Gestire una SRL in significa confrontarsi con un sistema fiscale complesso: IRES, IRAP, ritenute sui dividendi, contributi previdenziali… È facile sentirsi sopraffatti o temere di commettere errori costosi. Eppure, all’interno di questa complessità si nascondono opportunità significative per ottimizzare legalmente il carico fiscale complessivo. La chiave? Una pianificazione fiscale proattiva e informata. Questo articolo è la tua bussola: ti aiuterà a comprendere perché la pianificazione è cruciale per la salute finanziaria della tua SRL e quali sono i primi passi da compiere per non lasciare soldi sul tavolo (o, peggio, incorrere in sanzioni).
Indice degli Argomenti
- L’importanza del fattore tempo nella pianificazione fiscale
- La tassazione quando l’utile viene prelevato dalla societÃ
- Ottimizzazione del compenso amministratore
- La gestione strategica dei dividendi
- Welfare aziendale
- Utilizzo dello schema holding / trading
- Ulteriori elementi di pianificazione
- Pagare meno tasse con la SRL: gli errori
- Consulenza fiscale online
L’importanza del fattore tempo nella pianificazione fiscale
La pianificazione fiscale strategica va ben oltre il semplice risparmio immediato. Si tratta di un processo proattivo che trasforma la gestione delle imposte da un mero adempimento burocratico a una componente integrante della strategia aziendale. Una pianificazione ben strutturata permette di liberare risorse finanziarie preziose, che possono essere reinvestite nello sviluppo di nuovi prodotti, nell’espansione commerciale, nell’assunzione di personale qualificato o nel rafforzamento patrimoniale dell’impresa. Significa anche operare con maggiore sicurezza e consapevolezza, riducendo il rischio di errori, sanzioni e contenziosi con l’Amministrazione Finanziaria, garantendo così maggiore stabilità e serenità nella gestione quotidiana.
La società a responsabilità limitata rappresenta la forma giuridica d’impresa più scelta in Italia. Questa preferenza diffusa non è casuale, ma poggia su basi solide e vantaggi concreti che la rendono strategicamente interessante per molti imprenditori. I due pilastri principali della sua attrattiva sono la responsabilità limitata, che protegge il patrimonio personale dei soci dai debiti aziendali (salvo casi specifici), e una notevole flessibilità statutaria, che consente di modellare l’organizzazione e le regole interne della società in base alle necessità specifiche dei fondatori e del business.
Dal punto di vista fiscale, il primo impatto impositivo per una SRL riguarda l’utile prodotto dalla gestione aziendale. Questo utile è soggetto a due imposte dirette: l’IRES (Imposta sul Reddito delle Società ), applicata con un’aliquota fissa nazionale pari al 24%, e l’IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive). L’aliquota IRAP ordinaria è del 3.9%, sebbene possa subire leggere variazioni determinate dalle singole Regioni o applicabili a specifici settori. Pertanto, la tassazione base sull’utile societario si attesta generalmente intorno al 27.9%. È cruciale comprendere questo primo livello di prelievo, ma è altrettanto fondamentale essere consapevoli che esso rappresenta solo il punto di partenza dell’analisi fiscale complessiva. La vera sfida, come vedremo, emerge quando questi utili devono essere trasferiti dalla società all’imprenditore.
La tassazione quando l’utile viene prelevato dalla societÃ
Una volta che la SRL ha realizzato un utile e ha pagato le imposte societarie (IRES e IRAP), si apre la fase più delicata dal punto di vista fiscale per l’imprenditore: come prelevare queste risorse per le proprie necessità personali. È qui che emerge il “vero nodo” della questione fiscale legata alla SRL.
Utile della società ≠reddito dell’imprenditore
È fondamentale comprendere una distinzione chiave: l’utile netto che risulta dal bilancio della SRL, dopo aver pagato IRES e IRAP (quindi circa il 72% dell’utile ante imposte), non è automaticamente reddito disponibile per i soci. Quel denaro appartiene legalmente alla società . Per trasformarlo in reddito personale, l’imprenditore deve utilizzare meccanismi specifici previsti dalla legge, principalmente la distribuzione di dividendi o l’erogazione di un compenso per il ruolo di amministratore. Ognuno di questi metodi comporta un’ulteriore tassazione o contribuzione, separata e aggiuntiva rispetto a quella già assolta dalla società .
