Pre-money valuation startup: come calcolare il valore

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La guida completa per determinare la valutazione pre-money della tua startup e negoziare con successo con gli investitori.

La valutazione pre-money rappresenta uno dei momenti più critici nella vita di una startup, determinando non solo l’ammontare di capitale che si riuscirà a raccogliere, ma anche la percentuale di società che i fondatori dovranno cedere agli investitori. Questa valutazione, che fotografa il valore dell’azienda prima dell’ingresso di nuovi capitali, diventa la base per tutte le future negoziazioni e influenza profondamente la struttura societaria e il controllo dell’impresa. Una corretta determinazione della pre-money valuation è fondamentale per trovare l’equilibrio perfetto tra attrattività per gli investitori e mantenimento del controllo da parte dei fondatori. Troppo alta rischia di allontanare i finanziatori, troppo bassa può comportare una cessione eccessiva di quote societarie, compromettendo il futuro imprenditoriale dei creatori dell’azienda.

Cos’è la pre-money valuation e perché è fondamentale

La pre-money valuation è il valore economico attribuito a una startup prima che riceva nuovi investimenti esterni. Rappresenta una valutazione oggettiva di tutti gli asset tangibili e intangibili dell’azienda, includendo la proprietà intellettuale, il team, la tecnologia sviluppata, la trazione di mercato già acquisita e le prospettive future di crescita. Questo tipo di valutazione è effettuata prima di qualsiasi c.d. “round” di finanziamento.

Questa valutazione diventa il punto di partenza per calcolare la post-money valuation, che si ottiene sommando alla pre-money l’ammontare dell’investimento ricevuto. La differenza tra questi due valori determina la percentuale di società che verrà ceduta agli investitori e, di conseguenza, la diluizione subita dai fondatori.

La formula base è semplice: se una startup ha una valutazione pre-money di 4 milioni di euro e riceve un investimento di 1 milione, la post-money valuation sarà di 5 milioni. L’investitore acquisirà il 20% della società, mentre i fondatori manterranno l’80% delle quote.

Questo tipo di valutazione rappresenta un elemento determinante al fine di individuare un dialogo tra le parti, nonché un punto di partenza per comprendere la convenienza dell’investimento.

Metodologie di valutazione pre-money

Esistono diversi approcci per determinare la pre-money valuation, ciascuno adatto a specifiche fasi di sviluppo della startup e settori di appartenenza. La scelta del metodo più appropriato dipende dalla maturità dell’azienda, dalla disponibilità di dati finanziari storici e dalle caratteristiche del mercato di riferimento.

Venture capital method

Il Venture Capital Method rappresenta uno degli approcci più utilizzati nel mondo delle startup tecnologiche. Questo metodo si basa sulla stima del terminal value dell’azienda e sul ritorno sull’investimento atteso dagli investitori. La formula considera il valore terminale previsto dopo un determinato periodo, tipicamente 5-7 anni, lo divide per il multiplo di ritorno desiderato e sottrae l’investimento richiesto. Se si stima un terminal value di 30 milioni di euro in 5 anni, con un ROI atteso di 10x e un investimento di 1 milione, la pre-money valuation risulterebbe di 2 milioni di euro.

Esempio: startup fintech

PayFlow è una startup che sviluppa una piattaforma di pagamenti digitali per PMI. Ha bisogno di 2 milioni di euro per il round Series A. I dati di partenza sono i seguenti:

  • Terminal value stimato (anno 5): 50 milioni di euro
  • ROI atteso dall’investitore: 8x
  • Investimento richiesto: 2 milioni di euro

La valutazione effettuata è la seguente:

  • Valore attuale = Terminal Value / ROI atteso = 50M / 8 = 6,25 milioni
  • Pre-money valuation = Valore attuale – Investimento = 6,25M – 2M = 4,25 milioni di euro
  • Quota ceduta all’investitore = 2M / (4,25M + 2M) = 32%

Metodo dei multipli

Il metodo dei multipli di mercato confronta la startup con aziende simili già quotate o recentemente valutate. Questo approccio utilizza parametri come il rapporto tra enterprise value e ricavi, EBITDA o altri indicatori specifici del settore. Per una startup SaaS con ricavi annuali di 500.000 euro, applicando un multiplo di settore di 8x, si otterrebbe una valutazione indicativa di 4 milioni di euro.

