La disciplina fiscale e previdenziale del musicista è assai peculiare, in quanto prevede particolari applicazioni dell’Iva, e particolari modalità contributive, legate alla gestione “ex Enpals“. Per chiarire questi aspetti in modo pratico ho deciso di realizzare una guida utile a quanti stanno svolgendo questa attività per lavoro o per hobby. Quando un musicista inizia a ottenere dei riscontri economici dalla sua attività, sorgono tutta una serie di questioni relative agli adempimenti legali, fiscali e previdenziali. Tutti aspetti che sono, indubbiamente, di difficile interpretazione.

L’obiettivo di questo articolo è di fornire una spiegazione ai principali dubbi sull’argomento, tenuto che, sia da un punto di vista giuridico che fiscale, le attività svolte dai musicisti ricadono genericamente fra le prestazioni artistiche.

Caratteristica peculiare del settore dello spettacolo è la circostanza che la contribuzione dei lavoratori non cambia se il rapporto di lavoro è di tipo subordinato, parasubordinato o autonomo, restando la medesima per tutte le tipologie richiamate. Pertanto, anche per il lavoratori autonomi valgono le stesse regole previste per i lavoratori dipendenti salvo le eccezioni espressamente indicate dalla normativa.

Senza alcuna pretesa di esaustività, cercherò in questa sede di delineare le principali questioni sull’argomento per quanto concerne le attività svolte dai musicisti. Sul punto, tuttavia, desidero ricordare che solo un’attenta (e preliminare) analisi della concreta situazione da parte di un professionista esperto della materia eviterà all’artista, in questo caso il musicista, di commettere errori.

Inquadramento giuridico del musicista

Il musicista è per definizione un’artista, che svolge un attività classificabile tra quelle di lavoro autonomo (di cui agli articoli 2222 e seguenti del c.c.), come una qualsiasi altra professione intellettuale. Si tratta di attività dove è prevalente una componente intellettuale o se vogliamo estrosa o talentuosa che non è rinvenibile in generale nella figura imprenditoriale (di cui agli articoli 2082 e 2195 c.c.), dove la capacità di produrre è subordinata all’impiego di beni strumentali, di forza lavoro, di fonti di finanziamento. Tutto ciò non accade nel caso degli artisti e dei professionisti che possono contare unicamente (o prevalentemente) sul proprio bagaglio tecnico, culturale, professionale, sull’estro e la creatività (fattori più legati a variabili intellettuali, fisiologiche e psicologiche che materiali).

Una volta chiarita la natura professionale del musicista occorre interrogarsi su quale sia il trattamento fiscale applicabile ai lavoratori che operano in questo ambito.

Inquadramento fiscale del musicista

Posto che l’attività svolta dal musicista sia effettivamente quella artistica e remunerata, è necessario andare a determinare se egli eserciti tale attività:

  • In modo sporadico ed occasionale, oppure
  • In modo abituale anche se in forma non esclusiva (ovvero parallelamente ad altre attività).

La differenza di disciplina che consegue all’esercizio di un’attività occasionale o abituale è notevole. Su questo dobbiamo dire che, purtroppo, molte volte non è agevole, delineare il limite fra l’una e l’altra, risultando indispensabile compiere una valutazione caso per caso, con l’ausilio di un dottore Commercialista esperto nel settore. Vediamo, di seguito la disciplina fiscale di entrambe queste casistiche.

Attività occasionale del musicista: adempimenti fiscali e previdenziali

In musicista che opera prevalentemente come hobby in modo sporadico ed occasionale l’attività vien considerato un “privato”. Questo significa che, fiscalmente, è tenuto al rilascio di una ricevuta non fiscale (applicando una marca da bollo da €. 2,00, qualora l’importo riportato superi gli €. 77,46) che va a certificare l’incasso del compenso a fronte della performance svolta. La ricevuta deve essere emessa al momento dell’incasso del corrispettivo, in quanto ne costituisce quietanza. L’adempimento successivo riguarda la compilazione della dichiarazione dei redditi, dove deve essere incluso il compenso percepito nella categoria dei redditi diversi (ex art. 67 del TUIR). Per maggiori informazioni: “Le prestazioni di lavoro autonomo occasionale“.

L’aspetto su cui prestare maggiore attenzione è che una attività diventa abituale quando è svolta più volte nel corso di un periodo di tempo. Per questo anche un musicista che svolge la propria attività per più spettacoli o manifestazioni durante l’anno, deve considerare la propria attività come abituale e non occasionale. L’occasionalità della prestazione deriva dal fatto che si prevede di non ripeterla altre volte in futuro.

Qualora il musicista produca un reddito imponibile a titolo compensi per l’attività svolta in modo occasionale, ha anche l’obbligo del versamento dei contributi previdenziali in regime della gestione ex Enpals, per la percentuale del 9,19% che sarà trattenuta e versata da parte del committente della prestazione professionale, assieme alla ritenuta d’acconto.

L’attività abituale del musicista e l’apertura della partita Iva

Qualora, l’attività lucrativa del musicista nasca o si trasformi in abituale, indipendentemente dal fatto che questa sia esercitata in modo esclusivo o assieme ad altre attività (ad esempio lavoratore dipendente), il musicista produce un reddito da lavoro autonomo, ex art. 53 del TUIR. L’aspetto da tenere in considerazione è che l’abitualità dell’attività deve essere valutata ogni qualvolta il musicista operi per più volte all’interno dell’anno, per un unico o per più committenti diversi. In caso di dubbio sulla propria situazione, come anticipato, il consulto con un dottore Commercialista può aiutare a dissipare i dubbi e capire come procedere nel modo corretto.

Una volta verificata l’abitualità della prestazione è necessario dare comunicazione dell’inizio della propria attività professionale, con contestuale richiesta di rilascio di partita Iva, e scelta del proprio regime fiscale, inquadramento contributivo e, successivamente, sarà tenuto all’emissione di fattura.

Il caso più diffuso nella pratica è che i corrispettivi percepiti dal musicista e, più in generale, dell’artista, costituiscano redditi di lavoro autonomo. In sintesi, gli elementi che caratterizzano l’esercizio dell’attività di lavoro autonomo, ai sensi del primo comma dell’articolo 53 del DPR n. 917/86, sono la professionalità e l’abitualità.

Il requisito della professionalità sussiste quando il musicista ponga in essere con regolarità, sistematicità e ripetitività una pluralità di atti coordinati e finalizzati al conseguimento di uno scopo, che in questo caso si identifica con l’esercizio dell’attività musicale.

Tale requisito sussiste solo laddove l’attività esercitata sia caratterizzata dalla completa autonomia del soggetto che la esercita rispetto a quello che ne beneficia. Per quel che concerne l’abitualità si deve evidenziare che non è necessario, affinché tale requisito possa ritenersi sussistente, che l’attività artistica sia esercitata in via esclusiva o anche solo prevalente dal soggetto. E’ sufficiente che l’attività sia esercitata con regolarità, stabilità e sistematicità.

Il codice attività del musicista

Per iniziare l’attività artistica abituale di musicista bisogna essere riconosciuti dall’Amministrazione finanziaria. A questo scopo è necessario presentare la comunicazione dell’inizio della propria attività all’Agenzia delle Entrate con la richiesta di attribuzione di una partita Iva. Nella richiesta si indica anche il tipo di attività svolta attraverso l’indicazione di un codice attività, volto ad individuare l’effettiva attività esercitata dal musicista. Le attività musicali vengono ricondotte nella suddetta tabella a due codici:

CODCIE ATECOATTIVITA’ SVOLTA
90.03.09Altre attività di creazioni artistiche“: destinato ai compositori
90.01.09Altre attività di rappresentazioni artistiche“: destinato agli esecutori e concertisti.

Determinazione del reddito

In relazione alla categoria reddituale in esame, l’articolo 54, co. 1, del TUIR stabilisce il principio generale secondo cui la determinazione analitica del reddito di lavoro autonomo avviene mediante la contrapposizione dei compensi percepiti, al netto dei contributi previdenziali, alle spese sostenute per lo svolgimento dell’attività. Ne discende che, salvo alcune specifiche deroghe, il reddito di lavoro autonomo deve essere determinato con il c.d “criterio di cassa“. Di conseguenza, ai fini della determinazione del reddito di lavoro autonomo nel periodo d’imposta rilevano solo:

  • I compensi effettivamente percepiti in denaro o in natura, anche sotto forma di partecipazione agli utili nel periodo d’imposta (coincidente con l’anno solare);
  • I costi e gli oneri inerenti alla produzione del reddito effettivamente sostenuti nel periodo d’imposta. Ciò comporta, ai fini contabili, l’obbligo di tenuta delle scritture contabili ai sensi dell’articolo 19 del DPR n. 600/73, in base al regime di contabilità semplificata.