Dividendi e compensi: come aumenta il carico fiscale e contributivo
Le due strade principali per prelevare utili dalla SRL hanno implicazioni fiscali e contributive molto diverse:
- Distribuzione di dividendi: Se l’utile viene distribuito ai soci persone fisiche residenti in Italia sotto forma di dividendo, questo è soggetto a una ritenuta a titolo d’imposta del 26%. Questa imposta è definitiva: il socio paga il 26% sul dividendo lordo ricevuto, e la somma non deve essere inserita nella sua dichiarazione dei redditi personale (IRPEF). Va però ricordato che questo 26% si applica su un utile che ha già scontato l’IRES/IRAP a livello societario;
- Erogazione di compenso amministratore: Se si opta per remunerare l’amministratore (che spesso coincide con il socio), il compenso rappresenta un costo deducibile per la SRL (andando quindi a ridurre l’utile imponibile IRES/IRAP). Tuttavia, per l’amministratore, questo compenso è considerato reddito assimilato a quello di lavoro dipendente (o reddito professionale, a seconda dei casi) ed è quindi soggetto all’IRPEF progressiva, con aliquote che aumentano all’aumentare del reddito (dal 23% fino al 43% e oltre, considerando le addizionali regionali/comunali). A questo si aggiunge una significativa contribuzione previdenziale INPS (tipicamente alla Gestione Separata, con aliquote intorno al 24%-35% a seconda dei casi), che impatta notevolmente sul netto percepito ma contribuisce alla futura pensione dell’amministratore.
Ottimizzazione del compenso amministratore
Uno degli strumenti più utilizzati e discussi nella pianificazione fiscale della SRL è la definizione del compenso spettante all’amministratore (o agli amministratori). Se gestito correttamente, può offrire vantaggi significativi, ma presenta anche complessità notevoli, soprattutto a causa dell’impatto dei contributi previdenziali INPS.
Il compenso amministratore è la remunerazione che la società riconosce a chi ricopre il ruolo di amministratore per l’attività svolta. Affinché sia fiscalmente valido e deducibile per la società , è fondamentale che sia:
- Stabilito formalmente: Generalmente tramite una delibera dell’assemblea dei soci (o previsto direttamente nello statuto);
- Certo e oggettivamente determinabile: L’importo o i criteri per determinarlo devono essere chiari.
Questo compenso rappresenta un costo per la società e un reddito per l’amministratore che lo percepisce Il principale vantaggio fiscale per la società risiede nella piena deducibilità del compenso amministratore dal reddito imponibile IRES e IRAP. Questo effetto di deduzione abbassa direttamente il carico fiscale a livello societario. È importante, tuttavia, che il compenso sia congruo, ovvero proporzionato all’attività effettivamente svolta, alle responsabilità assunte, alla dimensione e ai risultati economici dell’azienda, per evitare potenziali contestazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate in sede di verifica.
L’impatto di IRPEF e contributi INPS
Se da un lato la società beneficia della deducibilità , dall’altro l’amministratore subisce una tassazione e una contribuzione significative sul compenso lordo percepito:
- Tassazione IRPEF: Il compenso è tassato in capo all’amministratore come reddito assimilato a quello di lavoro dipendente (nella maggior parte dei casi) o come reddito professionale. Questo significa che è soggetto all’IRPEF progressiva, con scaglioni di reddito e aliquote che, nel 2025, vanno dal 23% fino al 43%, a cui si aggiungono le addizionali regionali e comunali. All’aumentare del compenso (e di altri eventuali redditi dell’amministratore), l’aliquota marginale applicata cresce;
- Contribuzione INPS: Questo è spesso l’elemento più oneroso e complesso. Gli amministratori di SRL (che non siano già coperti da altra forma di previdenza obbligatoria per la stessa attività , come i commercianti iscritti alla gestione commercianti INPS per l’attività operativa nella stessa SRL) sono generalmente tenuti all’iscrizione alla Gestione separata INPS.
