Segreti commerciali 2026: guida completa alla tutela

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Il segreto commerciale comprende tutte le informazioni che consentono al proprietario delle stesse un vantaggio competitivo economicamente rilevante rispetto ai competitor del settore, secondo quanto previsto da Codice di Proprietà Industriale.

Le informazioni riservate rappresentano un asset strategico che può determinare il successo competitivo della tua azienda sul mercato.

I segreti commerciali costituiscono il patrimonio informativo riservato di un’impresa, comprendente formule, processi, strategie e dati che conferiscono un vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti. La normativa nazionale disciplina questa materia attraverso il Codice di Proprietà Industriale (CPI), prevedendo tutele specifiche per le aziende che adottano misure adeguate di protezione.​

Definizione e requisiti dei segreti commerciali

Per qualificarsi come know-how protetto, le informazioni devono soddisfare tre requisiti cumulativi secondo l’art. 98 del Codice di Proprietà Industriale.​

Segretezza oggettiva: Le conoscenze non devono essere note o facilmente accessibili agli esperti e operatori del settore. La giurisprudenza ha chiarito che non serve un’inaccessibilità assoluta: è sufficiente che l’acquisizione non sia agevole o che l’informazione sia riservata a un numero limitato di dipendenti.​

Valore economico: I dati devono garantire un vantaggio competitivo economicamente rilevante rispetto ai competitor attivi nel medesimo settore. Il know-how deve contribuire alla capacità dell’impresa di mantenersi sul mercato o assicurarsi una posizione privilegiata.​

Misure di protezione: L’azienda deve adottare provvedimenti ragionevolmente adeguati per mantenere la riservatezza, come accordi di non divulgazione, limitazioni di accesso o sistemi di sicurezza informatica.​

Documenta sempre le misure di protezione adottate (policy aziendali, NDA, restrizioni di accesso) per dimostrare la volontà di tutelare il know-how in caso di controversie legali.

Tipologie di informazioni tutelabili

Le categorie di dati che possono costituire patrimonio informativo riservato includono:​

  • Formule e ricette: Composizioni specifiche di ingredienti per prodotti farmaceutici, chimici, alimentari (es. formula Coca-Cola)​.
  • Processi produttivi: Metodi di fabbricazione, tecniche di assemblaggio, procedure manifatturiere uniche​.
  • Dati tecnici: Risultati di ricerche, test, report tecnici, disegni, schemi non pubblici​.
  • Strategie commerciali: Piani di marketing, analisi di mercato, strategie di vendita, progetti di espansione​.
  • Liste clienti e fornitori: Database contatti, preferenze, condizioni contrattuali riservate​.
  • Software e codici sorgente: Algoritmi proprietari, architetture di sistema, database operativi​.
  • Informazioni finanziarie: Dati di vendita dettagliati, margini di profitto, costi operativi​.

Rientrano nella definizione normativa anche “i dati relativi a prove o altri dati segreti, la cui elaborazione comporti un considerevole impegno ed alla cui presentazione sia subordinata l’autorizzazione dell’immissione in commercio di prodotti chimici, farmaceutici o agricoli implicanti l’uso di nuove sostanze chimiche” (art. 98 CPI).​

Disciplina giuridica e diritti del detentore

Il Codice di Proprietà Industriale attribuisce al legittimo detentore il diritto di vietare ai terzi, senza consenso, di acquisire, rivelare o utilizzare in modo abusivo il know-how riservato, salvo che abbiano conseguito le informazioni in modo indipendente (art. 99 comma 1 CPI).​

Modifiche introdotte dal D.Lgs. n. 63/2018

Il decreto ha recepito la Direttiva UE 2016/943, ampliando significativamente le garanzie del titolare attraverso i commi da 1-bis a 1-quater dell’art. 99 CPI.​

Estensione del divieto: La proibizione di divulgazione si applica non solo a chi acquisisce direttamente e illegittimamente i dati dal titolare, ma anche a coloro che li ottengono indirettamente da terzi, se erano o avrebbero dovuto essere consapevoli della rivelazione illecita.​

