Entro il 17 giugno 2024, i contribuenti interessati hanno dovuto provvedere al versamento dell’acconto Imu. Un giorno in più rispetto alla canonica scadenza che, ogni anno, è fissata al giorno 16.
Non spesso, possono verificarsi situazioni in cui i contribuenti possono procedere alla richiesta di rimborso degli importi versati. Si tratta di una situazione molto particolare, per esempio, a causa di errori di calcolo dell’imposta oppure di una modifica retroattiva della normativa.
In qualunque caso, le modalità per chiedere il rimborso sono le stesse e riguardano i casi in cui l’Imu viene pagato in eccesso.
Come recuperare l’importo versato in più? Cosa prevede la normativa di riferimento?
Soggetti interessati al pagamento Imu
L’Imposta municipale unica (Imu) deve essere corrisposta da:
- Proprietari dell’immobile;
- Titolari del diritto reale di usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi, superficie sull’immobile;
- Genitori assegnatari della casa familiare a seguito del provvedimento del giudice;
- Concessionari, nel caso di concessione di aree demaniali;
- Locatari per gli immobili, anche da costruire o in corso di costruzione, concessi in locazione finanziaria.
I soggetti sopra elencati devono pagare l’imposta per il possesso di:
- Fabbricati;
- Aree fabbricabili;
- Terreni agricoli.
L’imposta non deve essere corrisposta indistintamente da tutti, ma ci sono alcuni casi di esenzione.
Come chiedere il rimborso Imu pagata in eccesso
Può capitare di pagare l’Imu in eccesso e, in questi casi, secondo la normativa il contribuente ha diritto a richiedere il rimborso.
Secondo la normativa, infatti, il contribuente ha diritto a richiedere il rimborso nel caso in cui ha versato importi eccedenti o non dovuti. La restituzione delle somme deve essere richiesta entro massimo cinque anni dal pagamento o dal momento in cui gli è stato riconosciuto il diritto alla restituzione.
Immobili occupati abusivamente
Un caso molto emblematico è quello degli immobili occupati abusivamente, dei quali, recentemente, si è occupata la normativa, prevedendo la possibilità di rimborso anche per i loro proprietari.
Facendo un passo indietro, ricordiamo come la Legge di Bilancio del 2022 ha esentato dal pagamento dell’imposta gli immobili non utilizzabili o non disponibili per i proprietari a partire dal 2023. Per ottenere l’esenzione, però, è necessario aver fatto una denuncia per occupazione abusiva.
La Corte Costituzionale, in una sentenza del 18 aprile 2024, ha confermato anche il diritto al rimborso dell’Imu già corrisposto in precedenza sugli immobili occupati abusivamente. La norma ha effetto retroattivo anche agli anni precedenti il 2023.
Cosa spetta ai soggetti interessati? È prevista la possibilità di presentare la richiesta di rimborso entro cinque anni dal pagamento dell’imposta. Sono inclusi gli importi corrisposti dal 2019 in poi.
Imposta non dovuta
Come abbiamo anticipato in apertura, il rimborso dell’Imu spetta a tutti quei contribuenti che hanno versato l’imposta in eccesso, a seguito di un calcolo errato.
Cosa fare? Per ottenere il rimborso dell’Imu pagata in eccesso si deve seguire una procedura ben precisa che prevede, innanzitutto, una verifica iniziale dell’errore. Si devono verificare i documenti relativi al pagamento, dai quali si evince la presenza di problemi legati ad eventuali importi errato o pagamenti in eccesso.
Quando l’errore viene effettivamente accertato, allora i contribuenti interessati possono procedere a presentare una richiesta di rimborso al Comune in cui è ubicato l’immobile.
Il contribuente, per presentare la richiesta di rimborso, deve compilare un apposito modulo fornito proprio dal Comune oppure scrivere una richiesta su carta libera.
È fondamentale indicare i seguenti dati:
- Generalità del richiedente;
- Annualità per cui richiede il rimborso;
- Importo dovuto;
- Importo erroneamente versato;
- Quietanze di pagamento;
- Differenza chiesta a rimborso;
- Causale della richiesta di rimborso;
- Modalità in cui richiedere il rimborso.
Come già detto, la richiesta di rimborso deve essere presentata entro cinque anni dal giorno in cui è stato versato l’importo errato o eccedente oppure dal momento in cui è stato stabilito il diritto alla restituzione.
Quanto tempo per rimborsare l’Imu
Non solo il contribuente è soggetto al rispetto di determinate scadenze, ma anche il Comune è soggetto al rispetto di limiti temporali.
Entro 180 giorni dalla richiesta di rimborso, il Comune è tenuto a rispondere. I giorni sono calcolati a partire dall’accettazione dell’istanza. Qualora trascorrano i giorni e il Comune non provvedere a rispondere, allora il contribuente ha la possibilità di inviare un sollecito.
Nel caso specifico dell’Imu pagata in eccesso, il Comune, dopo aver esaminato la richiesta, potrà richiedere ulteriori informazioni o anche documenti. Solo dopo l’eventuale esame di questi, il Comune procederà al rimborso dell’imposto non dovuto, tramite il metodo di pagamento indicato dal contribuente.
Si consiglia, dopo aver ricevuto il rimborso, di conservare comunque una copia dei documenti relativi alla richiesta.
Conclusioni
Può capitare di aver pagato un importo Imu errato o in eccesso. I contribuenti, in questo caso, hanno diritto a chiedere il rimborso di quanto pagato in più.
Come chiedere il rimborso? È previsto un apposito procedimento e precise scadenze e limiti da rispettare.