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Correttore di bozze: disciplina fiscale

Fisco NazionaleProfessioniCorrettore di bozze: disciplina fiscale

La disciplina fiscale del correttore di bozze freelance: apertura della partita IVA, codice attività, scelta del regime fiscale e previdenziale per operare al meglio.

La figura del correttore di bozze, è una delle figure professionali che negli ultimi anni si è diffusa maggiormente, specialmente con l’arrivo dello smart working. Questa professione infatti può essere facilmente svolta da casa, con un computer e una connessione internet.

A tal fine può essere necessario formarsi sia dal punto di vista della scrittura, perfezionando il metodo e lo stile, sia dal punto di vista delle conoscenze per lavorare in determinati settori. Questa figura infatti può specializzarsi in uno o più ambiti e decidere quali argomenti di scrittura sono più affini, anche in base alle proposte del mercato del lavoro. Si deve essere in grado di individuare errori di sintassi di grammatica che lo scrittore non è stato in grado di individuare. Per questo l’esperienza è sicuramente importante in questa professione.

Diventare correttore di bozze comporta necessariamente una scelta tra lavoro dipendente o lavoro autonomo. In quest’ultimo caso, di seguito andremo ad analizzare gli aspetti fiscali maggiormente rilevanti.

Chi è il correttore di bozze?

Il correttore di bozze è una figura professionale che si occupa della revisione e della correzione dei manoscritti destinati alla stampa all’interno di case editrici o per conto di testate giornalistiche. Il suo compito è quello di correggere eventuali errori presenti all’interno di un testo, come ad esempio errori grammaticali, di battitura e ortografici. Questa figura professionale si occupa soltanto degli errori formali e non può in nessun modo agire sul senso del testo.

La correzione di bozze è uno dei passaggi finali nel processo di creazione del contenuto, quindi, ad esempio, questo articolo che stai leggendo ora avrà un correttore di bozze che ci lavorerà prima che venga pubblicato. È dove un occhio critico viene gettato su un pezzo di scrittura per verificare la presenza di errori di ortografia e grammaticali. Per essere un professionista, devi conoscere la lingua, la sintassi e la grammatica ed avere eccellenti capacità ortografiche e grammaticali ed essere in grado di individuare rapidamente un errore.

Dovrai essere paziente e non affrettare il tuo lavoro poiché devi cogliere gli errori che non sono stati individuati da chi ha scritto il testo (lo scrittore o il copywriter della situazione). Il testo, una volta completato, viene consegnato a un correttore di bozze per eventuali piccole modifiche, probabili errori grammaticali e di ortografia che possono sfuggire durante le grandi revisioni dei contenuti. La correzione di bozze è il punto di controllo finale prima che tutto sia finalizzato alla pubblicazione.

Quanto guadagnano all’ora i correttori di bozze freelance? 

Come per qualsiasi cosa, il guadagno che si può ottenere da questa attività dipende dall’esperienza, dalla capacità, ma anche dal committente con cui operi. Solitamente si viene pagati su base oraria oppure per progetto. È molto probabile che verrai pagato per progetto e in genere su base freelance o contrattuale. Una buona tariffa iniziale per la correzione di bozze è di 2 euro a cartella, ma puoi aumentare man mano che acquisisci esperienza e impressioni i tuoi clienti.

Vantaggi e svantaggi dell’attività di correttore di bozze

VANTAGGISVANTAGGI
– Possibilità di lavorare da casa– Remunerazione basata spesso sull’esperienza accumulata
– Bassi costi di avvio dell’attività– Contratti legati a progetti
– Possibilità di iscriversi a vari portali per attività da freelance– Concorrenza sul mercato

Come svolgere l’attività?

Come ogni professionista anche il correttore di bozze deve individuare il migliore canale per mettere a frutto le proprie competenze, l’esperienza e la professionalità. Le strade possibili sono, essenzialmente, le seguenti:

  • Lavoro dipendente. È la strada da seguire per chi desidera provare ad entrare in una casa editrice oppure in aziende di digital marketing, per provare a “fare carriera“;
  • Lavorare da freelance. Scelta obbligata per chi intende lavorare senza perdere la libertà, invece, potendo decidere dove e come svolgere questo tipo di attività, andando ad individuare i propri clienti.

La scelta legata al lavoro dipendente è legata all’assunzione diretta da parte di una casa editrice, oppure di un’agenzia di comunicazione, comunque legata al mondo editoriale. In caso di esercizio come freelance, invece, il servizio viene fornito a chiunque ne possa avere bisogno. Ad esempio, il servizio può essere rivolto verso case editrici, oppure verso scrittori che vogliono operare in autonomia e pubblicare il proprio testo, avvalendosi di professionisti autonomi. A livello contrattuale il lavoro dipendente presuppone un contratto di lavoro (a tempo determinato o indeterminato), mentre per il lavoro autonomo è necessario operare attraverso l’apertura di una partita IVA.