Trovare il compenso ottimale
L’ottimizzazione del compenso amministratore risiede nel trovare un punto di equilibrio tra:
- Il vantaggio della deducibilità per la SRL (che riduce IRES/IRAP).
- L’onere fiscale (IRPEF) e soprattutto contributivo (INPS) a carico dell’amministratore (e della società per la quota a suo carico).
Un compenso troppo basso potrebbe non giustificare la deduzione o non soddisfare le esigenze dell’amministratore; un compenso troppo alto, pur massimizzando la deduzione per la SRL, potrebbe portare a un carico IRPEF e INPS talmente elevato da risultare inefficiente rispetto, ad esempio, alla distribuzione di dividendi (che scontano solo il 26% di ritenuta secca dopo IRES/IRAP, ma non sono deducibili per la SRL e non generano contribuzione INPS).
Gestione dei rimborsi spese
Il rimborso spese analitico è un tipo di rimborso spese comprovato da documentazione giustificativa della spesa a piè di lista. Per l’amministratore i rimborsi spese analitici di spese documentate per:
- Vitto;
- Alloggio;
- Viaggio e trasporto, per trasferte effettuate fuori dal territorio comunale.
Il rimborso di questi oneri non si considera imponibile ai fini fiscali e previdenziali. Anche per la società il rimborso spese all’amministratore è vantaggioso.
I rimborsi corrisposti all’amministratore relativi ad altre spese anche non documentate, sono esclusi dal reddito imponibile nel limite di:
- € 15,49 al giorno per le trasferte effettuate in Italia;
- € 25,82 al giorno per le trasferte effettuate all’estero.
Si tratta, ad esempio, delle spese di parcheggio o di lavanderia.
Per la società i rimborsi spese analitici relativi a spese di vitto e alloggio sono deducibili fino al limite di:
- €180,76 al giorno per trasferte in Italia;
- € 258,23 al giorno per trasferte effettuate all’estero.
Questo ai sensi dell’articolo 95 comma 3 del DPR n. 917/86.
Le indennità chilometriche, sono deducibili per la società nei limiti di costi auto di potenza fino a 17 cavalli o 20 cavalli se auto diesel. Questo secondo quanto previsto dall’articolo 95 comma 3 del DPR n. 917/86. Sono, invece, deducibili senza limiti le altre spese di viaggio come ad esempio il car-sharing e altre spese documentate.
Il Trattamento di Fine Mandato (TFM)
Oltre al compenso periodico, un altro strumento rilevante nella pianificazione fiscale e previdenziale legata alla figura dell’amministratore di SRL è il Trattamento di Fine Mandato (TFM). Si tratta di un’indennità che la società può decidere di accantonare annualmente e corrispondere all’amministratore al momento della cessazione del suo incarico. Se strutturato correttamente, il TFM offre interessanti vantaggi sia per la società che per l’amministratore.
Si tratta di un’erogazione liberale, non obbligatoria per legge (a differenza del TFR per i lavoratori dipendenti), che deve essere espressamente prevista dallo statuto sociale o deliberata dall’assemblea dei soci. Rappresenta una sorta di “liquidazione” per l’amministratore, riconosciuta al termine del suo mandato per qualsiasi causa (scadenza naturale, dimissioni, revoca).
Il principale vantaggio per la società risiede nella modalità di deduzione fiscale del costo. Il TFM, se correttamente istituito, è deducibile dal reddito imponibile IRES secondo il principio di competenza economica. Questo significa che la SRL può dedurre fiscalmente la quota di TFM maturata nell’anno anche se non l’ha ancora materialmente pagata all’amministratore. L’accantonamento annuale a bilancio diventa quindi un costo fiscalmente riconosciuto che riduce l’utile imponibile IRES di quell’anno, permettendo alla società di anticipare il beneficio fiscale rispetto al momento dell’esborso finanziario effettivo.
