La due diligence fiscale è un’analisi che fotografa la situazione dell’azienda in un dato momento (rilevante) della vita dell’impresa. Si tratta di un’indagine effettuata da professionisti esperti del settore (tipicamente dottori commercialisti o revisori legali) che ha come obiettivo quello di verificare tutte le informazioni per valutare l’attività di un’azienda e la sua compliance alla normativa amministrativa e fiscale in vigore. L’attività di due diligence viene svolta, solitamente, come operazione propedeutica verso successivi processi di acquisizione di partecipazioni sociali, fusioni o scissioni, cessioni di azienda o affitti di azienda, attività di quotazione su mercati regolamentati, aumenti di capitale, etc. In questi casi la due diligence ha l’obiettivo di accertare se vi sono elementi di criticità nella situazione della società tali da compromettere l’esito di una trattativa. Infatti, le trattative e la stesura dei contratti e delle relative condizioni viene effettuata anche in relazione ai risultati della due diligence.

In una due diligence fiscale e contabile l’advisor incaricato della situazione contabile e fiscale dell’azienda, tramite l’analisi dei bilanci e del conto economico, l’accertamento della conformità di questi alle norme civilistiche e fiscali e della loro redazione effettuata secondo corretti principi contabili, l’accertamento della regolarità dei libri contabili e dei libri IVA, delle dichiarazioni dei redditi e degli eventuali accertamenti effettuati dalle autorità fiscali.

L’attività di due diligence contabile e fiscale si conclude con la redazione di un documento finale, particolarmente analitico, denominato “due diligence report”, consegnato al soggetto richiedente che ha formalizzato attraverso una lettera d’incarico indirizzata al consulente l’elenco degli ambiti di intervento, le tempistiche e le modalità d’azione per l’indagine. Detto questo andiamo ad analizzare, con maggiore dettaglio, cos’è e come si concretizza una tax due diligence.

Che cos’è la due diligence fiscale?

Il termine due diligence e è utilizzato per indicare l’attività di verifica che il consulente fiscale deve porre in essere al fine di indagare la realtà target (per acquisizioni o operazioni straordinarie). Tale attività deve essere esercitata con la diligenza e la competenza professionale tipica dell’attività di consulenza fiscale.

La due diligence fiscale può essere definita come un processo di natura valutativa, rettificativa, informativo che consente al soggetto acquirente di conoscere i punti di forza e di debolezza della società target. Sostanzialmente, la due diligence fiscale è il procedimento attraverso il quale un imprenditore ha la possibilità di eseguire un contro ed una verifica della compliance fiscale della società.

Negli ultimi anni si è assistito al costante utilizzo di strumenti che sono indispensabili al fine di garantire la limitazione dei rischi fiscali che potrebbero emergere in capo al soggetto acquirente che effettua l’acquisizione di società o di pacchetti azionari o che pone in essere processi di concentrazione o di scissione con altre unità giuridiche imprenditoriali. Da questo aspetto derivata la necessità di studiare strumenti idonei a limitare od annullare il rischio fiscale inerente a passività fiscali già esistenti ovvero ad evitare che lo schema negoziale di acquisizione determini la creazione ex novo di altre passività fiscali potenziali.

Solitamente si ricorre a due diligence fiscali, tramite advisor specializzati, nella fase di valutazione di investimenti societari, o in caso di effettuazione di operazioni straordinarie. La variabile fiscale, infatti, è un aspetto critico molto importante nelle valutazioni legate all’acquisto di aziende, alla quotazione in borsa, ma anche alle tipiche operazioni straordinarie. Individuare lo status fiscale della società è fondamentale per la contrattazione tra le parti.

Al fine di effettuare una distinzione fra le diverse tipologie di due diligence fiscale occorre distinguere tra:

  • Momento di effettuazione della due diligence fiscale. In tale ambito, è possibile distinguere tra operazioni effettuate prima o dopo l’operazione di riferimento tra una tax pre-acquisition due diligence ed una tax post-acquisition;
  • Aree di intervento della due diligence fiscale. Possiamo avere una full tax due diligence, se si tratta di indagine esaustiva di tutte le aree fiscali, oppure una limited tax due diligence in caso di verifica parziale;
  • Soggetto che commissione la due diligence. Possiamo avere una verifica chiesta dal soggetto acquirente, si parla tax acquisition due diligence, oppure se è richiesta dal venditore, tax vendor due diligence. Solitamente è la prima delle due ad essere la più utilizzata nella pratica.

Quando si ricorre a una due diligence fiscale?