Detto questo, concentrandoci sulla figura di correttore di bozze freelance, andiamo a vedere gli aspetti fiscali legati a questo tipo di attività.

La disciplina fiscale del correttore di bozze

Avviare un’attività di correttore di bozze freelance richiede una attenta analisi degli aspetti fiscali maggiormente rilevanti, fin dal momento dell’inizio dell’attività. Di seguito andiamo ad analizzare gli aspetti maggiormente rilevanti. Naturalmente, per l’analisi degli stessi sulla tua situazione personale è importante l’ausilio di un dottore Commercialista esperto.

Prestazione occasionale

Chiunque abbia deciso di intraprendere la strada per diventare correttore di bozza si sarà sicuramente imbattuto in uno dei tantissimi articoli che sponsorizzano l’avvio di attività professionali, rilasciando semplicemente delle ricevute al committente fino a quando l’ammontare percepito annualmente non supera i €. 5.000. Ebbene, tutto questo, è bene ribadirlo ancora una volta non è corretto, e non corrisponde minimamente a quanto prevede la normativa fiscale.

Innanzitutto volendo operare correttamente, possiamo dire che è possibile, nel caso in cui l’attività sia di natura occasionale (esercitata non più di un paio di volte all’anno), è possibile emettere delle semplici ricevute per prestazioni occasionali, da rilasciare al committente (casa editrice, scrittore, etc), al momento del pagamento del corrispettivo in denaro.

Le ricevute, se emesse nei confronti di un soggetto dotato di partita Iva (Impresa o professionista) devono riportare l’indicazione della ritenuta di acconto del 20%. Il committente, in questo caso è chiamato a versare con modello F24 la ritenuta entro il giorno 16 del mese successivo a quello in cui è stato effettuato il pagamento del compenso.

Quanto detto sinora, resta valido soltanto nel momento in cui la prestazione sia svolta in modo del tutto non abituale e in modo non continuativo nel tempo. Se un soggetto si accorda con, ad esempio, una casa editrice per la correzione di 4 articoli al mese, da fare nel fine settimana, non significa che siamo di fronte a qualcosa di occasionale, ma di un’attività che prosegue nel tempo, quindi del tutto abituale e continuativa. Discorso diverso se il soggetto si accorda per la correzione di 10 articoli in un mese, e poi non prosegue ad esercitare questa attività per il resto dell’anno. In ogni caso, il limite di €. 5.000 annui, è un limite che riguarda soltanto gli aspetti previdenziali, e non quelli fiscali. Non bisogna fare confusione. Quando un’attività professionale è svolta in modo continuativo ed abituale è sempre necessaria la partita IVA, indipendentemente dal volume dei compensi percepiti.

Apertura della partita IVA

Come detto, stabilire se l’attività svolta sia di tipo occasionale oppure abituale e continuativa è fondamentale, in quanto in questo secondo caso diventa obbligatoria l’apertura di una partita IVA. In pratica, quando l’attività diventa abituale è necessario regolarizzare la propria posizione sia da un punto di vista fiscale che contributivo. In questi casi i passaggi fondamentali da seguire sono quelli indicati di seguito.

Codice attività per correttore di bozze

L’apertura della partita IVA avviene presentando un’apposito modulo di richiesta all’Agenzia delle Entrate (modello AA9/12), in formato telematico (attraverso un intermediario, il Commercialista) o cartaceo (anche direttamente dal soggetto interessato), nel quale deve essere indicato anche il codice attività legato all’attività svolta. Attualmente dobbiamo dire che non esiste un codice attività proprio della professione. Per questo è necessario fare riferimento ai codici presenti per attività che possano essere maggiormente affini rispetto all’attività concretamente esercitata. In questo è fondamentale il rapporto con il proprio Commercialista. In generale, i codici attività che possono essere valutati sono i seguenti:

CODICE ATTIVITA’DESCRIZIONE
58.19.00Altre attività editoriali
63.99.00Altre attività dei servizi di informazione NCA
74.90.99Altre attività professionali NCA

La scelta dipende dalla modalità in cui viene svolta l’attività, gli obiettivi e la tipologia di clienti per cui si lavora. Se non si è sicuri di quale codice ATECO scegliere, è sempre possibile aggiungerne più di uno. Tuttavia, in questo caso è importante suddividere la propria attività in relazione a ciascun codice utilizzato.

Aspetti previdenziali: iscrizione alla gestione separata dell’INPS

La gestione separata è un regime previdenziale che copre tutti i professionisti privi di una cassa previdenziale obbligatoria, come è il caso dei correttori di bozze. Questa gestione prevede versamenti due volte all’anno in concomitanza dei versamenti fiscali. L’iscrizione alla gestione separata può essere attraverso l’accesso al proprio cassetto previdenziale accessibile dal portale web dell’INPS. L’iscrizione deve essere effettuata entro il termine di 30 giorni dal momento di apertura della partita IVA, in quanto si tratta di adempimento obbligatorio.

