Il sisma bonus è una delle possibili agevolazioni fiscali che i cittadini possono richiedere a seguito di un intervento edile volto al miglioramento di una struttura, sul piano del rischio sismico. Insieme ad alti bonus, come il superbonus 110% e al bonus facciate, è una delle agevolazioni che prevede la riduzione di fatto della spesa sui lavori, in termini fiscali. Come accade per altri bonus, possono accedere a questa agevolazione i proprietari di immobili, o chi detiene un diritto sugli stessi. In particolare nel momento in cui intendono migliorare la condizione generale dell’immobile di fronte al rischio sismico.
Il rischio sismico in Italia è classificato in base alla zona di intensità sismica, e ogni immobile ha diversi livelli di sicurezza rispetto alla possibilità del verificarsi di terremoti. Per rendere antisismica una abitazione è possibile effettuare diversi lavori di ristrutturazione, tutti rientranti entro il bonus specifico. Vediamo in che cosa consiste questo sostegno e come richiederlo per il nuovo anno.
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Sismabonus: di cosa si tratta?
Il sisma bonus è una detrazione fiscale resa disponibile per chi esegue lavori su un immobile per migliorare la classe di rischio sismico. Questo bonus è stato introdotto come incentivo per svolgere determinate tipologie di lavori, che aumentano la sicurezza generale degli immobili, specialmente nei casi in cui vengono costruiti in una zona ad alto rischio sismico.
Per questo motivo i lavori devono riguardare la struttura stessa degli edifici, e le detrazioni fiscali applicate prendono in considerazione anche il momento in cui i lavori vengono svolti:
- Detrazione fiscale del 36% sulle spese per i lavori: in questo caso non è presente una tempistica precisa, non c’è scadenza temporale;
- Detrazione fiscale al 50% sulle spese per i lavori: si tratta di una detrazione applicabile solo se le spese per i lavori vengono svolte entro la fine del 2021;
- Detrazione fiscale al 110% sulle spese per i lavori: nei termini previsti dal superbonus 110%. Bisogna ricordare che in questo caso il limite massimo di spesa previsto è di 96.000 euro, su cui viene applicata la detrazione fiscale.
Il sisma bonus è una particolare agevolazione utile in tutte le circostanze in cui un edificio necessita di miglioramenti strutturali a fronte di un rischio sismico consistente.
Sismabonus: chi può accedervi?
Secondo le normative, esposte anche dall’Agenzia delle Entrate alla pagina ufficiale di riferimento, possono accedere alle agevolazioni fiscali i soggetti IRPEF o IRES, e questo particolare bonus è esteso non solo a chi svolge un lavoro di miglioramento del rischio sismico dell’immobile ad uso abitativo, ma anche per chi applica un lavoro di questo tipo per attività di impresa:
Tra i soggetti che possono richiedere l’accesso al sisma bonus, vi sono tutti i titolari di diritto sull’immobile interessato, che possono essere:
- Proprietari o comproprietari;
- Titolare di un diritto sull’immobile;
- Comodatario e locatario;
- Soci di cooperativa che hanno diritto sull’immobile;
- Imprenditori che hanno diritto sull’immobile;
- Società che hanno un diritto sull’immobile.
Hanno anche la possibilità di accesso al sisma bonus i soggetti, familiari di quelli sopra citati, che sostengono le spese per i lavori di miglioramento della struttura dell’immobile, al fine di ridurne il rischio sismico.
Sismabonus: quali lavori sono ammessi
Per l’accesso al Sismabonus è possibile svolgere diversi tipi di lavori: si tratta di lavori di miglioramento e di adeguamento sismico, oppure di interventi sulle coperture orizzontali per migliorare la capacità portante, oppure migliorando la resistenza delle strutture verticali.
Si può trattare anche di lavori di ristrutturazione di elementi tramite l’applicazione di calcestruzzo armato e acciaio, o di sistemare zone che sono state degradate per fattori esterni. Sono qui inclusi tutti quei lavori che hanno l’obiettivo di rafforzare la struttura portante dell’immobile e di garantire una maggiore resistenza in caso di terremoto.
Per quanto riguarda le agevolazioni che si possono ottenere tramite lavori di questo tipo, queste variano in base alla tipologia di intervento:
- Agevolazione al 50% per tutti i lavori che non comportano un miglioramento di classe sismica;
- Agevolazione al 70% per tutti i lavori che comportano un miglioramento di una classe sismica;
- Agevolazione al 80% per tutti i lavori che comportano un miglioramento di due classi sismiche nell’edificio. Per i condomini questa percentuale arriva all’85%.
