbagliato? Vediamolo insieme.
Verifica la tua situazione fiscale pre-espatrio
Trasferirsi all’estero non significa cancellare il proprio passato. Se hai intenzione di espatriare, la prima cosa da fare, in collaborazione con un consulente esperto in fiscalità internazionale, è analizzare la tua situazione fiscale pregressa in Italia. Questo significa effettuare un controllo approfondito dei tuoi eventuali debiti, che possono essere di due tipi:
- Debiti fiscali: Derivanti dal mancato pagamento delle imposte sui redditi;
- Debiti previdenziali: Se eri un professionista o un imprenditore.
Allo stesso tempo, è fondamentale verificare l’esistenza di eventuali contenziosi fiscali pendenti. Quello che a prima vista potrebbe sembrare un passaggio superfluo è, in realtà, cruciale per evitare di ricevere notifiche di accertamento o di pagamento inaspettate una volta all’estero. Nessuno Stato è disposto a rinunciare ai propri crediti fiscali solo perché un contribuente si è trasferito. Per questo motivo, è essenziale giocare d’anticipo e prepararsi alle possibili conseguenze, ma soprattutto, valutare le azioni da intraprendere. In generale, infatti, è sempre possibile la notifica di atti impositivi anche all’estero.
La notifica degli atti impositivi all’estero
Molti ancora ignorano che i debiti fiscali possono essere notificati anche all’estero. E anche se non dovessero raggiungerti direttamente nel tuo nuovo Paese, devi essere consapevole che queste notifiche ti aspetteranno al varco ogni volta che rientrerai in Italia per affari o per vacanza.
Gli accertamenti fiscali sono diventati sempre più frequenti e automatizzati, e la collaborazione tra le autorità fiscali dei diversi Paesi cresce giorno dopo giorno. I controlli possono arrivare anche a distanza di anni (l’Amministrazione finanziaria ha a disposizione fino a otto anni in caso di omessa dichiarazione). È quindi fondamentale sapere esattamente come comportarti e a chi affidarti per risolvere questi problemi.
Inoltre, se possiedi un patrimonio personale, è possibile proteggerlo legalmente con strumenti idonei. Tieni presente, però, che questi strumenti di tutela del patrimonio devono essere attivati prima che l’Agenzia delle Entrate avvii un controllo che potrebbe compromettere tutto. È indispensabile informarsi in anticipo, pianificare le mosse e ridurre al minimo i rischi. Questo significa proprio non sottovalutare il proprio passato. Conoscere e analizzare la tua storia fiscale ti aiuterà a prevedere e prevenire le conseguenze future.
Per approfondire: La notifica di accertamenti all’estero: la procedura.
Regola n° 2: programma il tuo presente
Quando ci si trasferisce all’estero, spesso non si considera che anche il “presente” possa comportare rischi fiscali. Cosa intendo?
Prendiamo l’esempio di Claudio, ingegnere e ricercatore universitario. Si è trasferito in Danimarca per proseguire una ricerca, iscrivendosi regolarmente all’AIRE. Tuttavia, Claudio continua a tornare spesso in Italia per la sua attività da freelance, mentre la moglie e la figlia risiedono stabilmente in Italia. Claudio non si sarebbe mai aspettato di ricevere un accertamento fiscale dall’Italia, che gli contestava la mancata presentazione delle dichiarazioni dei redditi degli ultimi cinque anni, con l’aggiunta di sanzioni e interessi di mora. Il problema di Claudio era la sua convinzione, in buona fede, di essere fiscalmente residente all’estero e di non dover più nulla all’Italia. In realtà, non era così.
Programma il tuo presente
“Programmare il tuo presente” significa che, fin dal momento della partenza per l’estero, devi essere perfettamente consapevole che se il tuo “centro degli interessi vitali” – ovvero affari e famiglia – rimangono in Italia, la tua residenza fiscale non potrà che restare in Italia.
Programmare il presente implica anche comprendere che tutte le tue attività in Italia generano reddito imponibile in Italia. Devi conoscere quali sono le categorie reddituali a cui sono riconducibili i tuoi beni e le tue attività, per capire anche quali di queste possono essere soggette a tassazione estera.
Esempi di programmazione del presente
Ecco, di seguito, alcuni esempi concreti, per capire di cosa sto parlando:
- Hai una abitazione in Italia: Lo devi segnalare a qualcuno? Quali imposte restano a tuo carico?
- Hai dei terreni agricoli in affitto?
- Hai immobili all’estero ma non nel paese dove vai? Puoi aprire una immobiliare per gestirli?
