Lo psicologo svolge una fondamentale funzione di supporto in ambito personale, lavorativo, familiare ecc. Si tratta di una professione intellettuale molto diffusa nel settore del benessere alla persona. Per esercitare questo tipo di attività è necessario essere in possesso di una serie di requisiti peculiari. In particolare, è necessaria l’iscrizione alla Sezione A dell’Albo degli psicologi per l’ottenimento della quale si deve:
- Possedere una la Laurea Magistrale in Psicologia;
- Essere iscritti all‘Ordine degli Psicologi, organizzato territorialmente su base regionale, in seguito al superamento di un esame di Stato.
L’apertura della partita IVA costituisce un importante momento per chi ha intenzione di mettersi in proprio ed avviare uno studio di psicologia. Vediamo quali sono i costi di apertura e di gestione e gli obblighi fiscali e contributivi che dovrai sostenere se hai deciso di esercitare questa professione da libero professionista.
Indice degli Argomenti
Chi è lo psicologo?
Un psicologo è un professionista che si occupa dello studio scientifico del comportamento e dei processi mentali umani. Questo campo di studio, noto come psicologia, si concentra sulla comprensione di come le persone pensano, si sentono, si comportano e interagiscono con il mondo che le circonda. Gli psicologi utilizzano una varietà di teorie, metodi e tecniche per valutare, diagnosticare e trattare i disturbi mentali, promuovere il benessere psicologico e migliorare le capacità adattive delle persone. Possono lavorare in vari contesti, come cliniche, ospedali, scuole, imprese, organizzazioni o nella ricerca accademica. |
L’attività dello psicologo ha come finalità di favorire il cambiamento, potenziare le risorse e accompagnare gli individui, le coppie, le famiglie, le organizzazioni nelle diverse fasi della vita. Per esercitare come psicologo, di per sé, è necessaria la partita IVa, come per le altre professioni regolamentate (come, ad esempio, il medico, l’avvocato, l’architetto, etc). Inoltre, come anticipato, è necessario conseguire la Laurea Magistrale in psicologia e superare l’esame di abilitazione, per effettuare l’iscrizione all’Albo degli Psicologi.
Chi desidera proseguire il percorso di formazione ed ottenere una qualifica migliore può spaziare tra vari Master di I o di II Livello oppure frequentare una Scuola di Specializzazione in Psicoterapia, scegliendo l’impostazione terapeutica più in linea con le attitudini.
Lo psicologo può esercitare la sua professione nei Servizi pubblici, negli Ospedali, nei Consultori, nei Servizi per l’infanzia e adolescenza, nelle Comunità terapeutiche, nelle Residenze per anziani, nelle Scuole, etc. Tuttavia, oltre a lavorare come dipendente in contesti pubblici e privati, lo psicologo iscritto all’Albo, può esercitare anche come libero professionista e ricevere in studio i pazienti. Come per tutti i professionisti, anche in questo caso vige l’obbligo di aprire la partita IVA per emettere fattura e dichiarare i propri incassi.
Come aprire partita IVA da psicologo?
La procedura di apertura della partita IVA da psicologo è gratuita e può essere effettuata per via telematica, attraverso il sito ufficiale dell’Agenzia delle Entrate. Tuttavia, è consigliato affidare questo compito ad una figura esperta nel settore fiscale, come un dottore commercialista, per evitare di commettere qualche errore durante i seguenti passaggi. Per aprire una partita IVA come psicologo, è necessario seguire alcuni passi, legati alla compilazione del modello AA9/12 ed effettuare delle scelte importanti, che andiamo a riepilogare di seguito.
Codice ATECO psicologo
Il Codice ATECO serve ad identificare tipo di attività e settore di riferimento. Per psicologi e psicoterapeuti, il codice ATECO da utilizzare è il seguente:
CODICE ATECO | DESCRIZIONE ATTIVITA’ |
---|---|
86.90.30 | “Attività svolta da psicologi – servizi di salute mentale forniti da psicanalisti, psicologi e psicoterapisti.” |
Per poter operare con questo codice ATECO è necessaria la preventiva iscrizione presso l’Albo professionale degli psicologi.