I compensi corrisposti da sostituti di imposta (società, enti, ecc.) a titolo di compensi per attività di lavoro autonomo sono assoggettati, ai sensi dell’articolo 25 del DPR n. 600/73, alla ritenuta del 20% a titolo di acconto dell’Irpef, con obbligo di rivalsa. Nell’ipotesi in esame, i corrispettivi percepiti dal musicista, qualora sussista anche il presupposto territoriale (ai sensi di quanto chiarito nel par. 1.2.), sono da assoggettare ad Iva.

Regime forfettario per il musicista

Per i soggetti che aprono una nuova partita Iva, particolari opportunità possono arrivare dal c.d.”regime fiscale forfettario“. Si tratta di un regime fiscale semplificato che prevede un tetto massimo di ricavi annui di 65.000 euro. Si tratta di un regime fiscale particolarmente vantaggioso, che non prevede l’applicazione dell’Iva, delle ritenute di acconto e degli Indici di Affidabilità Fiscale (ISA).

Il reddito imponibile è determinato applicando all’ammontare dei ricavi o dei compensi percepiti (ed incassati) un coefficiente di redditività, diversificato a seconda del codice ATECO che contraddistingue l’attività esercitata. Per i musicisti il coefficiente di redditività, individuato per legge, è del 67%. Questo significa che su ogni mille euro di fatturato, costituiscono reddito imponibile soltanto 670 euro. Sul reddito imponibile si applica un’imposta sostitutiva dell’Irpef, delle addizionali regionali e comunali e dell’Irap, pari al 15% (che si riduce al 5% nei primi cinque anni di attività).

Inquadramento Iva del musicista

Nell’ambito delle prestazioni professionali rese dai musicisti, deve essere posta particolare attenzione al diverso regime Iva applicabile, a seconda della precisa attività svolta. Commettere errori in questo senso è assai frequente, vista la peculiarità che caratterizza questa disciplina, per questo motivo è bene non improvvisare, ma consultarsi sempre con il proprio dottore Commercialista di fiducia. In ogni caso, di seguito riportiamo le principali fattispecie Iva applicabili all’attività svolta dai musicisti.

Cessione, concessione, licenze dei diritti d’autore

Ai sensi dell’articolo 3, comma 2, n. 2 DPR n. 633/72 per tale attività è prevista l’esclusione dal campo di applicazione dell’Iva quando la cessione dei diritti viene posta in essere dall’autore e dai suoi eredi o legatari. L’esclusione dal campo di applicazione dell’Iva di alcune operazioni concernenti il diritto d’autore fa venire meno l’obbligo di fatturazione delle stesse. Occorre evidenziare che la norma citata non si riferisce alla cessione dell’opera-bene, bensì trasmissione dei diritti d’autore su di essa.

Concerti vocali strumentali

La disciplina Iva applicabile ai soggetti che effettuano attività musicali è assai peculiare, in quanto per poter applicare la giusta aliquota Iva in fattura è necessario preventivamente identificare la prestazione che stiamo per effettuare, per verificare in quale delle due fattispecie sotto riportare rientra. In particolare le due fattispecie applicabili sono:

  • Concerti vocali strumentali – quando l’esecuzione musicale è pari o superiore al cinquanta per cento della durata complessiva delle esecuzioni musicali, l’attività è classificata come “spettacolo” ed è assoggettata al solo regime ordinario Iva ai sensi dell’articolo 74-quater del DPR n. 633/72, anche se effettuata in discoteche e sale da ballo, spettacoli musicali in teatro o concerti;
  • Prestazioni musicali di qualsiasi genere – quando l’esecuzione musicale è effettuata con l’utilizzazione di musica prevalentemente pre-registrata, la stessa è assoggettata all’imposta sugli intrattenimenti nonché ad Iva secondo le disposizioni dell’articolo 74, sesto comma, del DPR n. 633/72, con l’applicazione dell’Iva al 22%. Esempi possono essere il DJ set in un locale, od anche una orchestra che si esibisce all’interno di un  ristorante.

Manifestazioni spettacolistiche

I concerti vocali e strumentali sono specificatamente indicati al n. 4 della tabella C allegata al DPR n. 633/72, insieme alle manifestazioni teatrali di qualsiasi tipo e ad altre manifestazioni spettacolistiche.

Concerti vocali strumentali

I “concerti vocali e strumentali” sono inclusi, inoltre, nel n. 123) della tabella A, parte III, del DPR n. 633/72 che, nell’indicare gli spettacoli assoggettati ad Iva con l’aliquota ridotta del 10%, riproduce l’identica formulazione del n. 4) della tabella C allegata al predetto DPR n. 633. Ciò comporta, in sostanza, che i concerti vocali e strumentali sono assoggettati al regime ordinario Iva ai sensi dell’articolo 74-quater del DPR n. 633/72 con l’applicazione dell’aliquota del 10%.

Dalla normativa richiamata discende, quindi, che i concerti vocali e strumentali, a differenza delle restanti esecuzioni musicali, sono soggetti al seguente regime tributario:

  • Ai corrispettivi dovuti dagli spettatori per assistere ai “concerti vocali e strumentali” si applica l’aliquota Iva del 10% in base alla disposizione recata dal n. 123) della tabella A, parte III, allegata al DPR n. 633/72;
  • Ai contratti di scrittura stipulati dal singolo artista o dal gruppo vocale o strumentale si applica la stessa aliquota Iva del 10%, in base alla previsione del n. 119) della richiamata tabella A, parte III, allegata al DPR n. 633/72.

Ne consegue che per individuare in concreto il trattamento tributario applicabile alle esecuzioni musicali occorre verificare se le stesse realizzino o meno un concerto vocale o strumentale. Sono concerti vocali o strumentali quelle manifestazioni musicali in cui i cantanti o i musicisti, singolarmente ovvero in gruppo, eseguono una serie di brani musicali, secondo un programma prestabilito, in un luogo appositamente individuato e strutturalmente idoneo a consentire l’ascolto della musica da parte degli spettatori (ad es. teatri, sale concerto, impianti sportivi, etc.).

Nella manifestazione concertistica vocale e strumentale, in sostanza, l’esecuzione musicale in pubblico è un’attività spettacolistica finalizzata esclusivamente all’ascolto della musica.

Esecuzioni musicali di qualsiasi genere

Le prestazioni musicali non qualificabili, secondo quanto sopra precisato, come concerti vocali e strumentali devono essere ricondotte nella disciplina generale delle “esecuzioni musicali di qualsiasi genere” (punto n. 1 della tariffa allegata al DPR n. 640/72 ovvero n. 3) della tabella C allegata al DPR n. 633/72). Operazioni per le quali l’Iva si applica in ogni caso con l’aliquota ordinaria del 22% (relativamente sia ai corrispettivi dovuti dai partecipanti alle manifestazioni sia ai compensi percepiti da cantanti e musicisti).

In pratica rientrano in questa categoria le attività effettuate in i bar, pub, ristoranti, hotel e tutti i luoghi dove l’attività musicale è solo di intrattenimento ai clienti. Questo è quanto conferma anche la Risoluzione n. 257/E/2008 dell’Agenzia delle Entrate.

Le attività didattiche

Nel caso in cui i musicisti effettuino lezioni private di lettura, ritmica, fonetica, canto, pianoforte, e altre attività connesse, da un punto di vista Iva questa attività di musica rientra nella fattispecie delle materie scolastiche ed universitarie, tali lezioni beneficiano dell’esenzione dall’Iva (art. 10 n. 20 DPR n. 633/72) se rese da insegnanti a titolo personale.

Organizzazione di corsi musicali

L’organizzazione di corsi musicali, invece, ricade nell’esenzione Iva solo se effettuata da istituti o scuole riconosciute da pubbliche amministrazioni. Parimenti è assoggettato ad Iva con aliquota ordinaria al 22% il rapporto fra musicista/docente e gli istituti scolastici per le lezioni ivi impartite. Il titolo di esenzione Iva, a differenza dell’esclusione, non fa venire meno gli obblighi di fatturazione del musicista relativamente alle prestazioni qualificate come esenti.

Il musicista all’estero

Per le prestazioni svolte dal musicista all’estero (sia in Stati UE che Extra-UE), comprese tutte le prestazioni artistiche, è prevista la specifica esclusione dal campo di applicazione dell’Iva ai sensi dell’articolo 7-quinquies del DPR n. 633/72. Tali prestazioni, rientranti nel campo di applicazione dell’Iva, sono comunque soggette all’obbligo di emissione di fattura.

La gestione previdenziale “Ex ENPALS”

Il musicista che ha aperto partita Iva per l’esercizio delle propria attività è obbligato all’iscrizione alla gestione contributiva ex Enpals, in qualità di lavoratore autonomo esercente attività musicale. Le categorie di professionisti che possono iscriversi sono le seguenti:

  • Un cantante;
  • Un disc-jokey;
  • Un musicista.