- Hai investito in risparmio amministrato o gestito in Italia? Lo sai quanto ti tassano adesso? Sai cosa cambia sulla tassazione se te ne vai? Sai come lo devi segnalare alla banca? A seconda dello strumento finanziario (es. obbligazioni, azioni, fondi comuni di investimento, polizze assicurative, polizze vita) la tassazione cambia;
- Hai eseguito prestazioni occasionali in Italia prima di andare via? Lo sai che devi fare?
- Devi tornare da qualche cliente italiano ogni tanto in Italia. Lo sai che, se sei un consulente o un professionista, rischi una ritenuta sul tuo compenso del 30% da parte di chi ti paga? Lo sai come si applica una convenzione contro le doppie imposizioni per evitare questa ritenuta del 30%?
- Hai marchi e brevetti di tua invenzione registrati in Italia? Che fai? Te li porti all’estero? Come tassi le royalties che ne derivano?
- Hai delle cariche in società, ad esempio sei l’amministratore della Srl di famiglia, o hai delle partecipazioni societarie, che fai? Le cedi? Prima o dopo che ti trasferisci? Che cosa ti conviene fare?
- Hai una rendita perpetua da assicurazione sulle vita? Una rendita da infortunio sul lavoro erogata dall’INAIL, o una pensione magari: quale Stato ha il diritto di tassarle? Lo Stato che le eroga o lo Stato che ti ospita? O tutti e due?
- Conosci come applicare l’Exit tax sulla tua impresa se la porti con te all’estero, cosa che si applica alle ditte individuali?
Se non sai rispondere a queste domande significa che devi seriamente pensare di affidarti ad un Commercialista, esperto in pianificazione fiscale e trasferimento di residenza all’estero per assicurarti di avere tutto sotto controllo.
Regola n° 3: pianifica il tuo futuro
Quando si decide di trasferirsi all’estero, spesso ci si concentra solo sul futuro immediato, senza una pianificazione fiscale a lungo termine. Permettimi di spiegarti meglio con la storia di Francesco.
Qualche mese fa, mi ha contattato Francesco, un giovane di 26 anni che, dopo la laurea, ha fondato una società in Nuova Zelanda per sviluppare un’applicazione desktop da vendere in Italia. Il trasferimento all’estero e l’iscrizione all’AIRE sono avvenuti senza intoppi.
Dopo pochi mesi, Francesco era pronto a iniziare la fase di vendita in Italia. Ma qualcosa è andato storto. Nonostante fosse seguito da un consulente fiscale locale, Francesco non sapeva che per ogni vendita effettuata a consumatori privati italiani avrebbe dovuto applicare l’IVA italiana. Circa un anno dopo, Francesco si è reso conto della situazione, ma ormai il danno era fatto.
Francesco ha sottovalutato e non ha adeguatamente pianificato il suo futuro. Se, una volta trasferito all’estero, intendi avviare un’attività in proprio e avere l’Italia come mercato di riferimento, la mancata pianificazione fiscale può costarti molto caro, soprattutto se non conosci la normativa fiscale italiana.
Come pianificare al meglio il proprio futuro?
Nell’esempio che ti ho mostrato Francesco non ha voluto pensare alla pianificazione della propria attività imprenditoriale ed ha rischiato di dover mollare tutto per l’incompetenza del consulente estero che lo assisteva e per aver sottovalutato le implicazioni fiscali rilevanti nella gestione della sua attività online. Questo aspetto, se sei un professionista o un imprenditore, è ancora più importante dei precedenti. Quando vuoi trasferirti all’estero per avviare una nuova attività, dovresti sempre porti alcune domande fondamentali, come:
- Quale forma di impresa che mi conviene costituire?
- Quale regime fiscale è il più adatto alle mie caratteristiche?
- A quale mercato voglio rivolgermi? Chi sono e dove sono ubicati i miei clienti? La loro provenienza geografica influirà sulle regole di gestione fiscale della mia società?
- L’Iva come si applica, se sbaglio le fattura o le aliquote che cosa mi accade?
- Da dove gestisco la mia impresa? La sede operativa è la stessa di quella legale? Che cosa cambia?
Frodi internazionali
Un ultimo aspetto su cui voglio farti porre attenzione riguarda il fatto che ormai i Paesi di tutto il mondo, persino la maggior parte dei c.d. “paradisi fiscali” applicano regole antielusive per evitare frodi e la possibilità di ospitare evasori fiscali. Pensare di scegliere un Paese estero per poter costruire meccanismi elusivi è sempre più difficile.