Il versamento dei contributi avviene in percentuale (stabilita annualmente dall’istituto) da applicare sul reddito imponibile determinato ai fini fiscali dal professionista. I versamenti avvengono con modello F24 nei termini di versamento delle imposte sui redditi (30 giugno e 30 novembre di ogni anno).

La scelta del regime fiscale da applicare

Con l’apertura della partita IVA il soggetto che intende avviare la propria attività di correttore di bozze è chiamato anche scegliere il regime fiscale da applicare. Per i professionisti può essere vantaggioso, se si possiedono i requisiti, aderire al c.d. “Regime forfettario“. L’unica alternativa, rispetto a questo regime riguarda la contabilità semplificata.

Il regime forfettario

Il regime forfettario è il regime fiscale naturale, di vantaggio, a cui possono accedere i professionisti che ne verificano i requisiti di accesso e di permanenza. Uno dei vantaggi di questo regime è la presenza di un’imposta sostitutiva con un’aliquota molto bassa del 5% o 15%, pertanto, non si pagheranno né IRPEF, IRAP o altre imposte addizionali. Al reddito imponibile così determinato è applicata un imposta sostitutiva del 5% (per i primi cinque anni), che poi a regime passa al 15%. L’accesso al regime forfettario, nonché il mantenimento dello stesso negli anni successivi, è possibile per i soggetti che possiedono determinati requisiti. In generale, è possibile accedere a questo regime essendo in possesso dei seguenti requisiti:

  • Ricavi e compensi non superiori a 85.000 euro annui;
  • Percepimento di redditi da lavoro dipendente o pensione non superiori a 30.000 euro annui;
  • Non deve essere superata la soglia di 20.000 euro per le spese relative all’assunzione di dipendenti;
  • Non essere in possesso di quote di partecipazione a società di persone o associazioni;
  • Non devono esserci partecipazioni di controllo in SRL che svolgono attività analoghe o riconducibili a quella professionale esercitata.

Qualora il regime forfettario non possa essere applicato è necessario valutare una diversa soluzione, come ad esempio, la partita IVA individuale in contabilità semplificata, oppure l’apertura di una SRL. Anche in questi casi è utile valutare queste opportunità con un Commercialista esperto.

Contabilità semplificata

La contabilità semplificata è un regime fiscale alternativo al forfettario, che prevede l’applicazione dell’IVA e delle ritenute d’acconto in fattura. Il professionista, quindi, deve tenere la contabilità relativa ai costi (pagati) e ai ricavi (incassati) per ogni anno. Trimestralmente dovrà essere liquidata l’IVA derivante dalla differenza tra l’IVA addebitata al cliente e quella accreditata sulle fatture pagate ai fornitori. Si tratta di un regime che prevede la tassazione ad IRPEF del reddito professionale determinato dalla differenza tra ricavi imponibili e costi deducibili, ai sensi del DPR n. 917/86. Per approfondire sulla contabilità semplificata: “Quadro RG: redditi da contabilità semplificata

Conclusioni e consulenza fiscale online

Sappiamo bene che aprire partita IVA possa spaventare, soprattutto i giovani che si apprestano per la prima volta ad avviare un lavoro da freelance. In questo articolo ho cercato di approfondire i principali aspetti fiscali che riguardano questo tipo di attività, come freelance. Il consiglio che posso darti è quello di restare lontano da chi ti promette di trovare strani escamotage per non pagare niente, o strani giochini per evitare la tassazione, prima di trovarti in guai veri quando ci saranno i controlli fiscali. La cosa da fare è quella di rivolgersi ad un Commercialista esperto e preparato, e poi iniziare ad entrare nella mentalità di operare con una partita IVA.

Iniziare a ragionare per obiettivi e stabilire periodi di tempo per controllare l’andamento dell’attività, attraverso bilancini periodici (l’obiettivo è quello di capire più o meno quanto stai fatturando e quanto potresti arrivare a pagare, con un margine di errore più o meno sensibile). Se riuscirai a farla diventare un’abitudine ne vedrai i frutti in poco tempo.

Se desideri analizzare la tua situazione personale è importante essere consapevoli delle implicazioni fiscali e dei potenziali rischi coinvolti. In questi casi, la consulenza di un dottore Commercialista è essenziale per garantire la conformità alle leggi fiscali internazionali e minimizzare gli impatti fiscali negativi. Inoltre, un professionista esperto può aiutarti a valutare i vantaggi e gli svantaggi di diverse opzioni fiscali, come ad esempio quelle individuate in questo articolo. Contattaci per ricevere il preventivo per una consulenza personalizzata.

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