L’iscrizione alla gestione ex Enpals da diritto a richiedere il certificato di agibilità, che deve essere chiesto dal musicista prima dello svolgimento dello spettacolo, a compilare la denuncia contributiva e versare, con modello F24, i contributi in maniera autonoma. L’avvio dell’attività dei lavoratori autonomi esercenti attività musicali è preceduta dal rilascio di una matricola necessaria per ottemperare gli adempimenti contributivi e di un codice di identificazione (PIN). A tal fine, il lavoratore è tenuto a consegnare alla Sede Inps competente per territorio, il mod. 032/AUT (disponibile sul portale), debitamente compilato e sottoscritto, sulla base delle indicazioni fornite nella circolare n. 17 del 2004.

I contributi

Il certificato di agibilità, rilasciato dall’Ente Previdenziale, deve essere necessariamente richiesto dai musicisti al fine di poter effettuare l’esibizione in pubblico. Il suo rilascio è essenziale in quanto anche l’ente o l’azienda che ospita l’evento di spettacolo, prima di consentire l’esibizione dell’artista deve pretenderlo. L’Inps rilascia tale certificato solo in presenza di regolarità contributiva da parte del lavoratore. La richiesta del certificato deve essere corredata dall’attestazione di regolarità contributiva (quello che per le imprese artigiane o di costruzioni viene chiamato D.U.R.C.).

I lavoratori iscritti all’Inps nella gestione previdenziale ex Enpals sono tenuti obbligatoriamente al versamento dei seguenti contributi, calcolati sul compenso annuo.

  • Contributo: 33% del compenso pattuito di cui il 9,19% a carico del lavoratore (da applicare in fattura o nella ricevuta per prestazione occasionale, trattenuto dal committente) ed il 23,81% a carico del committente;
  • Contributo di solidarietà: 5% del compenso pattuito per meta’ a carico del lavoratore e per meta’ a carico del committente (dovuto per compensi giornalieri superiori ad €. 300,07);
  • Contributo aggiuntivo a carico del lavoratore pari all’1% della parte del compenso giornaliero eccedente la somma di €. 137,95.

Esonero dal certificato di agibilità

Rientrano in tale tipologia di esenzione contributiva le esibizioni musicali dal vivo rese nell’ambito di spettacoli, in manifestazioni di intrattenimento o in celebrazioni di tradizioni popolari e folkloristiche, effettuate da giovani fino a 18 anni, studenti fino a 25 anni, soggetti titolari di pensione di età superiore a 65 anni e da coloro che svolgono un’attività lavorativa per la quale, nel medesimo periodo di svolgimento delle prestazioni citate, sono già tenuti al versamento dei contributi ai fini della previdenza obbligatoria ad una gestione diversa da quella per i lavoratori dello spettacolo, purché la retribuzione annuale lorda percepita per tali esibizioni non superi l’importo di €. 5.000.

L’Inps ha previsto alcune cause di esonero dalla richiesta del certificato di agibilità, versamento del contributo e dichiarazione mensile. Tali cause di esclusione riguardano:

  1. Studenti fino a 25 anni di età;
  2. Minorenni, pensionati con più di 65 anni;
  3. Artisti non professionisti che abbiano già altra occupazione con cassa previdenziale di pertinenza;

l’esenzione è prevista per le sole esibizioni musicali dal vivo, con un compenso annuo massimo per tale attività “marginale” non superiore ad €. 5.000 (non rientrano in questa ipotesi i DJ, vedi articolo ENPALS).

Particolari condizioni per l’esonero dal certificato di abilità

Tale esonero è facoltativo per il lavoratore ed è suo onere autocertificare al committente la sussistenza dei requisiti soggettivi ed oggettivi per l’esenzione. Per quanto riguarda i suddetti casi, per i quali non vi è obbligo del certificato di agibilità occorre fare riferimento allo svolgimento di manifestazioni da parte di formazioni dilettantistiche o amatoriali (complessi bandistici comunali, gruppi folkloristici, gruppi parrocchiali, compagnie teatrali amatoriali/dilettantistiche, complessi corali amatoriali/dilettantistici, cortei e rappresentazioni storiche, etc.), che, essenzialmente allo scopo di divertimento e/o per tramandare tradizioni popolari e folkloristiche, a fini educativi oppure allo scopo di diffondere l’arte e la cultura, si esibiscono in pubblico senza alcuna forma di retribuzione, neppure sotto forma di rimborso spese forfettario.

La manifestazione artistica deve essere svolta a titolo gratuito, ovvero non devono esservi incassi da presenza di pubblico pagante, né compensi diretti erogati a corrispettivo dell’allestimento della manifestazione stessa.

Esoneri dal certificato di agibilità per manifestazioni culturali

Inoltre, non è dovuta contribuzione quando gli Enti pubblici locali, nonché le Pro-Loco associate alla Unione Nazionale Pro Loco d’Italia, organizzano manifestazioni per fini culturali, ricreativi o educativi, rappresentazioni storiche e folkloristiche, purché gli artisti non vengano retribuiti, neppure attraverso le formazioni sociali (bande, ecc) ingaggiate per l’evento, anche se vi è presenze di pubblico pagante.

L’esclusione dall’obbligo contributivo, nonché l’esclusione dall’obbligo di richiedere ed esibire il certificato di agibilità, opera anche con riferimento ai saggi di danza o saggi di altre arti, effettuati da bambini e giovani frequentanti corsi didattici, oppure con riferimento a manifestazioni organizzate a fini socio-educativi da oratori, associazioni con riconoscimento ecclesiale o comunque da associazioni religiose riconosciute dalle confessioni con le quali lo Stato ha stipulato patti, accordi o intese, nonché da associazioni di volontariato di cui alla Legge n. 266 del 1991, da associazioni di promozione sociale di cui alla Legge n. 383 del 2000 e da cooperative sociali di cui alla Legge n. 381 del 1991, purché non si riscontri una vera e propria attività di spettacolo.

E-commerce per la vendita dei brani del musicista

Ultimo aspetto, ma sicuramente non trascurabile dell’attività di un musicista è quello legato alla vendita, on-line dei suoi brani. Per questo è possibile avvalersi di molte piattaforme, da iTunes e Spotify a SoundCloud e CDBaby, passando per ReverbNation e TuneCore.

E’ opportuno ricordare che la vendita di beni anche se avviene sul web, è un’attività commerciale e come tale per essere esercitata in maniera abituale richiede necessariamente l’apertura di una partita Iva, per l’esercizio di una attività imprenditoriale.

In questo caso alla partita Iva che avete già aperto come lavoratore autonomo (per l’attività di musicista), deve aperto anche un nuovo codice attività “479110 – commercio al dettaglio di prodotti via internet”, e deve essere effettuata la comunicazione in Camera di Commercio per comunicare l’inizio dell’attività. Solo a partire da questo momento sarà possibile aprire il proprio sito internet (nel caso vi ricordo che dove esporre la ragione sociale e la partita Iva della vostra attività), oppure ospitare su altre piattaforme la propria musica, programmando e gestendo la propria attività di vendita sul web.

Gestione previdenziale in caso di E-commerce di prodotti musicali

Aspetto sicuramente non trascurabile è che per questo tipo di attività, di tipo commerciale, è richiesto il versamento dei contributi Inps alla gestione commercianti, che consistono in contributi fissi trimestrali, di almeno €. 3.000 annui, a prescindere da quale sia stato il vostro fatturato annuo, per l’attività di vendita. Insomma, si tratta di un’attività che deve essere ponderata con attenzione per valutare se sia effettivamente conveniente iniziarla.

Per questo, è sicuramente consigliabile rivolgersi ad un dottore Commercialista, in modo che possa predisporvi un budget iniziale al fine di stimare e valutare la convenienza di questo tipo di attività, in relazione alla vostra situazione personale. Per maggiori informazioni, e per il regime Iva da applicare alle cessioni di beni in E-commerce, vi rimando a questo contributo: “Aprire partita IVA per la vendita di beni in E-commerce“.

Consulenza fiscale online

Se necessiti dell’analisi della tua situazione personale, ti invito a contattarci attraverso il form di cui al link seguente. Riceverai il preventivo per una consulenza personalizzata in grado di risolvere i tuoi dubbi sull’argomento.

126 COMMENTI

  1. articolo interessante; sarebbe opportuno una chiarezza illustrativa per le Bande musicali per prestazioni occasionali e costituita da suonatori volontari e non professionisti.- Grazie di eventuali risposte.- Lionello Pontoni cell. 33/3351685 –

  2. Salve,
    per i soggetti che fanno parte di bande musicali come volontari non professionisti, la prestazione occasionale può riguardare un rimborso spese, in tal caso dovranno essere documentate le spese effettivamente sostenute, con scontrino o ricevuta. E’ prevista una specifica agevolazione fiscale che prevede la non applicazione della ritenuta d’acconto per compensi e rimborsi percepiti nell’anno fino a €. 7.500 lordi annui. Dai €. 7.500 ai €. 28.158,28 è prevista l’applicazione di una ritenuta a titolo di imposta del 23%. Per importi annui superiori ai €. 28.158,28 è prevista una ritenuta a titolo di acconto del 23%. Magari dedicheremo un prossimo articolo per approfondire meglio l’argomento.