Condotte illecite specifiche: Il legislatore ha dettagliato comportamenti vietati quali produzione, offerta, commercializzazione, importazione, esportazione o stoccaggio di merci derivanti dall’utilizzo illecito di know-how protetto.​

Tutela processuale: L’art. 121-ter CPI consente al giudice di vietare ai soggetti coinvolti nel giudizio l’utilizzo o la rivelazione delle informazioni riservate, adottando provvedimenti come oscuramento o omissione delle parti contenenti i dati sensibili.​

La disciplina si integra con le norme sulla concorrenza sleale del codice civile (art. 2598 c.c.): quando le azioni illecite riguardano informazioni che non soddisfano i requisiti dell’art. 98 CPI, si applica la normativa civilistica qualora sussistano i presupposti per la concorrenza sleale.​

Tutela contrattuale: NDA e patti di non concorrenza

La protezione contrattuale costituisce uno strumento fondamentale per prevenire violazioni e garantire una base legale solida per eventuali azioni giudiziarie.​

Non Disclosure Agreements (NDA)

Gli accordi di riservatezza disciplinano la gestione dei dati riservati tra l’azienda e soggetti terzi, definendo:​

  • Quali informazioni sono coperte da riservatezza;
  • A chi possono essere eventualmente rivelate;
  • Con quali modalità devono essere gestite;
  • Il collegamento al rapporto principale cui si riferiscono;
  • Le esigenze di riservatezza da preservare.

Durata dell’obbligo: Poiché il know-how aziendale può godere di una durata potenzialmente perpetua, è opportuno prevedere che l’obbligo del ricevente perduri fino al momento in cui ciascuna informazione diverrà nota alla generalità degli operatori del settore.​

Clausole penali: L’inserimento di penali specifiche nell’accordo rafforza la deterrenza contro la divulgazione non autorizzata e fornisce una base solida per azioni legali in caso di violazione.

BENEFICIO DEGLI NDADESCRIZIONE
Mantenimento della riservatezzaObbligano le parti a non divulgare dati riservati, proteggendo il patrimonio informativo ​
Definizione chiara delle informazioni protetteSpecificano quali conoscenze sono considerate riservate, chiarendo responsabilità e aspettative ​
Deterrente contro la divulgazioneLa presenza dell’accordo scoraggia violazioni grazie alla consapevolezza delle conseguenze legali ​
Base per azioni giudizialiForniscono fondamento normativo per controversie in caso di inadempimento ​
Promozione della fiduciaCreano un ambiente di fiducia per la condivisione sicura di informazioni sensibili ​
Sicurezza in collaborazioniProteggono i dati condivisi in joint ventures o progetti collaborativi ​

Patti di non concorrenza

Questi accordi limitano i rischi connessi alla divulgazione di know-how da parte dei dipendenti, impedendo per un tempo determinato lo svolgimento di attività concorrenziali dopo la cessazione del rapporto di lavoro.​

Aspetti critici da considerare:

  1. Diritto del lavoratore: Garantire che il dipendente possa esercitare la propria professionalità con un margine sufficiente per soddisfare le esigenze di vita​.
  2. Corrispettivo congruo: Prevedere una remunerazione adeguata rispetto al sacrificio imposto al dipendente​.
  3. Penale e tutela inibitoria: Disciplinare non solo il risarcimento dell’eventuale maggior danno, ma anche la facoltà del datore di accedere a una tutela inibitoria immediata per bloccare l’attività concorrenziale​.

Segreto commerciale vs brevetto: quale tutela scegliere

La quantità di conoscenze oggetto di protezione può comprendere sia aspetti tecnici (potenzialmente brevettabili) sia know-how derivato dall’esperienza imprenditoriale (non brevettabile ma proteggibile).​

Quando preferire il know-how riservato:

  • Le informazioni non soddisfano i requisiti di brevettabilità (novità, attività inventiva, applicazione industriale).
  • Il patrimonio informativo comprende dati commerciali, finanziari o strategici non brevettabili.
  • Si desidera una protezione potenzialmente perpetua senza scadenze temporali.
  • I costi e la pubblicità del brevetto sono svantaggiosi rispetto ai benefici.