Nella prassi si utilizza una due diligence fiscale nelle operazioni straordinarie in cui l’investitore ha bisogno di essere tutelato rispetto all’assunzione di rischi di natura fiscale sulla società target. Le operazioni straordinarie per le quali è necessaria la due diligence posso essere:

  • Acquisizioni di aziende o di partecipazioni societarie;
  • Fusioni e scissioni;
  • Cessioni o affitto d’azienda;
  • Quotazioni in borsa;
  • Aumenti di capitale;
  • Stipulazione di un contratto di joint venture.

Quali sono gli obiettivi di una tax due diligence?

Volendo esemplificare possiamo individuare alcuni dei principali obiettivi che possono essere raggiunti tramite l’esecuzione di una tax due diligence. In generale gli obiettivi riguardano l’operazione che sta alla base della richiesta di due diligence, solitamente un’acquisizione. Detto questo, possiamo dire che gli obbiettivi da raggiungere sono i seguenti:

  • Individuazione di passività fiscali latenti gravanti sulla società. L’obiettivo è quello di evitare che l’acquirente sia obbligato a sostenere esborsi finanziari futuri nell’ipotesi di passività fiscali non dichiarate dal venditore o evidenziate in misura inferiore rispetto al rischio fiscale effettivamente esistente presso la società;
  • Individuazione di aree di rischio fiscale (es. individuazioni di potenziali contenziosi). L’acquirente, infatti, potrebbe decidere di fare effettuare indagini più approfondite in specifiche aree fiscali che non hanno consentito al consulente di calcolare una quantificazione delle possibili passività fiscali correlate né di esprimere l’effettivo livello di rischio correlato queste ultime;
  • Correzione di eventuali procedure o adempimenti fiscali che possono ancora essere sanati (es. ravvedimento operoso, dichiarazioni integrative, etc.). Situazione che si rivela prospettica per il futuro della società;
  • Raccolta di informazioni utili per un futuro tax planning da porre in essere dopo la conclusione dell’acquisizione. Anche in questo caso l’obiettivo è legato al futuro della società.

Non si deve dimenticare che, soprattutto in caso di operazioni straordinarie, la due diligence è utile anche per programmare i futuri adempimenti e le future attività di tax planning della società.

Quanto dura la due diligence?

Le due diligence non hanno una durata standard. La durata è variabile in quanto spesso dipende dalla quantità di informazioni da analizzare e dal livello di approfondimento della verifica, ma anche dalle difficoltà incontrate dall’advisor nel corso dell’attività di verifica. Possiamo, tuttavia, indicare, genericamente, che una due diligence può essere svolta in un lasso di tempo che varia tra le due e le sei settimane.

La check list della due diligence fiscale

Una volta affidato l’incarico al professionista (advisor) che svolgerà le attività di analisi, il procedimento di due diligence si compone di quattro momenti:

  1. Predisposizione delle check list per le verifiche da fare;
  2. Raccolta di documenti utili;
  3. Attività di analisi e di verifica vera e propria;
  4. Stesura del report finale di due diligence contenente il lavoro svolto e le evidenze emerse.

In genere le check list di una due diligence fiscale si compongono dei seguenti elementi principali:

  • Informazioni generali sui dati contabili e finanziari della società e dunque prevalentemente bilanci e dettagli sottostanti. Generalmente si esaminano tutte le informazioni finanziarie della società degli ultimi 3-5 anni, avendo come base prospetti economici e patrimoniali e di rendiconto finanziario. Altri documenti finanziari che possono essere esaminati includono il budget e l’eventuale business plan predisposto dalla società;
  • Informazioni fiscali sulle eventuali passività storiche, per verificare la regolarità della gestione fiscale oltre a eventuali rischi derivanti dall’interpretazione della normativa fiscale vigente. I documenti generalmente esaminati includono i prospetti dichiarativi fiscali oltre ai documenti comprovanti la regolarità dei i versamenti dovuti relativamente al periodo fiscale aperto, legato ai termini di accertamento;
  • Informazioni circa i  diritti di proprietà industriale e intellettuale che si dovranno preservare, per esempio brevetti, diritti d’autore, marchi registrati, licenze, contenziosi e vincoli sulla proprietà intellettuale. Si tratta di un’attività molto importante soprattutto nelle operazioni di acquisizione;
  • Informazioni circa gli assets che sono alla base della creazione di valore da parte della società e le liabilities ad essi collegate. È importante considerare il valore totale di tutte le attività e gli eventuali debiti o passività nei loro confronti. Per esempio, le rimanenze di magazzino, i beni immobili, le attrezzature etc;
  • I principali contratti in vigore, compresi quelli con clienti, fornitori e dipendenti, garanzie e finanziamenti, accordi di partnership e join venture, leasing e ogni altro contratto stipulato dalla società che sia rilevante ai fini dell’attività svolta;
  • Qualsiasi controversia pendente, arbitrato e procedimento in cui è coinvolta l’azienda target, con l’obiettivo di valutare rischi di passività legali. L’obiettivo è quello di iscrivere o valutare l’iscrizione di passività potenziali in bilancio;
  • Questioni normative e di conformità, sia per quanto riguarda la società target che l’operazione in generale quali ad esempio le implicazioni antitrust della transazione proposta.