  3. Bell’articolo, ma dal 2016 cambia qualcosa come è avvenuto per le prestazioni occasionali o resta invariato tutto per le prestazioni artistiche?

  4. Salve,
    mi dispiace contraddirla, ma le prestazioni occasionali non sono affatto cambiate nel 2016. Il Jobs Act non ha modificato le prestazioni di lavoro autonomo occasionale, ma soltanto le prestazioni di lavoro equiparate al lavoro dipendente. Anche per le prestazioni artistiche, non ci sono novità entrate in vigore nel 2016.

  5. Articolo chiaro che fuga tanti dubbi. Come cambiano le cose se ad aprire partita Iva è un compositore? E se si lavorasse contemporaneamente come esecutore e compositore, quale Codice Ateco bisognerebbe scegliere?

  6. Salve,
    la disciplina sopra descritta riguarda i compositori che gli esecutori, in quanto entrambe le attività presentano caratteristiche simili. Lavorare contemporaneamente come compositore ed esecutore è possibile: basterà abbinare alla propria partita Iva entrambi i codici attività indicati nell’articolo, in quanto relativi all’attività dei compositori e degli esecutori.

  7. Sono un operaio dipendente in una piccola ditta artigiana con reddito netto annuo che non supera le 12.000 euro e come documenti ricevo buste paga e cud.
    Per passione faccio il compositore suonando in una band musicale tra amici e vorrei vendere la nostra musica su siti tipo cdbaby, zimbalam ecc. questi siti si occupano di inserire le canzoni nei maggiori store musicali online tipo itunes ecc gestendo il tutto ed di tanto in tanto a seconda delle vendite nei vari store versano su conti paypal o bancari i guadagni ricavati rilasciando fatture ad personam o ricevute
    il mio dubbio è questo, se per mia fortuna o capacità i guadagni delle royalties o diritti d’autore sulle canzoni fossero consistenti, ipotizziamo 3000 euro annui, come dovrei fare per essere in regola e pagare le tasse?
    Per il fisco anche se ricavo solo 1000 euro l’anno vendendo online sarei classificato come musicista che svolge un attivita abituale?
    Vorrei evitare di aprire una partita iva altrimenti sarebbe più la spesa che il resto ,noi lo facciamo solo per hobby e siamo una piccola band che cerca di emergere ma ho paura che anche qui lo stato voglia troncarci le gambe senza darci possibilità di provare, purtroppo il nostro mercato può essere solo all’estero e per questo dobbiamo provare la vendita online e comunque tutto il nostro ricavato sarebbe usato tutto sulla band e solamente per mandare avanti il nostro sogno

    Spero potrà aiutarmi
    Grazie della disponibilità

  8. Salve, se si tratta di cessione a terzi di diritti di sfruttamento economico di un’opera intellettuale come può essere uno spartito musicale, allora quello che deve fare è seguire la disciplina fiscale della cessione dei diritti di autore (a questo link trova il nostro contributo). Altrimenti se si stratta di attività di musicista che esegue canzoni, effettua serate, etc, allora è obbligatoria la partita Iva. Purtroppo non vi sono soluzioni alternative.

  9. la ringrazio molto della sua risposta è stato gentilissimo, è davvero un peccato che non ci siano alternative perchè chiaramente per vendere un misero album amatoriale fatto con i miei amici che tanto non ci fara guadagnare piu di 100 euro all anno si deva in italia aprire una partita iva che chiaramente ci costerebbe di spese annuali molto di piu.
    Poi si chiedeno perchè le cose in italia non vanno se anche a delle persone che suonano per hobby sperando che il sogno si avveli vengano complicate cosi le cose
    Senta se posso le vorrei chiedere un altra cosa ma anche nel caso di associazioni culturali musicali , del tipo fatta proprio per la band dove tutti i profitti li spendiamo solo per essa c’è bisogno se vendiamo online di partita iva?
    e se lo mettiamo in download gratuito sui store e dai nostri seguitori chiediamo solo se gli piace di farci tipo una mancia su un conto corrente dedicato , anche in quel caso dovremmo aprire una partita iva?
    non so proprio piu cosa inventarmi per stare in regola con il fisco
    grazie

  10. Purtroppo il Fisco italiano per evitare che le persone evitino di aprire partita Iva esercitando attività autonome, prevede che all’esercizio abituale di una attività si debba aprire partita Iva. Voglio però sfatare un falso mito, ovvero che aprire partita Iva sia costoso e non alla portata anche di chi vuole avviare una nuova attività. Con il Regime forfettario, è possibile aprire partita Iva e pagare le tasse soltanto sui compensi effettivamente percepiti, senza dover applicare Iva o essere soggetti a ritenuta di acconto. Ci sono requisiti di ingresso e di permanenza da rispettare, ma se siamo all’interno di questi limiti i costi di gestione, e anche quelli di consulenza del Commercialista sono davvero minimi, con qualche centinaio di euro all’anno si può contare sull’assistenza di un consulente fiscale e si può avviare l’attività, che se fattura zero, avrai perso solo i costi per la consulenza. Come tutte le attività economiche o professionali, almeno all’inizio un piccolo investimento deve essere fatto. Questo le permetterebbe di essere in regola con il Fisco e iniziare a fatturare gli introiti che derivano dalla vendita del suo album.

  11. grazie ancora della sua disponibilità e del suggerimento sulla partita iva a regime forfettario, non sono molto preparato sul fisco, lo si è capito 🙂 e di conseguenza non conoscevo questa possibilità, ora manca la cosa piu importante un buon consulente fiscale preparato sul campo dei diritti d’autore, royalties e commenrcio online , non sarà facile perchè è un campo non molto diffuso in provincette come la mia e giutso in citta grandi come roma che mi è vicina forse posso trovare una persona adatta che mi aiuti e mi segua
    grazie ancora

  12. Buongiorno, ottimo articolo grazie. Una cosa però non mi è chiara: un compositore che firma un contratto con una casa discografica che gli riconosce un tot annuo per la realizzazione di un certo numero di opere è soggetto al pagamento dell'”enpals”? O è soggetto solo in caso di esibizioni live? Grazie ancora.

  13. Salve, anche nel caso di contratto di collaborazione con una casa discografica è necessaria l’iscrizione Enpals in quanto anche in questo caso trattasi di attività da svolgere come professionista con partita Iva. A meno che non si tratti di contratto da lavoro dipendente per la casa discografica.

  14. Buonasera, articolo interessante che mi ha lasciato alcuni dubbi. Da quel che ho capito effettuando l’attività di DJ (ed il karaoke credo rientri in questa fascia) occasionalmente, seppur avendo già un lavoro con cui verso contribuzione INPS, non posso godere dell’esenzione per compensi inferiori ai 5.000 €/anno. Chiaramente effettuando questa attività come hobby e non come un lavoro e ricevendo compensi annui ampiamente inferiori a 5.000 € non avrei nessuna intenzione di aprire una PIVA. Quale sarebbe la strada legale alternativa? Alcuni locali propongono il pagamento in voucher, è possibile? Grazie.

  15. Salve, non vi sono soluzioni alternative alla partita Iva. Se lei intende avviare questa professione allora pensi alla partita Iva seriamente, altrimenti l’unica strada, se il committente aderisce all’iniziativa dell’Inps sono voucher. Ma non si va molto lontano visto che il limite annuo è di €. 3.000. A mio avviso dovrebbe pensare di fare una scelta, se dedicarsi effettivamente a questa attività agendo professionalmente, sfruttando anche i vantaggi di una partita Iva.

  16. Salve, ma un maestro che insegna in una scuola occasionalmente e deve emettere fattura elettronica per essere retribuito, deve indicare il cig?

  17. Buongiorno e grazie per questo interessantissimo articolo.
    Io ho gia un lavoro e, dieci volte all’anno, mi esibisco assieme ad un cantante professionista. Io, non ricevo alcun compenso, se non i baci delle fans. Per essere in regola cosa sono tenuto a fare?
    Grazie e buona giornata.

  18. Salve, direi che se non percepisce compensi, non ci sono adempimenti fiscali da effettuare. Ad oggi, i baci, sono ancora esenti da tassazione 😉

  19. Grazie molte per l’esaustiva e celere risposta. Vado a guadagnarmi un po’ di baci prima che anch’essi vengano tassati. Buona domenica e buona musica a tutti

  20. Salve, svolgo da anni lavori di arrangiamento musicale per tramissioni tv, molto più raramente anche di composizione. Sono iscritto alla gestione separata e da anni pago regolarmente i contributi INPS ed ho una partita iva con codice 900309 fatturando annualmente circa 25k.
    Tuttavia non sono iscritto all’ex ENPALS, sarebbe possibile secondo Lei iscrivermi e fare alcune delle fatture solo con il 9,19 dell’ ENPALS e altre come fatto finora interamente all’INPS?
    Grazie per il gentile aiuto,
    Roberto

  21. Certamente è possibile, farà di volta in volta la fattura in modo diverso a seconda dell’attività svolta.

  22. Grazie mille per la gentile risposta, e sarebbe regolare se continuassi a non essere iscritto all ex enpals in quanto regolarmente contribuente con la gestione separata dell’inps, e continuassi ad emettere fatture come fatto fino ad ora?
    Grazie ancora,
    Roberto

  23. Quello che deve verificare e la cosa migliore è farlo con l’Inps è verificare se in concreto la sua attività rientra tra quelle per cui è obbligatoria l’iscrizione alla gestione previdenziale ex enpals.