Quando preferire il brevetto:

  • L’invenzione soddisfa tutti i requisiti di brevettabilità.
  • Si desidera un diritto esclusivo opponibile a terzi anche se sviluppano indipendentemente la stessa soluzione.
  • Il reverse engineering è facilmente attuabile dai concorrenti.
  • Si ricerca una valorizzazione economica attraverso licenze o cessioni.

Spesso le aziende adottano una strategia mista, brevettando gli aspetti tecnici core e mantenendo riservati i processi produttivi, le liste clienti e le strategie commerciali. Consiglio sempre una valutazione caso per caso con un consulente specializzato in proprietà industriale.

Conseguenze della divulgazione e rimedi

Il detentore di know-how aziendale non possiede diritti esclusivi sulle conoscenze: se un concorrente sviluppa indipendentemente le stesse informazioni, può utilizzarle liberamente.​

Tuttavia, quando i dati vengono acquisiti senza autorizzazione, copiati o consegnati ad altri, la normativa garantisce al legittimo detentore il diritto di chiedere:​

  • Risarcimento del danno patrimoniale.
  • Inibitoria immediata dell’attività illecita.
  • Altre forme di indennizzo previste dal CPI.

Le modifiche introdotte dal D.Lgs. 63/2018 hanno esteso la responsabilità anche agli intermediari che hanno beneficiato della divulgazione illecita, rafforzando gli strumenti di tutela disponibili.

La mia esperienza professionale con i segreti commerciali

In oltre dieci anni di consulenza giuridica, ho assistito numerose aziende nella protezione del proprio patrimonio informativo, riscontrando problematiche ricorrenti che meritano attenzione.

Molte imprese innovative sottovalutano l’importanza di formalizzare la riservatezza fin dalle prime fasi. Ho seguito una startup fintech che aveva sviluppato un algoritmo proprietario di credit scoring, ma non aveva fatto firmare NDA ai primi collaboratori esterni. Quando uno di questi ha fondato una società concorrente utilizzando conoscenze acquisite durante la collaborazione, l’assenza di accordi scritti ha reso estremamente complessa la tutela giudiziale, costringendo l’azienda a un lungo e costoso contenzioso.

Le criticità nei gruppi multinazionali: Le società che operano in più giurisdizioni affrontano sfide particolari nella gestione del know-how transfrontaliero. Un mio cliente del settore chimico-farmaceutico aveva implementato misure di protezione rigide in Italia, ma non aveva armonizzato le policy nelle controllate estere. Quando un dipendente della filiale tedesca ha trasferito documentazione riservata a un concorrente, la tutela è risultata parziale proprio per l’assenza di misure adeguate nella giurisdizione estera.

L’importanza della formazione continua: Le aziende che investono in programmi formativi periodici per i dipendenti sui temi della riservatezza ottengono risultati significativamente migliori nella prevenzione delle violazioni. Consiglio sempre ai miei clienti di organizzare almeno due sessioni annuali di aggiornamento, con focus specifici per i ruoli che hanno accesso a informazioni strategiche.

Valutazione economica del know-how: Nelle operazioni straordinarie (cessioni aziendali, conferimenti, joint ventures), la corretta quantificazione del valore del patrimonio informativo riservato rappresenta un aspetto cruciale ma spesso trascurato. Ho assistito imprese che, per assenza di documentazione adeguata sulle misure di protezione, hanno visto svalutare significativamente il know-how in sede di due diligence, perdendo opportunità di valorizzazione economica.

Strategia consigliata: Implementare un approccio integrato che combini:

  1. Classificazione delle informazioni per livelli di riservatezza.
  2. NDA standardizzati ma personalizzabili secondo il tipo di rapporto.
  3. Sistemi di tracciamento degli accessi ai dati sensibili.
  4. Audit periodici delle misure di protezione.
  5. Piani di risposta rapida in caso di violazioni.