Scelta del Regime Fiscale
La scelta del regime fiscale si riduce, di fatto, a due opzioni:
- Il regime forfettario;
- Il regime ordinario (c.d. “contabilità semplificata“).
Il regime forfettario
Per quanto riguarda il regime forfettario, occorre rispettare alcuni requisiti di accesso, quali:
- I ricavi o compensi che non superino i 85.000 euro all’anno. Laddove svolgano più lavori corrispondenti a diversi codici ATECO, bisogna prendere in considerazione la somma dei ricavi e dei compensi relativi alle diverse attività esercitate;
- Occorre aver sostenuto delle spese per un importo complessivo non superiore a 20.000 euro lordi per lavoro accessorio, lavoro dipendente e compensi a collaboratori, anche a progetto. Dovranno esser considerate nel computo anche le somme erogate sotto forma di utili da partecipazione agli associati con apporto costituito da solo lavoro e quelle corrisposte per le prestazioni di lavoro rese dall’imprenditore o dai suoi familiari;
- Non è possibile aver percepito oltre 30.000 euro di redditi da lavoro dipendente o da pensione.
Quest’ultimo requisito non si applica a tutti i lavoratori, ad esempio sono esclusi lavoratori licenziati o che si sono dimessi. Tali categorie hanno, invece, libero accesso al regime forfettario. La tassazione, per la partita IVA da psicologo, è pari al 15% del cosiddetto reddito imponibile (ossia, il fatturato incassato nell’anno di riferimento, decurtato di una quota forfettaria pari al 22% per le spese), ridotta ulteriormente al 5% per i primi cinque anni dall’avvio dell’attività. L’imposta sostitutiva è, infatti, ridotta al 5% per i primi cinque anni di attività (“regime forfettario startup“) in presenza di determinati requisiti:
- Il contribuente non ha esercitato, nei tre anni precedenti, attività artistica, professionale o d’impresa, anche in forma associata o familiare
- L’attività da intraprendere non costituisce, in nessun modo, mera prosecuzione di altra precedentemente svolta sotto forma di lavoro dipendente o autonomo;
- Se viene proseguita un’attività svolta in precedenza da altro soggetto, l’ammontare dei relativi ricavi e compensi realizzati nel periodo d’imposta precedente quello di riconoscimento del beneficio non supera il limite che consente l’accesso al regime.
Inoltre, il regime forfettario comporta ulteriori vantaggi. Infatti i contribuenti saranno esonerati dal mantenimento delle scritture contabili, inoltre vi è anche l’esonero dagli Indici Sintetici di Affidabilità fiscale. Ciononostante, i contribuenti possono comunque fare riferimento alle spese per il lavoro accessorio nello svolgimento delle loro attività.
La contabilità semplificata
La contabilità semplificata è il regime naturale che devono applicare i soggetti che non possono operare con il regime forfettario. Questo regime si caratterizza per la tassazione IRPEF del reddito, che si determina attraverso la differenza tra i compensi tassabili ed i costi deducibili. Il contribuente è tenuto all’effettuazione della contabilità ed è tenuto all’applicazione dell’IVA. Inoltre, i compensi sono soggetti a ritenuta d’acconto da parte del committente ed annualmente si è soggetti agli Indici Sintetici di Affidabilità fiscale. Di fatto, quindi, si tratta di un regime fiscale più complesso ed oneroso rispetto al regime forfettario.
Iscrizione alla Cassa Previdenziale
Lo psicologo fa riferimento ad uno specifico Ordine Professionale e alla propria Cassa Previdenziale, l’ENPAP. In fase di apertura della partita IVA da psicologo, pertanto, è necessario effettuare l’iscrizione, al fine di poterci versare i contributi a fini pensionistici.
I contributi previdenziali danno diritto al trattamento pensionistico e sono obbligatori per tutti i lavoratori autonomi con partita IVA. La Cassa previdenziale ENPAP prevede:
- Il contributo soggettivo che corrisponde al 10% del reddito netto con un minimo di 780 euro annui;
- Il contributo integrativo che corrisponde al 2% del corrispettivo lordo sulle fatture emesse, con un minimo di 60 euro all’annuo.