Per l’amministratore che lo percepisce, il vantaggio più significativo del TFM è la possibilità di accedere alla tassazione separata. Invece di cumulare l’intero importo del TFM con gli altri redditi dell’anno di incasso (rischiando di finire negli scaglioni IRPEF più alti), la tassazione separata prevede l’applicazione di un’aliquota media calcolata sui redditi degli anni precedenti (generalmente il biennio anteriore). Questo, nella maggior parte dei casi, si traduce in un prelievo fiscale sensibilmente inferiore rispetto alla tassazione ordinaria progressiva IRPEF.
La gestione strategica dei dividendi
La distribuzione dei dividendi rappresenta il modo più diretto per i soci di una SRL di beneficiare degli utili generati dall’attività aziendale, una volta che la società ha adempiuto ai propri obblighi fiscali. Tuttavia, decidere se, quando e come distribuire questi dividendi è una scelta strategica cruciale con importanti implicazioni fiscali e finanziarie sia per la società che per i soci.
I dividendi sono porzioni dell’utile netto realizzato dalla società (dopo aver pagato IRES e IRAP) che l’assemblea dei soci decide di distribuire ai soci stessi, in proporzione alle quote di partecipazione detenute. Per i soci persone fisiche residenti, la tassazione dei dividendi percepiti da partecipazioni qualificate e non qualificate in SRL è uniforme e prevede l’applicazione di una ritenuta a titolo d’imposta del 26%.
Questo significa che la società trattiene il 26% dell’importo lordo del dividendo deliberato e lo versa allo Stato. Il socio riceve l’importo netto e non ha ulteriori adempimenti fiscali personali su quella somma (non concorre alla formazione del suo reddito imponibile IRPEF).
Il concetto di doppia imposizione economica
È fondamentale capire che la tassazione dei dividendi al 26% avviene dopo che la società ha già pagato IRES e IRAP (complessivamente circa il 27.9%) sull’utile originario. Questo fenomeno è noto come “doppia imposizione economica“: lo stesso flusso di reddito viene tassato prima a livello societario e poi nuovamente a livello del socio al momento della distribuzione.
Esempio semplificato:
- Utile ante imposte SRL: € 100
- IRES/IRAP (circa 28%): – € 28
- Utile Netto SRL: € 72
- Delibera distribuzione dividendo lordo: € 72
- Ritenuta fiscale (26% di € 72): – € 18.72
- Dividendo Netto al socio: € 53.28
In questo esempio, su un utile iniziale di € 100, il socio ne riceve netti circa € 53. Il carico fiscale complessivo (IRES/IRAP + Ritenuta dividendo) è di circa il 47%. Questo calcolo evidenzia l’importanza di valutare alternative o strategie per ottimizzare questo prelievo.
Quando distribuire: la scelta del momento giusto
La decisione su quando distribuire i dividendi dovrebbe considerare diversi fattori:
- Necessità finanziarie dei soci: La distribuzione dovrebbe avvenire quando i soci hanno effettiva necessità di risorse personali, evitando di prelevare fondi che potrebbero essere più utili all’azienda.
- Salute finanziaria della società : È essenziale assicurarsi che la SRL disponga della liquidità necessaria per pagare i dividendi senza compromettere la propria operatività , i piani di investimento futuri o il rispetto dei requisiti patrimoniali. La distribuzione è possibile solo se esistono utili portati a nuovo o riserve disponibili e dopo aver approvato il bilancio e accantonato la riserva legale obbligatoria (5% dell’utile fino al raggiungimento del 20% del capitale sociale).
- Politica di reinvestimento: Gli utili non distribuiti rimangono nel patrimonio della società . Reinvestirli nell’attività può essere una strategia di crescita molto più efficiente fiscalmente rispetto alla distribuzione, specialmente nelle fasi di sviluppo dell’azienda.
