Entro il prossimo 16 giugno 2025, i contribuenti interessati hanno dovuto provvedere al versamento dell’acconto IMU. Non spesso, possono verificarsi situazioni in cui i contribuenti possono procedere alla richiesta di rimborso degli importi versati. Si tratta di una situazione molto particolare, per esempio, a causa di errori di calcolo dell’imposta oppure di una modifica retroattiva della normativa. In qualunque caso, le modalità per chiedere il rimborso sono le stesse e riguardano i casi in cui l’IMU viene pagato in eccesso.
Indice degli Argomenti
Soggetti interessati al pagamento IMU
L’Imposta municipale unica deve essere corrisposta da:
- Proprietari dell’immobile;
- Titolari del diritto reale di usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi, superficie sull’immobile;
- Genitori assegnatari della casa familiare a seguito del provvedimento del giudice;
- Concessionari, nel caso di concessione di aree demaniali;
- Locatari per gli immobili, anche da costruire o in corso di costruzione, concessi in locazione finanziaria.
I soggetti sopra elencati devono pagare l’imposta per il possesso di:
- Fabbricati;
- Aree fabbricabili;
- Terreni agricoli.
L’imposta non deve essere corrisposta indistintamente da tutti, ma ci sono alcuni casi di esenzione.
Come chiedere il rimborso IMU pagata in eccesso
Può capitare di pagare l’IMU in eccesso e, in questi casi, secondo la normativa il contribuente ha diritto a richiedere il rimborso. Se il versamento in accesso avviene in sede di versamento dell’acconto (16 giugno), il contribuente ha la possibilità di versare l’importo del saldo al netto del maggior versamento in acconto effettuato. Si parla di IMU versata in eccesso, infatti, solo nel caso in cui dopo il versamento del saldo l’importo versato dal contribuente supera l’importo effettivamente dovuto.
In questo scenario il contribuente ha diritto a richiedere il rimborso nel caso in cui ha versato importi eccedenti o non dovuti. La restituzione delle somme deve essere richiesta entro massimo cinque anni dal pagamento o dal momento in cui gli è stato riconosciuto il diritto alla restituzione (articolo 1, comma 164, Legge n. 296/06).
Il caso degli immobili occupati abusivamente
Un caso molto emblematico è quello degli immobili occupati abusivamente, dei quali, recentemente, si è occupata la normativa, prevedendo la possibilità di rimborso anche per i loro proprietari.
Facendo un passo indietro, ricordiamo come la Legge di Bilancio del 2022 ha esentato dal pagamento dell’imposta gli immobili non utilizzabili o non disponibili per i proprietari a partire dal 2023. Per ottenere l’esenzione, però, è necessario aver fatto una denuncia per occupazione abusiva.
La Corte Costituzionale, in una sentenza del 18 aprile 2024, ha confermato anche il diritto al rimborso dell’Imu già corrisposto in precedenza sugli immobili occupati abusivamente. La norma ha effetto retroattivo anche agli anni precedenti il 2023.
Cosa spetta ai soggetti interessati? È prevista la possibilità di presentare la richiesta di rimborso entro cinque anni dal pagamento dell’imposta. Sono inclusi gli importi corrisposti dal 2019 in poi.
Gli errori che possono portare al versamento in eccesso
Nella pratica sappiamo che possono verificarsi alcuni errori che, frequentemente, portano al versamento di un importo in eccesso. Si tratta dei seguenti.
Versamento con errore nel modello F24 relativo al codice comune
Se il modello F24 per il pagamento dell’IMU riporta con codice comune diverso (nella casella “codice ente“), l’importo versato andrà ad un comune diverso rispetto a quello dovuto. In questo caso si può chiedere il rimborso IMU oppure scegliere la via del riversamento. In questa seconda opzione sarà il Comune errato a riversare (girare) la somma incassata sul c/c del Comune corretto. Questa tipologia di errore si scopre molto facilmente post ricezione dell’avviso di accertamento, nel momento in cui si inoltrano le quietanze al Comune come riprova del pagamento effettuato.