- Il contributo di maternità che corrisponde ad una quota fissa annuale e varia di anno in anno.
Fatturazione elettronica
L’utilizzo della fattura elettronica è obbligatorio per tutti i professionisti, la deroga per il regime forfettario cesserà a partire dal 2025. Deve essere evidenziato, tuttavia, che al fine di tutelare la privacy dei pazienti, la fattura elettronica non deve essere applicata alle prestazioni sanitarie che rientrano nel cosiddetto Sistema Tessera Sanitaria. Si tratta di tutti quei servizi come, ad esempio, le visite mediche specialistiche, l’acquisto di farmaci, ma anche i colloqui di psicoterapia. Si tratta di prestazioni per le quali è necessario l’invio telematico dei dati all’Agenzia delle Entrate. Tale invio è propedeutico alla predisposizione della dichiarazione dei redditi precompilata dei contribuenti. Stante quanto detto sino a questo momento, per ragioni di privacy, per la maggior parte delle prestazioni erogate dallo psicologo, vige l’esonero dall’uso della fatturazione elettronica.
Vi sono, tuttavia, alcune fattispecie particolari in cui gli psicologi sono tenuti ad utilizzare la e-fattura: il riferimento è a tutte quelle attività che, nonostante siano consentite dall’Ordine degli Psicologi, non rientrano tra le prestazioni sanitarie, dunque non vanno notificate al Sistema Tessera Sanitaria. Vediamo, dunque, in quali circostanze lo psicologo dovràinviare i dati al Sistema TS e in quali, invece, sarà obbligato ad emettere la fattura elettronica, come previsto dalla normativa in vigore.
Per quali prestazioni lo psicologo è esonerato dall’utilizzo della fattura elettronica?
Lo psicologo è esonerato dall’utilizzo della fatturazione elettronica per tutte quelle attività che rientrano tra le prestazioni sanitarie. Si tratta delle prestazioni per le quali è obbligatorio l’invio dei dati al Sistema Tessera Sanitaria. In dettaglio, si tratta delle seguenti:
– sostegno psicologico individuale, familiare, di coppia e di gruppo; |
– colloquio psicologico clinico; |
– indagine e valutazione psicologica; |
– consulenza psicologica verso enti pubblici o privati; |
– diagnosi psicologica; |
– somministrazione di test; |
– training per disturbi dell’apprendimento; |
– programmi rieducativi; |
– psicoterapia, etc. |
Per quali prestazioni lo psicologo è tenuto all’utilizzo della fattura elettronica?
Per le seguenti prestazioni, indicate a titolo esemplificativo, lo psicologo non è tenuto ad inviare alcun dato al Sistema Tessera Sanitaria e quindi deve emettere, obbligatoriamente, fattura elettronica:
– attività relative alla psicologia del lavoro; |
– attività relative all’ambito dell’educazione; |
– attività relative alla psicologia di comunità; |
– consulenza e altre attività relative alla psicologia giuridica; |
– attività relative alla psicologia della salute e dello sport. |
In ogni caso, per verificare correttamente le prestazioni professionali per le quali è necessaria l’emissione della fattura elettronica è importante la consulenza con un dottore Commercialista esperto.
Consulenza fiscale online
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Domande frequenti
L’apertura di una partita IVA come psicologo offre diversi vantaggi, tra cui la possibilità di lavorare come professionista autonomo, la flessibilità nell’organizzazione degli orari e dei servizi offerti, la gestione diretta del proprio studio e la possibilità di dedurre le spese professionali dalle tasse.
La partita IVA come psicologo si può aprire dal momento in cui si ottiene l’abilitazione, ovvero al momento dell’iscrizione all’Albo, prima di aver iniziato a svolgere l’attività.
I requisiti per aprire una Partita IVA come psicologo possono variare a seconda del paese e delle leggi locali. In genere, è necessario avere una laurea in psicologia o una qualifica riconosciuta, soddisfare i requisiti fiscali e di registrazione delle imprese, e ottenere le eventuali licenze o assicurazioni professionali richieste.