Dividendi vs. compenso amministratore
La scelta tra distribuire dividendi e riconoscere un compenso all’amministratore (che spesso coincide con il socio) è uno dei dilemmi centrali della pianificazione fiscale in SRL:
Caratteristica | Dividendi | Compenso amministratore |
---|---|---|
Deducibilità SRL | No (Pagati da utile post-IRES/IRAP) | Sì (Riduce base imponibile IRES/IRAP) |
Tassazione socio | 26% Ritenuta fissa a titolo d’imposta | IRPEF progressiva (23%-43% + addizionali) |
Contribuzione INPS | No | Sì (Gestione separata, ~24%-35%) |
Effetto pensione | Nessuno | Accumulo montante contributivo |
Complessità gestione | Più semplice per il socio (tassa alla fonte) | Richiede gestione busta paga/INPS |
Carico totale (%) | ~47% (IRES/IRAP + 26%) | Variabile (dipende da aliquota IRPEF/INPS), potenzialmente più alto o più basso del 47% |
Welfare aziendale
Il welfare aziendale emerge come uno strumento strategico fondamentale nella pianificazione fiscale e gestionale delle SRL, offrendo un’alternativa efficiente alla remunerazione puramente monetaria. Consiste nell’erogazione da parte dell’azienda di un paniere di beni e servizi – come buoni pasto, assistenza sanitaria, rimborsi per spese d’istruzione, trasporto, fringe benefit entro certi limiti – ai propri collaboratori, basandosi sulle disposizioni dell’articolo 51 del TUIR.
La sua straordinaria efficacia deriva da un duplice vantaggio fiscale e contributivo:
- Per la SRL: I costi sostenuti per il welfare sono interamente deducibili dal reddito imponibile IRES (e generalmente anche IRAP), riducendo così l’imposta dovuta dalla società ;
- Per il beneficiario: I beni e servizi ricevuti (nel rispetto delle norme) sono totalmente esenti da tassazione IRPEF e da contribuzione INPS.
Questo meccanismo permette di trasferire valore netto al collaboratore con un costo aziendale significativamente inferiore rispetto all’erogazione di un equivalente importo in denaro, che sconterebbe invece sia le imposte che i contributi.
Un aspetto cruciale per la pianificazione in SRL riguarda l’applicabilità dei benefit agli amministratori. Sebbene possibile, è subordinata alla condizione che il piano welfare sia destinato alla generalità dei dipendenti o a categorie omogenee cui l’amministratore appartenga legittimamente. Piani “ad personam“, disegnati esclusivamente per l’amministratore (specie se socio unico senza dipendenti), sono fiscalmente rischiosi.
L’implementazione richiede un piano formale (regolamento o accordo) e una gestione attenta. Al di là del risparmio fiscale, il welfare offre vantaggi strategici in termini di soddisfazione, fidelizzazione del personale e supporto al benessere individuale e familiare, integrando efficacemente la retribuzione tradizionale.
Utilizzo dello schema holding / trading
Lo schema holding-trading rappresenta una struttura societaria strategica che separa le attività operative da quelle di gestione e detenzione patrimoniale, offrendo significativi vantaggi in termini di pianificazione fiscale e protezione dei beni. Prevede tipicamente una società holding (capogruppo) che detiene le partecipazioni in una o più società trading (operative), le quali svolgono l’attività d’impresa vera e propria.
Il beneficio fiscale fondamentale di questa struttura risiede nell’applicazione del regime della Participation Exemption (PEX) ai dividendi che transitano dalle società operative alla holding. Grazie alla PEX, il 95% di tali dividendi è esente da IRES per la holding, risultando in una tassazione effettiva su questi flussi di utile estremamente bassa, pari solo all’1.2%.
Questa minima imposizione fiscale permette alla holding di accumulare capitale in modo molto efficiente. Tali risorse, essendo segregate nella holding, sono anche protette dai rischi operativi delle società figlie (asset protection). Il capitale accumulato può poi essere reinvestito con grande flessibilità per finanziare nuove iniziative, acquisire altre società , supportare le operative o acquistare asset strategici, il tutto senza dover passare attraverso la tassazione personale che si applicherebbe distribuendo direttamente ai soci persone fisiche.
Ulteriori vantaggi includono la potenziale applicazione della PEX anche sulle plusvalenze derivanti dalla vendita delle partecipazioni nelle società operative (se sussistono le condizioni di legge), la possibilità di centralizzare servizi a livello di gruppo e una maggiore facilità nella pianificazione successoria.
È cruciale però comprendere che l’ottimizzazione fiscale avviene a livello societario, durante la fase di accumulo e reinvestimento. Nel momento in cui la holding dovesse distribuire i dividendi accumulati ai soci persone fisiche, questi sconterebbero comunque l’ordinaria ritenuta del 26%.