Questo metodo consiste nel confrontare l’azienda oggetto di valutazione con altre imprese comparabili nel suo settore, andando ad utilizzare metriche standard, come il rapporto prezzo-fatturato, prezzo-utili, etc. Lo svantaggio di questo metodo è legato a possibili risultati imprecisi se le imprese utilizzate per il confronto non sono pienamente comparabili.

Esempio pratico: ecommerce

GreenMarket è una piattaforma di vendita online di prodotti biologici con ricavi annuali di 800.000 euro. I dati di mercato per aziende comparabili dello stesso settore sono:

  • Azienda A: EV/Ricavi = 6x
  • Azienda B: EV/Ricavi = 8x
  • Azienda C: EV/Ricavi = 5x
  • Media settore: 6,3x

I calcoli effettuati sono i seguenti:

  • Ricavi annuali GreenMarket: 800.000 euro
  • Multiplo medio settore: 6,3x
  • Valutazione = 800.000 × 6,3 = 5,04 milioni di euro

Per raffinare la stima, si applicano aggiustamenti:

  • +10% per crescita superiore alla media = +504.000 euro
  • -5% per mercato geografico più ristretto = -252.000 euro
  • Valutazione finale aggiustata: 5,29 milioni di euro

Metodo del CCF

Il Discounted Cash Flow (DCF) risulta più appropriato per startup con flussi di cassa prevedibili e rappresenta un metodo più sofisticato di valutazione. Questo approccio sconta i flussi di cassa futuri attesi utilizzando un tasso che riflette il rischio specifico della startup, tipicamente compreso tra il 20% e il 35% per le aziende in fase early-stage.

Questo metodo si caratterizza per una sua intrinseca complessità. Questa origina dalla necessità di procedere ad una stima dei flussi di cassa previsionali. I risultati, infatti, sono formalmente legati alle ipotesi introdotte nel procedimento di stima, e in particolare alla stima del tasso di sconto e delle previsioni di crescita future.

Esempio concreto – Startup SaaS

CloudOffice offre software di gestione documentale con abbonamenti ricorrenti e flussi prevedibili. La proiezione dei flussi di cassa ottenibili è la seguente:

  • Anno 1: 150.000 euro
  • Anno 2: 300.000 euro
  • Anno 3: 500.000 euro
  • Anno 4: 750.000 euro
  • Anno 5: 1.000.000 euro
  • Tasso di crescita perpetua: 3%
  • Tasso di sconto (WACC): 25%

Il calcolo del valore attuale è il seguente:

  • VA Anno 1: 150.000 / (1,25)¹ = 120.000 euro
  • VA Anno 2: 300.000 / (1,25)² = 192.000 euro
  • VA Anno 3: 500.000 / (1,25)³ = 256.000 euro
  • VA Anno 4: 750.000 / (1,25)⁴ = 307.200 euro
  • VA Anno 5: 1.000.000 / (1,25)⁵ = 327.680 euro
  • Flusso Anno 6: 1.000.000 × 1,03 = 1.030.000 euro
  • Terminal Value: 1.030.000 / (0,25 – 0,03) = 4.681.818 euro
  • VA Terminal Value: 4.681.818 / (1,25)⁵ = 1.535.050 euro

Valutazione totale: 120.000 + 192.000 + 256.000 + 307.200 + 327.680 + 1.535.050 = 2,74 milioni di euro

L’impatto della valutazione sulla struttura societaria

La pre-money valuation ha conseguenze dirette e durature sulla struttura del capitale sociale della startup. Una valutazione di 5 milioni di euro con un investimento di 1 milione comporta una diluizione del 16,67% per i fondatori. Se la stessa startup avesse negoziato una valutazione di 9 milioni, la diluizione si ridurrebbe al 10%, consentendo ai fondatori di mantenere un controllo maggiore sull’azienda.