Importo versato in eccesso
Nel caso di importo versato in eccesso la causa è facilmente riscontrabile in un mero errore di calcolo. Questo tipo di errore può derivare dalla presa in considerazione di dati non corretti, come ad esempio:
- La rendita catastale dell’immobile;
- I mesi di possesso;
- La percentuale di possesso;
- L’esistenza di una riduzione non calcolata.
Questo errore è difficilmente riscontrabile in quanto gli enti raramente inviano comunicazioni ai soggetti aventi posizione creditoria. Tuttavia, i vari comuni stanno adottando la possibilità di permettere ai singoli cittadini di vedere la propria situazione all’interno del portale comunale, in modo che possano verificare l’esistenza di questo tipo di errore.
Il controllo della maggiore imposta versata
Come abbiamo anticipato in apertura, il rimborso dell’IMU spetta a tutti quei contribuenti che hanno versato l’imposta in eccesso, a seguito di un calcolo errato. Per ottenere il rimborso si deve seguire una procedura ben precisa che prevede, innanzitutto, una verifica iniziale dell’errore. Si devono verificare i documenti relativi al pagamento, dai quali si evince la presenza di problemi legati ad eventuali importi errato o pagamenti in eccesso. Quando l’errore viene effettivamente accertato, allora i contribuenti interessati possono procedere a presentare una richiesta di rimborso al Comune in cui è ubicato l’immobile.
Presentazione dell’istanza di rimborso al Comune
Il contribuente, per presentare la richiesta di rimborso, deve compilare un apposito modulo fornito proprio dal Comune oppure scrivere una richiesta su carta libera. È fondamentale indicare i seguenti dati:
- Generalità del richiedente;
- Annualità per cui richiede il rimborso;
- Importo dovuto;
- Importo erroneamente versato;
- Quietanze di pagamento;
- Differenza chiesta a rimborso;
- Causale della richiesta di rimborso;
- Modalità con la quale l’Ente dovrà procedere ad erogare il rimborso. In questo caso, gli scenari possono sono:
- Accredito sul conto corrente bancario, indicando le coordinate bancarie della propria banca, i dati dell’intestatario del conto e la sede dell’agenzia di credito;
- Riaccredito su conto corrente del Comune corretto, in caso il pagamento sia stato destinato ad un ente errato (ho inviato i soldi al Comune di Firenze piuttosto che al Comune di Roma).
Come già detto, la richiesta di rimborso deve essere presentata entro cinque anni dal giorno in cui è stato versato l’importo errato o eccedente oppure dal momento in cui è stato stabilito il diritto alla restituzione. È necessario allegare la prova del versamento, in copia.
Quanto tempo per rimborsare l’IMU
Non solo il contribuente è soggetto al rispetto di determinate scadenze, ma anche il Comune è soggetto al rispetto di limiti temporali.
Entro 180 giorni dalla richiesta di rimborso, il Comune è tenuto a rispondere. I giorni sono calcolati a partire dall’accettazione dell’istanza. Qualora trascorrano i giorni e il Comune non provvedere a rispondere, allora il contribuente ha la possibilità di inviare un sollecito.
Nel caso specifico dell‘IMU pagata in eccesso, il Comune, dopo aver esaminato la richiesta, potrà richiedere ulteriori informazioni o anche documenti. Solo dopo l’eventuale esame di questi, il Comune procederà al rimborso dell’imposto non dovuto, tramite il metodo di pagamento indicato dal contribuente. Si consiglia, dopo aver ricevuto il rimborso, di conservare comunque una copia dei documenti relativi alla richiesta.
Contatto con l’ufficio tributi del comune
Può capitare di aver pagato un importo IMU errato o in eccesso. I contribuenti, in questo caso, hanno diritto a chiedere il rimborso di quanto pagato in più. In caso di dubbi sulla propria situazione è opportuno contattare l’ufficio tributi del Comune di riferimento, per verificare la propria situazione e, nel caso, concordare la procedura per effettuare l’istanza di rimborso.