Ulteriori elementi di pianificazione
Oltre a quelli indicati in altri contenuti abbiamo approfondito ulteriori strumenti che vengono utilizzati, a seconda delle caratteristiche della società :
- Intangible assets strumento di pianificazione fiscale.
- Doppia contribuzione INPS socio amministratore SRL.
- Prestazioni accessorie dei soci.
Pagare meno tasse con la SRL: gli errori
Arrivato a questo punto può essere opportuno anche fare una breve riflessione su cosa non devi fare per ridurre la tassazione sul tuo business. La maggior parte degli aspetti che devi considerare sono i seguenti:
Aprire azienda all’estero
Ogni giorno ci contattano imprenditori che vogliono chiudere la propria attività economica in Italia per avviarne una all’estero. Questa opzione è sicuramente allettante perché permette di disfarsi di tutte la burocrazia italiana e la tassazione e contribuzione che abbiamo visto. Tuttavia, devi sapere che gestire un’azienda estera dall’Italia rappresenta una fattispecie di irregolarità prevista dalla normativa fiscale italiana. Mi riferisco, in particolare, alle disposizioni di cui all’art. 73, comma 5-bis del TUIR. Si tratta delle disposizioni legate alla fattispecie di esterovestizione societaria. Se vuoi approfondire questo aspetto puoi trovare diversi articoli in questo sito che ne parlano approfonditamente: “Esterovestizione societaria: le tecniche di accertamento“, “Esterovestizione delle società : come evitarla“, “Il reato di esterovestizione societaria“.
Intestare la società a prestanome
Molti imprenditori credono che ancora oggi intestare la società a prestanome possa essere una valida soluzione per evitare oneri societari. Classico caso è l’intestazione dell’azienda a genitori pensionati, oppure al contrario si nomina amministratore della società un soggetto terzo che si disinteressa totalmente della gestione della società . In tutti questi casi l’imprenditore rischia molto, sia a livello personale che societario. Si tratta di una possibilità che negli ultimi anni è ormai nota all’Amministrazione finanziaria e non ha senso perseguirla se vuoi davvero mettere in piedi un business nel migliore dei modi.
Fatturare alla tua SRL
La terza ed ultima attività che non devi effettuare è quella di uscire dalla compagine societaria e fatturare alla tua SRL con una partita IVA personale. Questa soluzione può essere plausibile se sei, ad esempio, un professionista che ha un’attività professionale autonoma in essere ed in alcuni casi può trovarsi di fronte ad attività svolta anche nei confronti della propria SRL. Fuori da questi casi, quando è evidente che la partita IVA è stata aperta solo per fatturare alla propria SRL si possono correre dei rischi seri. Per questo motivo non ti consiglio questa scelta se non nel caso in cui tu operi già con una partita IVA da lavoratore autonomo con un’attività avviata e stabile.
Consulenza fiscale online
In questo articolo ho cercato di raccogliere tutte le informazioni che ho ritenuto utili per farti avere un quadro semplice, ma completo, delle possibilità di pagare meno tasse con la SRL.
Per poter fare questo, hai bisogno di applicare correttamente e con costanza, gli strumenti di riduzione degli oneri fiscali e previdenziali consentiti dalla legge.
In tutti i casi in cui hai un’azienda sappi che, se tu volessi veramente dormire sonni tranquilli, proteggere il tuo patrimonio personale, proteggere il tuo investimento aziendale, tutelare la tua famiglia e il tuo futuro, la soluzione migliore risiede nell’utilizzare una SRL. Non preoccuparti del tuo fatturato attuale, oggi la SRL è lo strumento giuridico migliore per avviare un business in Italia.
Se necessiti dell’analisi della tua situazione personale, ti invito a contattarci attraverso il form di cui al link seguente. Riceverai il preventivo per una consulenza personalizzata in grado di risolvere i tuoi dubbi sull’argomento.
Consulenza fiscale online|Fiscomania.com
Se cerchi un commercialista preparato compila il form di contatto sottostante e sarai ricontattato nel più breve tempo per una consulenza fiscale online con il dott. Federico Migliorini.