  24. Buongiorno. Sono un operaio(in regola) e per hobby suono in un gruppo,noi siamo iscritti ad una agenzia che ci fa le fatture per le prestazioni nei locali,vorrei sapere se la fattura che fanno al locale la devo dichiarare sul 730.
    Grazie Lucio

  25. Buongiorno , svolgo l’attività di DJ spesso anche in paesi extra ue. In questo caso è dovuta la contribuzione ex enpals o altro? Grazie mille

  26. salve, articolo interessante, ho un quesito però:
    in estate dovrò suonare in un festival a creta, non sono un professionista, non avendo p.iva, essendo quindi persona fisica, non posso fare fattura, quindi come posso regolarmi con l’ente che mi ha ingaggiato, avendo loro chiesto se posso fatturare?nel prezzo dell’ingaggio devo già contemplare le mie tasse? al 20%?
    loro non hanno sede in italia
    grazie

  27. E logico che per fare queste attività lei dovrebbe avere partita Iva. L’unica alternativa è la prestazione occasionale ma a mio avviso non la rende in regola. Ovviamente riceverà un compenso lordo, da tassare in Italia. Per maggiori info mi contatti attraverso il servizio di consulenza.

  28. Buongiorno,
    se costituisco una snc con la mia band, ed oltre a suonare vorremmo occuparci dell’organizzazione degli eventi, dobbiamo iscriverci all’Ex Enpals oppure alla gestione INPS normale?
    Grazie.

  29. Alla gestione ex enpals per l’attività di musica, e all’Inps per l’attività di organizzazione di eventi.

  30. Buonasera,
    Sto cercando di aiutare un’amica, giovane cantante lirica 24enne, che ha appena terminato gli studi e sta cercando di far carriera (opere, concerti , eventi privati ecc.). Fin’ora, essendo studente e non possedendo ulteriori redditi, ha ricevuto i pagamenti ed i piccoli introiti derivanti dalla sua attività musicale sottoforma di compensi per prestazioni occaisionalli con esenzione ENPALS. Ora , nell’eventualità che il suo giro d’affari possa aumentare mi ha chiesto aiuto per capire quale cosa possa essere piu’ favorevole per la sua attività. L’apertura di partita IVA (con codice ateco 90.01.09) con la scelta del regime forfettario (aliquota 5% per i primi 5 anni e successivamente il 15%), oppure diventare socia di una coperativa musicale e delegare alla stessa la fiscalità? Nel caso di apertura di attività autonoma quali sono indicativamente i costi per gli oneri previdenziali (inps ex Enpals) obbligatori?. Spero di essermi spiegata bene e Vi ringrazio anticipatamente per l’aiuto.

  31. Il lavoratore autonomo è tenuto all’iscrizione alla gestione ex enpals con il versamento dei contributi del 9,19% che sono a carico del lavoratore. Stessa cosa per quanto riguarda la cooperativa.

  32. Salve e complimenti per l’articolo. Ho un quesito particolare. Io e quattro amici vorremmo costituire una Srls che ci consenta di produrre e vendere testi musicali ed arrangiamenti. I soci sarebbero due, di cui uno amministratore unico. Ho tre dubbi: quale codice ateco utilizzare? saremmo soggetti ad IVA? occorre iscriversi solo all’INPS, corretto? grazie della disponibilità

  33. Buongiorno, dovendomi esibire come dj in futuro, sto pensando di aprire una posizione enpals ed effettuare delle prestazioni occasionali tra privati (si parla di feste tra privati). Ipotizzando (per semplicità) una fattura minima di 50 euro, 33% di questi devono essere versati tramite f24 all’INPS. Nel mio 730, dovrò dichiarare tutti i 50 euro oppure il netto percepitodi 33,5 euro?
    Su questi è possibile avere un rimborso spese esentasse? Tale rimborso è forfettario o deve essere documentato?

  34. Dichiarerà il compenso al netto dei contributi versati. Per avere un rimborso bisogna aver sostenuto le spese e queste devono essere documentate da fattura o ricevuta a suo nome.

  35. Ottimo, c’è un tetto per le spese? E le suddette devono essere inserite nella “fattura” tra privati? Siccome non sempre sarebbe possibile la cosa, immaginerei che si debba presentare la ricevuta delle varie spese effettuate allegata alla “fattura” della prestazione.

  36. Certamente, il tetto è dato da quanto il committente è disposto a pagarle le spese. Dovrà conservare tutte le fatture e ricevute che giustificano le sue spese per i controlli fiscali.

  37. buongiorno.
    Nel caso di un musicista che arriva dall’estero (moldavo) per suonare all’interno di una manifestazione culturale, il quale non possiede una partita iva e non ha nemmeno un’associazione culturale moldava a coprirgli le spalle(VAT), come si può fare per fargli un contratto e far sì che sia tutto in regola?

  38. Buongiorno,
    un soggetto è regolarmente iscritto Enpals e versa i contributi per prestazioni artistiche, che rappresentano
    il maggior volume d’affari della propria attività.
    Inoltre, svolge attività di insegnamento della musica in scuole private ed emette fattura
    per questo tipo di prestazioni.
    E’ obbligato all’iscrizione alla Gestione Separata?
    Deve versare di conseguenza i contributi (24% in quanto iscritto ad altra forma previdenziale) prodotti sull’intero reddito di lavoro autonomo? (così riportano le
    istruzioni del quadro RR del modello redditi 2017)
    Grazie

  39. Deve iscriversi alla gestione separata per versare i contributi relativi all’attività di insegnamento.

  40. Certo, per l’iscrizione alla gestione separata i dipendenti Inps richiedono l’inserimento del codice attività di insegnamento da comunicare all’Agenzia delle Entrate. Ma, compilando il modello Redditi (quadro LM in quanto soggetto al Regime di Vantaggio), mi sono accorto che la totalità del reddito (compreso quello riveniente da ricavi da prestazioni artistiche) viene riportato nel quadro RR e soggetto all’aliquota del 24%. Le sembra corretta questa procedura? Le sembra corretto che le prestazioni artistiche già soggette ad Enpals 33% sono soggette ad ulteriore contribuzione al 24%?

  41. Buongiorno sono un docente di musica di ruolo. Spesso per conoscenza diretta o tramite amici, vengo contattato da alcune associazioni per organizzare concerti estivi. Fino a qualche anno fa appoggiandomi ad un’una associazione no profit sono riuscito a pagare i musicisti tramite rimborsi spese ma dall’anno scorso ho dovuto cambiare modalità in quanto i commercialisti che seguono l’iter burocratico delle suddette associazioni non sono più d’accordo che si faccia tramite rimborsi. Quest’anno per esempio ogni musicista ha presentato la sua ricevuta come prestazione occasionale dichiarando di non superare i 5.000 euro e (si tratta di musicisti che bene o male lavorano anche loro nelle scuole tutto l’anno quindi versano già i contributi) non versando l’enpals ma facendo trattenere la quota prevista di ritenuta d’acconto. Sembrava finita qui invece un’associazione mi ha fatto presente che per versare le ritenute d’acconto dovrà compilare un f24 per ogni musicista il che significa un costo maggiore…. Per il prossimo anno mi chiedono una fattura unica…. Come dovrei procedere? Innanzitutto dar vita ad un’associazione no profit con partita iva o aprire solo partita iva come musicista? un amico direttore d’orchestra mi ha detto che lui presenta fattura, versa solo per lui l’enpals e poi fa firmare una carta ad ogni strumentista in cui si evivnce che ognuno ha suonato gratuitamente…. fatto questo liquida in nero i musicisti… Che guadagno si ha a fare questo? ammesso che mi vegano dati 2.000 per il concerto e 800 li destino ai musicisti in nero poi nel 720 risulta comunque che io ho percepito 2.000 euro giusto? Inoltre l’associazione mi ha detto che in caso di fattura l’iva non me la pagano in più ma deve risultare sempre dagli stessi 2.000 euro. se potete fare chiarezza su queste cose ve ne sarei grato. Cordiali saluiti.

  42. La procedura corretta è quella di operare con prestazione occasionale oppure con fattura, da rilasciare all’associazione per la quale svolge l’attività. Il resto sono accordi che vengono raggiunti tra musicista e associazione, tra domanda e offerta. Tutte le altre modalità che ha elencato non sono conformi alla normativa.