Le percentuali di agevolazione quindi possono cambiare notevolmente in base alla tipologia di ristrutturazione che viene effettuata, e va ricordato anche che è possibile accedere ad una agevolazione ulteriore del 110% nel caso in cui vengono applicati in concomitanza lavori trainanti del Superbonus 110%.
Demolizione e ricostruzione dell’edificio
Una particolare questione riguarda la possibilità di ricevere l’agevolazione prevista con il sisma bonus anche nel momento in cui gli immobili vengono demoliti e poi ricostruiti. Secondo le recenti comunicazioni dell’Agenzia delle Entrate, è possibile che venga applicato il sisma bonus anche in presenza di un immobile che viene demolito per poi essere ricostruito successivamente, anche in zona diversa.
Nel caso in cui si scelga di acquistare un edificio costruito successivamente alla demolizione di quello precedente, è possibile accedere in ogni caso al sisma bonus, anche se la nuova struttura è costruita in un’altra zona, e se le dimensioni stesse dell’immobile variano, purché vengano rispettati i requisiti per poter ricevere l’agevolazione fiscale, e purché l’immobile segua le disposizioni in materia di sicurezza con miglioramenti per il rischio sismico.
Secondo la Risposta ad Interpello n. 478 dell’Agenzia delle Entrate, in ogni caso ogni comune è responsabile di regolamentare i parametri di rischio sismico degli immobili, e per poter accedere al bonus i lavori che vengono svolti devono documentare un sostanziale miglioramento dell’abitazione.
L’Agenzia delle Entrate aggiunge:
In questo caso quindi viene spiegato che esiste una tempistica per poter mantenere il sisma bonus, nel caso di immobile rivenduto, cioè non superare i 18 mesi prima della rivendita. In definitiva, si può confermare che anche in caso di demolizione e nuova costruzione, è possibil
Sismabonus e Visto di Conformità
Con le ultime decisioni in merito al Decreto Antifrode è stato istituito il Visto di Conformità come obbligo per tutti quei cittadini che svolgono determinati tipi di lavori e richiedono le agevolazioni. L’asseverazione e il Visto di Conformità sono obbligatori per tutti i bonus edilizi, anche per il Sismabonus.
In linea generale si può dire che il Visto di Conformità è un obbligo da presentare quasi in tutte le circostanze, e si tratta di un documento che viene redatto da un dottore commercialista o da un ufficio competente, che va a confermare che il cittadino ha rispettato tutti i requisiti tramite i propri lavori per poter accedere ai bonus.
Per tutti quegli interventi di edilizia libera o che non supero superano i 10.000 euro non è obbligatorio presentare il Visto di Conformità. Per quanto riguarda il Sismabonus quindi si tratta di un’agevolazione per cui è necessario presentare questo obbligo, indipendentemente dalla modalità con cui viene recepito il credito.
Acquisto di case antisismiche: le agevolazioni
Esiste un’ulteriore agevolazione di cui spesso non si parla: esiste la possibilità di avere delle detrazioni di imposta per l’acquisto di immobili già antisismici. Si tratta di immobili che devono essere stati realizzati a prova di terremoti, da parte di imprese che si occupano di ristrutturazione immobiliare, e che provvedono poi alla rivendita a soggetti terzi.
In questo caso è possibile ottenere una detrazione che può andare da 75 al 85% del prezzo, purché sia effettivamente applicata una riduzione del rischio sismico. Nel caso in cui le case vengono demolite e ricostruite è possibile accedere a un Sismabonus anche al 110%, secondo le regole presenti attualmente sul Superbonus.
Si tratta sempre di lavori che devono essere effettuati da parte di imprese immobiliari, che si occupano della ristrutturazione e del miglioramento sismico della struttura. A questo proposito le case devono trovarsi in zone sismiche individuate come 1, 2 e 3, rispettivamente a rischio sismico nella determinata zona.
Anche in questo caso esiste il limite di spesa massima di 96.000 euro per ogni unità immobiliare. Inoltre per poter accedere all’agevolazione devono essere rispettate tutte le regole per la normale misura del Sismabonus. Tuttavia questa possibilità ha generato non pochi dubbi, sia per le imprese che ristrutturano le abitazioni, sia per i cittadini stessi, per cui si attendono ancora chiarimenti specifici da parte dell’Agenzia delle Entrate.