Consulenza giuridica online

La protezione del patrimonio informativo riservato richiede una strategia personalizzata che consideri il settore operativo, la struttura aziendale e i rapporti con dipendenti, collaboratori e partner commerciali.

Offro consulenza specializzata per:

  • Analisi del know-how aziendale e identificazione delle informazioni strategiche da proteggere.
  • Redazione di NDA e patti di non concorrenza conformi alla normativa vigente.
  • Implementazione di policy aziendali di riservatezza.
  • Assistenza in contenziosi per violazione di segreti commerciali.
  • Valutazione economica del patrimonio informativo in operazioni straordinarie.

    Ho letto l’informativa Privacy e autorizzo il trattamento dei miei dati personali per le finalità ivi indicate.

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    Domande frequenti

    Come può un’azienda proteggere efficacemente i suoi segreti commerciali?

    L’impresa deve implementare misure di sicurezza fisica e informatica, utilizzare NDA con dipendenti e collaboratori, formare il personale sulla riservatezza e adottare policy aziendali specifiche che limitino l’accesso ai dati sensibili solo ai soggetti autorizzati. La giurisprudenza valuta l’adeguatezza delle misure caso per caso, considerando la natura delle informazioni e il settore operativo.​

    Che cosa succede se un segreto commerciale viene divulgato?

    L’azienda può subire danni economici significativi e perdere il vantaggio competitivo sul mercato. Il legittimo detentore può intraprendere azioni legali contro la parte responsabile, richiedendo l’inibitoria immediata dell’attività illecita, il risarcimento dei danni e altre forme di indennizzo previste dall’art. 99 CPI e dalle norme sulla concorrenza sleale.​

    Un NDA può proteggere i segreti commerciali per sempre?

    L’accordo di riservatezza tutela le conoscenze fino a quando rimangono effettivamente segrete. Se i dati diventano di dominio pubblico o sono ottenuti indipendentemente da altri operatori, la protezione dell’NDA cessa di avere efficacia. Per questo motivo, è opportuno prevedere contrattualmente che l’obbligo di riservatezza perduri fino al momento in cui ciascuna informazione diverrà nota alla generalità degli operatori del settore.

    Qual è la differenza tra segreto commerciale e brevetto?

    Il know-how riservato ha durata potenzialmente perpetua ma non conferisce diritti esclusivi: i concorrenti possono sviluppare indipendentemente le stesse conoscenze. Il brevetto garantisce invece un monopolio temporaneo (20 anni) opponibile a chiunque, ma richiede la pubblicazione dell’invenzione e soddisfa requisiti rigorosi. La scelta dipende dalla natura dell’innovazione e dalla strategia aziendale.​

    Fonti

    • Regio Decreto 21 giugno 1942, n. 1127 – Codice di Proprietà Industriale (CPI), in particolare art. 98 e art. 99
    • D.Lgs. 10 febbraio 2005, n. 30 – Codice della Proprietà Industriale
    • D.Lgs. 11 maggio 2018, n. 63 – Attuazione della direttiva UE 2016/943 in materia di protezione del know-how riservato e delle informazioni commerciali riservate
    • Art. 2598 Codice Civile – Atti di concorrenza sleale
    • Art. 121-ter CPI – Procedimenti giudiziali concernenti i segreti commerciali
    • Direttiva UE 2016/943 – Protezione del know-how riservato e delle informazioni commerciali riservate contro l’acquisizione, l’utilizzo e la divulgazione illeciti
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    Martina Cergnai
    Martina Cergnai
    Laurea in diritto internazionale penale “I gender crimes nel diritto penale internazionale“ Iscritta all'Ordine degli Avvocati di Pistoia. Nel 2021 partecipa al Corso di Alta Formazione in Fashion Law presso l'Università Cattolica di Milano. Mi occupo di aspetti legali su proprietà intellettuale, marchi, brevetti, fashionlaw e diritto informatico.
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