  43. Finalmente un articolo esaustivo! Complimenti!
    Sto aprendo partita iva con regime forfettario, codice 90.01.09 per le rappresentazioni musicali e codice 85.52.09 per le lezioni di musica che farò. Ho capito che devo iscrivermi all’ex Enpals per le rappresentazioni artistiche ( a carico mio il 9.19% dei compensi; il committente verserà lui il 23.81% – dovrà rilasciarmi attestazione?) e alla gestione separata inps per le lezioni di musica (contributi da pagare con dichiarazione dei redditi). Tutto corretto? Domanda: devo distinguere per i fini contributivi il volume di affari da assoggettare a Enpals e ad Inps, soprattutto per i contributi della gestione separata ed evitare doppia contribuzione per le esibizioni musicali?

  44. Grazie per i complimenti! Per i versamenti Enpals potrà vedere i versamenti direttamente dal sito Inps, nel suo cassetto previdenziale. Le due attività devono essere tenute separate ai fini previdenziale, per evitare la doppia contribuzione.

  45. Buongiorno, avrei un paio di domande da farLe.
    Associazione senza scopo di lucro: mette in contatto i musicisti con alcuni “luoghi storici italiani” , nei quali verranno poi svolti concerti/eventi.
    1) mi chiedono di assumere un’apprendista impiegata. Che CCNL potrei applicare? Ho fatto qualche ricerca e sarei arrivata alla conclusione di applicare il Pubblici Esercizi. Secondo Lei è un’attività che a livello contributivo può rientrare nel regime ENPALS? L’associazione, da quanto mi risulta, mette solo in contatto le parti, non organizza nella pratica l’attività musicale
    2) se l’associazione deve pagare “una tantum” i musicisti, può utilizzare (se questi non hanno già, ovviamente, una loro partita IVA) il lavoro autonomo occasionale? La ritenuta previdenziale ENPALS solo se i musicisti superano i 5.000,00= € di compenso annuo, giusto? Immagino dovrà poi essere predisposta la comunicazione di agibilità ogni qualvolta ci sia un evento, sia per i musicisti “professionisti” che per gli “occasionali”?
    La ringrazio anticipatamente

    Cinzia

  46. L’associazione che assume un apprendista dovrà farlo secondo il contratto nazionale legato all’attività svolta di impiegato. Si occuperà di tutto il consulente del lavoro. Per l’impiegato non si applica il regime Enpals, se svolge attività di segreteria. Per la seconda domanda se l’associazione paga i musicisti dovrà ricevere ricevute per lavoro occasionale, ove il musicista non abbia una partita Iva propria. La comunicazione di agibilità è sempre dovuta.

  47. Buongiorno, sono una dipendente di una fondazione teatrale (coro) devo andare a lavorare per 10 gg in Spagna ed ho preso un aspettativa dal mio teatro. Cerco un’associazione che mi aiuti a produrre il modello A1 richiestomi dal teatro spagnolo, avete indicazioni da darmi? Passare attraverso l’inps ho visto che è un’impresa! E ci sono tempi lunghissimi! Qualsiasi info potrebbe essere utile. Grazie, Simona

  48. Buongiorno, faccio parte del consiglio direttivo di un associazione musicale senza fini di lucro (banda cittadina). Stiamo organizzando una scuola di musica e dovremo remunerare i docenti (musicisti). Come dobbiamo comportarci? Grazie. Marco

  49. Se l’attività è rivolta ai soci dell’associazione potete operare con il solo codice fiscale. Riceverete fatture dai docenti che pagherete normalemnete. Se, invece, l’attività è rivolta anche a non soci le cose cambiano, occorre partita Iva anche all’associazione.

  50. Salve, ho letto con attenzione il suo articolo e vorrei chiedere un suo punto di vista sulla mia situazione.
    Sono un ingegnere iscritto ad INARCASSA e verso il minimale soggettivo ogni anno pur esercitando ormai molto sporadicamente la professione tecnica. Svolgo ormai in via definitiva e abituale attività artistica come musicista e attore professionista presso enti che mi versano contributi all’ex-ENPALS.
    La contemporaneità della contribuzione potrebbe rappresentare un problema?
    In caso affermativo, cosa può consigliarmi come strada più corretta?
    La ringrazio.

  51. Salve Francesco, le due attività non sono incompatibili. E’ necessario però operare con due codici attività diversi nella sua partita Iva.

  52. Buongiorno, chiedo un’informazione. Nel caso di una lezione-concerto, in cui per metà si tratta di parlare e per metà di suonare, è possibile evitare l’agibilità? (come si trattasse di una conferenza, per esempio)
    Grazie
    Federico

  53. Buongiorno, sono un lavoratore autonomo con partita iva. Svolgo principalmente attività di consulenza per arrangiamenti di colonne sonore di pubblicità e film. Mi sono iscritta alla gestione separata inps è corretto? non indico niente in fattura ma effettuo il conteggio totale in sede di dichiarazione dei redditi?
    Raramente produco dei miei pezzi, per questo lavoro dovrei fatturare ex enpals o posso continuare a versare inps?

    grazie
    Camilla

  54. L’inquadramento mi sembra corretto, ma ha bisogno di un commercialista per adempimenti e dichiarazione dei redditi se è in regime forfettario. Se vuole la contatto in privato.

  55. Buongiorno,
    faccio sia l’insegnante di musica che concerti.
    Ho capito che devo iscrivermi si all’Enpals che alla Gestione separata.
    Ma quali sono i requisiti per utilizzare l’aliquota ridotta della gestione separata visto che sono anche già iscritto all’Enpals? Ho letto che l’Enpals “deve coprire tutto l’anno”, ma in concreto cosa significa? Io che faccio una ventina di date all’anno, come posso sapere se questo è sufficiente?
    Grazie.

  56. Nel suo caso non c’è altra copertura previdenziale obbligatoria, quindi, non ha diritto alla riduzione dei contributi Inps alla gestione separata.

  57. Buongiorno,
    Sono un doppiatore che a volte fattura con Inps(consulenze) e a volte con Enpals ma come compilare il quadro RR ? Perché per le prestazioni Enpals é già stata trattenuta e versata l Inps .
    Grazie

  58. Il quadro RR deve essere compilato soltanto con i contributi Inps dovuti sulle prestazioni professionali imponibili. L’Empals non va nel quadro RR.

  59. Buongiorno, sono un lavoratore libero professionista con partita IVA in essere, e per il momento occasionalmente, svolgo attività di musicista con gruppo proprio e brani inediti. A seguito di ultimazione di disco, qualora volessi iniziare a monetizzare anche in E-Commerce, devo versare i contributi INPS alla gestione commercianti in misura di € 3.000 annui a prescindere dai proventi?…se rimango sotto la soglia di € 5.000 annui, cosa devo dichiarare al fisco?
    Grazie

  60. Dovrà aprire una ditta individuale per gestire i proventi derivanti dall’e-commerce. Non ci sono alternative.

  61. Salve, sono un musicista iscritto a Enpals. In questi giorni sto aprendo partita Iva sia con codice Ateco 90.01.09 (per attività artistica) che con codice 85.52.09 (comprendente insegnanti di strumento musicale). Sono sempre obbligato a iscrivermi alla gestione separata o è sufficiente l’Enpals?
    La mia domanda si riferisce principalmente a un lavoro di insegnante che sto svolgendo presso una scuola musicale gestita da un Comune. In tal caso io propenderei per la gestione separata (anche perché le aliquote contributive sono inferiori rispetto a quelle Enpals). È corretto o sarei in errore?
    Grazie.

  62. Deve iscriversi alla gestione separata, non ci sono dubbi. Deve farlo per norma di legge, non per un discorso di aliquote.

  63. Sono un musicista di 20 anni e sto iniziando ad effettuare alcuni concerti, chiamato da alcune associazioni musicali. Dal punto di vista fiscale cosa devo fare per essere in regola? Cosa devo produrre a queste associazioni musicali?

  64. Può iniziare con emissione di ricevute per prestazione occasionale e poi valutare la possibilità di aprire partita Iva.

  65. Sono un dipendente a contratto metalmeccanico a tempo indeterminato.
    Ho la passione per la musica e in particolar modo per la chitarra acustica.
    L’intenzione è aprire una scuola di chitarra acustica dove sarei l’unico insegnante ad impartire lezioni.
    tale scuola sarebbe affiliata ad una già esistente, nota in italia.

    cosa devo fare per essere in regola dal punto di vista fiscale?

    grazie.

  66. Salve Marco, bisogna avviare un’attività di tipo commerciale ed essere in regola con gli adempimenti fiscali, contributivi e amministrativi per l’apertura. Se vuole ne parliamo in privato.

  67. Buonasera,
    sono una cantante lirica professionista e contemporaneamente insegno anche canto in Conservatorio con un contratto Cococo.
    Per il momento so solo che dovro’ fatturare con l’opzione di split payment e operare la ritenuta d’acconto, ma come mi comporto con i contributi ex enpals?
    Grazie della sua disponibilità, cordiali saluti.