Questa dinamica diventa ancora più critica quando si considera l’evoluzione della struttura societaria attraverso round successivi di finanziamento. Una startup che parte con una valutazione pre-money conservativa nel round seed potrebbe trovarsi avvantaggiata nei round successivi, avendo dimostrato crescita e risultati concreti.

La pianificazione della diluizione nel tempo richiede una visione strategica a lungo termine. Considerando un percorso tipico di crescita, i fondatori dovrebbero anticipare almeno tre round di finanziamento significativi prima di un’eventuale exit. Partendo dal 100% delle quote, dopo un seed round potrebbero mantenere l’80%, dopo un Series A il 64%, e dopo un Series B circa il 48%. Questa progressiva diluizione deve essere bilanciata con la crescita del valore assoluto delle quote possedute.

Strategie di negoziazione e best practice

La negoziazione della pre-money valuation richiede una preparazione accurata e la comprensione delle dinamiche di mercato. I fondatori devono presentare metriche convincenti che supportino la valutazione proposta, includendo indicatori di crescita, qualità del team, dimensione del mercato indirizzabile e vantaggio competitivo sostenibile.

Le metriche fondamentali da preparare includono il tasso di crescita mensile, il costo di acquisizione cliente (CAC), il valore del ciclo di vita del cliente (LTV), i margini lordi e il burn rate mensile. Per una startup B2B, un rapporto LTV/CAC di 5:1 con margini lordi del 75% supporta valutazioni più elevate rispetto a modelli di business meno efficienti.

Il timing della raccolta fondi influenza significativamente la valutazione ottenibile. La regola generale suggerisce di iniziare il processo di fundraising quando il runway residuo è di almeno 9-12 mesi, evitando la pressione di una situazione di liquidità critica che potrebbe compromettere il potere negoziale.

La gestione delle proiezioni finanziarie richiede un equilibrio tra ambizione e credibilità. Le proiezioni devono mostrare una crescita sostenibile piuttosto che incrementi irrealistici. Un modello che prevede una crescita del 100% nel primo anno, 80% nel secondo, 60% nel terzo e 40% nei successivi appare più credibile agli occhi degli investitori rispetto a proiezioni lineari o esponenziali eccessive.

Errori comuni e come evitarli

Uno degli errori più frequenti nella determinazione della pre-money valuation è la sopravvalutazione dell’azienda nelle fasi iniziali. Una valutazione eccessivamente alta può compromettere i round successivi, creando il fenomeno del “down round” che danneggia la reputazione della startup e complica future raccolte di capitale.

La sottovalutazione rappresenta l’errore opposto ma ugualmente dannoso. Cedere quote eccessive nelle fasi iniziali limita le opzioni strategiche future e può demotivare i fondatori nel lungo termine. La chiave è trovare una valutazione che rifletta realisticamente le prospettive di crescita senza scoraggiare gli investitori.

La mancanza di comparabilità con il mercato rappresenta un altro errore critico. Ogni valutazione deve essere supportata da benchmark di settore e analisi competitive. Utilizzare multipli inappropriati o confronti con aziende in mercati diversi può portare a valutazioni distorte che saranno facilmente contestate durante la due diligence.

La scarsa preparazione della documentazione finanziaria può compromettere anche le valutazioni più accurate. Gli investitori valuteranno attentamente le unit economics, la struttura dei costi, i KPI operativi e le metriche di crescita. Una documentazione incompleta o poco accurata può far sorgere dubbi sulla credibilità del management e sulla solidità del business model.