La cooperazione internazionale sta aumentando, le autorità fiscali di molti Paesi iniziano a scambiarsi informazioni. Pensa che anche la Svizzera ha deciso di dire addio al segreto bancario e che i conti correnti di moltissimi contribuenti stanno per essere dichiarati alle autorità fiscali dei Paesi che lo richiederanno. Per questo motivo non bisogna pensare che una volta all’estero nessuno possa più contestarci niente. Devi sapere inoltre che:
- Gli Stati di tutto il mondo – persino Hong Kong – applicano delle ferree discipline antielusive contro frodi ed evasori. Pensi davvero di riuscire a mettere in atto le tue idee senza qualcuno che possa indirizzarti al meglio?
- Sai cosa sono le ritenute sulle attività finanziarie (dividendi, interessi e royalties)?
- Hai aperto aziende con collaboratori o dipendenti in altri paesi? Sai cosa rischi?
Consulenza fiscale online trasferimento all’estero
Ho scritto questo articolo per fare chiarezza. Continuo a leggere online testi, scritti da consulenti o presunti tali, che trattano con superficialità l’espatrio, parlando di come si possa rimanere “invisibili” all’Amministrazione finanziaria o sminuendo l’importanza dell’iscrizione all’AIRE e della regola dei 183 giorni di residenza.
Oggi le cose sono ben più complesse di quanto sembri. Certo, chi legge qualche articolo sull’argomento potrebbe avere qualche informazione in più, ma è fondamentale prestare attenzione alle fonti, specialmente online, dove quelle davvero affidabili sono poche. Ci sono poi quelli che ti invitano a trasferirti negli Emirati, a Hong Kong o in Lussemburgo perché “sono posti bellissimi” e “pensano a tutto loro”, anche ad avviare la tua nuova attività, con conseguenze che puoi solo immaginare.
Ebbene, se leggendo questo articolo ti sei ritrovato, anche solo in parte, in una di queste storie, significa che c’è qualcosa da rivedere nel tuo trasferimento all’estero.
Quanto ti ho descritto è solo una parte delle problematiche che possono interessare chi decide di cambiare vita e trasferirsi all’estero. Credo però tu abbia già capito che per evitare la maggior parte dei problemi, devi affidarti a un bravo Commercialista esperto in fiscalità internazionale e nel trasferimento di residenza.
In ogni caso, da oggi sai esattamente di cosa devi preoccuparti prima di trasferirti all’estero. Prova ad applicare le tre regole che ti ho indicato:
- Non sottovalutare il tuo passato!
- Programma il tuo presente!
- Pianifica il tuo futuro!
Se ti trovi nel bel mezzo del tuo trasferimento di residenza all’estero e hai problemi, potremmo approfondire come agire al meglio per la tua situazione.
Domande frequenti
La pianificazione fiscale internazionale è cruciale perché un trasferimento di residenza all’estero comporta significative implicazioni fiscali. Senza una gestione adeguata, si rischia di commettere errori comuni che possono portare a sanzioni, accertamenti e compromettere i propri progetti di vita. Una buona pianificazione ti aiuta a comprendere e rispettare le normative fiscali sia nel Paese di origine che in quello di destinazione, ottimizzando la tua posizione fiscale.
Gli errori più frequenti derivano spesso dalla scarsa informazione e dalla mancanza di una pianificazione adeguata. Molti sottovalutano l’importanza di verificare la propria situazione fiscale passata in Italia, credendo di lasciarsi alle spalle eventuali debiti o contenziosi. Altri non comprendono appieno il concetto di “centro degli interessi vitali”, continuando ad avere legami fiscali con l’Italia nonostante l’iscrizione all’AIRE. Infine, la mancata pianificazione a lungo termine per attività future connesse all’Italia può portare a spiacevoli sorprese fiscali.
Sì, assolutamente. I debiti fiscali e gli accertamenti fiscali italiani possono essere notificati anche all’estero. Inoltre, anche se una notifica non ti raggiunge direttamente, queste pendenze ti aspetteranno al tuo rientro in Italia per qualsiasi motivo. La collaborazione tra le autorità fiscali dei diversi Paesi è in aumento e i controlli possono arrivare anche a distanza di anni, rendendo fondamentale una gestione preventiva della propria posizione fiscale.
Il “centro degli interessi vitali” si riferisce al luogo dove hai i tuoi principali interessi familiari e professionali/economici. Se, nonostante ti sia trasferito all’estero, la tua famiglia vive stabilmente in Italia o le tue principali attività economiche sono ancora qui, potresti essere considerato fiscalmente residente in Italia. Questo significa che, anche se iscritto all’AIRE, potresti comunque essere soggetto a tassazione in Italia sui redditi prodotti, rendendo cruciale una corretta valutazione del tuo presente fiscale.