La due diligence nelle operazioni di M&A

La due diligence è un passaggio fondamentale e imprescindibile nelle operazioni di merger a acquisition” (M&A), in quanto è propedeutica alla determinazione del valore dell’impresa oggetto di negoziazione. Il valore della compravendita, infatti, è intrinsecamente legato al valore dell’azienda target, che viene determinato dalle parti in relazione di un lungo e complesso processo di indagine (solitamente richiesto dal potenziale acquirente). Tramite questa procedura il potenziale acquirente acquisisce e organizza in un sistema coerente tutte quelle informazioni di natura legale, patrimoniale, finanziaria ed economica dell’azienda che gli consentono di valutare le condizioni economiche e legali dell’accordo. Grazie infatti a una raccolta mirata di informazioni e dati oggettivi, il potenziale acquirente è in grado di valutare la fattibilità dell’operazione, anche in base alla presenza di eventuali criticità, e di gettare le basi per la negoziazione delle condizioni contrattuali. La due diligence ha quindi lo scopo di agevolare la presa di decisioni informate e consapevoli, basate su dati oggettivi e misurabili, in modo da ridurre i rischi e massimizzare il più possibile il probabile profitto dall’operazione. Per questi motivi, oggi, le attività di due diligence fiscali sono sempre più richieste tutte le volte in cui un potenziale acquirente intende investire in una società terza che, di fatto, non può conoscere nei dettagli interni di suo funzionamento.

Due diligence fiscale: conclusioni e consulenza

Il processo di due diligence è molto lungo e complesso e richiede una cura meticolosa sia nella raccolta di dati e informazioni, sia nell’individuazione tempestiva di elementi critici che possano compromettere il buon esito dell’operazione. È fondamentale che il management non si faccia prendere dalla fretta di chiudere l’operazione, sottovalutando determinati profili problematici emersi durante la due diligence.

Proprio perché questo processo delicato richiede grande equilibrio, capacità analitica e critica, estrema attenzione e ragionevole prudenza, è importante affidarsi a professionisti di fiducia e indipendenti in grado di leggere correttamente le informazioni, inquadrare al meglio le problematiche e fornire al management utili consigli. Inoltre, il professionista che esegue la due diligence deve possedere competenze e conoscenze approfondite nel settore di riferimento in cui opera l’azienda, dal momento che ogni ambito di business presenta le sue caratteristiche peculiari e richiede determinate procedure e know how particolari. Solo in questo modo è possibile interpretare correttamente i dati raccolti alla luce del contesto di business di riferimento.

Abbiamo visto come la due diligence fiscale è un processo che conduce, tramite le opportune analisi, ad individuare una o più aree critiche di natura fiscale della realtà oggetto di indagine, nonché eventuali passività fiscali non dichiarate dal venditore. Per questo motivo il consiglio che posso darti è quello di affidarti a professionisti esperti in materia fiscale come dottori Commercialisti e revisori legali a cui affidare l’attività di due diligence, in modo da avere certezza delle informazioni raccolte e riuscire a valutare nel modo migliore la società target. Se desideri approfondire l’argomento e valutare la tua situazione contattaci attraverso il form di contatto seguente ed essere ricontattato da professionisti in grado di chiarire i tuoi dubbi.

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Due diligence fiscale: FAQ

Quali sono le fasi che compongono una due diligence fiscale?

Dal punto di vista cronologico, una due diligence fiscale prevede in primo luogo la definizione dell’area di indagine, che è seguita dalla proposta di incarico e dall’accettazione; in seguito si procede con la raccolta delle informazioni preliminari, con l’esecuzione della due diligence vera e propria e con la presentazione dell’executive summary. Quindi è la volta della presentazione del report finale, che precede la valutazione dell’operazione.

In che cosa consiste la verifica della correttezza degli adempimenti fiscali?

Lo scopo è quello di accertare che i dati rappresentati corrispondano con quelli effettivi; la verifica della posizione fiscale prevede il monitoraggio e il controllo degli obblighi di versamento e dichiarativi, sia per quel che riguarda l’Iva, sia per quel che riguarda le imposte dirette. Inoltre, è necessario eseguire un esame della situazione a proposito dello stile gestionale, dei rischi geografici e di quelli di settore: esistono, infatti, dei comparti più sensibili di altri, come per esempio l’edilizia. Infine, ultimo ma non meno importante è il riscontro del cosiddetto certificato dei carichi pendenti, a tutela della sicurezza delle operazioni.

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