Preparazione alla due diligence e documentazione

Una valutazione accurata deve essere supportata da documentazione completa e trasparente. Gli investitori condurranno inevitabilmente una due diligence approfondita che verificherà tutti gli aspetti della valutazione proposta.

La preparazione deve includere l’analisi dettagliata delle metriche finanziarie, con particolare focus sulle unit economics e sui margini per prodotto o servizio. La struttura dei costi deve essere chiaramente documentata e giustificata, mostrando la scalabilità del modello di business.

I KPI operativi richiedono particolare attenzione, includendo metriche come il churn rate, il Net Promoter Score (NPS) e i tassi di retention. Questi indicatori forniscono agli investitori una visione della salute operativa dell’azienda e della soddisfazione dei clienti.

Le metriche di crescita devono essere presentate con analisi month-over-month e year-over-year, evidenziando i trend e i fattori che guidano la crescita. La stagionalità, i cicli di mercato e gli eventi straordinari devono essere chiaramente identificati e spiegati.

Valutazione post-money

La valutazione post money è la stima del valore aziendale dopo aver ricevuto un investimento esterno a titolo di capitale di rischio. Si tratta di un valore che è importante per imprenditori e investitori, in quanto è utile ad individuare la percentuale di proprietà che ciascuna parte deterrà nell’impresa, dopo l’ingresso dei nuovi investitori. Sotto il profilo operativo la principale differenza tra valutazione pre-money e post-money risiede nel fatto che nella prima non si considera l’ingresso di nuovi soci, mentre nella seconda se ne tiene conto. Come detto, quindi, la determinazione della valutazione post-money deriva dalla seguente formula:

Valutazione pre-money + investimento ricevuto

Conoscere questa valutazione è utile a stimare la percentuale del capitale sociale che verrà diluita a seguito dell’ingresso di nuovi soci.

Aspetti fiscali per gli investitori

Gli aspetti fiscali per gli investitori riguardano, essenzialmente, la cessione delle partecipazioni ottenute dall’investimento effettuato. Per gli investitori che operano in regime di impresa, la cessione della partecipazione andrà a generare reddito di impresa. Per le persone fisiche (privati) la cessione della partecipazione, qualora avvenga a valore superiore rispetto a quello di carico, genera una plusvalenza (soggetta ad imposta sostitutiva del 26%). Particolare attenzione, invece, deve essere prestata per gli investimenti in startup innovative.

L’incentivo prevede una detrazione IRPEF al 65% destinata alle persone fisiche che investono nel capitale di rischio di startup innovative. L’investimento deve essere mantenuto per almeno tre anni e può essere effettuato direttamente, o per il tramite di organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR) che investano prevalentemente in startup innovative o PMI innovative.

Per investimenti effettuati in startup innovative, l’investimento agevolabile ammonta ad un massimo di 100mila euro per ciascun periodo di imposta.

Per investimenti effettuati in PMI innovative, l’investimento agevolabile ammontava ad un massimo di 300mila euro per ciascun periodo di imposta (oltre tale limite, sulla parte eccedente l’investitore poteva detrarre il 30% in ciascun periodo d’imposta).

Consulenza online

La determinazione della pre-money valuation rappresenta un momento cruciale che richiede competenze specifiche, esperienza di mercato e una comprensione approfondita delle dinamiche di investimento. Una valutazione accurata non è necessariamente quella più alta, ma quella che crea le migliori condizioni per la crescita futura dell’azienda e mantiene l’equilibrio tra le aspettative di tutti gli stakeholder.

Il successo nella raccolta di capitali dipende dalla capacità di presentare una valutazione credibile, supportata da dati solidi e da una visione strategica chiara. La preparazione accurata, la scelta del metodo valutativo appropriato e la comprensione delle dinamiche di negoziazione rappresentano elementi fondamentali per ottenere risultati positivi.

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