  68. Dovrà versare i contributi ex enpals per l’attività di cantante lirica, come previsto dalla normativa, addebitandoli in parte in fattura.

  69. La ringrazio, ma, mi scusi, ho ancora un dubbio.
    Quando fatturo al Teatro, in fattura c’è una percentuale del 33% di enpals totale, 9,19% a carico del lavoratore e il resto a carico del Teatro.
    Che percentuale devo mettere in fattura nel caso dell’emissione verso il Conservatorio? Il 9.19%?
    Grazie

  70. Se fattura al consevatorio per le lezioni non deve applicare l’ex enpals ma l’Inps gestione separata. Dovrà gestire la contabilità in modo separato. Come detto, le serve un commercialista che la guidi e la aiuti nel gestireo correttamente la sua attività. Se vuole ne parliamo meglio in privato.

  71. Buon pomeriggio.
    Sono musicista, residente in Italia e ho sempre lavorato in Italia. Ho ottenuto un contratto con’un agenzia Inglese per lavorare, per 3 mesi, in diverse strutture all’estero (ma non in UK). Ai fini contributivi ho richiesto all’INPS il modello A1, ma mi è stato risposto che la mia attività da musicista in Italia non era sufficientemente rilevante per l’ottenimento del modello stesso. Al tempo stesso, la mia agenzia specifica nel contratto che non si occupa del versamento contributi.
    Cosa dovrei fare ora? Dove dovrei versare i contributi?

    Vi ringrazio anticipatamente!

  72. Valerio il suo non è un distacco, quindi niente modello A1. Lei deve operare con partita Iva come un professionista e versare i contributi dovuti come professionista italiano.

  73. Vendere la propria musica su internet sulle varie piattaforme non vuol dire affatto guadagnare. Gli aggregatori che permettono tutto questo, loro si che guadagnano anche se prendono soltanto 20 euro come iscrizione.
    Allora vorrei dire che senso ha l’iscrizione alla camera di commercio, avere partita iva se poi non vendo nemmeno un brano a 0,99 centesimi di euro per anni?
    Però ho capito che a fronte di nessun guadagno devo dare 3000 euro l’anno all’INPS per contributi. Ma non dovrebbero essere proporzionati al guadagno? Se non guadagno cosa pago all’inps?
    E’ così? Bisogna comunque pagare anche senza aver guadagnato?
    Se è così cercate un editore inviando i vostri brani in maniera privata al singolo editore oppure apritevi un vostro sito internet dove i vostri brani possono essere solo ascoltati e non venduti. Se vi capita di essere contattati ed avete la fortuna di avere un contratto solo allora potrete aprirvi una partita iva,
    Gradirei un commento.
    Grazie
    Sergio

  74. Sergio lei ha ragione su molti aspetti, ma purtroppo questo è quanto prevede la normativa italiana per regolarizzare un’attività di vendita diretta. Se poi, invece, si vende musica sui portali le cose cambiano un po’, se si può sfruttare la normativa sulla cessione del diritto di autore.

  75. Infatti io vorrei definire bene la questione riguardo la vendita sui portali come itunes,distrokid, cdbaby insomma tutti questi siti (quasi tutti americani) che prevedono di essere visibili in rete. Questo non è un e-commerce diretto. Tra l’altro se le cose cambiano in che modo vorrei sapere? Inoltre se in uno di questi siti USA si vendono brani mettiamo per 100 euro in un anno. Questo denaro come va dichiarato e in che modo?

  76. Sergio se vuole fissiamo una consulenza dedicata a questi aspetti su skype insieme a me. La aiuterò ad inquadrare al meglio l’attività che vuole avviare. Se vuole la contatto in privato per un preventivo.

  77. Salve sono un dj è lavoro pevalententemente all’estero emettendo fattura per i miei compensi, e sono iscritto Enpals. La mia domanda è, se il mio obbligo previdenziale contributivo è di versare il 9,19% all’enpals, come faccio versare il committente estero il restante 24,71%?
    Può l’ines tramite la Gestione separata chiedermi il versamento totale di tali contributi, anche tenendo presente che non sono tenuto alla compilazione del quadro RR?
    Sono veramente in confusione anche perché tra l’enpals 33% e la tassazione fiscale non so se mi spiego, inoltre l’enpals va calcolata sul compenso lordo, senza togliere alcun costo…..

  78. Enpals non può versarla il committente estero. Dovrà versare comunque i contributi Inps sul suo reddito, operando come professionista.

  79. Buongiorno, mi sembra di aver capito che in caso di prestazioni occasionali (per hobby) l’esecuzione musicale dal vivo preveda comunque il rilascio di una ricevuta e che i compensi lordi (inferiori a 5000 euro annui) andranno a confluire nei redditi diversi della mia dichiarazione.

    Su questo importo complessivo verranno applicate delle ritenute o sarà esente?

    Le marche da bollo possono essere acquistate in precedenza o al massimo nello stesso giorno oppure posso metterle dopo? inoltre la marca da bollo è a carico mio? per esempio un compenso di 100 euro nella ricevuta indicherò 100 euro e vi applicherò la marca oppure dovrò scrivere 102 euro indicando i due euro per la marca? (chiedo perché alcuni esercenti ogni tanto la fanno pagare a me ogni tanto la mettono loro….)

    Riguardo alla vendita online di brani è possibile effettuarla senza impresa in maniera non abituale? Grazie.

  80. Grazie per la risposta.
    Avrei un’altra domanda, l’esibizione in gruppo potrebbe rientrare nella definizione di “prestazioni di natura non professionale di direttori artistici e ai collaboratori tecnici da parte di cori, bande musicali per prestazioni di natura non professionale che perseguono finalità dilettantistiche” che prevede per il 2018 l’aumento del tetto per l’esenzione da 7.500 a 10.000 euro? rendicontata allo stesso modo tramite ricevute.

    Qual è la differenza sostanziale tra prestazioni occasionali di lavoro autonomo e prestazioni di natura non professionali per finalità dilettantistiche? Riguarda forse l’esistenza di un contratto previsto per un determinato periodo?

    nel mio caso dovrei suonare uno strumento in un gruppo musicale per hobby con esibizioni dal vivo retribuite.
    Grazie ancora.

  81. La differenza è che affinché ci sia una attività dilettantistica deve esserci una ASD che eroga il reddito al gruppo musicale che suona. Se invece, il gruppo percepisce il reddito da un ente che non è ASD, si emette normale ricevuta per prestazione occasionale.

  82. Un regime forfettario, per i contributi Enpals al 33%, la quota si calcola sul reddito imponibile dato dal coefficiente di redditività, oppure si calcola 100% dell’imponibile della fattura?

  83. Buongiorno!Complimenti per il sito e le informazioni esaustive!Sono un musicista, il mese scorso ho suonato in un hotel, ora mi chiedono di fargli la fattura anziché la ritenuta d’acconto, come inizialmente detto, ma con quanto guadagno suonando in giro in un anno non arrivo a mille euro, sono tenuto ad aprire la partita IVA e a fargli la fattura?

  84. Salve Marco, l’apertura di una partita IVA è obbligatoria quando l’attività è continuativa nel tempo, indipendentemente dal volume annuo di compensi. Se suona in modo continuativo nel tempo aprire partita IVA è obbligatorio. Adesso con il regime forfettario i costi sono ridotti, quindi, effettuerei una valutazione importante, se vuole proseguire questo tipo di attività.

  85. Grazie mille, per la risposta. Io avrei già una partita IVA (agricola) aperta. Sarebbe possibile ampliarla per le attività artistiche, ma l’Unione Agricoltori dove ho aperto la partita IVA non mi terrebbe la contabilità!Quanto mi costerebbe secondo lei all’incirca tenere la contabilità di un attività che mi rende massimo 1000€ all’anno?Si tratterebbero di 7-8 fatture annuali.

  86. Ci sono delle implicazioni importanti se ha una partita IVA agricola aperta, se vuole ne parliamo in privato in consulenza. Il fatto che non può avere accesso ad una partita IVA agevolata con un’attività agricola in corso.

  87. Buongiorno, sono un residente in Italia e volevo chiedere se possibile un chiarimento circa i trattamento fiscale da applicare a redditi di lavoro effettuato all’estero come musicista, in questo momento il mio dubbio è su come trattare questi redditi che saranno prodotti in Francia ma gli stipendi saranno bonificati sul mio c/c in Italia da un’Agenzia Artistica con sede in Inghilterra. Verranno percepiti nel 2019 (circa 25.000 euro) … dovrò dichiararli e pagare le tasse in Italia? Dovrò aprire una posizione IVA come attività di musicista e cantante? Dovrò adempiere anche a obblighi Previdenziali?
    Resto in attesa e ringrazio per la collaborazione.

  88. Buongiorno, sono una ex cantante di piano-bar , ma per la fiscalita’ ci pensava il proprietario del locale , dopo piu’ di 20 anni voglio riprendere questa passione e cantare in locali con gli strumenti che usano al giorno d’oggi (computer e basi musicali), cosa e quali certificati mi servono per fare serate occasionali di questo tipo e non incorrere a multe/sanzioni ?

  89. Salve Mariangela, da un punto di vista fiscale deve verificare se l’attività che andrà a svolgere è occasionale o meno. Questo per capire se vi è obbligo o meno di operare con partita IVA. Per i contributi previdenziali ex Enpals ci penserà il datore di lavoro ad effettuare i versamenti per la propria quota. Infine, per le autorizzazioni amministrative, consiglio di contattare l’ufficio SUAP del Comune interessato.

  90. sono un lavoratore dipendente inquadrato a tempo indeterminato…… per poter stare in regola come musicista di pianobar occasionale ,come devo comportarmi per stare in regola sotto ogni aspetto?

  91. Buongiorno, un dj già iscritto come autonomo all’ enpals, che effettua serate all’estero sia UE che EXTRAUE come deve gestire la contribuzione enpals? e’ obbligato a richiedere il certificato di agibilità e l’A1 e procedere al saldo del 33% in Italia?
    Grazie mille

  92. Quindi, anche se sono un musicista con P. I., il versamento dei contributi previdenziali deve farlo il committente, con un f24 a lui intestato e me ne dà una copia dopo il pagamento, o me lo certifica. Se non vengono versati il responsabile è lui?

  93. Gentilissimo,
    Mi sto facendo una cultura sul sito di fiscomania e la ringrazio molto.
    Siti come il vostro diffondono davvero cultura e informazioni, quasi completamente in maniera gratuita.
    E quindi, ringrazio doppiamente.

    Le scrivo per capire meglio il seguente passaggio.
    Lei ha scritto:
    “Qualora il musicista produca un reddito imponibile lordo superiore a €. 5.000 in un anno solare a titolo compensi per l’attività svolta in modo occasionale, avrà anche l’obbligo del versamento dei contributi previdenziali in regime della gestione ex Enpals, per la percentuale del 9,19% che sarà trattenuta e versata da parte del committente della prestazione professionale, assieme alla ritenuta d’acconto”
    Tuttavia, dopo mie svariate telefonate al call center dell’INPS, mi è stato riferito che i contributi ENPALS sono dovuti già dal primo compenso e non solo dopo aver superato i 5000€ SALVO (come anche lei successivamente nell’articolo ha scritto) si rientri nei casi di esenzione previsti dal comma 188 della finanziaria 2008 (vedi circolare ENPALS n.2/2008).
    C’è stato semplicemente un errore di scrittura o mi è sfuggito qualcosa?
    Ancora, grazie.

  94. Grazie Nicola, la prestazione occasionale nell’ambito contributivo per i musicisti segue le regole della gestione ex Enpals, come afferma giustamente, e non quella della gestione separata.

  95. Buongiorno,

    Quanto tempo ha un musicista per emettere fattura o ritenuta d’acconto? Chi ne è responsabile?

    Grazie Simona

  96. Se un cliente ha aperto la partita iva come insegnante e quindi iscritto alla gestione separata inps, se aggiunge come attività quella del musicista (per l’attività dal vivo si intende) è comunque obbligato ad iscriversi all’enpals?

  97. Salve, sono un dj con p.iva a regime forfettario aperta da poco, so che il coefficiente di redditività è del 67% associato al codice ateco 900109, che l’aliquota è del 5% (per i primi 5 anni con determinati requisiti), però dall’inps mi dicono che l’aliquota è del 33% (da versare tramite modello F24). Ora non ho capito se il 5% riguarda solo la fatturazione e/o il versamento dei contributi, ed il mio commercialista non sa cosa dirmi su come fare una fattura, con regime forfettario come dj (sia a privato che ditta). Su internet ho trovato svariati fac simile per una fattura con p.iva in regime forfettario, ma non un esempio come dj. Se serve dovrei chiedervi una consulenza!

    Grazie per l’attenzione ed il tempo dedicatomi.

  98. Salve, la ringrazio per l’articolo, tra i più interessanti trovati in rete sul tema “Iva e musicisti”.
    La mia domanda è questa. Vorrei effettuare, tramite il mio sito, consulenza musicale, ovvero aiutare le persone a “leggere” i contratti editoriali e discografici, a preparare le pratiche per l’iscrizione Siae o Soundreef e organizzare dei corsi per scrittura di canzoni tramite un docente esperto sul tema (ma che mi chiederebbe solo il rimborso delle spese). Per fare tutto questo è pubblicizzarlo sul sito vorrei aprire partita IVA. Rientro nel regime forfettario. Il mio dubbio è sul codice ateco. Non ne ho trovato uno specifico, posso usare il 74.90.99? Mi sembra il più indicato ma non vorrei sbagliarmi. Grazie mille e complimenti ancora.

  99. Raffaella offriamo questo tipo di consulenza ai nostri clienti, se desidera essere affiancata da un commercialista per consulenza ed adempimenti fiscali ci scriva in privato. La aiuteremo e la affiancheremo nella sua attività professionale.

  100. Salve, le volevo chiedere quando metto delle canzoni o cover su spotify tramite distributore digitale, poi il fisco mi considera come commerciante (e quindi devo pagare 3500 euro fissi ogni anno), oppure faccio parte di un altro tipo di Inps? (Io non vendo le canzoni direttamente ma è il distributore digitale che poi le mette sui vari “negozi” tipo spotify..)
    Grazie per l’articolo comunque, molto approfondito!!

  101. Buongiorno, aricolo molto interessante
    Avrei il seguente quesito

    – Supponiamo che io faccia upload della mia musica solo su siti che pagano royalties e quindi non fanno “distribuzione” di musica e il mio sia un hobby e non una pratica continuativa e solo in questa modalità (niente concerti, ma solo tramite questi siti proprio per voler rimanere solo nel campo royalty )ecc….. Come detto in questo caso sarei esente da partita iva

    Ma in musica esiste almeno un altro tipo di Royalty o entrate che ti verrebbero pagate se ti iscrivi ad esempio alla SIAE (per L’Italia)
    – Cioè le cosiddette Prerformance or Broadcast Royalties, che si ricevono dalla SIAE (SOLO SE) ci si iscrive ad essa. Il musicista riceverebbe qualcosa ogni qualvolta il suo pezzo che venne aquistato da un sito royalty free viene riprodotto magari in una reclam in televisione

    Ora la domanda è:
    volendo evitare partita iva per ovvie ragioni hobbistiche, se ci si iscrive alla SIAE, si rimane nel campo delle Royalty esenti da iva?
    Grazie mille

  102. Per l’analisi di situazioni personali per le quali è richiesto maggiore dettaglio, come nel suo caso, se vuole ci scriva in privato per una consulenza. La aiuteremo a risolvere i suoi dubbi.

  103. Complimenti per l’articolo! Avrei una domanda.
    Utilizzando solo per hobby e passione personale un distributore (non italiano) per caricare la musica su Amazon, Spotify ecc. e avendo royalties per meno di 10€ all’anno, è comunque necessaria la p.iva per commercio online? Se sì, avendo già una p.iva per attività professionale (servizi di consulenza), è eventualmente possibile dichiarare le royalties nel modello UNICO?

    Grazie per la disponibilità

  104. Occorre prima di tutto capire se si tratta di royalties o meno, ed in relazione a questo è possibile capire come trattare fiscalmente il compenso. Sicuramente se ha già una partita IVA può sfruttarla anche per questa attività.

  105. Questo post (che in realtà è un vero e proprio compendio) andrebbe studiato nelle scuole di musica! Quindi Grazie da parte di tutti i musicisti (in realtà dovrebbero ringraziarvi anche alcuni consulenti, vabè)
    Chiedo, se possibile:
    1) ma possibile che i musicisti/dj, con partita iva, si trovano a dover pagare i propri contributi sul LORDO dell’ingaggio senza possibilità alcuna di poter detrarre le spese sostenute per la loro professione (l’INPS mi ha confermato per iscritto che anche i forfettari non possono applicare il coefficiente di redditività!!!)?

    2) Siccome spessissimo il compenso comprende inevitabilmente anche il pagamento di spese non riferibili alla prestazione artistica (trasferta, noleggio impianti, comunicazione, allestimento luci, ecc), è corretto aprire appositamente un secondo codice ateco (personalmente, facendo feste: 96.09.05 Organizzazione di feste e cerimonie) per poter far transitare parte del fatturato sotto un’altra voce con una contribuzione da calcolarsi sul reddito prodotto (dopo l’applicazione dei coefficienti di redditività, per i forfettari)?

  106. La ringrazio. Purtroppo non ho le basi per una risposta positiva al punto 1) e per il punto 2) mi sembra non praticabile, in quanto se gli oneri rimborsati sono relativi ed accessori all’attività esercitata con altro codice attività non si può aprire un secondo codice attività. In ogni caso, essendo complesso fornire risposte dall’estero, è consigliabile confrontarsi con il proprio commercialista.

Lascia una Risposta